Cittadino da poco piu’ di 2 anni, Chef e’ andato all’early voting due giorni fa. In Florida si e’ potuto votare per posta e presso alcune Biblioteche Municipali prima dell’Election Day che e’ oggi, 8 novembre 2016.

Era tutto nuovo per lui, che il giorno prima aveva scoperto di dover esprimere una preferenza anche per 4 emendamenti di cui sapeva poco e niente.

Non ci sono scrutatori dopo il voto: si esprime la propria preferenza annerendo una casellina ed il foglio va poi inserito in uno scanner ed e’ subito elaborato. Questa la situazione in Florida alla chiusura dell’early voting:

A questo link di Usa Today e’ possibile seguire le proiezioni di voto. Qui i democratici sono blu e i repubblicani rossi, curioso no? Al momento Trump e Clinton sono testa a testa con una leggera prevalenza del primo.

Non ho buone aspettative per queste elezioni e spero di sbagliarmi.

Tutto e’ gia’ visto, un enorme, orribile, identico deja-vu che da mesi mi riporta al 2001. E non solo per la statura etica e morale del candidato, ma anche per la presunta strategia dell’opposizione, completamente fallimentare, inutile, volta ad un elettorato informato e sensibile, solo una parte della piu’ vasta platea che invece reagisce di pancia e senza fini ragionamenti. Per di piu’ qui in Florida il fatto che ci siano tanti immigrati non garantisce affatto un voto democratico: paradossalmente molti di loro chiedono una decisa stretta alle frontiere. Quando poi la scorsa settimana, dopo la faccenda Grab them by p ho visto una macchina esibire lo sticker I’m immigrant, I’m a woman and I vote for Trump ho capito che non c’era troppa speranza. Leggete questo editoriale di Mario Calabresi, ed il bel post di Moky a proposito.

Se non altro qui il Congresso bilancia. Stiamo a vedere. Io voto tra 4 anni e spero di non dovermi turare il naso pure qua.