Orientamento Universitario

Se fossi stata in Italia col mio vecchio lavoro, avrei fatto la fame questo sarebbe stato periodo di orientamento scolastico e universitario. Da una parte, le seconde medie per iniziare a pensare alla scelta della scuola superiore; dall’altra, gli studenti di quinta superiore.

La maggior parte degli studenti che ho conosciuto, me compresa cosi’ come i miei vecchi compagni di classe, non avevano una idea ben precisa di cosa avrebbero voluto fare da grandi. Qualcuno di loro ha poi cambiato idea in itinere, ma la maggior parte si e’ iscritta ad una qualche facolta’ piu’ che altro per rimandare l’ingresso nel mondo del lavoro, anche se inconsapevolmente. Diciamo anche che chi frequenta un liceo non ha molte alternative; diversa e’ la questione per gli studenti delle scuole tecniche o professionali.

Sono molto sensibile al tema, lo sapete, proprio perche’ all’epoca, per motivi economici mi venne impedito di frequentare il liceo che avrei voluto, e credo che tutta la mia vita 1.0 abbia risentito di questo; ora mi trovo in qualche modo a pareggiare i conti con quel mio desiderio di imparare le lingue. Ancor di piu’ mi trovo a volerne parlare proprio oggi, perche’ ho saputo che una mia ex alunna a cui voglio molto bene sta un po’ buttando a mare tutte le scelte fatte tre anni fa e non so bene perche’, avendola persa di vista da tanto.
Attualmente conosco solo una persona che ha le idee chiare, chiarissime, non tanto su quel che voglia fare ma sul dove voglia stare. Io non avevo affatto quella determinazione. Mi ricorda tantissimo un mio ex compagno di classe, chiamato all’epoca Er Matita perche’ era alto e magrissimo. Che poi e’ lui. Si iscrisse a giurisprudenza e fini’ velocemente e super bene, ma il suo obiettivo era, da quando aveva 15 anni, il sud-est asiatico. Era un fan di Pol Pot, io non sapevo minimamente chi fosse e ho imparato un sacco da lui sui Khmer Rossi, ma biasimavo tutte le sue scelte. Alla fine del liceo viaggio’ in quelle destinazioni tre, quattro volte, non so quante, anche da solo. Una passione vera. Terminata l’universita’ ando’ in Inghilterra come lettore ma soprattutto per imparare bene la lingua e avere dei contatti. Ci riusci’. La sua determinazione ed il suo saper essere spietato mi hanno sempre spiazzata.
Non posso rivelarvi dove si trova ora Er Matita; diro’ solo che e’ un alto funzionario, ha un ottimissimo stipendio e non e’ mai piu’ rientrato in Italia.
E’ chiaro che non tutti possono avere un simile percorso; uno su mille ce la fa. Anche economicamente, la sua famiglia ha fatto grandissimi sacrifici perche’ lui potesse arrivare li’ dov’e’.

Per tutti quelli come me, ecco un po’ di consigli su  cosa si puo’ venire a studiare qui in Usa. Perche’ anche qui, come in Italia, si organizzano corsi assurdi, ma credo di poter assicurare che qui, dopo, il lavoro si trova. Se in Italia, vista con i miei occhi, si offre un Corso di Formazione per commesse Assistenti alla Vendita, qui ho trovato, dal faceto al serio:

  • laurea in Golf Management (ricordate che, almeno a Miami, c’e’ un campo da golf ogni due miglia);
  • Dottorato in Educational Leadership (tipo per presidi, insomma. Uguale uguale che da noi);
  • Bachelor of Science in Sport Management;
  • laurea in Medical and Billing Accounting. Se siete un minimo svegli qui in Florida trovate lavoro in cinquantadue secondi;
  • Master in School Psychology (proooooooprio come da noi, che si lavora nelle scuole con la semplice laurea triennale e zero esperienza clinica, Perche’ tanto mica hai a che fare con i matti. E certo, i matti in Italia vanno in scuole speciali, e che non lo sai. Ok fine della polemica);
  • Master in Liberal Studies. Bellissimo. Un libero pensatore, non e’ un insulto, qui puo’ lavorare.
  • Ultimo, il mio preferito: Master in Hospitality Management con indirizzo Parchi Divertimento. Perche’ qui non si improvvisa proprio niente.

A me piacciono queste prospettive. E’ vero, sono carissimi; ma un Master alla Luiss o alla Bocconi non lo sono? Qui il concetto di base e’ che piu’ studi, piu’ puoi guadagnare:

Da noi, la maggior parte dei laureati si’, guadagna piu’ di un diplomato, ammesso che trovi lavoro nel suo campo. Di tutte le persone che conosco, forse tre su dieci lavorano per cio’ che hanno studiato, e i diplomati hanno lavori piu’ stabili dei laureati. Pero’ e’ cosi’, la vita poi lavora per te e ti porta in direzioni che prima mai avresti pensato.

Vero?


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