Quattordici febbraio

Di quando ci siamo conosciuti ho gia’ raccontato… Ma non ho mai parlato del The Day After.
Ventinove giugno, festa patronale a Roma, vado al mare con un’amica dopo aver dormito tipo due ore. Lui ne aveva dormita mezza ed era al lavoro. Mi tempesta di messaggi, mi dice che gli manco, e’ complice, mi lusinga. Ci diamo appuntamento alla sera.
Tornata dalla spiaggia telefono pero’ alla neosposa, la nostra Cupido, che lo conosce da anni. “Ma chi e’ sto matto??” le chiedo. “Percheeeeeee?” mi fa. “Mi bacia e mi dice che staremo insieme tutta la vita, oggi un diluvio di sms, ma e’ sempre cosi’ entusiasta??” Insomma, come al solito ci andavo con i piedi piombati e volevo vederci chiaro, soprattutto alla luce delle recenti scottature. Lei mi dice che si’, lui e’ uno che sa essere molto eccentrico, ma sentiva che avrei saputo leggere bene tra le righe di quella bizzarria. Decido di fidarmi.

Ci diamo appuntamento in un grande parcheggio near paesello. Sono le 8 e c’e’ ancora tanta luce anche se il sole sta tramontando. Sono fresca di piscina. Il cuore mi batte forte. Ieri sera e’ stato un gioco, ma oggi lo guardero’ negli occhi per la prima volta. Mi chiedo perfino se lo riconoscero’.

Impossibile non riconoscerlo. E’ parcheggiato al centro del piazzale, sportello spalancato e piedi appoggiati sul finestrino aperto, pantaloncini. In un secondo smentisce l’idea che mi ero fatta di lui il giorno precedente, in doppiopetto blu iperclassico. Mi spiazza, e mi intriga.
Non ricordo assolutamente cosa facemmo quella sera, ma il resto e’ stato emozionante giorno dopo giorno. Quello di oggi sara’ il nostro secondo San Valentino insieme. Abbiamo strane ricorrenze: i suoi ultimi quattro compleanni li abbiamo sempre trascorsi insieme, ma abbiamo festeggiato un solo mio compleanno, tre anni fa. I Natali passati insieme sono stati tre, e ora il secondo San Valentino. Quello che amo di lui e’ il suo essere uomo, soprattutto quando non teme di mostrare i suoi lati piu’ fragili. Amo il suo sguardo, la sua voce e la sua risata, amo la sua intelligenza, amo la sua capacita’ di comprendermi e la pazienza che ha con me. Amo i suoi piccoli gesti di attenzione, lo amo quando la mattina va di corsa ma trova il tempo per abbracciarmi stretta sulle note della canzone che passa la radio. Amo i suoi messaggi, amo il fatto che ha sempre ragione lui, amo la musica inascoltabile che gli piace, amo il suo entusiasmarsi per le piccole cose.

Avevamo entrambi il timore, inespresso, che tornare a vivere insieme, definitivamente, dopo una cosi’ lunga separazione avrebbe potuto portarci ad una rapida conclusione. Ma se c’e’ una forza che abbiamo saputo mantenere intatta negli anni e’ proprio quella di parlare senza timori, sapendo che dall’altra parte si trova comprensione e rispetto. E’ questo il nostro dono piu’ grande.


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