Cattiva maestra televisione

Ci sono state, nella mia vita, delle cose che mi hanno decisamente scioccata, e che hanno segnato per me un punto di svolta su alcuni fondamentali temi. Ad esempio, avevo circa nove anni quando ho perso completamente la fiducia nella Chiesa e nel clero: un pastore di Dio, amico di famiglia, è venuto a trovare mio padre, e ricordo ancora lo sgomento nell’entrare in salotto e trovarlo con la sigaretta in mano e il bicchierino di liquore. Ma i vizi non sono peccati?!? E perchè questo prete ne è esentato? Riconosco che ho sempre avuto la tendenza a farmi troppe domande, ma avevo appena fatto la prima Comunione ed ero nel pieno del mio afflato mistico, ed anche nel pieno della fase delle cosiddette Operazioni Concrete, e non avrei davvero potuto reagire diversamente.
Tuttavia gli shock più profondi mi sono stati inferti dalla televisione.
Due scene su tutte, che non so nemmeno io come fosse venuto in mente ai signori del palinsesto di mandare in onda certe immagini. La prima, un parto in diretta. Eravamo nei primi anni ’70, quelli dell’emancipazione della donna, del potere femminile, riflesso diretto del liberalismo sessantottino. Questo parto magari faceva parte di un documentario sulla consapevolezza e l’auto-aiuto, vallo a sapere, fatto sta che sono rimasta impietrita davanti allo schermo senza riuscire a staccare gli occhi da quelle immagini crude e violente.
Pochi anni ma non molta maturità dopo, durante il telegiornale mostrano il suicidio di un uomo, che poteva essere un politico o un industriale di un paese straniero. Ricordo quest’uomo pingue e calvo, come Hitchcock per intenderci, seduto dietro ad una scrivania, dire velocemente qualcosa di incomprensibile e poi infilarsi in bocca la canna di una pistola; l’immagine si ferma ma l’audio prosegue con la deflagrazione. In questo caso è stata questione di pochi secondi, sufficienti però a lasciare l’immagine impressa nella mia memoria in modo nitido.
Gli anni di piombo hanno solo potuto contribuire al moltiplicarsi di immagini ed eventi scioccanti. Il rapimento di Aldo Moro, di cui oggi ricorre l’anniversario della morte, si concluse con il freddo comunicato delle Brigate Rosse con le istruzioni sul ritrovamento del corpo in via Caetani. Ecco, quella telefonata fatta al contatto delle Brigate Rosse, la voce di quel pover’uomo destinato ad entrare nella storia con la sua angoscia, il suo non comprendere le istruzioni e la sua disperata preghiera di risparmiarlo dall’ingrato compito, tutt’ora mi provoca una stretta allo stomaco e una paura profonda.

Poi arrivarono per fortuna gli anni ’80, i paninari, l’edonismo reaganiano, il benessere ostentato, sul finire dei quali, 1987, viene trasmesso in diretta televisiva da Torino il concerto di Madonna. Non so dire quanto avessi atteso quel giorno, da quanti anni la seguivo, perfetta fan con i guantini di pizzo e cinquanta braccialetti al polso, sapevo tutte le canzoni a memoria e avevo comprato tutti i suoi LP: ma nessuno potrà mai comprendere la delusione, la profonda ferita subita nello scoprire fin dalle prime note che in realtà aveva la voce di un uomo, e che quella voce melodiosa ascoltata sui vinile era solo un prodotto discografico, e che quella virago che si muoveva sul palco era troppo, troppo diversa dal mio idolo.

Perciò, cari signori-responsabili-delle-varie-associazioni-per-la-tutela-dei-minori-davanti-alla-televisione-che-mettete-i-bollini-colorati-per-evidenziare-i-programmi-non-adatti-ai-bambini, volevo dirvi che son cresciuta senza tutte queste attenzioni e che qualche paturnia in effetti ce l’ho, ma a volte basta davvero molto molto poco per impressionare una mente candida.

Vedi anche: Paure.


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0 commenti

  1. Anch’io ricordo tutto del rapimento di Moro e oggi ripensavo proprio a quella telefonata e alle immagini della Renault parcheggiata. ..
    Un altro fatto che ricordo tremendo è stato quello di Alfredino nel pozzo e la televisione che ha fatto una delle prime dirette lunghissime.

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    • Sai che ci ripensavo proprio ora… quando ritrovarono Moro avevo 5 anni ma quando morì Alfredo ne avevo 10. Ricordo tutto di quei due giorni, eppure nonostante io fossi sua coetanea non ho una percezione di paura rispetto a quel ricordo, nemmeno angoscia, solo una grande pena. Chissà come mai.

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