L’attaccabrighe

Non è tanto per l’acidità, che in effetti mi rappresenta solo quando decido di segare le gambe ad un pretendente senza speranze. Lucy van Pelt è il mio alter ego professionale, col suo banchettino a dispensare consigli; ma per la personalità avrei forse dovuto scegliere Mafalda, solo che dottoressa Mafalda fa ridere, fa pensare a una vecchia zia pingue e molto scasseccetera.

Ecco, io sono molto scasseccetera.

Sono intimamente ed inutilmente convinta che il mondo possa essere migliore. Sono quella che ti viene a bussare al finestrino se mi hai fatto un sorpasso azzardato, o che ti guarda in cagnesco se butti la carta per terra. Questo lato del mio carattere era molto spiccato fino a qualche anno fa, quando accanto a me avevo dei compagni non dotati delle cosiddette, perciò se succedeva qualcosa mi esponevo sempre per prima, o per procura. Ora ho un uomo accanto, e non credo serva aggiungere altro.

Mia sorella viveva ancora a Terni, andai a trovarla col treno un sabato in cui si giocava la partita della Ternana, i cui supporters sono notoriamente delle mammolette. Uno di questi fumava nello scompartimento. Arriva il controllore, gli chiede il biglietto ma non gli dice niente della sigaretta. Lui con aria di sfida gli dice che non ce l’ha, e il controllore gli intima “allora dovrà scendere alla prossima fermata” (Terni, per l’appunto), e lui sempre più provocatorio “Uuuuuh…. veramenteee?? Devo scendere alla prossimaaa??” e iniziano a prendere in giro il controllore che se ne va mesto.

A me fumavano le orecchie, e quando il vulcano sta per esplodere mi giro verso l’ultras e gli faccio: “Comunque sul treno non si fuma”.

Quello mi guarda con la faccia che dice “etteccheccazzovuoi”, poi con mia grande sorpresa mi ignora e se ne va a fumare tra gli scompartimenti. Avevo il cuore a mille ma mi sentivo orgogliosa.

Come un’altra volta, al casello autostradale di Roma Sud, rientrando dalle vacanze estive con la buonanima, c’erano un miliardo di macchine. Vi ricordate il geniale corto di Bozzetto sulle file all’italiana?

Ecco, nel marasma di auto già incastrate una sopra all’altra un casello col pagamento automatico si guasta, e le macchine incolonnate davanti cercano di inserirsi nella fila accanto, ma nessuno li fa passare, perchè Ahò sò arivato prima io. Un automobilista troppo timoroso, oltre che particolarmente incapace, si piazza in orizzontale e blocca due file. Tutti a inveire e a cercare di sorpassarlo anziché favorire il suo ingresso nella coda per muoverci finalmente anche noi delle file più indietro.

Indovinate chi è scesa dalla macchina a suon di carica, attraversando le lamiere fumanti, per andare a dare istruzioni al babbeo?

Lo so. Sostanzialmente sono una che non sa farsi gli affari suoi.


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3 commenti

  1. Muro torto. Caldo afoso. io e te nel vecchio pandino rosso. traffico. bofonchi mentre la macchina davanti tentenna, frena, accelera, ha un punto interrogativo sul tettuccio come la cosa del gatto felix. Semaforo rosso. metti il freno a mano e prima ancora che io riesca a chiederti Ma perc…. sei già al finestrino della macchina tentennatrice, gli bussi sul vetro, TUMP! TUMP! TUMP! vedo esitare un braccetto che gira la manovella cigolante del suo finestrino. Tu in posa mussoliniana, non gli dai neanche il tempo di fiatare che la secchi con un MA COME CA++O STAI A GUIDA'. la tipa temeva nascondessi il cric dietro la schiena, credo. senza aggiungere altro rientri in macchina, togli il freno a mano, scata il verde, in prima, si parte. e come clint eastwood guardi l'orizzonte e fra i denti digrigni: “Stava a magnà le noccioline, sta stronza.”

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  2. AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH non mi ricordavo proprio tutti questi dettagli!!! 🙂 Ma non ricordi che in verità mi aveva sorpassato a destra e poi stretta per rientrarmi davanti e guadagnare la pole al semaforo. Sì, era proprio 'na stronza!

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