Mammitudini: differenze tra mamme italiane e mamme americane

Ieri da ikea sono rimasta un po’ sconvolta da un paio di cose che oggi ritrovo anche sul blog di Dalia, anche se per argomento diverso.

Angolo bimbi. Quel punto in cui ci sono 3-4 giochi per far divertire i monelli e che i genitori poi acquisteranno. Nella fattispecie c’era uno scivolo – che non mi pare sia in vendita, no – la tenda a forma di castello e il tunnel verde per giocare a fare il bruco. O il marines, dipende dall’indole, no?

Una bimba quattrenne si impossessa del tunnel verde e se lo infila a mo’ di vestitino. Me ne accorgo perche’ vedo sto tubo che si muove e che assomiglia tanto a dei gonfiabili pubblicitari che si vedono qui, alimentati ad aria. E’ in piedi, cieca, accanto alla base dello scivolo. Metto una mano davanti alla faccia sicura che tempo zero cade all’indietro e si sfrantuma la testa, e invece no. Mi verrebbe da intervenire, ma lo Chef mi dice che la madre e’ seduta alle sue spalle; l’esatta collocazione pero’ e’ Seduta in un angolo alle spalle della figlia, ma non puo’ vederla perche’ c’e’ un grande espositore davanti. La mamma e’ seduta su uno sgabellino con l’agenda aperta sulle ginocchia e parla al telefono sistemando i suoi appuntamenti.

La monella non cade, si stufa del gioco e se lo toglie.

Poco dopo li riincontriamo al ristorante, c’e’ anche un fratello maggiore bellissimo (apro parentesi, tanto lo so che ormai pensate che sono razzista e lo dico uguale. In Florida ci sono due Ikea, uno qui vicino e uno a Tampa. Abituata ai colori latini di Miami dico a Chef: Oh ma com’e’ che qua sono tutti biondi?? Si chiamano anglosassoni, mi risponde beffardo). La mamma prende da bere, non so se per farla giocare o per farla sentire utile mette del ghiaccio in un tovagliolino e lo da’ alla monella. Lei cammina fiera con sto pacchettino tra le dita ma in un niente il fazzolettino si bagna e si rompe, e il ghiaccio cade a terra. Lei resta paralizzata. Una inserviente si materializza dal nulla a raccogliere il ghiaccio, e mentre madre e fratello si allontanano verso il tavolo la monella resta li’ con questa signora che le da’ un guanto di lattice nel quale mette altro ghiaccio e glielo rende. La monella si guarda intorno e cerca la sua famiglia, poi li raggiunge.

Arrivano padre e figlia, latinos. Lei, boh, sette anni?, indossa delle infradito nere con un po’ di zeppa, Inadueguate per una bambina, e pure larghe. Il padre la molla li’ e lei dalla sua nanitudine allunga il bicchiere di vetro verso il dispenser delle bibite per prendere da bere. Penso: Mo’ s’addobba (come si dice a Miami di quando uno inciampa e cade). Niente, non solo non si addobba ma va via correndo. Con le sue zeppe troppo lente.

Ora, che io sia come tutte le mamme italiane mi pare evidente. Quando hai quel pensiero li’ che ti passa per la testa e prevedi il futuro anche se non sei chiromante – ne’ psicologa ah ah ah – e dici Ecco ora cade dallo scivolo – e un secondo dopo cade. E piange. E tu ti abbracci il nipote/l’alunno/il figlio dicendogli Amore, non e’ nulla, ma bisogna stare attenti. Qualcuna invece gli da’ pure il resto, sempre come si dice a Miami, ma questa e’ un’altra storia.

E poi mamma latina con amica e bimbetta di sei mesi. Mentre mangiano la mamma prende la cucciola in braccio e lei inizia a cercare le posate e i tovaglioli, come fanno tutti i bimbi. La mamma scansa solo le posate e continua a parlare con l’amica. Nanettina prende un tovagliolo e lo mette in bocca. Ora si sfibra e le restano tutti i pezzettini di carta in bocca. Niente, la madre non fa una piega, l’amica nemmeno, e la bimba si’, probabilmente avra’ avuto la bocca piena di carta.

Riccione, 1973. Una signora si avvicina a mia madre urlando Signoooraaa!!! Sua figlia sta mangiando la sabbia!!! E lei, serafica: E quando le fa schifo la sputa.
N.b.: ho una orrenda cicatrice sul ginocchio sempre per questo atteggiamento Eeeeeee e che fa.

Io ammiro questi bimbi cosi’ autosufficienti, e poco rumorosi, ed educati, cosi’ diversi dai bambini italiani. Io vorrei che anche bimba fosse cosi’, e onestamente io stessa vorrei essere come la madre di Jeremy, ma non perche’ quello che dico e’ legge, ma perche’ e’ meno faticoso per tutti, e il rapporto non viene inquinato da quei braccio di ferro allucinanti che creano tensione.

Qui la cultura e’ diversa.

I., venezuelana, ha recuperato il figlio a scuola, gli ha preparato un peanut butter jelly sandwich alle 7 di sera e poi lo ha messo a nanna: suo figlio seienne si e’ lavato i denti ed e’ andato in camera sua a vedersi Nemo o non mi ricordo che altro cartone. Secondo me il bisogno di fare tutto alla perfezione e’ solamente italiano e scommetto che un sacco di voi, come me del resto, avranno pensato Sandwich per cena??? Niente gioco??? Niente coccole col papa’???

Quindi dico a Chef, ma sai che tempo fa avevo trovato un documento e ci avevo fatto un post. Era l’otto marzo e forse ero incinta da venti ore, chissa’, ma quella tabella mi aveva davvero fatto riflettere, e tutto questo al di la’ del fatto che ci sara’ sempre qualcuno a criticare i nostri metodi educativi.

Riporto quello che avevo scritto in un altro post di un blog poi cancellato, perche’ io voglio provarci ad essere una mamma che responsabilizza e che da’ dei piccoli incarichi, anche se la mia testa di mamma italiana mi dice che a quattro anni non puoi saper rifare il letto. E lo so che state pensando Ne riparliamo tra qualche anno, ma, bimba, proviamoci, ok?

Spesso le mamme mi chiedono come possono favorire l’indipendenza dei loro figli. Mi raccontano di bambini di 7-8 anni, a volte gia’ alle scuole medie, intimoriti e frenati sia nelle relazioni con i loro coetanei sia in quelle con gli adulti; figli che non prendono iniziative, che non hanno fiducia in loro stessi, che durante lo studio pomeridiano cercano la vicinanza della mamma, che non tollerano le frustrazioni.
Di solito bastano un paio di domande per capire che la situazione e’ ben piu’ ampia di quanto descritto dai genitori. Quando chiedo “Ma suo figlio si veste da solo? Si lava da solo? Dorme da solo?” La maggior parte delle risposte e’ “no”.

I bambini hanno bisogno di sperimentare. Sperimentare in prima persona vuol dire correre il rischio di sbagliare, ma anche sentirsi fieri per avercela fatta con le proprie forze. L’autostima e’ un circolo virtuoso che si rinforza da sola, perche’ un bambino che si sente competente e premiato per la sua audacia e’ un bambino che cerchera’ di ritrovare quella sensazione di successo e di soddisfazione di se’.

La nostra cultura e’ molto protettiva con i piccoli. Difficilmente permettiamo ai nostri figli di partecipare alle attivita’ di casa, soprattutto ai maschietti. Ma se guardate attentamente la tabella in immagine, vedrete che in altre culture dare dei piccoli incarichi ai cuccioli di casa li aiuta sia a responsabilizzarsi nella gestione dell’ordine e della casa, sia a farli sentire competenti e partecipi.

Si’, poi tornero’ sulla questione maschile.


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0 commenti

  1. Interessanti riflessioni, Lucy. Da quello che avevo letto, tuttavia, qui negli USA si invidia molto le famiglie europee (francesi, in particolare) per la loro capacità di insegnare ai bambini ad essere autonomi ed indipendenti. Il modello americano è invece criticato, perché i genitori sembrano diventare “appendici” dei figli… Secondo me – soprattutto qui negli USA, paese che ospita milioni di immigrati con le loro tradizioni, anche famigliari – credo dipenda molto dalle singole famiglie (per es. ricordi il modello Amy Chua, l'autrice di “Battle Hymn of the Tiger Mother”?). Ti consiglio questo articolo: http://online.wsj.com/article/SB10001424052970204740904577196931457473816.html

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  2. “within a few minutes she was spilling salt shakers and tearing apart sugar packets. Then she demanded to be sprung from her high chair so she could dash around the restaurant and bolt dangerously toward the docks. We left enormous, apologetic tips to compensate for the arc of torn napkins and calamari around our table.”Insomma dici che e' sempre la storia che l'erba del vicino e' piu' verde?? 😀

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  3. bellissimo post e interessante anche l'articolo sui genitori francesi!! “For me, the evenings are for the parents,” one Parisian mother told me. “My daughter can be with us if she wants, but it's adult time.” French parents want their kids to be stimulated, but not all the time. While some American toddlers are getting Mandarin tutors and preliteracy training, French kids are—by design—toddling around by themselves. (..) Rather than snacking all day like American children, they mostly have to wait until mealtime to eat. “Authority is one of the most impressive parts of French parenting—and perhaps the toughest one to master. Many French parents I meet have an easy, calm authority with their children that I can only envy. Their kids actually listen to them. French children aren't constantly dashing off, talking back, or engaging in prolonged negotiations.”Abbiamo da imparare anche dai francesi, a quanto pare…Comunque io ricordo bambini americani parecchio abbandonati a se stessi, che magnano porcate senza sosta, e che si rimbambiscono continuamente davanti a monitor di tutti i tipi… Una giusta via di mezzo tra autonomia e abbandono penso sia ottimale !

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  4. mi è venuta in mente una lettura per me molto illuminante sul tema dell'autorità genitoriale e anche dell'indipendenza, http://www.roberto-albani-pediatra.it/content/si-fa-come-dico-ioNel libro Albani sosteneva che le madri italiane stressano i figli per mille sciocchezze: quanto mangiare, quanto coprirsi, la maglietta della salute, tutte cose su cui dovrebbero lasciare autonomia al nano, invece sono in balia del nano su molte cose fondamentali: a che ora si dorme, cinture di sicurezza, ecc.

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  5. Secondo me un po' sì. Però la comparazione è anche uno stimolo alla presa di coscienza e alla relativizzazione delle nostre abitudini. Quindi, ben venga! “This [American parenting] problem has been painstakingly diagnosed, critiqued and named: overparenting, hyperparenting, helicopter parenting, and my personal favorite, the kindergarchy.” :DHo l'impressione che il modello italiano sia un po' più vicino all'overparenting che all'insegnamento all'indipendenza.

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  6. io ho fasi alterne di mammachioccia a mammachelasciacorrere. Sull'episodio da te citato con la sabbia, ne ho uno simile per i miei due: 1.con Princi e George da decathlon al campo di beach volley a pacioccare con la sabbia. “signora scusi, il bimbo sta mangiando la sabbia!”-“sì, lo so, la assaggia tutta e poi decide con quale fare la torta.” 2. Con la princi duenne nel passeggino da Mediaworld.per farla star brava le mollo uno di quei volantini giganti promozionali.Tra le corsie mi si avvicina un signore e mi fa:”scusi, guardi che la bambina sta mangiando il volantino.” e io:”sì, ma tanto l'ha già letto!”P.s. Non mi sono mai schifata di niente, non sono mai stata ossessionata dal lavare le mani, i piedi, giocare col fango. Hanno fatto, e fanno, schifezze indicibili. Ma non hanno mai avuto dermatiti, allergie, niente 🙂

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  7. Beh si' pero' molte volte sono anche stereotipi eh. Come dire, i bambini napoletani magnano bomboloni sulla spiaggia, ma non generalizzerei con “tutti”. L'articolo che Gianluca ci ha suggerito dice anche cose che io ho visto fare qui… per carita', ho ancora poca esperienza, avro' capato il meglio?

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  8. Questo credo sia uno dei temi più difficili per me, una vera battaglia interiore ed esteriore. Quando ne avrò il coraggio ne scriverò, ho materiale per un romanzo … Io sono un'iper-indipendente per necessita, chiedere aiuto a mia madre avrebbe comportato ramanzine per l'eternità, e non e' stato un bel crescere. Per mio figlio volevo esserci ma non così tanto, lui e' stato subito un bambino complicato e io sono andata in tilt. Certo lo stile overparenting ce l'ho nel sangue ma lo spingo anche tanto verso i suoi limiti … ma lui ne trova sempre di nuovi per tenersi lontano dal mondo. Seguirò un po' le letture che citi, magari mi illumini. Scusa lo sfogo, hai detto cose che mi toccano nervi molto scoperti.

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  9. Hai letto bene! Non hai idea quante madri partano senza cinture “perché ho fretta e non ho tempo di discutere mezz'ora” (ogni anni ci restano secchi così vari bimbi per banali incidenti) o quanti a 2o 3 anni decidano loro cosa si mettono la mattina (per me assurdo!) o cosa si compra, o cosa si mangia, o quanta TV si guarda…

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  10. ne conosco a pacchi anche io, di mamme che perdono ore a scegliere un prosciuttino senza fosfati che sia magro che sia bio che sia sano, e poi non allacciano le cinture del bambino (“perchè tanto facciamo poca strada/perchè non la vuole”) o, peggiomesento, lo fanno stare DAVANTI. “perchè gli piace!” O___o

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  11. Porto anche io il mio piccolo contributo. Ho conosciuto sufficientemente solo due famiglie americane, e ti racconto di loro. Certo, non fanno statistica. Comunque, la prima (due genitori phd students, origini israeliane) aveva una figlia di sei mesi – con tata e telcamere in ogni angolo della casa a verificare che effettivamente se ne prendesse cura al meglio. La seconda (mormoni, tre figli) viveva nell'indifferenza più totale rispetto ai bambini. Seduti su tre seggioloni con patatine fritte, davanti alla tv. La più piccola aveva come giochino il pc della madre (otto mesi, forse). Certo, i genitori potevano vivere la loro vita praticamente indisturbati.Nessuna pretesa di estrapolare insegnamenti o conclusioni, solo una nota di colore.Secondo pensiero: un po' la vita e la genitorialità te le imposti, un po' pari i colpi della sorte come meglio riesci. Certo che mia mamma può raccontare di quanto poco fosse apprensiva nei nostri confronti: parlavo a dieci mesi, camminavo a undici. Io mammachioccia ci sono diventata, credo, anche perché il mio, di cucciolo, è stato ospedalizzato dai sei ai sedici (mesi).Riflessione complessa, ma interessante, come sempre. Mi piace un sacco il tuo modo di proporre gli argomenti 🙂

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  12. Condivido le tue ultime riflessioni.Ho sempre pensato che meglio fare male ma fare, che non fare finchè non si fa alla perfezione.PdC ha cominciato presto a fare tante cose da solo, e pace se sporcava, sbagliava, faceva disastro.Come tutti ha imparato solo con l'esperienza, e sperimentare è un'opportunità di cui i figli hanno bisogno.Sono particolarmente insistente su questo tema (a volte anche troppo) ma l'indipendenza non ha prezzo.E funziona, PdC fa molte cose da solo, compresa la lavatrice quando torna da rugby. Ed ha 10 anni. Proud of him….

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  13. belle riflessioni.io sono in continuo bilico tra l'essere apprensiva anche se poco, la voglia di crescere figli indipendenti e la paura di sbagliare.la cosa ideale e l'equilibrio ma ancora non ho trovato la mia ricetta, ci sto lavorando

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  14. Sto ragionando da giorni proprio su questo aspetto, su quanto i miei figli siano indipendenti e autonomi e su quanto io li spinga ad esserlo, anche perché mi capita di entrare in contatto con delle persone che al loro figlio non fanno fare niente o quasi per paura che si sporchi o sporchi in giro se mangia, non correre o saltare dentro casa perché altrimenti disturba i vicini. I miei per la loro età sono abbastanza autonomi nelle cose basilari: dormono e si addormentano da soli, mangiano da soli e vanno in bagno a soli, il grande aiuta anche un po' nel senso che se c'è a mettere a posto lui aiuta. Mi capita spesso che mi dicano questa frase “e ma tuoi mangiano” quando consiglio l'autosvezzamento e l'autonomia a tavola, però chi risponde così ha un figlio che a 2 anni e mezzo non mangia da solo perché altrimenti si sporca! Io faccio fare di tutto a loro, ovviamente controllando che non ci siano pericoli evidenti, vedi Caia che si sporge dal terrazzino, e sono del parere che se non diamo loro fiducia e non li sproniamo a fare le cose loro ovviamente si culleranno sugli allori e difficilmente prenderanno l'iniziativa. Io poi ne ho due che sono l'uno l'opposto dell'altra, lei molto indipendente e con una forte spinta all'autonomia, lui attaccato alle gonnelle che non ti dico, però penso anche che se non ci lavori tu difficilmente ti troverai un bimbo autonomo e in grado di cavarsela da solo.

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  15. Assolutamente d'accordo: ehhh, non e' mica facile trovare l'equilibrio giusto!Io pero', il toast, a volte glielo rifilo davvero. Dici che mi sto “esterizzando” troppo?In effetti, ammetto di essere un po' cambiata dall'inizio ad ora…. Da ansia totale a ansia parziale. E comunque il principio del lasciar loro fare le proprie esperienze l'ho sempre seguito. Ad eccezione di quando si rischia di farsi parecchio male: li' sono una roccia.

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  16. Ammetto che nelle prime cinque righe del post mi è venuto in mente quel box infernale pieno di palline colorate dove infilano i bambini piú sifigati che nel giro di pochi secondi si perdono in questo sferico mare magnum made in Sweden! Secondo un comico di Zelig era un modo dell'Ikea per sequestrare ignari fanciulli, restituendo poi ai malcapitati parenti un piccolo svedese “biondo e alto uguale”. Tornando ai modelli pedagocici credo che il loro offra vantaggi nel breve periodo, rispetto al nostro, generando dei piccoli uomini efficienti ed autonomi fin dalla tenera età. Ma nel mio provincialissimo modo di vedere le cose ritengo sia una scelta egoistica, almeno nei confronti del bambino, che in quanto tale ha bisogno di tutte le coccole e le attenzioni del mondo, almeno nella fase pre-puberale. In caso contrario si finirebbe col far vivere un'esistenza piena di inutili tensioni ad un esserino che quegli anni lí ha il sacrosanto diritto di goderseli, senza tutte le imposizioni e i target che farà di sicuro in tempo a sciropparsi in età adulta. Col rischio, nel lungo periodo, di crescere una persona anaffettiva ed infelice, che vive la propria vita quasi come fosse una condanna ai lavori forzati. Forse saró cresciuto da viziatissimo ed apprensivizzante figlio unico di una famiglia media italiana e proprio per l'amore (soprattutto quello in eccesso) ricevuto da mamma e papà non riesco ad individuare un sistema educativo migliore del loro. Penso, forse sbagliando, che l'educazione di un figlio non debba essere intesa come l'addestramento di un animale da esposizione ma, al contrario, rappresenti una naturale estensione di quel rapporto simbiotico che ci lega alla nostra piú bella creazione. I nostri piccoli italiani saranno anche viziatelli e non andranno a letto la sera senza le coccole di papà o una cena luculiana preparata dalla mamma, ma arrivati ad un certo step evolutivo metteranno in fila francesi, inglesi e americani. Amiamo e sentiamo diversamente noi italiani, con una forza propulsiva che ci fa guadagnare almeno due secondi al giro rispetto a tutti gli altri partecipanti, in quella strana corsa chiamata vita.

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  17. Mentre leggevo pensavo che stessi criticando il comportamento della mamma, invece poi proseguito era il contrario.Mi stavo arrabbiando perche io mi rivedo abbastanza in quella mamma, quando sono con mio figlio io lo lascio giocare molto liberamente. Tutti intorno (che nessuno si fa i cazzi suoi) mi dicono “oddio ma sbatte la testa” “oddio ma cade”.Sa salire e scendere dal letto da solo e prende benissimo le misure con lo spazio senza accopparsi. E questo non perchè è più intelligente degli altri, ma perchè l'ho lasciato fare (a inizio gattonamento qualche colpo di testa l'ha dato).Insomma i bambini possono sviluppare grosse competenze se noi glielo permettiamo.Poi ognuno ha i suoi pregi e i difetti, io sono molto tranquilla per queste cose poi con due linee di febbre divento ipocondriaca!

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  18. Dunque, il mio nanetto per il momento dimostra chiare tendenze anarchiche, per cui un pochino lo devo limitare per forza (per esempio penso sia giusto a 14 mesi che cominci a capire che l'adulto sono io e sono io che decido quando si esce ecc, che ogni volta metterlo nel passeggino e' una lotta). Pero' se siamo al parco, per es, cerco di assecondarlo nei giochi che preferisce, all'ora della pappa lo imbocco ancora io ma metto la ciotola in mezzo con un cucchiaio anche per lui, così un po' lo imbocco io un po' prova da sola. Sono d'accordo che vadano educati all'indipendenza, il mio problema e' che il mio vorrebbe già fare e decidere tutto da solo, e data l'età non mi sembra una grande idea :-/Per il resto non credo tantissimo nelle generalizzazioni, in quanto figlia di una mamma tedesca molto lontana dagli stereotipi nordici (pero' anche lei ci faceva mangiare la sabbia e era/e' intransigente sulle cinture. Cose che ho tutta l'intenzione di copiare).Quello che a me e al tacchino dispiace constatare a DC e' che non si vedono mai ragazzini in giro da soli se non nell'ambito di qualche attività organizzata. Forse più che di un modello americano parlerei di un modello grandi città, ma per noi che veniamo dalla provincia e' una cosa difficilissima da accettare. Anche per questo speriamo in futuro di trasferirci in un posto in cui nano abbia più libertà di movimento.Invece e' assolutamente vero che gli americani hanno la fissazione di riempire TUTTO il tempo dei nani con attività varie. Sono bambini, santo cielo, ogni tanto fateli giocare così, per il gusto di farlo!

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  19. eccome!!! mamma di un maschietto..e non uno a caso ma.. il CICCIO! e sai che sono in attesa di un altro maschietto..ebbene Ciccio dorme da solo in camera sua dalla veneranda età di 9 mesi ..quando smisi di allattare ( denti fanno male!). lui ha iniziato subito ad un anno ad andare al nido e poi all'asilo e ora scuola primaria.. e questi passaggi secondo me l'hanno aiutato un sacco a elaborare le sue frustrazioni, ad essere indipendente e a relazionarsi con gli altri. anche se ha un caratterino un po' permalosetto- vendicativo ma quella è genetica tutto sua madre!! a casa si veste da solo, si lava da solo da circa 1 anno poi entro a controllare che sia effettivamente lavato, si spazza i denti con il gendarme (IO) per paura che non abbia afferrato il come si fa..dorme da solo ad esclusione di quando papino fa il turno di notte. non ho mai avuto problemi con lui..anzi ogni tanto mi fa paura si auto castiga.. ti arriva piangendo e dice “io la wii non la uso più per 2 settimane perchè..” e spiega cosa ha fato che non va. ecco in questo caso..mi fa un po' paura.ogni tanto viene preso dalla compassione e mi aiuta a spolverare o sistemare la sua stanza .. mi aiuta a far la spesa e a sistemarla.. ha mangiato sabbia la prima volta che siamo andati al mare.. ha assaggiato il mare.. e pure la neve qunado andiamo a sciare. ha le sue ciccatrici di guerra (cadute) e di Amore (le sue amichette)..quest'anno è andato al campo estivo della parrocchia e si è divertito un sacco..l'abnno scorso ha fatto un campo estivo in un luogodove non conosceva nessuno eppure si è divertito coem una Pasqua..poi quandoti vede arrivare dopo una giornata ti salta al collo ma è CICCIO!

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  20. Si, eh? In effetti la storia ci insegna proprio questo O_oStavolta non mi trovi d'accordo, ma sono punti di vista, e' chiaro. Quello che posso dire con assoluta certezza, da psicologa, e' che nessuna situazione e' cristallizzata dall'infanzia e resta uguale fino all'eta' adulta. Genitori e figli cambiano insieme, crescono insieme, e nessuno ha parlato di animali ammaestrati. E ricordiamo che quella anglosassone (ma tutta quella nordeuropea, in generale) e' una cultura in cui i figli a 18 anni vanno via di casa e sono indipendenti. Da noi – e al di la' delle crisi economiche, e' proprio cultura – stanno a casa fino a 30. E i cinquantenni sono “ragazzi”. Qualcosa vorra' pur dire.

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  21. Brava Ele, hai capito perfettamente. Le frasi in corsivo erano i miei pensieri ansiogeni, e lui mi ripeteva Ma non si fara' nulla. E infatti non si e' fatta nulla. Devo imparare da lui 🙂

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  22. scusami, non leggo tutti i commenti perche' sono tanti e sarebbe bello poter avere il tempo di leggerli tutti, sighcmq, ho la tua stessa identica impressione sulla differenza tra mamma italiana e mamma americana.. e di conseguenza sui bambini italiani vs bambini americaniio qui cerco di fare del mio meglio, ogni tanto il marito mi prende in giro dicendomi “sei proprio mamma italiana” e allora conto fino a 3 e cerco di razionalizzare ogni volta…tipo un paio di settimane fa siamo andati al mare, io avevo portato costumino, maglietta per il sole, asciugamano, pannolino, cappello e tutto… ad un certo punto il marito fa “porto little D a bagnarsi i piedi”, e io “ma solo i piedi, perche' ha addosso pannolino e vestito e non gli abbiamo ancora messo il costume”, e invece dopo 2 minuti stavano tutti e due a sguazzare in acqua, con i vestiti fradici! in un primo momento mi sono incavolata, ma poi il marito mi ha riportato alla realta'… e infatti non e' stato un dramma, anche se poi aveva il pannolino gonfio d'acqua e tutti i vestiti insabbiati e bagnati, e cambiarlo non e' stato esattamente semplice :-)tutto cio' per dire… che spesso noi mamme italiane ci facciamo piu' problemi di quelli reali, creiamo falsi bisogni ecc…da parte mia io cerco di creare meno dipendenze possibili, ma non solo per me, anche per lui, perche' poi tutto e' piu' semplice: niente ciuccio, niente biberon scaldato, niente coccole per addormentarsi ecc… non e' che voglio trattarlo male, per carita', ma spesso sono falsi bisogni che noi creiamo, che diventano delle dipendenze per loro, e quando poi vengono a mancare e' un dramma… e quindi: facciamoli sporcare questi bimbi, facciamogli toccare l'erba, la sabbia, l'acqua, facciamoli cadere, e facciamoli rialzare 😉

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  23. 😀 che bello lui tutto inzaccherato 😀 e comunque e' verissimo, i papa' sono molto piu' pratici e razionali. Fortuna che siamo persone che sanno ascoltare, sara' piu' facile per noi relativizzare. Hai ragione, autonomia e sperimentazione. La penso come te.

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  24. interessante specchio del mondo il tuo racconto … purtroppo mi ci vedo , come mammma (tempo addietro) e come maestra (attualmente) piuttosto stressata ;-/tuttavia vedo anche bambini italiani “abbandonati ” a se stessi, specie nei luoghi pubblici (iper , bar, ristorante, vie del centro, parchi ) dove possono far di tutto, specialmente rompere i cosiddetti zebedei al prossimo mentre i loro genitori continuano beatamente a fare altro dal preoccuparsi … tanto ci sta il prossimo a farlo!poi invece , nello specifico ambito scolastico – e lo nomino per esperienza personale – i bambini non fanno nulla da sè : arrivano a 6 anni perfettamente non autosufficienti ,non si sanno vestire nè pulire nè occuparsi delle loro cose , ci ha pensato e continua a farlo la madre- senza dubbi e con inganno , negando anche spudoratamente !mah… non ti pare una contraddizione della nostra era ???

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  25. Grazie Pinko, sono cosi' felice di questo tuo commento!! Pare sempre che il peggio venga dal di fuori, e invece no, anche io a scuola ne ho viste di tremende… Io abbraccio te. Grazie, sei sempre cosi' dolce.

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  26. Sono della tua stessa idea, sarà che per motivi diversi (prima lavoravo 8 ore a 70km da casa, ora che lavoro a 10km faccio 10 ore quindi sono punto e a capo) il gentil coinquilino ha dovuto farsi una ragione del fatto che tutto io non potevo farlo, fatto sta che in casa abbiamo diviso (più o meno) equamente i compiti. A lui piace far da mangiare, fa da mangiare, apparecchia, sparecchia e lava i piatti. Quando è a casa e il tempo permette fa anche le lavatrici, ma non stira e la casa la pulisce malvolentieri, ma va bene così. I bambini sono bambini, ma dipende anche come vengono tirati su: ho scoperto per puro caso (ero al posto giusto al momento giusto) che mio figlio quando arrivava a casa dall'asilo (A-S-I-L-O) si metteva con le braccia aperte e diceva a sua nonna di svestirlo.. Con la prima elementare e facendo leva sul fatto che “vado a scuola perchè sono grande” ho iniziato a responsabilizzarlo su tutta una serie di cose, tra cui l'evitare di lasciare la camera come Beirut.. non è facile, questo no, ma bisogna abituarli. Oppure in alternativa non stupirsi. Le cose non saranno mai fatte come se le facessimo io o mio marito, ma intanto lui entra nell'ordine di idee, tanto per fare un esempio, che non c'è Maga Magò che tira su le coperte quando lui esce di casa.. Ciao!!!

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