ItalianS #3

Quando sono arrivata qui e ho avuto la mia crisi di abbandono, ci sono stati dei connazionali che mi sono stati davvero tanto vicini e con i quali il rapporto si e’ poi intensificato. Alcuni vivono qui negli Stati Uniti, altri sono in Italia, altri altrove nel mondo e ci sentiamo scriviamo regolarmente. Sono delle bellissime persone che spero di poter conoscere davvero prima o poi, come e’ già successo con Ilaria e con Elena, ma anche se non accadrà e’ bello conoscersi anche solo virtualmente o telefonicamente.

Altri, pur avendo provato ad agganciarli con email o numeri di telefono, non hanno mai raccolto l’invito. Il che va bene, figuriamoci, non e’ che si e’ simpatici a tutti e non e’ affatto detto che ci debba essere il comitato di benvenuto per tutti quelli che si trasferiscono oltreoceano, anche se essendoci passati loro per primi dovrebbero ricordarblablablablablabla. Pero’ ecco, ci sono poi delle cose che mi lasciano davvero l’amaro in bocca. Perché quelli li’ che non ti hanno cag filato poi capisci che stanno molto meglio da soli, e che non ce la fanno proprio a fidarsi degli altri italiani. Che vengono visti sempre come quelli che hanno bisogno della rete di protezione, che cercano la scorciatoia, che si lagnano o che hanno pregiudizi.

Io non credo che tutti gli italiani siano cosi’, anche se molti lo sono. E non credo che tutti gli ispanici siano doppi, anche se molti lo sono, e infatti sulla sua vicenda ci avevo preso.

Non ero una persona socievole, lo sono diventata quando ho iniziato a lavorare nei call center. Ora mi piace proprio iniziare a parlare con gli sconosciuti, aprirmi e conoscersi meglio. Lo faccio con tutti, soprattutto sul web attacco bottone abbastanza facilmente, nella vita lo faccio anche in spagnolo, o almeno ci provo, fosse anche solo per dire Buona giornata. Non mi sto a fare seghe mentali su quello che verrà dopo, se facciamo amicizia o no. Mi godo la confidenza del momento e basta.

Due settimane fa ho conosciuto una mamma al parco, con un bimbo di due mesi più grande della Picci. Ci siamo date appuntamento alla settimana successiva e in un’ora ci siamo ritrovate a raccontarci che entrambe, per vari motivi, abbiamo aspettato i nostri cuccioletti per undici anni lei e dieci io. E non penso affatto che siamo diventate lemejoamiche, semplicemente come si usa tra donne ci si racconta, a quanto pare lo fanno anche le sudamericane.

Le lagne non piacciono nemmeno a me, intendiamoci, e nemmeno le persone arrabbiate con la vita, e nemmeno quelle che si mettono sempre un gradino sopra gli altri, quindi e’ ovvio che ci si scelga un po’ a naso e soprattutto e’ possibilissimo che io susciti le stesse sensazioni in qualcuno che mi legge. Pero’ di solito il web e’ come la vita, se uno non mi piace io non lo cerco. E se leggo un blog e’ perche’ penso abbia tante cose da dire, o una testa che ragiona come piace a me; non lo leggo per poterlo criticare, perche’ se mi deve fare l’effetto michelesantoro (anche noto come effetto milenagabanelli o emiliofede, dipende dal contesto) dopo aver lasciato quattro commenti inviperiti smetto di seguirlo: ormai leggo a letto, e voglio dormi’ serena.

L’altro giorno a lezione un ragazzo cercava di smontare l’idea che gli stereotipi siano infondati e diceva, Non sopporto quando dicono che i cubani sono chiassosi e maleducati, non tutti lo sono. E in effetti lui e’ una persona molto misurata, lo credo bene che faticava a riconoscersi in quell’immagine; ma d’altra parte una ragazza, immagino cubana anche lei, lo ha praticamente zittito dicendo che la maggior parte di loro sono cosi’. Ed e’ vero, visto da fuori. Esattamente come siamo chiassosi e maleducati noi italiani. Ma nel grosso della marmaglia di gentaglia che ho visto in questi due anni, e vi assicuro che ce n’e’ tanta, ho conosciuto cubani che avevano voglia di emergere e di integrarsi, che rifiutavano l’idea dello spagnolo come scorciatoia linguistica e del favoritismo dal connazionale all’ufficio pubblico, che qua Cuba ruleZ.

Esiste anche un eccesso di politically correct e anche quella e’ una distorsione culturale legata al pregiudizio razziale. Cosi’ come la maggior parte degli italiani – di sinistra – non vuole sentir parlare di America se non come patria di obesi, guerrafondai, mentecatti e dipendenti dalle medicine, allo stesso modo molti italiani – di sinistra – non riescono ad accettare che si possa parlare di neri, sudamericani, ebrei o zingari senza poter dire che sono un po’ stronzi pure loro. Che non sono sempre le eterne vittime e che se girano cosi’ tante voci sul loro conto ci sara’ un fondo di verità.

L’eccesso di politically correct e’ anche non sbilanciarsi mai, non dire mai fino in fondo come la si pensi, dare sempre un colpo al cerchio e uno alla botte. Cercare il consenso facile. Temere gli altri, o fare i superpartes e poi sparlare in messaggio privato. Queste cose poi ritornano nella vita reale nell’incapacità di avere relazioni durature, o sincere. Io per fortuna non ho di questi problemi. A me come mi vedete, sono. Nel bene e nel male.


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0 commenti

  1. Io invece per quanto sia faccia di Q nella vita reale, non mi pongo problemi a parlare con chiunque, sul web son timida per quanto riguarda l'attaccar bottone con tutti :/ credo comunque che il web rispecchi la vita reale, solitamente chi non accetta il confronto sul web non lo accetta nemmeno nella vita reale, chi è è permaloso lo è sempre e comunque. Io per esempio non sopporto chi si mette su un piedistallo e non scende nemmeno se lo butti giù a calci, mi hanno rotto e come te preferisco dormire serena la notte 🙂

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  2. Bello anche questo post (Ho appena commentato e applaudito un'altra riflessione bellissima su un altro blog).Devo confermare che purtroppo, noi italiani non facciamo una gran bella figura. Ma questo lo sapevano tutti da un bel po’. Ogni popolo ha i suoi segni distintivi ma quelli che ci identificano a noi, sono decisamente tanti e quasi tutti negativi, a parte che siamo bravi a cucinare e abbiamo tanta storia alle spalle (da imparare quasi tutta, ma questo è un dettaglio). Per quanto mi riguarda, sono una “politicaly correct” quasi sempre. Sto lì a mediare, bilanciare, proporzionare, in bilico , ma a volte mi permetto di dissentire su questioni che fanno ridere, ovviamente dalla mia prospettiva di osservazione, e li scattano i nervi. Di entrambi. Con alcune blogger c’è stato qualche scambio verbale di opinioni che non convergevano nella stessa direzione, ma siccome non le ritenevo dei pilastri degni di tante spremiture di meningi (pur non conoscendole), ho mollato la presa perché non ne valeva proprio la pena. Inoltre, ritengo che chi si impegna nello scrivere un blog, può dire anche che il cielo è verde, ma comunque un minimo di repliche deve pur aspettarsele. Purtroppo anche negative, perché il cervello ad ognuno funziona in maniera autonoma e diversa a secondo delle proprie esperienze culturali e di vita. Personalmente cerco il confronto con chi mi può lasciare un insegnamento e non la descrizione della giornata tipo della strafiga di turno che nella vita ha avuto delle gran botte di culo (senza invidia, eh!).Anyway, penso che a volte quello che scrive una serve da spunto ad un’altra, anche se spesso ci sono delle strane similitudini tra alcuni post (si virtualmente vagabondo un pochino) ma se è vero che quello che siamo viene sempre e comunque fuori…….non ci dobbiamo stupire più di tanto!P.S.: Lucy, che sono andata fuori tema?

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  3. Ma no, affatto 🙂 Non credo che noi abbiamo solo tratti distintivi negativi, altrimenti non si spiegherebbe come ho fatto a trovare cosi' tante belle persone in rete. E confrontarsi non e' che significa per forza dover trovare un punto di incontro, anche se li per li magari i toni si fanno un po' accesi e ognuno mantiene la propria posizione. Pero' ecco, preferisco uno scontro tra due teste a chi si ostina a fingere imparzialita'. Tutti abbiamo delle opinioni, tutti sbagliamo a giudicare, tutti giudichiamo. Tutti.E no, alcuni post so' popo uguali 😀

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  4. Bè oggi te l'ho detto che a me i romani mi erano diventati antipatici…no scherzo. Comunque la prima parte la trovo verissima. noi italiani all'estero non facciamo gruppo. ma proprio per niente. io mi sto impegnando a cambiare alcune cose ma che fatica……poi pure io odio qs moda che si deve difendere “lo straniero” sempre e comunque. Poi i più tenaci quelli che non sono mai uscite di casa. Insomma va bene non essere razzisti ma nemmeno nascondiamo l'evidenza.

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  5. E mi dispiace dirlo, son di quelle che cerca di far gruppo italiano ma non ci riesce. Ne conosco qualcuno qui, nel blog ho dovuto dire si ci sentiamo perché so che qualcuno di loro lo legge, e sai per non far casini ho detto una mezza veritá. ma la vera veritá é che non hanno mai tempo che lavorino o meno. stile in 4 mesi vivi nel mio paese, a 10 minuti a piedi da casa mia, non mi dire che non hai 30 minuti per un caffé. ti sto sulle palle? e dillo, cosí si chiarisce la situazione! o altra gente che tanto interesse e poi non si fanno mai vedere o sentire. ed io mi son stancata e allora sí che penso molti di loro si fan sentire solo quando han bisogno di chiedere favori, perché alla fine é cosí! una di loro fa meditazione, mi dice dai prova, e c'è un'altra italiana, ci si trova, bello ehh, pupone un pó fuorviava la mia attenzione ma direi due orette simpatiche, un gruppo misto di gente che si, mi sembrava bello. son due mesi che non li sento! manco l'altra italiana conosciuta che secondo questa “religione” bisognerebbe sentirsi e interessarsi agli altri. e vabbé, che faccio? la mia vita e salutiamo tutti se li vedo per strada 😦 che triste, poi mi vedo gli inglesi che fan comunella e un pó mi deprimo…

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  6. Io credo nella “simpatia a prima vista”. Sono abbastanza diffidente, ammiro chi riesce a fare conoscenza con tutti. In genere mi ci vuole un po' per aprirmi, ma una volta che mi affeziono non mi scollo più. :)Sono un pochino più aperta sul web, ma solo perché ho più tempo per conoscere, valutare, capire se una persona mi piace davvero. Questo perché scrivendo sono forse più spontanea. Comunque qui “da te” mi sono sentita subito a mio agio, come se fossimo tra amiche che non sempre hanno tutte la stessa opinione, ma dove si può discutere di un sacco di argomenti diversi e interessanti.Ammetto che quando sono in viaggio odio “far comunella” con gli italiani. Una sera a Kyoto abbiamo incontrato un gruppo di italiani talmente esagitati e fuori luogo da vergognarmi per loro. Non voglio fare generalizzazioni, ma gli spagnoli in vacanza sono terribili, anche perché si muovono sempre in gruppi da almeno 12 persone (e sono convinti di dover far festa sempre e comunque, anche in un villaggio musulmano in Africa dove uno di questi gruppi pretendeva di bere alcol e fare il trenino solo per il fatto d'essere in vacanza – ma andate a Ibiza dico io).

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  7. Concordo! Grazie per quello che mi scrivi, anche per me nei tuoi confronti e' stato subito feeling 🙂 E poi ti trovo cosi' intraprendente e curiosa verso la vita, ti trovo una persona davvero molto positiva.

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  8. A me tu piaci proprio tanto. Non riesco ad immaginare una persona che “ti schiva”.Io, ma tu già lo sai, su fb non condivido niente, ma solo per proteggere il mio anonimato, non per “tenere per me”. E sul politically correct che ti devo dire? C'ho le cavallette sul blog 😀

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  9. Alcune cose fantastiche in cui mi sono ritrovata, fra tutte: “Cosi' come la maggior parte degli italiani – di sinistra – non vuole sentir parlare di America se non come patria di obesi, guerrafondai, mentecatti e dipendenti dalle medicine” Pensavo di essere l'unica ad aver avuto questa impressione e invece mi confermi che è un dato di fatto.

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  10. Uno dei miei “esercizi virtuosi” è cercare di attaccare bottone senza aspettarmi niente. Io faccio fatica a fare il primo passo, ma quando qualcuno mi viene a cercare io sono contentissima di poterlo conoscere!!Per quanto riguarda il politically correct in rete sono abbastanza frenata perché ho timore di non riuscire a spiegarmi e argomentare bene.Ma se vieni a chiacchierare con me di persona son tranquilla perché ci si può spiegare meglio e il linguaggio non verbale non tradisce!

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  11. Anche qui ci sono tantissimi italiani, perlopiù uomini, ma ognuno si fa gli affari propri. Il target non è dei migliori anche perché Pattaya è una nota meta per il turismo sessuale e, purtroppo, gli italiani sono spesso in prima fila. Ovviamente non tutti. Molti hanno sposato una donna Thai e tendono a non frequentare i connazionali. Per fortuna invece con le mogli dei colleghi di mio marito e dei dipendenti di un'altra azienda italiana, si sta formando una bella sintonia e ne sono felice. Anche perché a me sinceramente ogni tanto fa piacere una bella chiacchierata in italiano,,,con l'inglese mi fuma ancora la testa!!

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  12. hahahahaha sei una brutta persona 😀 😀 ho il contatore di shinystat che mi controlla anche gli ip in ingresso, per questo li vedo. Comunque appena si calmano le acque ci farà un post (METABLOGGING, lol) perché quello che sta succedendo è surreale. Oggi sono arrivati quelli del signoraggio, ti dicono solo che ho messo la parola “tr°°a” e affini come parametro per bloccare i commenti e ne ho già venti in coda spam con le peggio madonne, bestemmie, insulti, insinuazioni sullo stato di conservazione del mio culo e affini. 😀

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