Inferno congiuntivite

Ok, sono passate due settimane e sto ancora cosi’

e quindi fatevi un calcolo di quanto rossa e gonfia, fuori e dentro gli occhi, potessi essere quattordici giorni fa. Scrivo questo post non per impressionare o per autocompatimento, ma perché in questi giorni non ho trovato quasi nulla in rete che potesse aiutarmi a capire se i miei sintomi erano normali o se mi aveva colpito qualche cacchio di virus tropicale allucinante.

I primi giorni, quelli della cazziata del medico del ps, avevo due cerchi viola intorno agli occhi e palpebre superiori e inferiori gonfissime e che prudevano da morire, con occhi iniettati di sangue. No, quello che ho ora e’ nulla. Anche bimba, e prima mia suocera, avevano avuto la congiuntivite, ma nessuna delle due si era conciata come me. Al primo pronto soccorso mi hanno dato un antibiotico potente che ha avuto l’indubbio effetto di eliminare il prurito. Ma rossore e gonfiore restavano.

Cosa accade a un cristiano quando ha la congiuntivite? Gli occhi secernono lacrime e versamento, che può essere giallo, verde o trasparente. Noi tutti le avevamo trasparenti. Questa sostanza secretiva schifosa e’ il principale veicolo di contagio. Durante la notte gli occhi chiusi si riempiono di questo dense lacrime, e iniziano a piangere da soli. Io che ho il sonno leggero mi svegliavo ogni mezz’ora per asciugarmi il viso. Quando poi il sonno diventa un po’ più pesante, gli occhi si riempiono di questa roba e iniziano a bruciare di dolore, e ci si sveglia per piangere aprire gli occhi in modo da avere sollievo. In alternativa sembra di essere accecati da una luce abbagliante, e ci si risveglia per il dolore. Tutto questo e’ durato una settimana, da martedì 27 a lunedì 2 settembre.

Ogni mattina al risveglio, nonostante la cecità, ho messo a lavare lenzuola (e prima quelle di bimba), pigiama, asciugamani e canovacci usati. Selezionando il programma un po’ alla cieca perché non vedevo proprio niente. Senza considerare che abbiamo saccheggiato tutti i kleenex del Publix.

I primi giorni non avevo altri sintomi (gia’ quelli bastavano), ma con la scomparsa del prurito e’ iniziata una fotosensibilità che e’ andata aumentando via via, e che mi ha imposto prima occhiali scuri anche in casa, poi tende abbassate, poi via computer e cellulare, poi anche la tv ha iniziato a dare fastidio. Preventivamente abbiamo tenuto laPicci a casa con noi per paura che potesse contagiare, indirettamente come veicolo, tutte le bimbe della nanny.

Congiuntivite virale o batterica?

Bimba era appena uscita da questo inferno – che per fortuna le aveva colpito un solo occhio – quando ha ricominciato, apparentemente, ad avere lacrimazione. Lo stesso giorno My si sveglia con un occhio rosso, ci decidiamo a chiedere un secondo consulto ad una clinica oftalmica, Bascom Palmer Eye Institute, non convinti della cura che mi avevano dato quattro giorni prima.

La dottoressa, molto gentile, fa una visita accuratissima a tutti e tre in una stanza su cui hanno applicato un cartello rosso Contaminated room. Ci toglie l’antibiotico, sostenendo che nel caso di congiuntivite virale e’ pressoché inutile, ci consiglia di lavare gli occhi in continuazione con compresse di acqua fredda e di applicare un collirio lenitivo. Per la notte mi prescrive la versione unguento dello stesso collirio. Un po’ poco convinti ci affidiamo alle sue indicazioni, anche perché la suocera nel frattempo, presso un’altra clinica, era bombardata di antibiotici e in due settimane aveva tolto rossore e versamento, ma nel mio caso quello stesso antibiotico non stava facendo effetto. Il medico ha anche detto che il rossore e’ provocato dal collirio stesso, e non ho potuto che essere d’accordo.

In due giorni il gonfiore alle palpebre sparisce, e con esso la copiosa lacrimazione. Ma non era abbastanza, a quanto pare. Il giorno della visita avevo detto alla dottoressa che non riuscivo ad aprire gli occhi più di tanto. Da allora questo aspetto e’ andato sempre più peggiorando. Come se gli occhi, stressati da una settimana di violento gonfiore, avessero deciso di volersi riposare.

Bimba aveva avuto lo stesso, per una settimana stava con questo occhietto chiuso. Solo che a me accadeva ad entrambi gli occhi. Eppure era solo una questione meccanica, come dire, di pesantezza. Nelle due visite oculistiche fatte avevo una visione perfetta, ventidue caratteri riconosciuti su ventidue.

Venerdì 6 finiscono i giorni di convalescenza che le due dottoresse del ps mi avevano dato per evitare di contagiare l’intero College. Fortuna ha voluto che il giorno 2 anche My avesse un inizio di congiuntivite e gli venissero prescritti otto giorno di malattia. Perché quel venerdì, forse complici lo sforzo al College ed il sole accecante di Miami, io ho smesso di vedere. Tra parentesi, accompagnata in macchina da My, per me guidare in queste condizioni era impossibile.

Sabato mattina non riesco ad aprire gli occhi.

La notte era stata infernale, avevo sensazione di avere sabbia nell’occhio, e dei pizzichini dolorosi. Come i giorni precedenti, volevo solo dormire, ma c’e’ bimba, ci sono mille cose da fare, e si può poltrire fino ad un certo punto. Sento che ancora la cura non va bene, le lacrime artificiali non mi giovano, l’unguento si’ e lo metto anche di giorno, ma e’ comparsa la visione doppia. Avete presente quando si beve un po’ troppo e gli occhi non ne vogliono sapere di stare aperti e di mettere a fuoco? Io stavo cosi’, ma senza alcool in corpo. Cosi’ decidiamo di chiamare l’eye institute, spieghiamo i miei sintomi, ci consigliano di tornare per un follow up. E andiamo.

Entro in ospedale guidata da My, non vedo quasi nulla. Indosso un cappello a tesa larghissima e occhiali da sole, ma mi e’ impossibile aprire gli occhi. Non riconosco nessuna lettera. Mi guardano il fondo dell’occhio, la pressione, ripetono tutto quello che era già stato fatto cinque giorni prima, poi il medico sentenzia che ho delle microlacerazioni alla cornea, ma senza infezione, e mi prescrive una pomata (scelgo io l’unguento anziché il collirio, anche perché a beccarci, nell’occhio!) steroidea. Ho assoluta necessita’ di recuperare entro due giorni, lunedì sarei tornata a lezione ma soprattutto martedì, oggi, My avrebbe finito i giorni di malattia. Lui per fortuna si e’ fermato al rossore interno all’occhio, con prurito e bruciore, ma e’ riuscito a tenere tutto sotto controllo senza l’uso dell’antibiotico, con i lavaggi oculari e le lacrime artificiali. Io, forse per la stanchezza accumulata nei mesi, il fototipo, la sensibilità, una vattelapesca allergia al collirio, sto ancora all’inferno purgatorio. Moltiplicato dal fatto che non potevo leggere ne’ scrivere. E poi la sete. Una incredibile, implacabile sete che mi seccava la bocca.

Non vedere nulla significava, e in parte anche tuttora che la visione doppia continua ma migliora, non poter misurare le once di latte per bimba. Non riuscire ad impostare il programma della lavatrice. Non vedere i buchi delle prese elettriche. Non distinguere i volti in tv, ne’ i barattoli da aprire, riuscire a fare solo gesti automatici ripetuti centinaia di migliaia di volte. Non poter leggere i mille messaggi di incoraggiamento ricevuti. Ho dovuto impostare i caratteri enormi sul cellulare, e non bastava, le lettere si impastavano lo stesso. Per ogni cosa ho avuto bisogno di My, essere aiutata a fare tutto. Camminare tastando i muri. Inciampare nei giochi di bimba perche’ soprattutto la visione periferica era compromessa. E poi l’umore, sottoterra, dopo due settimane cosi’ frustranti.

Insomma, non ne sono ancora fuori, ma grazie a questa crema cortisonica sto decisamente meglio. E se meglio significa scrivere questo post con gli occhiali da sole, la luminosità e il contrasto ridotti, potete immaginare come stavo prima. Ma almeno leggo. Almeno riconosco le lettere. Posso guidare, prudentemente, sto tornando indipendente. Ma senza mio marito, che mi ha sostenuta anche emotivamente, non ce l’avrei mai fatta.

Infine voglio ringraziare tutti voi che mi avete sostenuta. Leggo solo ora i commenti lasciati qui sul blog al post precedente, ma ci siete stati su whatsapp, facebook, twitter, via email. Grazie. Ho sentito le vostre preoccupazioni, il vostro calore e il vostro incoraggiamento, e non sapete quanto mi abbia fatto bene. Ho ricevuto messaggi da persone insospettabili che non credevo nemmeno mi leggessero, e invece questa solidarietà indiscriminata e’ stata davvero importante. Grazie a tutti, di cuore.


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53 commenti

  1. oh mamma mia Lucy…sono stata un po' assente ultimamente…ma che dolore e frustrazione devi aver passato…mi spiace tanto!!Spero tanto che stia passando del tutto!un abbraccio,Mony

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  2. […] Abituata all’Italia e alle cure gratis, spesso mi rendo conto che ho delle remore nel rivolgermi al Emergency Room o al piu’ economico Urgent Care, i cui costi dipendono essenzialmente dall’assicurazione che hai (se ce l’hai). Per capirci, prima che il College mi obbligasse a prendere un’altra polizza il copay che avevo era 100$ all’ER, 25 all’UC.Poi contemporaneamente alla nuova polizza e’ arrivata la congiuntivite. […]

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