L’Italia che non fa figli

Anche questo post era in bozze da settimane, promesso ma mai completato, anche se ne abbiamo gia’ parlato. Perche’ nella mia personalissima opinione, partendo dalla mia modesta esperienza, il fatto che abbiamo un tasso di natalita’ pari a zero e’ dovuto, nella stragrande maggioranza dei casi, agli uomini.

Ho amiche che aspettano da dieci anni che il loro compagno si decida a far qualcosa. A sposarle. A mettere la testa a posto. A smettere di inseguire gonne ventenni. A togliere il piede da una delle due scarpe. A fare un figlio. C’e’ anche chi ha deciso si’ di fare un figlio, ma considerandolo solo una sorta di esibizione brava dei propri spermatozoi, visto che poi lo considera una gran scocciatura, ma questo esiste ad ogni latitudine.
E avevo conservato due articoli che parlavano dell’immaturita’ degli uomini, i cui comportamenti ben conosciamo, anche se quelli citati sono peccati veniali a confronto.
Avevo anche pensato di raccontare come la vita nelle metropoli sia ben diversa da quella dei piccoli centri, dove ci si sposa e si fanno figli molto prima. Io sono romana, e se penso alle mie amiche, tutte, da quelle d’infanzia alle piu’ recenti, quelle con figli sono solo una minoranza. Le altre sono in attesa, come me intorno ai quaranta, chi piu’ chi meno.

Aveva quasi trent’anni il mio ex che cadde dalle nuvole alla mia considerazione Ok, rinnoviamo l’affitto 4+4, ma qui non c’e’ una stanza in piu’ se facciamo un figlio. Un figlio?? Quasi gli piglia un colpo, povero Slashbro. E dire che mi ero svegliata tutta insieme, la colpa fu anche mia, maledetto orologio biologico.
Aveva 30 anni invece la buonanima reticente all’idea di fare un figlio quando penso’ bene, senza dirmelo ovviamente, di chiedermi di sposarmi cosi’ avrei avuto altro a cui pensare. Perche’ lo sanno tutte, O uno O l’altro. Il pacchetto completo non si puo’ avere.
E potrei nominare amiche e parenti a bizzeffe. Qualcuna e’ diventata la mia eroina. Ce n’e’ uno, per dire, separato con una figlia grande, che sta giocando a Passa il tempo con la sua nuova fidanzata con cui sta da soli sette anni. Arrivera’ il momento in cui lei non sara’ piu’ la bomba fertile, manca pochissimo, e allora le chiedera’ di andare a vivere insieme. Per il resto, per l’appunto, c’e’ tempo. E lei fa finta di credergli. Perche’ la folie c’est a doux (sorry, non c’e’ la pagina italiana).

Poi arriva lei e con la sua penna fantastica dice tutto, fuori dai denti. E allora vi invito alla lettura, non ho bisogno di aggiungere altro. Il post e’ fatto. Grazie, Selvaggia Lucarelli.
Attendo i vostri commenti.


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0 commenti

  1. L'incontro con l'uomo della mia vita non rispecchia per niente l'articolo della Lucarelli. E neanche gli uomini che ci sono stati prima. Tutti convinti (più di me) e sicuri di poter condividere il resto della loro vita in mia compagnia. Anzi ero io a temporeggiare, intimamente convinta di non essere sulla strada giusta. Forse sono stata molto fortunata, e forse un pochino è anche dovuto al fatto che sono (a detta di altri) una “buona persona”. Non lo so.Per rispondere al titolo del post, cara Lucy, l'Italia o meglio gli italiani, non fanno figli perchè sanno di non poter essere dei genitori responsabili per altre questioni, e anche perchè non si fanno figli senza poter dar loro un minimo di garanzie su una degna e dignitosa qualità di vita.E' bello avere un trofeo per esibirlo al mondo (come giustamente affermi tu) senza però tener conto che anche un trofeo va pulito,lucidato, curato. Se poi è un figlio, a maggior ragione le responsabilità sono enormi.Chiudo il discorso, per me scottante.Baci.

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  2. Non credo che il problema della bassa natalità sia legata agli uomini.E' legata al senso di responsabilità che non ti porta a voler generare una nuova vita in un paese che non ti garantisce un lavoro nè stabilità, soprattutto a noi donne.Almeno per me è così… trovo egoistico al pensare di avere un figlio se già in coppia si fanno i salti mortali e mille rinunce.

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  3. Grazie per il tuo commento, Mary. Ma tu confermi altre cose, non vivendo in una metropoli. Secondo me la cultura della grande citta' c'entra molto. Senza considerare che sono pochi quelli che decidono di mettere al mondo un figlio chiedendosi quanto sono responsabili. Alla maggior parte “capita”, per altri il tempo che intercorre tra il desiderio el'avvenimento e' talmente breve che non hanno il tempo di interrogarsi su nulla. Ti abbraccio.

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  4. Le mie statistiche personali mi danno una maggioranza di maschi over30 che a un certo punto, chi per convinzione chi per convenzione si sposano&figliano. Sono, appunto, statistiche personali, condizionate anche da chi frequento :-). Però al peggio non c'è mai fine, il compagno di una mia amica l'ha indotta ad interrompere una gravidanza (hanno già una figlia) perché lui non se la sentiva di “affrontare un'altra responsabilità però devi decidere tu eh!”, è una storia di cui ancora non mi capacito. Con il tempo c'è chi matura e chi va direttamente d'aceto insomma.Mi trovo molto d'accordo sulla differenza tra piccolo centro e città. Io sono nata e cresciuta in un paese piccolopiccolo e abito in città. Al corso preparto cittadino ero la più giovane a 32 anni. Al paese dei miei, a 32 anni ero l'unica tra le mie compagne delle elementari a non aver ancora avuto figli. Lo stile di vita fa molto. Anche l'istruzione: anni e anni sui libri per i quali rimandi la vita personale (per carità non c'è giudizio, eh, solo constatazione. Io mi sarei potuta sposare anche quattro anni prima, con condizioni di partenza abbastanza simili ma ho vinto un dottorato e mi sono dedicata a quello).

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  5. Secondo me l'economia e la crisi stanno diventando un po' una scusa. Si facevano molti più figli in epoche in cui, credo, si stava ben peggio. E' vero che oggi si sono moltiplicate le esigenze, ma non diamo tutta la colpa alla crisi economica. Quello che ha scritto Selvaggia Lucarelli secondo me è in gran parte corretto. L'unico appunto che farei è che io conosco diverse donne che corrispondono agli omuncoli che lei descrive. Donne principalmente lanciate in brillanti carriere ed abitanti in grandi città. Aggiungo: con i loro fidanzati costoro vivono esistenza in perenne fare post adolescenziale: hanno tanti soldi, li spendono tutti per viaggi/feste/shopping/vizi vari soddisfando se stessi e non avendo minimamente voglia di cambiare questo stile di vita. Buon per loro. Io credo che la vita sia fatta di fasi e sento, io personalmente, il bisogno di godermi ognuna di esse, non di prolungarne una all'infinito.Brava Lucy, argomento fichissimo!

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  6. Non c'era chissà quale livello culturale in tempo di guerra e i figli a volte erano forza lavoro per chi aveva terra/campi da coltivare… si prendeva quello che “Dio mandava”.Guardare ai luoghi comuni del passato non aiuta perchè se oggi per fare un figlio poi devo privarlo di un futuro preferisco estinguermi. Non si lavora, se si lavora si è precari, se sei precario non ti fanno il mutuo e non hai uno stipendio fisso quindi niente casa e noiente soldi… pensare ad un figlio sarebbe scriteriato, ecco perchè poi molte mamme sono over 40.Dare la colpa a un certo tipo di uomo bho. Ci sono gli stronzi con la S maiuscola, ma arrivare ad incolparli del calo demografico è troppo dai!

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  7. a 33 anni – ok parlo di meeee ma sta volta posso farlo vero? – uscivo con un tipo fighissimo di 35, agente di borsa, ero pazza di lui sconvolta che un tipo del genere guardasse me ecc. Viveva solo, io coi miei, i suoi in un'altra città, la madre a un certo punto gli dicie: “secondo me ti vedi con qualcuna” e lui nega, e non mi presenta mai gli amici, non che non e abbia, esisteva solo lui e io non è che al primo appuntamento senti suonare le campane però caspita mi pareva fossimo una coppia clandestina, zero progetti ma zero zero. E' durata poco, ho come capito che sarebbe stato sempre così, ci ho pianto su un sacco, e sono poi stata single a lungo fino a quando ho incontrato mio marito, un fuori classe, ma a quel punto il tempo per fare un figlio non c'è più stato per stronzi motivi biologici. fuck.

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  8. Però Elizabeth, i figli in tempi di miseria si facevano per sopravvivere; si cercavano i maschi perché avevano più forza per lavorare e prendendo moglie acquisivano una dote. E si facevano tanti figli perché pochi sopravvivevano, tra malattie e denutrizione 😦 Io trovo sempre più interessante la dimensione geografica delle testimonianze nei commenti, ho l'impressione che l'adolescenzismo sentimentale sia fenomeno più diffuso diciamo da roma in su, mi sbaglio? (che poi non è che a sud siamo più bravi, è solo che a un certo punto, vuoi o non vuoi, c'è una serie di pressioni familiari e sociali, ancora più forti in paese a “mettere la testa a posto”, soprattutto se non continui gli studi e a 25 anni magari sono già sette anni che lavori. scusate se sono ripetitiva, è l'età 😉 )

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  9. Non lo so. Che molti uomini siano teste di cazzo non lo metto in dubbio. Ma io vedo piu' che altro un egoismo generale, anche tra chi i figli li ha già messi al mondo, senza distinzione tra uomini e donne. Soprattutto nella grande città di cui parli (Roma, dove vivo da quasi sedici anni) , in cui sopravvivere alla mancanza di tempo ti rende spietato.I figli li pensi come un intralcio. Io a 34 anni e mio marito a 41 quasi 42 anni suonati, vogliamo un figlio piu' di noi stessi. Ma non ce la sentiamo. Tutto qui. E questo credo, si chiama egoismo. Grazie per i post che scrivi e per come li scrivi. Ti abraccio forte

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  10. Non concordo sul livello culturale, non e' applicabile sul lungo periodo storico, ma puo' darsi che stia calcando la mano un po' troppo. Pero' credimi, ne ho parlato gia' qui http://erolucyvanpelt.blogspot.com/2012/11/soluzioni-e-temporeggiamenti.html ci sono un sacco di studi che dicono che in tempi di crisi le gravidanze aumentano. E per quel che mi riguarda ne sto sentendo tante nell'ultimo periodo. E se proprio vogliamo, avevo vent'anni negli anni 90, c'era ancora un certo benessere, perche' non si son fatti figli allora? Il calo demografico italiano prosegue da un bel po'.Sul lungo termine, pero', ripeto, la maggior parte delle donne che conosco e' invischiata con uomini codardi. Tutte sfigate? Puo' darsi. Ma almeno a Roma la situazione e' questa.

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  11. Si', gli studi incidono tanto. Ma non nell'alternativa, secondo me. Per quanto mi riguarda, a 25 anni terminata la laurea non ho proprio pensato a fare un figlio. La vita che conducevo mi spingeva a pensare solo a cercare un lavoro.

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  12. E' proprio quello che intendevo, Meg! Al sud c'e' un altro tipo di cultura, il lavoro scarseggia, diciamo che si investe un po' piu' sulla famiglia. E sono d'accordo con Elizabeth, secondo me l'economia non c'entra niente. O c'entra fino ad un certo punto. Liz, la mia statistica vale quel che vale, ma non ho MAI conosciuto una donna che per la carriera posponesse la gravidanza.

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  13. E' vero Meg, i motivi erano profondamente diversi da quelli di oggi, ma i figli si facevano, adesso no! E hai perfettamente ragione: io parlo del panorama milanese dove probabilmente le pressioni famigliare sono ormai ridotte al minimo storico…Eh Lucy, sicuramente conosco più uomini che donne, ma ne conosco, così al volo me ne saltano in mente almento una decina. Spero di avere un campione avariato!

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  14. Auguri in ritardo per le nozze di seta, cade a fagiuolo questo post: tu e My festeggiate i 5 anni e una Picci bellissima. Io e il mio moroso (28 anni io, 34 lui) stiamo insieme da 4 anni ed entrambi vorremmo andare a convivere e avere dei figli MA (visto che l'hai citato siamo entrambi di città)… Indovina di chi è il problema?? Mio!!! Perché ho finito gli studi da poco e tra poco forse ne cominciano altri, che durano 5 anni e che ok saranno pagati e bene ma pur sempre studi sono e sono la base per il mio lavoro, mi ci devo dedicare almeno i primi 3 anni. Mi sento tremendamente indietro (nessuna amica sposata e con figli) sarà che ho l'età che aveva la mia mamma quando mi ha avuto e quindi ho 'sto ronzio nelle orecchie. Torno a studiare va' che se non passo l'esame proprio di matrimonio e figli non se ne parla.Un bacio grande anche alla Picci.Giulia

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  15. Ce ne sono sicuramente un sacco, di uomini così. Pieno il mondo. Però io ora vorrei davvero tanto il secondo e non posso farlo perché rischio di non vedermi rinnovare il contratto. E non posso uscire dal giro “ingengeristico” e rimanere a casa un annetto senza lavoro (non arriviamo a fine mese con lo stipendio del Fid, sta investendo il possibile per non far fallire la piccola azienda di famiglia, facciamo quasi solo col mio). Se avessi un contratto a modo lo farei. Subito, anzi l'avrei già fatto, problemi ormonali permettendo. Ti garantisco che non è una scusa, un Nano ce l'ho ed è la cosa più bella della mia vita, sarebbe superata solo dal vederlo abbracciare un fratellino o una sorellina. Senza contare tutte le paure, nel far passare il tempo, e se poi avessi problemi a rimanere incinta? se il mio problema ormonale che fa ridurre le probabilità di ovulare fosse più grande di quanto pensano i dottori ora? Eppure se faccio un bimbo ora ci sono grosse possibilità che rimanga senza lavoro e non ho le spalle coperte. Sto cercando di coprirmele. E il Fid ne farebbe un altro anche a costo di lavorare anche di notte, ma sarebbe giusto, anche per il Nano che merita che io pensi anche alla possibilità, un domani, di permettergli di studiare e di avere, anche lui, una copertina, anche un po' misera, sulle spalle.

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  16. Ma certo Apina, ora e' un casino vero. Anche se spesso i figli li hanno fatti anche quelli con contratto a termine e/o disoccupati. Sto facendo un discorso sul lungo periodo, non relativo a quest'ultimo faticosissimo deprimentissimo anno. Bacio grande.

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  17. Eppure questi uomini sono cresciuti da donne, da mamme, che —solitamente sono tutto fuorchè egoiste ed egocentriche…perchè loro crescono così???Sono mamma di due figli maschi e non vi nascondo che sono alquanto preoccupata per il loro futuro e per il futuro delle donne che incontreranno. Io cerco di fare un buon lavoro, ma poi…basta???

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  18. Guarda, con me sfondi una porta…. a vetri! :0) Scrivi che questa è una realtà tipica delle grandi città, eppure GIURO che io che ho studiato e vissuto in 2 piccoli centri ho avuto l'onore d'incontrare queste femminucce. Il repertorio era il medesimo: adescamento, corteggiamento che rasentava lo stalker, poi appuntamenti, seratine, ciulatine per al massimo 3-4 mesi e poi… PUFF! Sparivano. Neanche l'incomodo di mandarmi una mail, un sms… macché! Non volevano prendersi nemmeno questa responsabilità e poi… in tal modo lasciavano una porta aperta, ché non si sa mai [gesto dell'ombrello!] E infatti, quando non ci pensavo più (dopo mesi a chiedermi perché, a strapparmi i capelli), si ripresentavano, soprattutto se c'era qualcun'altro (l'idiota di turno). Pareva avessero le antenne. Alla fine, quando avevo rinunciato a trovare l'uomo della mia vita ho incontrato LUI. Lui romantico, dolce, sensibilissimo, passionale, un vero Signore. L'ho riconosciuto subito. Molti ex mi avevano sbolognata per un ritardo del ciclo, credendomi incinta, allora, per sicurezza faccio controlli ormonali. Avevo 35 anni compiuti quando ho dosato il mio FSH perché io e LUi volevamo un figlio (e stavamo insieme da nemmeno un anno) e i medici mi hanno detto “Hai perso il treno, cara! FSH a 23!”

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  19. io a 19 anni, ancora vergine e senza mai essere stata insieme a un ragazzo, solo storielline, presi la solenne decisione che mi sarei cercata uno straniero, che statisticamente erano piu' responsabili della generazione italica maschile che mi circondava allora e che mi avrebbe circondato in futuroho preso una bella mazzata e qualche cantonata, ho imparato bene l'inglese e a 26 anni da compiere ho trovato quello giusto per me in un pub qualsiasi di una serata qualsiasi, che se non avessi saputo l inglese non gli avrei certo potuto dire you are crazy, quando dopo due mesi che stavamo insieme si prese un autobus da cracovia a bruxelles e un aereo di ryan da bruxelles a dublino per venire a dirmi di persona: io con te faccio sul serio, voglio sposarti. ho postposto per quasi 3 anni ma un conto e' postporre io sapendo che lui non mi faceva perdere tempo.

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  20. e comunque donne, se venite qua in polonia magari non sono tutti belli pero' ci han tutti una gran voglia di lavorare, di metter su famiglia etc, come da noi quarant'anni fa :-Dmio marito si e' sposato a 28 anni (io ne avevo 29) ed e' stato il penultimo dei soi amici coscritti a sposarsi, molti dei soi amici avevano gia' bimbi di 2 o 3 anni!

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  21. Oh ma davvero? Mi dispiace 😦 non sapevo la tua storia anche se a volte ti leggo.Per la statistica 🙂 e' piu' frequente nelle metropoli, ma ho testimonianze che mi arrivano anche da altri posti, sud e nord, a confermare la teoria. Che poi, Montalbano e Livia non me li sono inventati io.

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  22. Non lo so, Lucy, se dipenda solo da quello. Io ad esempio conosco un sacco di donne che figli non ne vogliono perché non si sentono di assumersi la responsabilità di mettere aln mondo una creatura o perché non vogliono rinunciare a qualcosa essendo le entrate mai abbastanza.La natalità in Italia decresce già a partire dagli anni '70, credo che ci sia tutta una serie di fattori che concorrano, non conta poco il welfare e l'appoggio pubblico alle famiglie che nei Paesi del Nord Europa è esistente e funzionante, da noi pressoché nullo.Su questo tessuto di base, dove a 30 anni difficilmente si hanno condizioni soddisfacenti di vita, che impulso a metter su famiglia si può avere? Senza contare che molte coppie iniziano a pensarci quando purtroppo è tardi, avendo rimandato per vari motivi, sempre più o meno legati alle condizioni di vita.Questa è la mia esperienza in base a quel che vedo io.Ovviamente di uomini senza palle ne esistono a vagonate…se contiamo anche quelli che fanno un figlio e poi se ne scordano diventano camionate.

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  23. Io personalmente ho conosciuto anche tante donne che non se la sentivano, per i motivi più disparati – lavorativi, psicologici, sociali. Ma sono d'accordo sul maschio italico, con dovute eccezioni. Alla fine ci decidiamo sempre troppo tardi, ahimè.

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  24. Verissimo. Quello che penso, pero', e' che non so quante coppie dicano Oh, si', ci piacerebbe tanto fare un bambino pero' non sappiamo a chi lasciarlo / l'asilo costa un fracco. Quando desideri una famiglia il resto conta davvero poco, questo e' quello che ho notato. Ho amici che a vent'anni hanno fatto figli, si sono arrangiati il lavoro e mangiato pane e aria, perche' quello volevano. Ci sono quelli che hanno costruito una carriera, e appena lei e' rimasta incinta ha perso il lavoro, eppure ce l'hanno fatta lo stesso. Insomma, secondo me la questione e' molto piu' sociologica che economica.

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  25. Non ho mai sentito una donna dire che posponeva la maternita' se non perche' lui non se la sentiva. A pensarci bene, forse solo una ha deciso di costruirsi una carriera solida prima. Una su tutte le persone che hanno attraversato la mia vita. Ma ripeto, e' una statistica molto parziale. Grazie Clara, bello trovarti qui.

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  26. Mmmh, non lo so, ferma restando l'enorme diffusione di quel tipo di maschio italico, non sono del tutto certa che sia la causa primaria del tasso di natalità minimo del nostro paese. Le motivazioni sono varie. Innanzitutto sicuramente il fatto che si vive sempre meno nel paesino e più nella metropoli e il fatto di aver studiato…le mie compagne del borgo mantovano, che si sono fermate alla terza media, hanno figli da anni mentre tra le mie colleghe di univesità ce ne sono ancora molte senza figli come me. Prima perchè studi, poi perchè magari fai dottorato o borsista sottopogato, poi perchè hai paura di perdere la tua occasione di carriera, ecc. Inoltre la questione economica non è dirimente ma neppure così marginale, anche se magari solo per una questione di mentalità. Nel senso che una tempo si facevano figli anche in ristrettezze economiche perchè cmq il cibo da mettere in tavola si trovava, adesso pensi che vorresti cmq poter mandare il figlio in un buon asilo, portarlo al mare, toglierti qualche sfizio. Penso che in gran parte quindi la questione sia da imputare ad un maggiore egoismo ecco. E non sto sparando a zero, parlo anche di me.

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  27. Io penso che il desiderio di avere dei figli sia una evoluzione naturale di un rapporto di coppia più che un'esigenza isolata di uno dei due, per me e mio marito è stato così, e avevamo 30 anni quando è nata la nostra prima figlia, precari ma con buone prospettive lavorative. Conosciamo altre coppie che hanno fatto un percorso simile al nostro, ma anche tanti nostri coetanei, sia uomini che donne (anche almeno un paio con mariti che vorrebbero dei figli e mogli che non ci pensano nemmeno) che sono lontani anni luce dall'ipotesi di smettere di fare gli adolescenti e mettere su famiglia.Condivido l'ipotesi che ci siano differenze significative tra grandi città e piccoli centri e che anche il titolo di studio influisca molto

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  28. Sì, se uno lo vuole davvero si fa. Ormai pare che la questione economica condizioni molte scelte di vita, ci si culla un po' portandola come “scusa” per non fare qualche sacrificio perché sotto ci sono motivazioni più profonde di quelle legate soltanto alle possibilità materiali.

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  29. Personalmente credo che sempre piu' spesso sia anche la donna a frenare e a comportarsi come l'uomo di cui parli. Lo vedo in tante ragazze che conosco. Spesso si tratta di trentenni “in carriera” che hanno paura di perdere il posto o il terrore di non poter piu' fare le vacanze in liberta'.

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  30. Ciao Lucy, ti leggo sempre ma non ho mai commentato.Sono sicuramente una mosca bianca, ho 40 anni ed un bimbo di 4. Il mio compagno ha impiegato ben 7 anni prima di convincermi a fare un figlio.Avevo mille paure, ce la faremo con i soldi? ho cambiato lavoro da poco, se mi licenziano? (non sono una donna in carriera, semplicemente come tante con uno stipendio solo non arriviamo a fine mese)Adesso non posso fare a meno del mio piccolo, ma sono comunque contenta di averlo fatto a 36 anni e non prima.Un abbraccioClaudia

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  31. direi anche “stranieri: si diplomano a 17 anni, vanno via di casa, magari fanno un anno sabbatico, si laureano a 23, a 26 sono già con 9 anni di esperienze da single, un lavoro ben retribuito e la voglia di mettere su famiglia in stati che la supportano economicamente e socialmente! ;-D(ho tanto generalizzato!)Nella mia personale esperienza noi non abbiamo contemporaneamente un lavoro fisso da 5 anni in cui ci conosciamo, quindi attualmente possibilità zero di metter su famiglia perchè a 44 e 32 anni da soli ci arrangiamo, ma con un figlio dovremmo chiedere aiuto ai nostri genitori nei mesi in cui entrambi non lavoriamo e non sarebbe giusto nè possibile…magari fra 3 mesi cambia tutto e finalmente anche noi diamo il nostro conributo per non far estinguere la specie!

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  32. Quante ne conosco che hanno dovuto mettere il ragazzo alle strette per farsi sposare o andare a convivere, in paese eh, non in città. A mio parere, come diceva una ragazza su FB se il tizio non ti vuole sposare o metter su figli con te e trova delle scuse, tipo quella assurda di sposarsi per non farti pensare ai figli, beh c'è un problema di fondo, è che non vuole stare insieme a te fino in fondo e allora è meglio lasciar perdere, poi magari mi sbaglio e il problema è proprio quello di una generazione. Non so perché a me sembra di aver sposato un uomo d'altri tempi, proprio come il tuo My, uno che ti apre la portiera della macchina per dirti, oppure che mi aiuta e mi incoraggia in tutte le situazioni possibili, semmai sono io che sono un po' sfuggente 🙂 però forse il comportamento di certi uomini è che le mamme non li lasciano mai andare, per loro sono eterni bambini che non sono capaci di fare niente, e poi è ovvio che non se la sanno o vogliono cavare 😦

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  33. Per mancanza di tempo salto tutti i commenti e quindi non so se il mio è un doppione.Credo che la crisi del maschio sia dovuta all'educazione. Mentre le donne siamo cresciute molto femminismo, più istruzione, leggi sul divorzio e aborto, lavoriamo di più (anche se tutto ciò non basta e la cronaca ce lo ricorda ogni santo giorno) in poche parole siamo più libere ed indipendenti e libere, almeno mentalmente o come obiettivo. Gli uomini sono rimasti al palo, anzi hanno indietreggiato, invece di evolversi pure loro, hanno paura di tutto, anche della loro ombra. Rimangono attaccati alla gonna di mammà, e questo è colpa anche o soprattutto delle mamme che li castrano da subito: serviti e riveriti fino alla nausea, incapaci di legarsi pure le scarpe! Figuriamoci prendere impegni prima che arrivi l'andropausa!La prossima rivoluzione che dobbiamo fare noi donne è quella di educare i maschi: renderli più sicuri e liberi, indipendenti e forse smetteranno pure di ammazzare le donne che li mollano. Così torneranno ad essere normali e fare figli nei tempi dovuti e non in zona cesarini.Avrei anche altro da dire ma devo tornare ad imbiancare casa. Ciao

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