Mammina cara #6

Oggi due blogger, Nonsisamai e Valeria scrive, hanno pubblicato un post su quanto la distanza complichi le comunicazioni emotive. Cioe’, per dirla come ha sintetizzato Nonsi, Non ti ho detto nulla per non farti preoccupare genera una serie di mostri successivi, della serie che quando ti senti al telefono stai sempre li’ a soppesare ogni sospiro Ma c’e’ qualcosa? E’ successo qualcosa che non mi vuoi dire? No perche’ stai sospirando. No se c’e’ qualcosa me lo devi dire, non fare come l’altra volta e via cosi’.

Avevo scritto un commento a Nonsi raccontandole che i miei genitori facevano cosi’ anche quando abitavo a duecento km da loro, col risultato che nove su dieci ero in macchina per andare a controllare di persona, e di solito ci prendevo, qualcosa era successo. Certo, da qui mi e’ un po’ difficile andare a controllare, ma c’e’ mia sorella.
Ieri chiamo casa, risponde mia madre: “Ma stai bene? – le dico – hai il fiatone”.
Mia madre soffre di fibrillazioni. Oltre che di nevrosi ossessiva, va be’, ma questo e’ un altro discorso. Qualche volta e’ finita in ospedale, per questo; qualche volta ci si e’ portata da sola, Per non darvi disturbo. A piedi. Con la fibrillazione. Si’, mia madre ha una pessima gestione dell’ansia.
Quando ha le fibrillazioni ha il fiato corto, ovviamente.
“No no, sto bene, stavo guardando il Giro d’Italia.” In effetti poco dopo le passa e mi tranquillizzo.
In serata – mia – mi manda un messaggio mia sorella scrivendomi che mia madre, in sua assenza, ha dato di matto e ha spostato tutti i mobili in casa. Questa e’ una delle sue manie: spostare mobili. Ma tutto eh, armadi compresi. Da sola. Ecco cos’era il fiatone, che fetente.
Intermezzo: mia madre, come avete gia’ appreso, e’ una DIM mother. Do It Myself.

Avro’ avuto 25 anni, tipo, era ricoverata in ospedale, aveva deciso di operare entrambi gli alluci valgi. Una mattina chiama a casa (si’, l’epoca precellulari e’ esistita davvero), saranno state le 7: “Mi dimettono, vieni a prendermi?
Ok, realizzo di essere al mondo, faccio un caffe’ e vado. Arrivo in ospedale – vicino casa -, parcheggio, salgo al piano, non la trovo. Cerco ovunque, chiedo, mi dicono che ha firmato le dimissioni, giu’ non c’e’, insomma, ad un certo punto non so piu’ che pensare e torno a casa preoccupata.
La trovo, coi piedi fasciati, che passa lo straccio. Ma non perche’ era sporco: perche’ col pavimento bagnato e’ piu’ facile spostare i mobili.
Aveva girato il salotto.
Ed era incazzata con me. Lei.
Mi ero stufata di aspettare e me ne sono andata“.
A piedi.
Due chilometri, appena operata.

E non riguarda solo i genitori, eh.
Mia madre era in ospedale per una delle sue solite fibrillazioni. Io ero qui in vacanza, era agosto dello scorso anno. Una cosa simile era gia’ accaduta l’anno prima: mia madre fini’ all’ospedale per un attacco di cuore (abbiamo l’abbonamento estivo, noi) e non mi disse niente nemmeno mia sorella, sempre “per non farti preoccupare inutilmente“.
Chiamo mia madre, stava molto meglio, e le chiedo se mia sorella fosse li’. No, non si e’ vista.
Richiamo dopo un’ora, nemmeno. Saranno state le 16 in Italia.
Strano.
Chiamo il suo cell da skype, non prende.
Un’ora. Due. Tre. Mi sale un’ansia che non vi dico. Chiamo i suoceri di mia sorella, non ne sanno niente nemmeno loro, Ma vedrai che non sara’ nulla, ora proviamo noi, richiamaci tra un po’.
No, in effetti e’ strano, hanno tutti e due i telefoni staccati.” “Lo so che e’ sera, ma potete andare a casa a vedere cosa e’ successo?” dico, sono allarmata, mia sorella non sparisce mai per tutto questo tempo senza avvertire. E con mia madre in ospedale. Alla quale, ovviamente, stavo risparmiando tutto questo strazio.
Io nel frattempo avevo fatto la valigia.
Ri-sento i suoceri, li’ saranno state le 22: “Ero quasi arrivata li’ quando mi ha chiamata mio figlio… erano in montagna e li’ i telefoni non prendono, hanno trovato le chiamate“.
Penso che avevo mandato settantuno messaggi a mia sorella.
Ovviamente quando poi ho sentito mia sorella mi si e’ magnata, ma io ero davvero nel

Stavo preparandomi per uscire, stamattina, quando squilla il cel americano: mia sorella. Dal suo cellulare.
Cazzo.
Cazzo
Cazzo.
Ecco. E’ in ospedale, le e’ preso un coccolone, l’ha trovata morta in salotto che la tv le e’ cascata addosso.
Ha una voce sconvolta, “Ti richiamo io” le dico quasi urlando.
Chiamo da skype col cuore in mano, non ce la posso fare, sono confusa, sbaglio pure a cliccare il tasto, sono nel panico.
Scusa se ti disturbo, dovevo dirti una cosa urgentemente“.
Per fortuna non era successo niente. Ma che spavento, diosanto.

La distanza complica, si’. E tanto.


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0 commenti

  1. Potrebbe essere che la tua mamma e la mia siano vagamente sorelle, per qualche strana combinazione astrale… Se il post fosse stato al maschile, il protagonista sarebbe stato il sottoscritto… L'unica differenza sono le fibrillazioni!!

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  2. cazzo si complica. Ma Lucy i miei stanno a 1300 METRI!! e fanno delle robe che spazziano dal”non volevo farti preoccupare e non ti ho detto nulla” con i vari annessi tipo la tua scena della montagna è successa a pasqua io ho mollato tutto sono andata dai miei e naturalmente erano partiti x la montagna senza dirmi un tubo. Ma poi eccedono anche nell'altro senso: telefonare x cavolate assurde mentre sono in ufficio. Tipo: “ti ricordi cos'ho regalato al battesimo della nipotina della tale?”GIURO CHE E' VERO! Salvo poi dire: tu non devi distrarti in ufficio che poi ti sgridano e dicono che perdi tempo. Cazzo cazzo cazzzzzzzoooo. Io ormai vivo in ansia perenne, fissa, con mia mamma che mi compatisce dicendo: sei la solita drammatica. baci

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  3. Non so se può esserti di consolazione, ma con mia madre è uguale (anche lei ha problemi di cardiopatia) ed io abito a 10 km da lei e ci lavoro ogni giorno.Una notte ha preso una pillolina per dormire, mia sorella che non riusciva a rientrare in casa (s'era inceppata la serratura) ha suonato: niente. Ha fatto squillare il telefono. Niente. Ha fatto entrambi per venti minuti. Guarda la finestra: luce accesa in camera. Riprova: Nada. Nostro padre aveva il turno di notte.Mia sorella, poretta, mi ha chiamata in lacrime, convinta che fosse morta. Io mi fiondo in pigiama e pantofole, chiamo i vigili del fuoco, arrivo pensando al peggio.La porta misteriosamente si sblocca. Saliamo di corsa…Morale: mia madre si incazza con noi perchè l'abbiamo svegliata bruscamente. Quando scrivi i tuoi “Mammina Cara” hai in me la più fedele delle lettrici.

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  4. se poi conti che a me arrivano le telefonate stile “bruttissima notizia” alle dieci di sera, con le che strascica la voce, io mi immagino le tragedie peggiori, e alla fine mi dice “ed hai dimenticato la fattura dell'azienda xy”… ecco 😀

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  5. terribili questi scenari apocalittici che riusciamo a farci quando una telefonata arriva in un momento inaspettato. Che non sai se rispondere o vomitare. Magari vogliono dirti niente di che, ma tu gia' hai immaginato le tragedie piu' grandi.valescrive

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  6. mia madre ci prova… non ti ho detto nulla per non farti preoccupare… il primo giorno… poi magari mentre tu sei incinta dall'altra parte dell'Italia, anzi su un'isola, ti chiama dall'ospedale dicendo che papà sta subendo una coronarografia ed è ricoverato già da un paio di giorni… intanto tu stai morendo pensando a ciò che sta per dirti ancora… no no tutt' a post.ti sono solidale.

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  7. asp…mia madre mi dice solo di persona quando non sta bene 😦 oppure al telefono me lo dice edulcorato anche perchè sa che non potrei prendere la macchina e andare subito subito, e poi ho mio fratello e mie sorelle li e forse è più tranquilla quando mi dice le cose.Mia suocera è così con noi! Se mio marito o mio cognato stanno male lei si precipiterebbe qui all'istante oppure ci riempie di telefonate per un raffreddore, salvo poi non dirci quando effettivamente sta troppo male lei (inoltre è ossessionata dalle malattie :() ansia…quando ero incinta tutti i giorni doveva accertarsi di quanti caffè avevo bevuto perchè secondo lei non dovevo berne nessuno 😦

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  8. Volevo dire la stessa cosa. Io ero incinta e a Chicago, i miei dall'Italia non mi hanno detto nulla di nulla di nulla. Sono tornata e di cose effettivamente ne erano successe un bel po'. Ma sai cosa? La soluzione che ho trovato io è semplice. Alla fin fine, se non me lo vuoi dire, non me lo dire. Se è importante lo verrò a sapere prima o poi.

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  9. oggi ho passato l'intera mattinata in ansia (che problemi insulsi che ho) perché erano usciti i risultati di un esame all'uni, ma io non ero nella lista. alla fine, dopo circa 3 o 4 ore, si è scoperto che è stata una svista e mi hanno inclusa. il problema è che prima di sapere che era tutto ok ho sentito mia madre che ha subito captato, ma io non le ho detto niente. quando poi l'ho chiamata per darele la bella notizia mi fa: lo sapevo che era successo qualcosa! ecco, in questo caso è stata colpa mia :-/

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  10. Sarà un problema di dna italiano?Quando ero bambino, mia madre considerava ogni telefonata che arrivava dopo le nove di sera un annuncio di disgrazia. Una delle prime cose che ho chiesto ad amici, quando sono andato ad abitare da solo a 23 anni, era di telefonarmi a qualunque ora della notte…Beh, diciamo che in quel modo ho smesso di spaventarmi!Ovvio, però che se telefono e suona libero una volta, due, cinque, ad un certo punto si insinua il pensiero della “disgrazia”…Sì deve essere una delle cose che abbiamo nel nostro dna…d.

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  11. ….e tu pensa che io, pur abitandoci insieme, ho il terrore al rientro dopo averla lasciata mezza giornata da sola, perchè penso sempre di trovarla stirata a terra dopo uno dei suoi traslochi di mobili quotidiano, o svuotamento cantina, o riparazione di guasti a modo suo, o i suoi minimo quindici km a piedi senza cellulare……

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  12. Che consolazione! In casa mia ho i suoceri uguale alla tua mamma (tipo che non ci hanno detto che la prozia era morta tanto per non farci dispiacere – – )e al contrario mia mamma che ogni volta se ne inventa o ne aggrava una per farsi compatire, tanto che mi sento una cacca perche' ho perso la capacita' di preoccuparmi per lei 😦 Che madri o suocere saremo noi? Ahhhhhhhhhhhhhhhhh

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  13. Quando abitavo con lei mi veniva a raccattare in pigiama se facevo un po' tardi (non c'erano ancora i cellulari). Da quando sono andata via abbiamo l'abitudine di sentirci sempre poco. Lei dice che per lei è meglio così, e che l'importante è che stiamo bene. A volte mi manca, mi arrabbio anche, specie quando non mi dice nulla di quello che le succede. O me lo dice dopo. Le ho anche fatto l'abbonamento a internet con la chiavetta per sentirci via skype ora che sto all'estero, ma niente, non è riuscito neanche questo. Ora son quasi 2 settimane che non la sento, ormai mi sono abituata a questi ritmi…sai che non ho incontrato ancora nessuno con queste abitudini “barbare”? 🙂

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