mother and daughter in kitchen

Mamme latino americane, a Miami

Ho conosciuto questa mamma al piccolo parco del quartiere. Con la pandemia abbiamo intrapreso delle routine diverse, dal momento che il doposcuola non e’ piu’ erogato, e non e’ possibile tenere la bambina a casa senza alcuna attivita’ all’aria aperta.

Mi scuso con i lettori italiani per quello che sto scrivendo. So che per voi il momento e’ pessimo e che i vostri figli sono reclusi in casa da un anno. Qui abbiamo, per fortuna, una situazione decisamente piu’ rilassata.

Questa donna, centroamericana, mi ha raccontato delle cose davvero interessanti sulle peripezie della sua vita e su come e’ finita a vivere a Miami. Questa donna, come molte di quelle che arrivano qui da sole, e’ in un certo senso speciale. Oltre ad avere un pelo sullo stomaco alto cosi’, e’ anche l’unica che nonostante non parli inglese si ferma a parlare con me. E’ rarissimo trovare una donna latina che non si faccia intimidire dal fatto di dover fare un po’ fatica a capirmi in spagnolo. Siamo diverse mamme ad incontrarci li’ al parco, per dire ce n’e’ una che nemmeno mi guarda in faccia quando parla, si rivolge solo alle altre e fa come se io non esistessi. Non una esperienza divertente ma in questi quasi-10-anni di vita a Miami mi e’ capitato spessissimo e ormai non ci faccio quasi piu’ caso.

Abitudini latino-americane

Insomma, mi racconta che le sue bambine, coetanee della mia, vanno a letto alle 8 la sera e che si svegliano alle 6 del mattino. Per farvi capire, la nostra routine e’ spostata di un’ora e mezza rispettivamente, 9.30 e 7.30, e nemmeno cosi’ rigida. Lei invece e’ piuttosto ferma su tutte le sue abitudini, e questo nonostante le sue bimbe frequentino le lezioni solo online. Al termine della scuola, alle 3 del pomeriggio, fanno un piccolo break con la merenda, e poi alle 5.15 precise le porta al parco a giocare, fino alle 7.

So che di solito lo stereotipo delle mamme americane e’ quello di donne con orari piuttosto rigidi e grandi ambizioni per i figli. Ecco, questa mamma latina non fa differenza. E non credo sia dovuto al fatto che viva qui da 10 anni anche lei, essendo rimasta saldamente ancorata alla sua cultura, a cominciare dalla lingua. Ad esempio, e’ molto esigente con le sue figlie e ci tiene che abbiano tutti voti alti da entrare nel Principal’s honor roll.
C’e’ spesso questo fraintendimento, per cui gli ispanici sono come gli spagnoli, di Spagna intendo, che in fondo ci assomigliano. E invece no. Vivendo all’estero si scoprono tante cose, a cominciare dal fatto che alcuni aspetti della cultura del centro America (lei e’ guatemalteca) siano assolutamente identici a quelli del Nord America.

E quindi le chiedo incuriosita, Scusa tornate a casa alle 7 dal parco e vanno a letto alle 8 appena dopo aver mangiato? Io faccio fatica a mettere a letto mia figlia con la cena sullo stomaco! “Beh, mi dice lei, la sera non cucino. Le bambine mangiano latte e cereali, oppure pane e nutella, ma niente di cucinato”. E anche a pranzo, lei non cucina ogni giorno: prepara ad esempio un pasto il lunedi’, e per un paio di giorni la famiglia va avanti a mangiare gli avanzi. Essendo la pausa pranzo scolastica piuttosto presto, tra 11.30 e le 12, le bambine alle 3 hanno fame, quindi mangiano ancora un po’ dal pasto principale.

Mi torna cosi’ in mente un bel post che ho letto qualche giorno fa di una italiana all’estero, non ricordo di chi, che diceva Ecco, alla fine mi e’ successa questa cosa terribile: non ho mangiato per il gusto di mangiare, ma ho mangiato per nutrirmi, per riempire lo stomaco.

Noi italiani siamo piuttosto fermi sulle nostre abitudini, si cucina mattina e sera e si varia l’alimentazione. E sappiamo sicuramente mangiare meglio e piu’ variato. Ma ecco, da quando sono qui questa cosa dei pasti a base di cereali la sento cosi’ spesso da non esserne nemmeno piu’ tanto colpita, e sempre piu’ lo sento da donne latine, lavoratrici o meno, ed escludo possa essere una questione economica. A questo punto mi chiedo, ma capita anche a voi di sentire di persone che mangiano una volta al giorno?

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6 commenti

  1. Quando lavoravo, tornavo a casa la sera molto tardi e la mia cena era proprio latte e cereali, ed ero più magra. Mangiare la sera mi frega. Ora sono a casa e la sera preparo sempre primo, secondo è spesso contorno, i miei uomini hanno fame, se gli presento latte e cereali me lo tirano in testa.

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  2. Mio marito salta il pranzo talvolta per una sorta di dieta astrusa, quando è in ufficio. Pane e nutella mi pare proprio sbagliato pieno di zuccheri. Credo proprio che la nostra cultura del cibo sia unica, è buffo ma il pensiero dei pasti è abbastanza dominante, anche per una come me che ha iniziato a cucinare tardi. Piatti sani, equilibrati e gustosi e magari senza spendere un piccolo capitale. Rispondere a tutte queste esigenze non è facilissimo (figuriamoci ora, che il discorso spesa è ancora fortemente condizionato), certo con latte e cereali te la sfanghi però insomma, come consuetudine anche no. Va detto però che quando sono a casa da sola allora sì, a pranzo magari uno yogurt o avanzi, ma si tratta mediamente di 8 giorni al mese, un po’ di più ultimamente con lo smart working. Comunque noi abituati a mangiare fuori parecchio, attualmente non hai idea di quanto mi sia ingegnata per fare sempre qualcosa di meglio, che potesse emotivamente sostituire il ristorante, tipo usare il servizio bello, mangiare in sala, il dolce fisso la domenica. Na fatica.

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  3. Io come le altre italiane, due pasti al giorno e non si transige. Vado in ansia al solo pensiero (anche perché mi piace mangiare) ma il peso ne risente, specie in quest’ultimo anno di chiusura forzata (ho messo su 5 kg, ehm…) Qui i locali sono più vicini agli spagnoli e fanno orari assurdi: mangiano verso le 22 (alle 21 sento che fanno il fritto di cipolla), vanno a letto alle 1-2, si svegliano (chi può) alle 9 e pranzano tra le 14 e le 15. Pre-pandemia non era raro che dessero appuntamenti di lavoro alle 12, orario che per me sancisce l’inizio della tregua di mezza giornata.

    Chi non può permettersi due pasti fa merenda verso le 5 con mate e facturas (brioches) oppure pane e marmellata o dulce de leche. Per motivi logistici, si può invertire l’abitudine: a pranzo un tramezzino veloce (o meglio, 2-3 empanadas) e poi alla sera la cena vera e propria. Credo che a fare due pasti seduti al tavolo siano solo una minoranza.

    Mio marito è un altro che mangia solo se ha fame e io mangio da sola, spesso in piedi in cucina. In pratica, preparo un piatto di pasta per me giusto per scongiurare che mi venga fame dopo. Per lui non è raro però smangiucchiare alle 22 o anche di notte se si sveglia. Se lascio avanzi in frigo lui se li spazzola sicuramente.

    Da quando siamo in città siamo molto più sballati con gli orari perché ci sono tante cose da fare e posti dove andare, per cui… corri di qui, corri di lì, spesso mangiamo un paio di fette di pizza in giro per pranzo, oppure rincasiamo alle 14 e ci mettiamo a cucinare qualcosa. Adesso mangio tra le 13 e le 14 (anche se a volte mi è capitato di mangiare verso le 15) e ceno tra le 20 e 21. Ma mi ci sono voluti vari anni per abbandonare il dogma della tavola alle 12:30 -19:30.

    Per noi il cibo è una religione, invece all’estero lo vedono come una necessità e al più un’occasione di socialità: quando si esce a mangiare non è per il cibo ma per la compagnia, infatti tutti i posti cucinano le stesse robe (pasta ripiena, carne).

    Ho visto solo donne straniere essere così rigide come la tua amica guatemalteca. La mia amica canadese alle 6 fa cenare la bambina e alle 8-9 la mette a dormire. Comunque, impara lo spagnolo perché ti apre molte porte (so che sembra assurdo). Se io fossi venuta in USA conoscendo lo spagnolo, probabilmente non me ne sarei andata e mi sarei sentita un po’ più a mio agio!

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    • Ecco, pensavo proprio a te e mi chiedevo come fosse li’, grazie Isa per il tuo commento!!
      Ahem io “parlo” spagnolo. Mi arrangio molto, ma lo parlicchio. Questa donna non parla inglese, come tante qui, e il mio spagnolo messo male e’ l’unico mezzo che abbiamo per comunicare. Spero di migliorarlo, ma facendo pratica con questa donna mi rendo conto che sto iniziando a pensare in spagnolo, cosa che mai avrei immaginato potesse accadermi. Inoltre ho portato mia figlia da un medico e li’ nessuno parla inglese, quindi anche li’ sono costretta a sfoderare le mie conoscenze malmesse 🙂

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