clock on wall above christmas decor during festive event

Nuovo paese, nuova vita, nuove tradizioni

Ci sono giorni in cui la vita ti manda dei segnali che colpiscono dritto al cuore, e come fai ad ignorarli? Oggi ho prima letto il bellissimo post sulle tradizioni di Mama made in Italy (e’ bravissima, se ancora non la conoscete ve la consiglio!), e poi un altrettanto bel post su un gruppo di una ragazza che voleva creare un libro dalle ricette della nonna che non c’e’ piu’ per regalarlo ai parenti. Ora e’ vero che e’ Natale e siamo tutti piu’ buoni e certi temi sono davvero perfetti, ma la coincidenza mi ha fatto riflettere sul fatto che essere expat ci fa vivere le cose sotto una prospettiva totalmente diversa. 

Lo scorso sabato ho chiesto allo Chef, che incredibilmente era libero e abbiamo passato almeno una giornata insieme, se andavamo da Ihop. Mi ha guardato sbalordito, da Ihop? Ma non sapevo nemmeno ti piacesse!

Non mi interessa particolarmente infatti, ma un paio di anni fa, in questo periodo, era freddo proprio come nei giorni scorsi e avevamo portato laPicci a fare delle prove allergiche. Una volta fuori avevamo fame, abbiamo attraversato la strada e ci siamo infilati in un Ihop dove nostra figlia ha preso una cioccolata calda servita nel bicchiere di Rudolph. Fu una mattinata cosi’ dolce e tutta per noi che ogni volta che rivedo quel bicchiere ripenso a quanto eravamo stati bene. Sabato scorso pensavo cosi’ che sarebbe stato carino creare una piccola tradizione di famiglia, a dicembre da Ihop. Era una cosa cosi’ sciocca che poi non l’abbiamo fatta, e un po’ me ne sono pentita.

Viviamo in un paese straniero dove le tradizioni e le abitudini sono totalmente diversi. Ieri una collega mi ha chiesto cosa mangiassimo in Italia per Natale, e mi ha guardata cosi’ sorpresa quando ho detto che dipende da quale regione si provenga. Per non parlare dell’apertura dei regali, chi il 24 sera, chi il 25 mattina. Chi Santa Lucia, chi la Befana. Degli Stati Uniti invece mi piace tanto la sicurezza delle tradizioni: l’albero dopo Thanksgiving, l’Elf on the Shelf, il Nutcracker, le foto di famiglia.

I punti fermi aiutano a dare stabilita’ alla vita di chi ha ricominciato tutto daccapo, e la certezza indiscussa di aprire i regali il 25 appena svegli e’ uno dei momenti piu’ belli della nostra famiglia. 

Tanto malsopportavo i Natali in famiglia quanto ora mi piace ripensare a quante ore mia madre passava in cucina a preparare pranzi e cene, il profumo particolare della pentola di coccio in cui cuoceva il pesce per la nostra piccola famiglia.

E i nostri Natali finora sono stati tutti diversi… il primo, quello da soli, in cui lo Chef si era licenziato la mattina del 25 dicembre. Nel secondo tenevamo tra le braccia laPicci che aveva un mese. Il terzo lo abbiamo trascorso con l’amica Lu che ci era venuta a trovare, e non ricordo se quella buffa foto che abbiamo con noi in posa per il selfie e laPicci con le mani veloci fosse proprio del 25 dicembre.

Che poi perche’ non uniamo le cose piu’ spesso? Noi siamo qui da soli, voi siete li’ a lamentarvi della ripetitivita’ dei festeggiamenti, passatelo qui, no?

Il quarto non lo ricordo, forse lo Chef lavorava? Nel quinto venivamo da un semestre un po’ difficile, e abbiamo passato il 25 in viaggio, per poi concludere ottimamente la serata in un pienissimo ristorante cinese, perche’ ad Ocala era tutto chiuso. Lo scorso anno, il sesto, laPicci ed io volavamo verso l’Italia, dove siamo atterrate a mezzogiorno del 25 dicembre e tra frizzi e lazzi siamo arrivate a casa alle 3, e si’ che i tortellini in brodo me li sarei mangiati volentieri. 

Pochi i punti fermi delle nostre tradizioni, ma abbiamo tempo per lavorarci ancora. Uno e’ l’albero di Natale con i ricordi che seguono la nostra vita.

Ancora non sappiamo se saremo tutti e tre. Ancora non sappiamo se festeggeremo il 24, il 25, o forse il 23 o il 26. Ma il regalo che ho preparato per lo Chef e’ di quelli che se dira’ di si’ ce lo ricorderemo per sempre. 


Ha detto si’.


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18 commenti

  1. E no, non puoi finire così il post….io voglio sapere .
    Le tradizioni cambiano , anche le nostre non sono più quelle di prima.ora arriviamo talmente stremati al Natale che se ci invita qualcuno andiamo altrimenti ce ne stiamo a casa e dormiamo 😁 fino a tardi

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  2. Eh sì, vogliamo sapere.
    Natale è sempre un casino, a volte un casino bello.
    Per me le tradizioni sono importanti, io e Emanuele ne abbiamo create di nostre e tutto sommato considerato certi atteggiamenti familiari e il peso dei vuoti che a Natale è meno gestibile, sono i momenti che preferisco.

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  3. Nei giorni precedenti, domenica scorsa quest’anno, pranziamo in un locale fisso Il panino giusto, si chiama, è una catena, e poi giro di regali. Poi c’è la cena a casa noi due il 24 con qualcosa di particolarmente buono, si tira mezzanotte con o senza messa, ultimamente senza, e poi apertura regali e brindisi. Queste due tappe sono davvero la nostra tradizione.

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  4. Questo post mi tocca particolarmente, perche’ proprio in questi giorni, dopo mesi di lamenti perche’ non torniamo a passare natale in Italia, mi sono detta che invece di rimpiangere il passato dovremmo seriamente cominciare a creare delle tradizioni famigliari nostre. Del resto, i miei hanno fatto cosi e siamo sempre stati solo noi per Natale, non vedo perche’ mi debba turbare cosi tanto fare lo stesso con la MIA famiglia (cioe’ marito e figlia).

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  5. Questo è il quinto anno che festeggio il Natale qui a Miami con la famiglia di mio figlio, italoamericancubana, eh si un bell’intreccio,e per tradizione si festeggia la vigilia con conoscenti, poi si aprono i regali si brinda e……………

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  6. Che bello leggere di voi, di tradizioni vecchie e nuove. Noi di solito il 25 stiamo tutto il giorno in pigiama e guardiamo Mamma ho perso l’aereo perché il Capitano per Natale lavora sempre. E pensa, ho sempre avuto sentimenti ambivalenti sul Natale e ho avuto D il 26 dicembre, la vita ci sorprende sempre!

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