Ieri sera ho fatto tardi e son tornata da una strada di campagna che percorro un paio di volte al mese, ma sempre di giorno, perché è stretta e un po’ malmessa e non la faccio volentieri.
Guidare di notte su una strada scarsamente illuminata ha degli evidenti svantaggi, ma anche dei lati affascinanti che ripagano della concentrazione necessaria a tenere alta l’attenzione. Ad esempio, quando i fari della mia auto si stagliano nel buio tutto ciò che vedo sono gli insetti che si spiaccicano contro le luci, e inevitabilmente penso a A bug’s life, il film di animazione, quando la falena vola attratta dallo zampirone elettrico nonostante gli avvertimenti degli altri animali, e risponde “non riesco a fermarmi.. è trooppo beello!”

Ieri sera invece la strada era costellata di lucciole. Quelle vere, quelle che brillano nel buio. Era così magico, dietro la curva ne spuntavano a decine, ma il tempo di guardarle e la luce dei fari le rendeva di nuovo invisibili. Ho ricordato di averle viste solo un’altra volta nella mia vita, una notte d’estate di tanti tanti anni fa, al Gianicolo.
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