Adda passa’ Isaac

Ultima giornata casalinga, si spera, perche’ davvero non ne posso piu’. Isaac sta passando ma lennnnnnnnnto, piove tanto e arrivano raffiche di vento a ondate pazzesche, ma per fortuna niente piu’ di una tempesta tropicale. Che se ci penso anche in Italia, almeno a Roma, viviamo situazioni meteorologiche simili a questa ma li chiamiamo violenti nubifragi. Buffo, no?
Mi fa sorridere perche’ dall’Italia mi avete scritto Speriamo rinfreschi anche qui. Beh qui non e’ rinfrescato proprio per niente, siamo sempre sopra i Caraibi… ieri sera abbiamo messo il naso fuori di casa durante una tregua e sembrava di avere il bocchettone del phon davanti alla bocca. Uno scirocco caldo e soffocante. L’umidita’ e’ alle stelle con tutta quest’acqua. Insomma, davvero nessun sollievo, e credo non ne avremo ancora per qualche mese.

Mi sono svegliata un po’ nervosa, sara’ il tempo e questa elettricità nell’aria, e poi leggo cose sgradevoli che vorrei commentare ma mi trattengo per non fare polemica, anche se come dice Sandra la condivisione dovrebbe permettere di aprire un po’ la testa, ma evidentemente non e’ cosi’ per tutti.
Venerdi’ mi era successa una cosa di cui non ho parlato ma mi ha dato molto da pensare.

In questi giorni leggo molti link sugli effetti della percezione selettiva, di come le cose cambino a seconda dell’ottica con cui le guardiamo o viviamo. Quando desideravo tanto un bimbo ma non riuscivo a restare incinta attorno a me vedevo solo bambini con handicap. Era una cosa pazzesca e destabilizzante, e mi ripetevo di continuo No, se ho questa angoscia non voglio. Come nel periodo felice in cui desideri – perche’ inizia cosi’ eh – e vedi solo pance e carrozzine.

Venerdì eravamo in uno studio medico e ad un certo punto arriva una coppia di genitori anziani che spinge una sedia a rotelle con sopra una bambina con i capelli bianchi. Cioe’, era una donna, sicuramente più grande di me, magra scheletrica poverina, con i capelli completamente bianchi e in bocca un sonaglino di quelli da mordere quando ai neonati fanno male le gengive. Un ossimoro vivente. Indossava un bavaglino e dei sandali con i calzettoni sotto. Mi ha messo un’angoscia pazzesca, e si sono seduti proprio di fronte a me, cioè questa sedia a rotelle era rivolta verso di me, distante due metri scarsi. Non parlava, non si lamentava, non piangeva. Quando sentiva dolore apriva la bocca in una smorfia che le sfigurava il viso, e poi tornava a mordere il suo sonaglio. La madre la accarezzava e le parlava dolcemente in spagnolo, il padre faceva finta di dormire. La solita dinamica uomo-donna che non cambia a seconda delle latitudini.

Ho dovuto andare via, per l’angoscia.
Non ce l’ho fatta, ho preferito uscire da quella stanza.

Perché uno ci pensa sempre che le cose possano andare male, che possa accadere qualcosa durante il parto, anche se preferisci allontanare il pensiero da te, ma l’eventualità c’e’, anche se ti sei fatta una gravidanza fantastica. Ma era troppa realtà tutta insieme per me.

Va be’. Passiamo alle buone notizie va’. Finalmente ho preso il benedetto libro per la patente. Roba che siamo entrati in questo ufficio, chiesto info, mi hanno dato prima un libro in spagnolo completamente stropicciato, no, Lo preferirei in inglese, e me ne passano uno intonso. Nuovo. Posso pure tenermelo, tanto lo so che lo userò solo io 😀 Se volessi fare come My studierei il libro in due giorni e andrei a dare l’esame. Che qui, ça va sans dire, mica devi aspettare un tot e pagare chissà quanto che se ne va via un mucchio di tempo.

E poi finalmente avrò un documento merricano. Forse anche la macchina, se ce la facciamo, chissà.

Il motorino e’ ancora tra noi, anche se ieri lo abbiamo assicurato nel sotto scala, speriamo che l’OCD non si faccia girare le palle, ma il mio timore era che un eventuale uragano/tornado potesse scagliarlo contro qualche macchina o peggio contro la finestra di casa.

Domani si torna alla normalita’.


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17 commenti

  1. Spero che Isaac passi presto, e tu possa uscire 🙂 anche se l'aria tropicale ti si appicca addosso.Sulla condivisione e sull'apertura mentale, sai, l'attività del blog dovrebbe essere soprattutto questo: confrontarsi e condividere in modo costruttivo. Non tutti ci riescono, Lucy, ahimé. Leggere di altri punti di vista, di altri paesaggi mentali è utilissimo, da tutti i punti di vista.Il tuo blog, ad esempio, mi piace proprio per questo. Osservare tutte le nostre sfumature, anche attraverso gli altri.Un abbraccio(sono sconclusionata come sempre, but that's me!)

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  2. “Cado giù dal pero”, temo, e non so a cosa tu faccia riferimento per la condivisione e il desiderio – reale? – di confronto dei blogger, dopo due settimane senza web e quasi due mesi di web in dosi omeopatiche – in recidency si vive, più che legge! – ma il ragionamento di fondo lo condivido. Sul mio blog non mi è ancora capitato di trovarmi davanti a un muro (peggio se di gomma), ma in esperienze precedenti sempre nel web sì e cadono le braccia. La percezione selettiva è facile da spiegare, poi quando ci sei dentro è tutta un'altra storia… hai fatto bene ad uscire, reggere certe scene è durissima e non è obbligatorio, oggi ero al supermercato e c'era un'anziana alla fine dei suoi giorni sulla sedia a rotelle con la badante che faceva la spesa, purtroppo ne ho visti molti e facevo fatica a non pensare agli ultimi giorni di alcune persone care. Mi sento invece di rassicurarti sul parto, in realtà girano storie spaventose e pochi racconti edificanti per il solito vecchio “niente nuove buone nuove”. Vuoi un bel libro con solo racconti di parto positivi ed energizzanti? “La gioia del parto” di Ina May Guskin. Di questo libro ho apprezzato la carica. Il parto è fatica, ma è anche gioia profonda, e salvo casi rassimi alla fine va tutto bene, soprattutto se la mamma si lascia trasportare dalle onde… (((Lucy e pancia)))

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  3. Bella Ci', grazie per questo consiglio, lo cerchero'. In realta' mi riferivo ai pericoli perinatali.. come era evidente nel caso di questa donna disabile. Pero' lo leggero', i pensieri positivi aiutano sempre. Grazie e bentornata!

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  4. Tirata in ballo, ballo. (Ah mi fa piacere eh sì sì sì). Sulla percezione selettiva, che non sapevo si chiamasse così Dio mio avviene sempre di essere circondati da ciò che giammai vorresti vedere. Effetto calamita ecco e a volte c'è solo la fuga. Ma senti lì ovunque vai c'è l'aria condizionata modello aeroporto?baci

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  5. Scrivi > Domani si torna alla normalita'. Quanto è rassicurante la normalità [a seconda dei casi, concludere la frase con . (punto) ! (punto esclamativo) ? (punto interrogativo) … (puntini sospensivi)]. Stasera parlavano di Isaac alla radio e mi è venuto da sorridere…ovviamente mi auguro che passi e via, senza danni ma mi sono scoperta a sorridere pensando che “qui” “noi” (il blog, tu con noi) già eravamo sul tema ^_^ E penso che tu abbia fatto bene ad uscire da quella stanza.

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  6. anche io ho avuto momenti in cui avevo tanta “paura” di un figlio nato disabile o con malattie genetiche strane, poi proprio il percorso dell'adozione mi ha fatta “camminare” (diciamo cosi') e sono giunta alla consapevolezza che anche il bambino nato perfetto puo' subire “qualcosa di brutto” in vita… purtroppo e' cosi', e la realta', e come questo non diminuirebbe il mio “amore” verso di lui cosi' non deve diminuirlo lo status in cui nascepoi qui in america e' pieno di persone in qualche modo “diversamente abili” ma che sono modelli di vita :-)nel caso in cui ti sei imbattuta tu in particolare mi fanno “tristezza” i genitori, che hanno “accessoriato” la figlia in modo poco consono alla sua eta'[ma ovviamente non sta a me giudicare]

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  7. Anche a me succede spesso di distogliere lo sguardo di fronte a certe cose. E dopo mi sento un po' vigliacca.Ma cambiamo discorso: per quanto riguarda il parto io ho avuto una buonissima esperienza qui in America: molto, molto professionali, gentili e disponibili. L'unico problema l'abbiamo avuto con la receptionist che pretendeva aspettassi in fila con le altre. Aveva torto marcio, perché avevo rotto le acque e il pupo era podalico (scoperto il giorno prima, per puro culo), per cui avevo ogni diritto di passare avanti, fra rischio di prolasso del cordone ombelicale e sala operatoria da allertare. In Italia con una tipa del genere ci sarebbe stato da prendersi per i capelli, ma in America e' bastato dire la parolina magica: non please, ma lawsuit. Magari ricorda a My di tenerlo a mente per ogni evenienza 😉

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  8. Quando aspettavo mio figlio l'idea del parto mi terrorizzava, non l'idea del possibile dolore (che poi qui ti medicano da paura quindi non senti nulla), era l'idea che in qualche modo questo bambino dovesse uscire fuori da me. L'idea di leggere storie di parti felici e' ottima, quando sei incinta e parli con qualcuno sembra che godano a raccontare solo storie di parti da film dell'orrore!L'esame per la patente e' facilissimo per noi che abbiamo imparato a guidare in Italia. Ti conviene togliertelo di mezzo prima possibile, anche perche' qui la patente viene usata come documento d'identita'.

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