Primo emendamento e freedom of speech

Durante i miei primi anni al college ho spesso parlato di come qui negli Stati Uniti non si venga mai criticati per le proprie opinioni, benché ingenue o superficiali. Esprimere le proprie idee in classe è un’esperienza positiva qui, molto diversa dall’Italia dove invece lo studente può essere deriso davanti a tutti nel dare un contributo personale. Avevo sempre pensato che questa caratteristica fosse legata alla cultura americana senza alcuna fonte specifica, ma ora che frequento un master ne so molto di più e voglio raccontarvi da dove arriva la famosa libertà di espressione, ovvero la freedom of speech, per gli studenti.

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Freedom of speech al college

Il primo emendamento della costituzione americana sancisce il diritto alla libertà di espressione. Freedom of speech è chiamato, ed è inviolabile insieme alla libertà di stampa, di riunirsi in assemblea, di creare una petizione per abrogare leggi, e soprattutto di professare o meno una religione.

La freedom of speech si applica anche in ambito accademico. A seguito di una serie di casi portati alla Corte Suprema degli Stati Uniti, il I emendamento è spesso stato interpretato a favore di docenti universitari, come una sua diretta derivazione.

Così, dal 1940 (Statement of Principles on Academic Freedom and Tenure) per i docenti e gli studenti in pubbliche università, libertà di espressione significa insegnare e fare ricerca senza alcuna irragionevole restrizione, e liberta’ di esprimere le proprie opinioni anche se in contrasto con quelle del docente.

Il I emendamento infatti si applica sia all’insegnamento che all’apprendimento, e si estende alla freedom of thoughts, la libertà di pensiero.

Ecco così che qualsiasi opinione è benaccetta.

Non esistono pensieri troppo semplici. Non esistono opinioni sbagliate, ma ovviamente si può liberamente discutere su qualsiasi punto di vista, poiché ognuno rispetta quello dell’altro. Questo spiega anche perché i dibattiti politici sono così pacati rispetto ai nostri, dove invece ci si azzanna. Qui anche per questo il fact checking si spera di poterlo fare all’istante durante un confronto.

Uno studente qui è libero di dissentire dal proprio professore perché protetto dal primo emendamento della costituzione. Per lo stesso concetto, uno studente è protetto da una valutazione arbitraria e non oggettiva da parte di un professore.

Sono certa che qualunque italiano che abbia studiato negli Stati Uniti sia rimasto piacevolmente sorpreso da questo aspetto dell’apprendimento. E quando questo diritto è protetto dalla Costituzione, qualsiasi studente si sente libero di esprimere il proprio punto di vista su un qualsiasi argomento. E quello studente diventa poi un cittadino con diritto al voto.

Vi lascio due articoli estremamente interessanti di Colorado State University. Il primo è per gli studenti Statunitensi, e si chiama Academic freedom in the classroom. Se invece siete docenti potrà interessarvi come smorzare una discussione che si fa troppo accesa, all’articolo Can I say that in class?


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