Femministe e principesse

A domanda rispondo. In realta’ e’ tanto che vorrei parlare di questo argomento, perche’ periodicamente leggo post che mi fanno venire l’ulcera e poi lo sapete che se mi trattengo troppo mi partono i dentini.

Che non abbia una gran simpatia per gli atteggiamenti veterofemministi e’ cosa risaputa. Ma qui trascendo il mio giudizio individuale per parlare di qualcosa di piu’ generale, anche se resta pur sempre una mia opinione.
Lo sviluppo psicoaffettivo femminile Le principesse.
Chi di voi ha figlie femmine lo sa quanto possono essere petulanti con le fiabe delle principesse, i capelli delle principesse, i vestiti delle principesse. Cosi’ tanto petulanti che vivono permanentemente in quel mondo, camminano sulle punte con sguardo sognante, vi servono il te’ cantando canzoncine melense e parlando con gli uccellini. Roba che qualche maestra poco accorta, true story, vi suggerisce un neuropsichiatra. Quelle di voi che sono cresciute negli anni anni 70, e che sono figlie dei tempi in cui l’autoaffermazione femminile era considerata condizione imprescindibile nel rapporto uomo donna e nello sviluppo socioculturale del nostro paese, vivono con estremo disagio questo passaggio di crescita delle proprie figlie.
E’ un passaggio, si’. Provo a farla facile.

Femministe e principesse
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Le favole hanno da sempre un potere evocativo. Hanno insegnato a generazioni di bambini, sostanzialmente, a temere gli sconosciuti e a gestire le emozioni negative, come la paura e l’angoscia da abbandono. La ripetizione all’infinito delle favole, o della visione di Nemo, in certe fasi della crescita serve proprio a tenere sotto controllo un’emozione che ancora non si e’ capaci ad affrontare, e che proprio grazie a tutte le volte che viene vissuta si imparera’ a dominare. Anche attraverso l’osservazione minuziosa del comportamento del protagonista.
Per le principesse vale lo stesso principio.

Non si diventa donna solo grazie all’esempio della propria madre, perche’ la vita di ciascun bambino e’ costellata di mamme, zie, cugine, maestre, insegnanti di pattinaggio o judo, ballerine televisive, panettiere e via dicendo. Ciascuna di queste figure femminili rappresenta un tipo di femminilita’, ovviamente differente. Non e’ facile per una bambina prendere il minimo comune denominatore a tutte queste figure diverse e capire chi e’ una donna e come ci si comporta da donne. Soprattutto da piccoline, in eta’ scolare, si cercano stereotipi a cui agganciarsi, tipo il lupo cattivo della favola per capire di chi potersi fidare e di chi no. Poi impareranno che i piu’ temibili lupi cattivi non hanno le zanne, ma ci devono arrivare un pezzo per volta. Voi pensate di essere nate con la scritta Femen sulle sise?
Le principesse sono uno stereotipo che funziona alla grande. Vita grama che diventa magnifica dopo aver attraversato peripezie e nemici nemiche; abiti sontuosi, colorati e soffici; capelli setosi, pelle splendida e bellezza incontrastata; principe devoto che vuole proprio te solo te niente altro che te. E il castello, poi! Questo e’ il modello di femminilita’ a cui una bambina, nella semplicita’ del suo mondo che va costruendosi, aspira. E’ inutile che le proponete solo il modello Barbie Tanya Ludmila l’utero e’ mio. Devono prima avere un’idea generale della femminilita’. E lasciamo perdere il discorso per cui alla conquista piena di una femminilita’ espressa senza sensi di colpa molte ci arrivano solo a trent’anni e altre continueranno a combatterla strenuamente. Come i maschi crescono tutti passando per dinosauri, staccare code alle lucertole, fare a botte, scaccolarsi e rifiutare l’acqua, le femmine saranno brillantini roselline adesivini cucciolini rossettini. Non c’e’ niente di male.

Perche’ e’ vero che i figli sono il prodotto dell’educazione genitoriale e dell’esposizione a precisi modelli di riferimento, ma esistono anche la tv (e non e’ spegnendola che li aiuterete ad essere parte di un gruppo) e l’ambiente socioculturale in cui crescono. Per dire, da ragazzina guardavo Drive In e Non e’ la Rai, ma a casa mia ci sono sempre stati libri e ho sempre visto i miei genitori leggere. Non so se e’ grazie a questo se non ho mai sognato di diventare una velina, e quando mi hanno offerto di fare degli scatti ho declinato; ma di sicuro anche se la bellezza non e’ mai stata un vanto per i miei genitori, ho sempre visto mia mamma truccata e curata. Ma credo che molto sia dipeso dal mio temperamento. Odiavo stare sul palco pure a sette anni al saggio di danza.

Oltre a voi, mamme integerrime e tutte d’un pezzo, c’e’ un mondo altro, fatto anche di donne che si pittano le unghie a pallini e che indossano il push-up fiere di mostrare la mercanzia ma che sono laureate, indipendenti e interessate alla politica. Le vostre figlie (la mia e’ ancora seimesenne) si guardano attorno, domandine cominciano ad affacciarsi nella loro testolina che funziona eccome, anche prima di mettervi in discussione da adolescenti. Non e’ che si svegliano tutte insieme a contestarvi a dodici anni. Vi osservano da almeno quattro. Spesso si assiste ad adolescenze che si affermano per contrasto rispetto a papa’ e mamme. State pur sicure che la prima cosa che i figli hanno chiara durante quel periodo della vita e’ cosa non vogliono diventare: i loro genitori, indipendentemente da come sono stati cresciuti, perche’ e’ normale che accada.

E se per caso in adolescenza le vostre figlie reitereranno la loro scelta per le unghie pittate e i capelli col cerchietto e le scarpette fucsia col tacchetto, fatevene una ragione. Le vostre figlie hanno una personalita’ propria, che non e’ la vostra, e bisogna accettarla.

Se no finirete come la mia amica, cresciuta a pane e ateismo, diventata catechista.


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0 commenti

  1. e gli splatterissimi frattelli Grimm? :DDimenticavo di aggiungere: oltre alla visione incantata del mondo, che ai bambini fa perdere di vista i dettagli ma permanere il concetto, il rosa al cubo delle princi e il trittico dinosauri-gormiti-macchine attecchiscono giusto nell'età 4/6 anni, in cui guarda caso a scuola si distinguono in Quellisonomaschi e Quellefannogiochidafemmine. Maschi giocano con maschi, femmine giocano con le femmine, e tutti e due in gioschi maschissimi e femminissimi. Per cui, ben venga la marcata identità di genere, per avere consapevolezza della metà del cielo a cui si appartiene 🙂

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  2. esatto, sister. A questo proposito ho commentato un pò più sotto. C'è tempo per il pragmatismo: il disincanto e lo scetticismo sono di noi adulti. Le principesse sognanti, per l'appunto, SOGNANO, ed è quello che le bambine sanno fare!

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  3. ho due figlie, ovvio che abbiamo tanto rosa e vestitini e corone. pero' io gliel'ho detto che non gli conviene diventare principesse, che poi un sacco di gente controlla quel che fanno, che si godranno molto di piu' la vita come persone normali ;)e pure che Biancaneve passa troppo tempo a pulire casa, e che francamente io una mela da una vecchietta che non conosco non la prenderei. insomma a me piacciono molto di piu' le storie alla Pixar, con un po' piu' di humour. marta v

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  4. marta, scusa eh:1. “Passa troppo tempo a pulire casa.” per la tua visione di adulta. E il gioco che fanno tutti (maschi e femmine) di pulire casa con la pezzetta a tre/quattro anni? E' QUEL gioco che rievoca Biancaneve. Ed in più, nonostante le angherie, si prende cura della sua casa, di se stessa, è la più bella nonostante i vestiti di stracci. Come messaggio non mi pare poco.2) “io la mela da una vecchietta non la prenderei mai.” Se Biancaneve non accettasse la mela, la storia non avrebbe senso. Queste storie insegnano a non fidarsi degli sconosciuti, perchè la vecchietta o il lupo di Cappuccetto saranno poi (..POI..!.) il non accettare le caramelle dagli sconosciuti.Leggere le favole serve a tornare bambini, non a far diventare i bambini dei piccoli adulti disincantati.Scusa la polemica, non ce l'ho con te, ma sfrutto il tuo post per rispondere un pò a tanti post qui sopra.P.s. Le storie alla Pixar sono meravigliose, ma fondamentalmente sono costruite (arricchite di gag) secondo una visione adulta. Ma alla base c'è lo stesso concetto: Nemo non deve allontanarsi da solo se non vuole mettersi nei guai; la famiglia degli Incredibili deve restare unita per vincere; Merida vuole ribellarsi ma non deve perdere di vista il valore della famiglia e di sua mamma…

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  5. E niente, era il suo pane quotidiano, come darle torto? Marta, anche io preferisco mille volte I cartoni della pixar… ma gia' lo so che mia figlia adorera' roba tipo quella palla di Mulan.E se ora passa di qui amicafriend mi lincia.

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  6. E' stato detto proprio tutto su questo post!!Mio figlio [Maschio, con tanto di emme maiuscola!!], va matto per peluches e bambolotti, tanto da baciarli e abbracciarli calorosamente… Aspetterò, senza ansia, la fase delle caccole e delle code di lucertola!!!!!! 😀

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  7. …io sono nata a metà degli anni 80 in una famiglia che non mi ha adorata, di più!ancora oggi il livello di viziaggine intrinseco che ho è pauroso… ma sono felice e realizzata, ancora fans delle principesse, lettrice della woolf e suffragetta moderna.l'infanzia serve per essere protetti ed indirizzati al bello, il giusto lo impariamo nel viaggio

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  8. io quoto Why, mi pare che rendere queste principesse più femminili non solo nel senso all-pink, non toglierebbe proprio nulla alla legittima, sacrosanta e bellissima espressione dell'incanto onirico e fatato. Femminilità non è solo vestiti da fiaba e languore. Lo dici anche tu Lucy: là fuori ci sono donnoni di femminilità, in senso *tradizionale*, prorompente E (senza MA) intelligenti, brillanti, toste. Ma perchè non aggiungerceli questi ingredienti alle principesse dei cartoni, invece che farne una banda di sciroccate? Per tante bimbe che come te e altre hanno avuto 'modelli di recupero' o accompaganmento, tante altre invece sono COMPLETAMENTE nelle mani delle sciroccate, per dire. Ora lungi da me dire che Disney o Pixar dovrebbero impegnarsi di più sulla valenza social-culturale dei loro prodotti. PErò ecco, anche: perchè no?Per il resto i personaggi che citate non li conosco e voglio recuperare.

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  9. 🙂 attente però …si può ritorcere contro di voi! per referenze chiedere ai miei genitori :Ddetto questo, annovero il poster tra i 10 regali più belli di sempre

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  10. (Premetto che mi considero molto poco principessa e filo-femminista, ma sul concetto ci sarebbe ma dire molto…e non è il caso ^_^)Le bambine hanno una fantasia pazzesca, ed è bene che sognino, inventino, si godano la loro spensieratezza. Mia nipote ha 10 anni. Ha la dote innata della ruffianaggine, non la si può sgridare senza che ti faccia gli occhioni da gatto di Shrek (roba che farebbe sciogliere anche la zia più severa). Mia cognata (sua madre) è una donna “di testa”, mai truccata, mai una minigonna, niente smalto. La bambina già a 4 anni impazziva per unghie colorate, capelli alla moda ed è da un paio d'anni che mi chiede quando la porto in discoteca….Non ho assolutamente dubbi sul fatto che sarà una ragazza con la testa sulle spalle, intelligente (e tosta, che non guasta). Ma per adesso è giusto che faccia la principessa (e per me lo sarà per sempre, cuore di zia!). Per quello che dicevi tu: io di donne principesse senza testa non ne conosco. Se poi dobbiamo sempre e solo parlare di cose serie per paura di sembrare poco intelligenti aiuto! Io non mi considero una persona superficiale, ma di tanto in tanto una sana chiacchierata con scarpe, vestiti e capelli come argomento principale è cosa sana e giusta! O no?

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  11. Fammi un esempio, Squa, e ti dico.Secondo me non esiste UNA bambina che sia cresciuta solo a principesse (senza amichette, senza altri adulti, senza altri cartoni, senza alternative) e che poi sia diventata una cretina. Scommetto che ci sono mucchi di donne cretine cresciute da mamme iperrigide.

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  12. Bellissima poesia davvero! Comunque io non sono mai passata per la fase principessa. Dottoressa, è grave? In compenso chi mi sta intorno deve far pace con il fatto che se trovo qualcosa che mi piace per Palletta e non è “maschio” glielo prendo uguale, tiè! Lui e i suoi bellissimi pannolini lavabili con i fiori. Clara V

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  13. bel post lucy – sono cose che mi chiedo sempre e che mi terrorizzano gia' ora che non ho nessun figlio. ho un'amica in svezia che mi spiega come da loro cerchino di creare una societa' in cui le differenze di genere sono livellate, del tipo il catalogo della mia prima cucina con il bambino maschio che gioca. non so se si finisce in una metrosexula society ma l'idea mi piace.

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  14. si si, io facevo per scherzare, e' che io proprio non ce la faccio a leggergli le storie che a me sembrano pallosissime, vedi Biancaneve e compagnia. Gli leggo qualcosa che piace anche a me, ovvio a volte mi sacrifico. E poi no, Biancaneve passa troppo tempo a pulire casa, non ho dubbi (e bada bene che io con due bambine piccole ho deciso di smettere di lavorare per ora, e le pulizie le faccio io …). E poi ribadisco, non auguro alle mie figlie di diventar principesse, la reput una vita troppo stressante. Ci sono tanti altri modelli e storie per crescere. E' un parere personale, a me non piacciono troppo, ma non ci vedo nemmeno nulla di male

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  15. ma ci mancherebbe. Mica penso che la principessa incorniciata dalla tv è il solo ingrediente importante nella crescita di una bimba. Potente però sì, eccome. Riflessioni parecchio interesanti comunque, che sto girando ad amiche non blogging-addicted come me, ma con figlie femmine in età tutto-rosa e principesse. Riguardo al discorso complementare, che ne pensi di giochi all-militar e armi giocattolo? Qui per il momento neppure una macchinina all'orizzonte, ma ho sinceramente paura di fargli un torto. Invece mi sono procurata un bambolottino che mi assista nel dare alcuni esempi. Mi interessa parecchio sapere che ne pensi del modello svedese che vuole eliminare il genere nella crescita dei piccolissimi.

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  16. ClaraV, nemmeno io! Anche perche' ai nostri tempi non c'era sto furore con le princi (oddio, va pure detto che quando io ero bambina c'erano tre canali in croce) pero' sognavo di essere Candy Candy.

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  17. Heh, sai che non riesco a farmene bene un'idea? Un po' perche' proprio non appartiene alla nostra cultura, ma in un certo senso mi sembra una forzatura. Cioe', come fai? Se mostra di amare un giocattolo prettamente maschile glielo scippi dalle mani? Non mi e' chiaro come lo applichino.

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  18. Secondo me ci sono dei giochi neutri, tipo appunto la cucina (che poi in Svezia col Noma andra' forte :D), su altri come fanno a gestire certe preferenze? Ma d'altra parte anche noi giocavamo col lego e con le biglie, boh, non ci trovo niente di speciale. Non credo che ci siano mamme cosi' spaventate dalla mascolinita' da proporre SOLO princi.

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  19. io ho amiche i cui figli, maschi, trovano il massimo del divertimento correre per casa con il mocio vileda. Credo sia normale, se nel tempo libero ti dedichi alle normalissime pulizie di casa, tuo figlio ti vede, vorrà imitarti. Un anno, sotto natale, ho accompagnato un amico a comprare il regalo per il figlio. Il figlio voleva non ricordo che gioco “da casa” tipo la cucina finta o la stirella finta, il mio amico non glielo voleva comprare perchè “è da femmine”. MEGALITE al ToysCenter :-DLa mia impressione è stiamo diventato tutti furiosamente fanatici in tutto, ci aggrappiamo alle nostre idee e non vogliamo saperne di mettere in dubbio qualcosa o di vedere anche i grigi (i rosa, i fucsia, i verdi brillanti), per cui anche la minima scempiaggine diventa una questione di principio.Io se una cosa l'ho imparata nella vita è di combattere per questioni di principio solo quando VERAMENTE è indispensabile. Andarsele a cercare è da pazzi.

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