Femministe e principesse

A domanda rispondo. In realta’ e’ tanto che vorrei parlare di questo argomento, perche’ periodicamente leggo post che mi fanno venire l’ulcera e poi lo sapete che se mi trattengo troppo mi partono i dentini.

Che non abbia una gran simpatia per gli atteggiamenti veterofemministi e’ cosa risaputa. Ma qui trascendo il mio giudizio individuale per parlare di qualcosa di piu’ generale, anche se resta pur sempre una mia opinione.
Lo sviluppo psicoaffettivo femminile Le principesse.
Chi di voi ha figlie femmine lo sa quanto possono essere petulanti con le fiabe delle principesse, i capelli delle principesse, i vestiti delle principesse. Cosi’ tanto petulanti che vivono permanentemente in quel mondo, camminano sulle punte con sguardo sognante, vi servono il te’ cantando canzoncine melense e parlando con gli uccellini. Roba che qualche maestra poco accorta, true story, vi suggerisce un neuropsichiatra. Quelle di voi che sono cresciute negli anni anni 70, e che sono figlie dei tempi in cui l’autoaffermazione femminile era considerata condizione imprescindibile nel rapporto uomo donna e nello sviluppo socioculturale del nostro paese, vivono con estremo disagio questo passaggio di crescita delle proprie figlie.
E’ un passaggio, si’. Provo a farla facile.

Femministe e principesse
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Le favole hanno da sempre un potere evocativo. Hanno insegnato a generazioni di bambini, sostanzialmente, a temere gli sconosciuti e a gestire le emozioni negative, come la paura e l’angoscia da abbandono. La ripetizione all’infinito delle favole, o della visione di Nemo, in certe fasi della crescita serve proprio a tenere sotto controllo un’emozione che ancora non si e’ capaci ad affrontare, e che proprio grazie a tutte le volte che viene vissuta si imparera’ a dominare. Anche attraverso l’osservazione minuziosa del comportamento del protagonista.
Per le principesse vale lo stesso principio.

Non si diventa donna solo grazie all’esempio della propria madre, perche’ la vita di ciascun bambino e’ costellata di mamme, zie, cugine, maestre, insegnanti di pattinaggio o judo, ballerine televisive, panettiere e via dicendo. Ciascuna di queste figure femminili rappresenta un tipo di femminilita’, ovviamente differente. Non e’ facile per una bambina prendere il minimo comune denominatore a tutte queste figure diverse e capire chi e’ una donna e come ci si comporta da donne. Soprattutto da piccoline, in eta’ scolare, si cercano stereotipi a cui agganciarsi, tipo il lupo cattivo della favola per capire di chi potersi fidare e di chi no. Poi impareranno che i piu’ temibili lupi cattivi non hanno le zanne, ma ci devono arrivare un pezzo per volta. Voi pensate di essere nate con la scritta Femen sulle sise?
Le principesse sono uno stereotipo che funziona alla grande. Vita grama che diventa magnifica dopo aver attraversato peripezie e nemici nemiche; abiti sontuosi, colorati e soffici; capelli setosi, pelle splendida e bellezza incontrastata; principe devoto che vuole proprio te solo te niente altro che te. E il castello, poi! Questo e’ il modello di femminilita’ a cui una bambina, nella semplicita’ del suo mondo che va costruendosi, aspira. E’ inutile che le proponete solo il modello Barbie Tanya Ludmila l’utero e’ mio. Devono prima avere un’idea generale della femminilita’. E lasciamo perdere il discorso per cui alla conquista piena di una femminilita’ espressa senza sensi di colpa molte ci arrivano solo a trent’anni e altre continueranno a combatterla strenuamente. Come i maschi crescono tutti passando per dinosauri, staccare code alle lucertole, fare a botte, scaccolarsi e rifiutare l’acqua, le femmine saranno brillantini roselline adesivini cucciolini rossettini. Non c’e’ niente di male.

Perche’ e’ vero che i figli sono il prodotto dell’educazione genitoriale e dell’esposizione a precisi modelli di riferimento, ma esistono anche la tv (e non e’ spegnendola che li aiuterete ad essere parte di un gruppo) e l’ambiente socioculturale in cui crescono. Per dire, da ragazzina guardavo Drive In e Non e’ la Rai, ma a casa mia ci sono sempre stati libri e ho sempre visto i miei genitori leggere. Non so se e’ grazie a questo se non ho mai sognato di diventare una velina, e quando mi hanno offerto di fare degli scatti ho declinato; ma di sicuro anche se la bellezza non e’ mai stata un vanto per i miei genitori, ho sempre visto mia mamma truccata e curata. Ma credo che molto sia dipeso dal mio temperamento. Odiavo stare sul palco pure a sette anni al saggio di danza.

Oltre a voi, mamme integerrime e tutte d’un pezzo, c’e’ un mondo altro, fatto anche di donne che si pittano le unghie a pallini e che indossano il push-up fiere di mostrare la mercanzia ma che sono laureate, indipendenti e interessate alla politica. Le vostre figlie (la mia e’ ancora seimesenne) si guardano attorno, domandine cominciano ad affacciarsi nella loro testolina che funziona eccome, anche prima di mettervi in discussione da adolescenti. Non e’ che si svegliano tutte insieme a contestarvi a dodici anni. Vi osservano da almeno quattro. Spesso si assiste ad adolescenze che si affermano per contrasto rispetto a papa’ e mamme. State pur sicure che la prima cosa che i figli hanno chiara durante quel periodo della vita e’ cosa non vogliono diventare: i loro genitori, indipendentemente da come sono stati cresciuti, perche’ e’ normale che accada.

E se per caso in adolescenza le vostre figlie reitereranno la loro scelta per le unghie pittate e i capelli col cerchietto e le scarpette fucsia col tacchetto, fatevene una ragione. Le vostre figlie hanno una personalita’ propria, che non e’ la vostra, e bisogna accettarla.

Se no finirete come la mia amica, cresciuta a pane e ateismo, diventata catechista.


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0 commenti

  1. bel post, posso aggiungere questa poesia di Kahlil Gibran?I tuoi figli non sono figli tuoi.Sono i figli e le figlie della vita stessa.Tu li metti al mondo ma non li crei.Sono vicini a te, ma non sono cosa tua.Puoi dare loro tutto il tuo amore, non le tue idee.Perché essi hanno le loro proprie idee.Tu puoi dare dimora al loro corpoMa non alla loro anima.Perché la loro anima abitaNella casa dell’avvenireDove a te non è consentito entrareNeppure in sogno.Puoi cercare di somigliare a loroMa non pretendere che somiglino a te.Perché la vita non torna indietroE non si ferma a ieri.Tu sei l’arco che lancia i figliVerso il domani. il poster con questa poesia mi è stato regalato quando sono nata, ed ogni volta che c'era una discussione con i miei, li portavo per mano a leggere il poster…e via con la dialettica! 😀

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  2. La bimba che fa la principessa è in una fase bellissima dell'infanzia, la donna con una testa così che mette le tette a destra e sinistra mi piace meno di zero, perché penso ci sia un posto per la testa e un posto per le tette. Mi piacciono gli smalti, e anche il trucco, ma siccome la giornata dura 24 ore se ne passo troppe a pensare a trucco e parrucco rimane poco per altro. Liberissima di farlo, ma non mi far credere che sei (è un tu ipotetico, ovviamente :)) concentrata sulla testa. Io sono femminista, mi sa. Apina sloggata

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  3. Aaaaahhhh ma sai che discutevamo di questa cosa io e una mia amica?Una nostra amica, figlia unica, è sempre stata cresciuta con la mamma che la voleva sua fotocopia. Adesso che ha 27 anni si è rotta le palle e sta emergendo la sua personalità, sta facendo le sue scelte e la madre è estremamente delusa. Che parole triste delusa, manco la figlia avesse ucciso qualcuno. Sta solo decidendo di essere se stessa.Io non sono mamma, ma la mia questo mi ha insegnato: siete 2 sorelle, 2 persone diverse ognuna con le sue caratteristiche, dovete accettarvi per quello che siete. Ed è incredibile come non assomigliamo nemmeno a lei. Certo qualche indirizzamento educativo c'è stato, ci mancherebbe, però niente è mai stato imposto. Forse perché proprio a mia madre è stato imposto troppo? Chissà, io, se un giorno diventerò madre, spero di riuscire a fare un buon lavoro. Grazie Lucy per questo post, sai spiegare molto bene di cosa si tratta.Have a nice weekend :-DGiulia

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  4. Ah il dentino! Adesso azzanni anche me, però lo scrivo lo stesso: io sono una di quelle a cui le principesse stanno un po' indigeste (almeno quanto le femministe di ritorno). Ma non sono i capelli vaporosi, i pizzi e i merletti ad essermi antipatici. Al contrario, credo che un certo tipo di femminilità vada comunque percepito e sperimentato, anche solo (e non per forza) per poi rifiutarlo; fa parte di noi, che in natura, io lo dico sempre, siamo tutte un po' tamarre. Dicevo, il problema grosso delle principesse, secondo me, è la loro totale inettitudine. L'assoluta incapacità (almeno fino a Tiana di Princess&the frog) di ragionare con la propria testa per il bene proprio o almeno di qualcun altro. E' la loro totale dipendenza da figure esterne, cui loro mollemente si abbandonano. E' il non avere uno straccio di desiderio, mira o ambizione. E il fatto che nella maggior parte dei casi, prima di Rapuntzel e della mia amata Merida, non prendono uno straccio di iniziativa… ecco, mi sembrano un po' la negazione di quello che cerco di insegnare a Olivia con una certa insistenza: “ragiona con la tua testa!”Sbaglio…? Esagero…?Comunque non sono certo il male più nero. Almeno finchè si mescolano anche con altri modelli, in casa e fuori casa.

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  5. …non sono mai stata una Principessa, sono sempre stata “una normale”. Per dire, non ho mai avuto una Barbie da emulare, anzi le mie bambole erano delle cosine anonime ma con personalità, e pure controcorrenti, che non seguivano ne mode ne tendenze. Mia Madre mi ha sempre tenuta con i piedi per terra, legandomi alla normalità e facendomi mantenere sempre un certo distacco dalle cose “futili”. Niente lustrini, fiorellini, cuoricini. Sbagliando, probabilmente.E sono rimasta così, ed ho forti problemi con le mie amiche che Principesse lo sono ancora, per cui tutto si basa sul luccichio della bigiotteria e dello smalto per unghie. Le loro figlie sono peggiori, ma carine da guardare. Non ho figlie da educare, ma se le avessi probabilmente lascerei venir fuori il loro carattere, le loro tendenze, la loro personalità, cercando di correggerle e guidarle nella loro fase di sviluppo caratteriale.M.PS: post interessante!

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  6. Questo post avresti anche potuto intitolarlo “chi ha paura del rosa”, vedo mamme che aborrono il rosa come se fosse satana, guai metterlo alle figlie, nemmeno un filino sulle scarpe che so, niente! Come se potesse contaminarle! Da che mi chiedo? Dalla loro femminilità? Sembra quasi che per qualcuna essere femmina/donna sia sbagliato a prescindere e non siano certi modi di essere donna a essere sbagliati, ma questo è un altro discorso. Vedo mamme che vestono le loro figlie come se fossero dei maschi, e non perché come me hai nell'armadio indumenti prevalentemente maschili (del figlio più grande) che un paio di pantaloni in jeans li puoi mettere anche a lei. Ma loro, le nostre piccole donnine, sono prepotentemente donne, vogliono i vestiti, le gonne, le scarpe carine, le borsette, e non per questo saranno o sono meno intelligenti dei maschi. Credo che in fondo, alla fine, la principale paura sia questa, che la femminilità faccia paura a queste mamme che non vogliono che le loro figlie esprimano la loro femminilità, le principesse, il rosa sono connotati negativamente come frivoli e poco maschili in questa società in cui c'è molto maschilismo anche ahimè purtroppo da parte delle donne.

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  7. Oddio…mia figlia ha sempre odiato le principesse e ha invece giocato con ogni tipo di dinosauro… Niente gonne e mai vestiti rosa. Adesso a 17 anni dopo un lungo periodo dark è felicemente approdata ai tacchi e alle camicette a pois. Senza che io l`abbia mai forzata in un senso o nell'altro. A me basta che non sia una delinquente e che sia contenta di sé.

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  8. ma sai Lucy, non è solo questione di principesse, ma anche di *quale* principessa. Lo stereotipo va bene per costruirsi un'identità, ma arrivate a un certo punto dello sviluppo (8-10 anni?) è auspicabile che una bambina sappia leggere le figure. Tipo fare la differenza tra Biancaneve che è vittima degli eventi e Fiona che mena, per costruirsi un minipantheon di figure di riferimento. Io sono tra quelle che vederebbero con più piacere la propria figlia interessata a Bob l'aggiustatutto che alla principessa X, ma da mamma mi sforzo di non forzarla a far sue le mie scelte. Però continuare a proporle modelli alternativi (anche nelle piccole cose: anche no cerchietto delle principesse più scarpe delle principesse più maglia delle principesse più album delle principesse)e plurali, per darle più possibilità di scelta, questo sì.

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  9. mi trovo a leggere il tuo post dopo essere tornata da un giro di due ore attraverso non so piu; quanti negozi per trovare una c**** di borsetta colorata che potesse andare bene per una bambina di tre anni in cui infilarci dentro altri regalucci (palloncini, bolle di sapone, pastelli per truccarsi e giocare alle maschere) SENZA CHE CI FOSSE SOPRA IL FACCIONE DI HELLO FOTTITI KITTY. alla fine ll ho scavata fuori in un negozio di ciabatte di plastica!(con breve parentesi in meganegozio di giocattoli dove alla offerta: can i help you? ho ingenuamente risposto yes, i need to do a gift to a boy 6 years old e la tipa mi ha messo di fronte a un muro enorme sostanzialemnte pieno solo di armi giocattolo o macchinine.cosi' alla fine ho preso una scatolina di lego a peso d'oro)

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  10. Ciao Apina. Ora mi sa che diro' qualcosa che ti piacera' ancora meno 😦 A parte che nella vita normale io non ho mai conosciuto nessuna che metta le tette a destra e sinistra. Ah no aspetta, si', un mio contatto fb ma che non conosco di persona. Pero' vedi, questa qui, come sono sicura anche altre con le tette ovunque, e' una persona che poi scrive anche cose intelligenti, che legge, e che viaggia. E allora io mi chiedo, forse ci sono vari gradi di femminilita', no?, che vanno dal rosa moooolto pallido al rosa shocking. Perche' tagliare sempre il mondo in due? Perche' pensare che chi usa il corpo debba per forza non usare anche la testa?

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  11. Ciao Giulia. Che poi pensavo a mia sorella, lei e' una che ama il rosa molto, molto, molto meno di me. Eppure sua figlia IN QUESTO MOMENTO e' tutta un brillucci e ama stare al centro dell'attenzione. Sono certa che poi si mitighera', ma fondamentalmente lei e' questa, diversa da mia sorella, diversa anche dalle nonne che l'hanno cresciuta.

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  12. Ok, ma che sono zucche vuote lo realizzi quando sei piu' grande, no? Prima, da piccina, guardi altre cose che ti fanno sognare. E sono sicura che non esista una sola mamma al mondo che cresca sua figlia dicendo Fai esattamente quello che fa Cenerentola. Anche perche' se no avremmo i centri di igiene mentale pieni cosi' :DDD Insomma, secondo me per la razionalita' e la realta' c'e' tutta la vita. Facciamole sognare anche un po' ste bimbine!

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  13. Aaaaah ho scordato le Barbie!! Io le avevo, ci giocavo, non mi hanno traviata mica. Non ho mai voluto avere una quarta, non mi lamento del mio corpo cicciotto, non ho mai amato sbiondarmi e soprattutto non ho mai cercato un Ken strafigo, la piscina, la casa a quattro piani con l'ascensore ne' il cavallo. Secondo me gli opposti possono convivere perfettamente. E chiedo anche a te come gia' ho chiesto su ad Apina, ma veramente tu conosci donne cosi', che non usano mai il cervello?? Io mai conosciute. Non sara' che ci si concentra troppo sull'unghia col gel e non si guarda tutto il resto?

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  14. Ciao Meg! Ma sei la Meg dell'altro blog chiuso? Dal tuo post direi di si'. Come ho gia' scritto su, le favole e i simboli di cui parlo si riferiscono a bimbe piu' piccole. Ad otto, dieci anni, come dici tu, sono spesso interessate anche ad altro (ho scritto anche), e soprattutto hanno un modo di leggere la realta' completamente diverso rispetto a due-tre anni prima. A quell'eta' una mamma puo' aiutare sua figlia a fare una lettura meta di queste favole e dei personaggi, pero' ripeto, secondo me cose opposte possono tranquillamente coesistere senza pericolo.

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  15. Io qualcuna ne conosco, parte con cervello, parte meno.Ma, ripeto, secondo me è una questione di opportunità (nel senso di essere più o meno opportune), e credo che in determinati contesti un po' di sobrietà faccia bene. Non parlo di femminilità, che ben venga, in tutti i luoghi in tutti i laghi, parlo di ostentazione della mercanzia :)Poi figurati, una tetta in più o in meno, pace, però sarei contenta che non fosse quella di mia figlia (per ora inesistente), alla quale auguro di essere un individuo indipendente, diverso e migliore da me, ma per la quale mi dispiacerebbe vedere che prende la femminilità come push up in evidenza.

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  16. Sì, sono quella lì. Blog chiuso perché deprimente e depressivo :). Giusto oggi mia figlia di due anni mi ha stupito perché indossando una maglia più carina delle altre si è guardata e ha dichiarato “Sono pessa” (principessa). L'input principesco non viene da me di sicuro, e non so bene dove l'abbia preso, ma naturalmente non mi sogno neanche di reprimerla; di darle altro che non sia mono-principesco sì. Quando sono troppo preoccupata di fare cose sbagliate nel crescerla mi dico che forse mi sto sopravvalutando e che lei crescerà comunque a modo suo, grazie e/o nonostante me, dipende dai momenti 😉

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  17. Nostra figlia ha 4 anni appena compiuti e cerchiamo di farle vedere il mondo nel modo piu' vario possibile. Le principesse sono ammesse ma solo in forma di storia in cui fanno qualcosa di produttivo oltre a pettinarsi i capelli tutto il giorno. Cerchiamo di circondarla di giochi gender-free e per ora lei sembra piu' interessata al Lego che a qualsiasi altro gioco. Il nostro fine non e' sopprimere la sua femminilita', anche perche' se femminilita' e' vestirsi di rosa e indossare tacchi allora sono super femminile, ma farle capire che quello e' uno dei molteplici aspetti della vita e non rappresenta la priorita'.

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  18. come sai già io vorrei tanto che non mi parlasse di Winxs o principesse il cui unico sogno è aspettare un principe che le sposi (l'ultima di questi giorni è che da grande vuole fare la “sposa”). Da quando ha iniziato la scuola dell'infanzia si è uniformata alla massa e mi parla solo di ciò di cui sopra. Amen, lo so, nel profondo che poi sceglierà con la sua testa. Del resto come ho letto altrove, anche io ho giocato con le Barbie, ma poi non ho certo sposato un Ken palestrato 🙂 come del resto io non sono una Barbie.Grazie per il post!

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  19. Io sono sempre stata maschiaccia, sono cresciuta con due sorelle, ma ho sempre odiato il rosa, le gonne, le principesse, ecc. Mio marito mi definisce un minatore, gli amici da sergente a soldato jane me le hanno dette tutte. Ovviamente mia figlia a 4 anni è tutta rosa e sfumature fuxia, gonne, lustrini, principesse, hello kitty, ecc. Io la assecondo e la osservo, certa che il tutto non sarà d'intralcio allo sviluppo di un suo spessore intellettivo. Chissà se un giorno avrà voglia di sperimentare anche la sponda rude dove viaggia mamma 🙂

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  20. Io non ho figlie femmine, ma la penso come te. Siamo passati da un estremo all'altro: prima si colpevolizzavano le bambine tomboy che dovevano per forza portare vestitini di pizzo e fare danza classica quando avrebbero magari preferito il calcetto, adesso si fa lo stesso con le bambine che amano il rosa. Quella delle principesse e' una fase. Che poi il marketing esagerato della Disney sia urticante al massimo ci sta, ma il marketing non fa distinzione di sesso…non per questo noi mamme di maschietti partiamo in quinta con crociate contro Lightening McQueen e company. Alla fine sono sempre le donne che devono sentirsi in colpa per i loro gusti e giustificarsi per ogni cosa, fin da bambine. Triste.Bel post Lucy!

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  21. Io mi chiedo spesso come mai c'è questa demonizzazione delle principesse e mai dei giochi per maschietti, perché non si condannano le macchinine, le pistole, i dinosauri? Perché le fatine e le principesse fanno schifo e non sono un buon esempio per le nostre figlie e invece i gormiti dovrebbero esserlo per i nostri figli? Io la vedo come te è una fase, che è ovvio che non saranno quello da grandi se tu gli farai vedere altro o le insegnerai altro, ma perché condannare a priori come non giuste?

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  22. Anto, se e' per questo mia nipote ha mangiato sempre tutto, dopo il primo giorno di asilo e' tornata a casa e ha sentenziato Le verdure mi fanno schifo. E non c'e' piu' stato verso di fargliele mangiare.E' proprio cosi' come dici, scelgono con la loro testa perche' sembrano piccoli, ma sanno quello che vogliono.

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  23. ….in risposta alla tua domanda, cara Lucy, se conosco delle tipe così ?????…..tatàààààà….ebbene SI! Ne conosco alcune che frequento pure da svariati anni, ed alcune che ho incontrato sul mio personale percorso di vita e con cui ho allacciato un simil-rapporto di conoscenza/incontri saltuari. Con quelle che conosco dai tempi della scuola, ho imparato a conviverci, nel senso che: se non mi affliggi con le ultime tecniche della nail art ti sopporto, ma se mi esasperi ti affogo. Sai,non sono proprio totalmente sciroccate, ma per darsi una parvenza di finto borghesismo vanno dalle estetiste di grido che a suon di decine di euro le spalmano d'oro (perchè il costo quello è), il parrucchiere che fai dei tagli che manco su Marte, la palestra che fa pilates-yogha-discipline orientali-meditazione e a fine mese passa il Principe ranocchio (leggi pure Marito) a pagare. Alcune di loro sono pure laureate, ma per carità, saranno bravissime econome-insegnanti-segretarie, ma la conoscenza, il sapere, la cultura in generale rimane una loro dote secondaria. Una di queste per esempio, fa l'Avvocato da un paio d'anni presso uno studio di grido, e sarà pure brava, sicuramente, ma quando la incrocio che va a studio mi pare di essere nella platea di una sfilata. Pare truccata dal fantasma di Kevyn Aucoin, non cammina ma sfila, niente ballerine ma tacco 12, borsetta vintage, portadocumenti Montblanc, occhiali da vista Prada, da sole Gucci, e via di questo passo. Quando ci rivediamo a distanza di qualche giorno, ci credi che non ricordo mai di cosa abbiamo parlato nell'incontro precedente? Poi invece c'è “la Triade glamour” come la chiamo io. Sono tre tizie di cui mi “onoro” conoscere (pfui…è un fischio!), che non hanno mai fatto alcun tipo di lavoro, hanno dei tagli di capelli pazzeschi, quelli fatti con l'ascia tanto per capirsi, unghie ricostruite con colori abbinati al vestiario, lampada tutto l'anno, passeggiate all'alba e palestra il pomeriggio per mantenere la linea, diamantino al dente e piercing all'ombelico, ma perbacco, c'hai 40 anni e la cellulite vi sta comunque mangiando vive, rilassatevi!!!!! Andate oltre, fatevi un giro nei bassifondi e amalgamatevi ai comuni mortali, leggetevi un buon libro e sgombrate la mente dai fumi del fard. Voglio credere e sperare che per loro non ci sia solo questo! Ma forse è più un augurio.Queste sono le Principesse che popolano la mia vita, ed ogni volta che le guardo, mi rendo conto di quanto io sia una persona “normale” fino alla noia, ma speciale….anche solo per me stessa.Spero di averti strappato un sorriso Lucy.

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  24. Lo hai fatto 😀 eppure sono convinta che la noia intrinseca prescinda l'essere princi. Voglio dire, conosco delle streghe pazzesche ma noiose e vuote esattamente come tu descrivi!! 😀

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  25. …due elementi della “triade” hanno una figlia entrambe, due splendide ragazze, bellissime ma “Principesse inside” come le descrivi tu, tutte fiorellini, cuoricini, luccichii vari. Mi chiedo se verrà mai fuori il loro vero carattere, o forse è proprio quello, avendo lo specchio quotidiano di Mamme-glamour all'ennesima potenza.Credo che essere genitori e dare sempre il buon esempio, nel bene e nel male, sia estremamente difficile.

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  26. eccomi, mi sento chiamata in causa. Io sono una minimal-basic-black&grey, eppure mi ritrovo una figli seienne per l'appunto da sempre soprannominata laPrinci. LaPrinci dice: a me piacciono tre colori, il rosa chiaro, il rosa scuro e il fuZZia. LaPrinci ha consumato i princilibri, e sa a memoria tutte le battute di tutti i princifilm, tipo will smith con shrek in Io sono Leggenda. Io non ho la più pallida idea di dove il DNA sia andato a parare. Però è anche vero che con lei ho capito che le principesse, specie le qui sopra bistrattate “che si pettinano e basta”, hanno una netta distinzione di ruolo: non sono inerti ad aspettare il principe, ma sono la rappresentazione dell'ingenuità dell'infanzia di fronte alle prime paure (strega o drago) e la certezza della salvezza (principe come mamma e papà). al giorno d'oggi hanno aggiornato le fiabe adeguandole ad un target di età più alto (merida non è vista allo stesso modo da una quattrenne piuttosto che da una di otto), ma sotto sotto la trama è sempre semplice. Del resto anche nel 2013 ogni bambina ascolta rapita Cappuccetto Rosso, ma mai, nemmeno nel 2013, le bambine si chiedono come mai cappuccetto rosso non si accorge che nel letto c'è il lupo travestito da nonna. Ed è questa la visione che dovremmo considerare 🙂 scusa la lungaggine.

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  27. Ecco, mi hai fatto venire una gran voglia di figlia femmina, sai che sfida pazzesca! I miei genitori mi hanno offerto sia principesse (che adoravo) sia eroi super-maschili (robot e similari, ugualmente adorati), poi alla fine ho scelto il mio equilibrio di poco trucco e tacchi alti. Insomma demonizzare una cosa la rende dannatamente affascinante, meglio fornire l'esempio che ci pare più corretto e incrociare le dita 🙂

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  28. Qui siamo in piena fase principesse, dopo carnevale la mia cinquenne ha continuato per almeno un paio di mesi a girare per casa indossando l'abito da principessa, con tanto di corona, gioelli e guanti…peccato che i suoi modi, soprattutto a tavola, siano rimasti gli stessi dell'anno scorso, quando era in fase Ben ten!

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