Strascichi

Perche’ poi sono fatta cosi’, mi viene piu’ facile scrivere, anche di getto, per dare una forma ai pensieri. Mettiamoci poi che non ho un cane con cui parlare, eccezione fatta per mia figlia, che non e’ ancora in grado di replicare, se non anche di capirmi.
Sono due giorni che si trascina una discussione in merito a qualcosa che ho scritto tempo fa. Posso capirlo, ci sta, eh. Ma come dicevamo ieri, se una persona ti offre il niente, deve prepararsi a ricevere una risposta adeguata e corrispondente a quello che comunica.
Ci sono persone che non amano raccontarsi, e allora chiedono chiedono chiedono e poi si chiudono e tu non sai niente di loro. Per inciso, nella mia vita mi e’ capitato di sentirmi dire la stessa cosa. Ma c’e’ un ma. Io sono una che sa ascoltare, professione o non. Spessissimo le persone arrivano da me e mi raccontano i loro casini per ricevere un consiglio, un conforto, o anche uno schiaffo in faccia, cosa che so fare molto bene a quanto pare. Facciamo che una di queste persone, dopo essersi confidata, non mi chiede nulla di me. Per me e’ tacito che cercava sollievo, non uno scambio, e quello ha ricevuto, disinteressatamente. Poi torna dopo un tot e mi aggiorna sui casini, dopo aver chiesto un Come stai di apparenza. Io, come tutti voi credo, so distinguere un come stai chiesto davvero da uno chiesto per educazione. Ed ecco qui che poi quelle sono le persone che dicono Oh, Lucy sa i caxxi di tutti ma tu di lei non sai niente.
Non e’ vero, dipende da come ti poni.

Dicevo.

Sono stata accusata di aver completamente travisato la natura di una persona, che non si e’ riconosciuta nelle mie parole. E ci sta, mica dico di avere lo scettro della verita’. Ma questo e’ il mio blog, sono i miei pensieri, e c’e’ il mio vissuto. Mettiamoci poi che questa persona per circa dieci anni mi ha offerto solo una parte di se’, nascondendo le sue ombre, che ho scoperto stamattina. Soggettivamente si ha di se’ una percezione di interezza, ma gli altri conoscono quello che decidiamo di comuniare, volutamente o no. Anche se ci si conosce da vent’anni. E se la comunicazione e’ stata difettosa in qualche punto e’ chiaro che nascano le incomprensioni e ci si senta feriti, non riconosciuti e travisati. Ma per ogni storia, per ogni situazione, ci sono almeno due punti di vista. Sempre.

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I primi tempi che ci conoscevamo, My ed io ci raccontavamo i nostri trascorsi, ma mentre io da solita boccalona dettagliavo tutto e facevo nomi e cognomi, lui si teneva sulle sue e al massimo faceva bella mostra di se’ dicendo Aaaaah ma quante ne ho combinate. Al decimo Aaaaaah sono sbottata e gli ho detto che doveva decidersi a raccontare qualcosa, perche’ nella mia testa cominciavano ad affacciarsi non belle gnocche con le sise grosse, ma giochi a incularella con gli amici. Esagero ma spero di aver reso l’idea.
Infatti smise.
Offrire sempre la parte piu’ brillante, funzionante, splendente di se’, ha dei grossi limiti. Nel caso di un’amicizia che si perde nella notte dei tempi, se a quell’apparenza si associa un modo di fare duro e sarcastico nei tuoi confronti, tu capisci che c’e’ qualcosa che non va, che non significhi (piu’) molto per quella persona. E ne hai la conferma quando quella persona sparisce nel momento piu’ difficile della tua vita. E quando poi a distanza di anni ti rivela che, come accade a molti, la vita ha colpito giu’ duro, al di la’ del profondo dispiacere il messaggio che comunque ti resta e’ che tu non eri degno di ricevere una confidenza, o che non eri reputato all’altezza di poter offrire una spalla su cui piangere; o se diversamente, come qualcuno ieri diceva, il fatto di non sapersi esprimere con gli altri e’ un limite personale, non si puo’ poi fare una colpa al mondo per non aver capito. Tu non dici, io non so. Posso intuire, ma a volte l’intuizione va oltre, come nell’iperbole di cui sopra.
Come dicono gli psicologi veri, non quelli da due soldi come me, tutto e’ relazione. Anche il silenzio. Anche una bugia. E se su quel silenzio, o su quell’omissione, ci si costruisce una identita’, gli altri quello sanno. Se tu blogger mi racconti che fai il fioraio, e mi stai un sacco simpatico, e parliamo un sacco e ci facciamo un sacco di risate, ma poi nel tempo capisco che tu di fiori non ci capisci una ceppa e che in realta’ fai lo sceneggiatore, non puoi prendertela se poi io mi allontano, perche’ quello che ha falsato le carte sei tu e hai fatto in modo di non rendere paritario il nostro rapporto. Poi la risata con te continuo a farmela, ma per tutto il tempo mi chiedero’ se quello che mi racconti e’ un’altra cavolata o no.

Per ultimo. Avevamo quindici, venti anni. Ne sa una sega del mondo, l’adolescente. Si puo’ intuire che qualcosa non vada, ma la capacita’ di elaborazione e’ simile a quella di una lenta digestione dopo aver mangiato pesante, proprio perche’ in quel momento la vita fornisce dieci miliardi di stimoli ma pochi strumenti. Resta solo la sensazione che qualcosa non sia proprio come la si vede, ma cosa di preciso, sfugge. Tu avevi deciso di mostrare il sorriso e le battute e poi, dopo, il successo e la perfezione, diciamo cosi’. Io ero quella che non nascondeva, seppur vergognandomene, di essere una morta di fame e prestava il fianco per essere presa per il culo. Si’, anche io avevo i miei difetti di comunicazione, come li ho tuttora. Come tutti. Infatti mi prendevi per il culo e io mi incazzavo. Pero’ l’assenza, su quella non si hanno dubbi. O ci sei, o non ci sei. E tu non ci sei stata.
Non so se stai leggendo, non ne ho idea, tanto tutto questo te l’ho gia’ scritto in privato, ma ne ho bisogno io, come ebbi bisogno di quel post. A volte mi stupisco di come questo blog travalichi i confini ed arrivi a persone che non ti appartengono piu’ da ere geologiche ma che, evidentemente, continuano ad avere un peso nella tua vita.


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0 commenti

  1. il punto sarebbe:- non ti racconto nulla di me(e già è grave se poi vuoi sapere tutti i fatti miei)- ci piazzi il carico da 11 come direbbe Montalbano, arrivando a incavolarti se non so le cose che non mi hai raccontato?E' così Lucy in soldoni, facendo il bigino?Ho capito bene? SI. E che si impicchi.

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  2. “il fatto di non sapersi esprimere con gli altri e' un limite personale, non si puo' poi fare una colpa al mondo per non aver capito. Tu non dici, io non so. Posso intuire, ma a volte l'intuizione va oltre” Ecco io questa parte del tuo post me la stampo e me la incornicio. Perché troppe volte ultimamente mi scontro con persone che non si raccontano, o con cui non sono io in grado di comunicare, e poi vengo accusata di essere io a non capire.Detto questo, hai la mia massima solidarità (per quel che vale 😉 )Un abbraccio

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  3. Ah tocchi un tasto dolente, in questi giorni mi è capitato qualcosa di simile che non riesco a rendere a parole, penso, mi fa male, non riesco a tirarlo fuori e metterlo su carta, persone a cui tu dai tutto e che loro non ti reputano degno nemmeno di una piccola confidenza, o ti cercano solo quando serve. Fa male. Tutti siamo un po' così, il face o il vase (per usare l'immagine) mai entrambi contemporaneamente, però molti lo sono per natura, sembra quasi che lo facciano apposta, che celino chissà quale mistero a noi ignoto, e se per caso vuoi sapere di più si allontanano come se non fossi degno, mentre quelli come te si capisce che sono veri, che sono reali anche se hanno mille sfumature e sfaccettature, si capisce che dietro questo schermo c'è una persona vera e che non è sfuggente o falsa. Io personalmente sto arrivando a una conclusione, che poi è quella che ho sempre avuto in amore, anche per l'amicizia meglio soli che male accompagnati, se poi chi ritengo mio amico si comporta in quel modo, io lo ritengo degno della mia fiducia e lui no? Allora come dici tu c'è una disparità che non va bene. Un abbraccio e grazie per il post

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  4. Grazie Stars per quello che mi dici. In questi giorni non sei l'unica a scrivermi questa cosa che sono vera. Non lo so, so solo che non ho strategie, non riesco proprio a pormi in un modo differente. Magari polemica, magari critica, si'. Ma sicuramente ho sbagliato e sbaglio anche io.

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  5. Ecco, qui sono proprio deficitaria, e consapevole. I miei due amici più cari, sia lei che lui, sono persone iper riservate con cui i rapporti somigliano all'avvicinamento della volpe al piccolo principe. Di fatto, ho imparato a chiedere cose personali agli altri praticamente MAI, mi fa sentire invadente, inopportuna. Io racconto del mio, e sto lì. Se l'altro vuole fidarsi di me e parlarmi, è un dono, un onore e ne sono felice. Se non vuole, staremo lì insieme e basta, a guardare il grano.Quanto alla tua amica, capisco che trovar scritto certe cose nero su bianco possa ferire, ma credo anche che SAPERE perchè qualcuno s'è allontanato oppure ha una cattiva opinione di te sia un regalo preziosissimo. Quasi sempre funziona che o non lo scoprirai mai, o sarai l'ultima a saperlo.E quello sì, è orrendo.

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  6. Io ti capisco, anch'io sono una buona ascoltatrice e come te so discernere un interessamento vero da un interessamento di circostanza. Sono solita dire che le mie cose le so già e non ho bisogno di dire per sentirmi parlare.Quello che intendo e' che, se capisco che all'altro non interessa, taccio, e' una forma di rispetto.Quanto alla situazione che racconti, non sono onestamente riuscita a cogliere tutti i risvolti. Però anch'io come verbasequentur penso che sia un gran dono sciogliere l'equivoco e spiegare perché. Poi, se ci deve essere, il chiarimento avverrà tra voi.

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  7. Si, vero. Ma nel mio caso e' stato un po' diverso. Lei si e' allontanata, e siccome le cose gia' da un po' erano come erano, io non l'ho cercata. Anche perche' quando stai male e con le ali ferite quello a cui pensi e' stare meglio e rimetterti in piedi. Nel frattempo non ero stata cercata e questo mi aveva confermato che la nostra amicizia era conclusa. Anche io mi racconto e se l'altro vuole farlo ben venga. Ma se invece l'altro chiede e poi si nega alle domande, questo non mi piace. Va da dire che non era il caso di questa persona, e nel post di ieri raccontavo cinque situazioni degli ultimi giorni, tra cui una che chiede e non si apre. E che su fb mi capita spessissimo con i vecchi amici Ehi ciao, mi chiedono, che fai, dove sei, che hai fatto in questi anni? E quando chiedo io risposta zero. Ma non zero del tipo Ah, sono stata un po' qui un po' la'. Proprio zero che non scrive. E allora torna da dove sei venuto.

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  8. Questo post mi tocca molto da vicino, Lucy, perché io sono quella che sta dall'altra parte (non nel tuo caso specifico, chiariamo per gli altri). Una mia carissima amica, della mia adolescenza, mi ha scritto una volta “Tu sei quella così vicina, eppure così distante” – e quelle parole mi hanno fatto seriamente riflettere – in un momento in cui, per l'ennesima volta, ero andata da lei a pezzi, senza raccontarle più di tanto. Strana coincidenza, anche lei è psicologa. In tutti questi anni, di amicizia vicina e lontana, anche geograficamente, lei mi ha sempre dato tanto, io ho dato a mio modo, ma non completamente, e così ho fatto con le poche persone a me quotidianamente, intimamente vicine. Paradossalmente mi sono aperta molto di più nella mia vita virtuale, che in quella reale. Insomma, resto nell'ombra e vivo nei silenzi (ma non faccio domande, perché d'istinto non ne voglio). Sono cresciuta con un padre che è il silenzio assoluto, ma di quel silenzio comunicativo che non hai bisogno di parole. Io ho fatto però di quel silenzio uno scudo, tuttora, quando invece dovrei abbattere il muro. Perdona questo post sconclusionato, ma molto emotivo. Ecco, è un modo per aprirsi, anche questo. Tornando a te, che sei il centro di questo post, capisco la tua rabbia a sentirsi “usata”. E a sentirsi lanciare quei “come stai?” vuoti, d'indifferenza e cortesia. Se però questo rapporto giurassico ha un peso, e ti pesa dentro, cerca il confronto. Anche gli ossi più duri – e parlo in prima persona – messi all'angolo, cominciano a balbettare, o comunicare. E ancora scusa per questo commento rantolante!

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  9. Wow.Sarà l'ennesima coincidenza, ma io avrei un post simile da scrivere. Non così duro in realtà, tutto il contrario, ma la sensazione che mi dai è di quello stesso bisogno che ho io, dopo anni, di buttare fuori tutto. Perchè per un problema di comunicazione, per altri vari problemi, qualcosa s'è interrotto e in un modo o nell'altro ho una gran voglia di chiudere. Nel bene e nel male. Questo mi fa capire poi che non sono strana nè sono l'unica che a un certo punto ha bisogno di tirar fuori tutto.

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  10. Grazie a te, Clara. Solo che capisco che non mi sono spiegata troppo e ho creato un po' di confusione sovrappondendo due situazioni diverse. Quello che e' successo a me e' diverso da quello che tu racconti. Per anni io e questa mia amica abbiamo condiviso grandi risate; poi, da adulte, confidenze solo superficiali, condite da tante battute sarcastiche nei miei confronti, cosa incomprensibile per me. Poi a me sono capitate una serie di cose che mi hanno piegata e non l'ho piu' cercata. Quando lei seppe quello che mi era successo, continuo' a non farsi sentire; io quello che e' successo a lei l'ho scoperto stamattina da lei stessa.

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  11. questa volta non ho davvero nessun esempio su di me o di persone che conosco bene che abbiano vissuto la stessa situazione.Mi fanno tristezza per non dire orrore le battute sarcastiche ripetute.Grazie per l'approfondimento.Sandra

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  12. che pardecojoni.anche io stamani mi sono svegliata con il saporaccio di quella faccenda facebookiana che sai…a distanza di mesi eppure periodicamente mi torna su perche' alla fine si tratta di essermi trovata virtualmente tra i piedi una che mi ha fatto realmente dispiacere.e con tutti i problemi che gia' ci sono nel mondo, pure le persone che cercano di far casino nel web perche' il casino delle loro vite reali non basta, non le sopporto, il web dovrebbe essere un mezzo di informazione, di dialogo, di divertimento, non di spaccamento dei coglioni di persone che nemmeno si conoscono amen, vado a farmi una pinta di citrosodina che magari mi va giu' e domani mi sveglio come nuova

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  13. Ah ma guarda che il web ha potenzialita' che non puoi immaginare. Io non sono amica con lei in fb eppure sa del blog e ha letto che parlavo di lei. Non e' difficile capire come ci sia arrivata, ma c'e' arrivata.

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  14. Per la serie “A volte ritornano…” Vedo che anche tu in questo periodo stai facendo i conti col passato e sento che capisco bene il tuo sfogo; capisco anche l'amarezza che si cela dietro a queste parole, perchè alla fine le relazioni contano, contano eccome e mi pare che nella vita facciano proprio la differenza.

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  15. Tutti sbagliamo, non siamo mica perfetti e se scriviamo qualcosa che ci fa star male, se èuna persona che ci fa star male è ovvio che quella persona un po' si risente, e anche a noi fa male perché in fondo come dice qualcuno più giù nei commenti sono le relazioni che contano e ci fanno sentire vivi. Io credo che se questa persona ti ha fatto stare male a tal punto tu racconti il tuo punto di vista, la tua esperienza, è ovvio che non sarà la stessa di quella persona però quello è il tuo punto di vista e le tue sensazioni. Non è bello ricevere battute sarcastiche, soprattuto se chi te le fa è un'amica, che in teoria dovrebbe volerti bene ed esserti vicina. Io credo che sia un grande dono riuscire a vedere chiaramente ed essere critici nei confronti di se stessi in primis (questo traspare dai tuoi post) e poi anche nei confronti degli altri, è ovvio che le persone come te fanno un po' fastidio, perché ci mettono di fronte a uno specchio che non tutti vogliono vedere, però non sei mai “cattiva” gratuitamente, come invece mi è capitato di vedere in giro, persone che si devono liberare dei loro mostri e allora sono lupi travestiti da agnelli che al primo accenno di contrarietà nei loro confronti attaccano gratuitamente. Per il discorso dell'essere vera, traspare dalle tue parole e da quell'accenno ai blogger fiorai 😉 ci sono persone che ti raccontano una cosa poi piano piano scopri che non sono quello che sono e allora ti chiedi veramente se tutto quello che dice e una favolata oppure no

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  16. Ah Lucy…per un motivo non immuschio blog con facebook..per anni ho scritto su Libero..poi Libero accordo la condivisione con facebook e credimi ci fu un caos,parole di privacy,tutela privacy e via dicendo…so solo che sono due cose diverse tanto diverse…e su facebook ho molti conoscenti veri tra viaggi di vita il 70%, il15 per cento parenti lontani,ma lontani anche di pensiero,e 10% persone che ho conoscutonel web ma fidati come te,il 5% solo curiosoni…Ed alla fine il blog è blog facebook è facebook andrebbe bene per Raffaella,Clara,e Frollina per pubblicizzare le idee delle loromagiche libri appunti parole,ma noi..parlo di me e di tutti…blog se voglio mandar a fanculizzare mia suocera…lo sapete voi..ma è meglio che non lo sappia la suocera…tanto che se sai non pubblico mai link del mio blog o link dove commento…perché basta una parola sbagliata letta si perde un amicizia.. Che forse era gia persa..Da prima.Che consigliarti…dividi i due aspetti web.Notte cara.

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  17. @Lucy: capisco benissimo, ora, è che il tuo post mi ha smosso qualcosa dentro, e lo prendo come un segnale positivo. Il sarcasmo, quello sinceramente, non l'ho mai capito… nè accettato se non da pochi intimi, e solo se giustificato. Che dirti? Trova il modo di sfrondare il più possibile. Le amicizie, profonde o superficiali che siano, reali o virtuali, hanno il loro tempo, una stagione piena e irripetibile, poi si trasformano in “something else.” Ora capisco che questa persona che tu, nel momento del dolore, hai abbandonato perché ti offriva solo superficialità e sterile sarcasmo – quindi hai allontanato perché in fondo e in pratica è stata lei ad allontanarsi volutamente da te, così facendo – ti ripiomba addosso tramite la rete (e le sue reti insidiosi). So che sei una persona sensibile e matura, e quindi “taglia”, con garbo, magari spiegando, anche se spesso non serve. Grazie a te per la condivisione.

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  18. @Jenisha: ciao cara, sei sempre così carina. Non sono mai stata su FB proprio per evitare ritorni invadenti dal passato, ho tenuto una pagina FB dei miei libri, per fare un po' di pubblicità (fra l'altro la pagina nn la gestivo io) e l'ho dovuta poi chiudere perché arrivavano commenti a sproposito, personali al limite della decenza 😦 e quindi mi sono tenuta il blog, solo per la scrittura per adesso, e poi si vedrà. Un abbraccio a te e anche a Lucy che gentilmente ci ospita.

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  19. Le amicizie si trovano e si perdono. Le persone ci accompagnano per pezzi di strada, poi prendono deviazioni, magari si ritrovano, magari no.Nello specifico non so cosa sia successo, ma a volte rientrare nella vita di chi si è perso è più difficile che restarne fuori.

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  20. Non credo di aver capito tutto alla perfezione e mi sono anche persa qualche ultima puntata, ma. Anche io non capisco come a volte permettiamo a persone che si sono fisicamente e mentalmente allontanate da noi ad avere ancora un peso (per lo più negativo) sulla nostra vita. Tuttavia, pensa che se arrivano ad avercelo, probabilmente neppure noi (tu in questo caso) ce ne siamo andate del tutto dalla loro. Può consolare?!

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  21. @ jenisha davvero troppo gentile, condivido. Non sono su FB non mi interessa. Comunque anche nei blog davvero non si sa mai chi potrebbe arrivare. Frollina

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