La marcia in piu’ della femmina

Mesi fa scrissi un post in calce al quale promettevo un seguito. Essendo in dirittura d’arrivo di una figlia femmina, e dopo aver letto un divertente post di Fioly sulla suocera in essere in ogni mamma di figlio maschio, riprendo l’argomento.

Partiamo dall’adolescenza, che e’ piu’ facile ed e’ li’ che si annida maggiormente il problema dei piccoli principi, come dicevo.

Sappiamo tutti, anche in soldoni, cos’e’ il complesso edipico, giusto?

In adolescenza si svolge la seconda edizione del complesso edipico. Il primo festival e’ nell’infanzia, e si realizza quando la mamma e il piccolo smettono di essere una diade unica grazie al padre (di solito) che funge da terzo e permette al bimbo di separarsi emotivamente da lei, proponendogli la sua versione del mondo e della realta’ e aiutandolo a guardare con altri occhi.

Fin qui tutto facile.

In adolescenza, con la seconda edizione, le cose si complicano un pochino. Perche’ l’obiettivo stavolta e’ separarsi dalla famiglia di origine per affacciarsi al mondo esterno. Di solito il tramite sono anche gli amici, motivo per cui l’adolescente passa la maggior parte del suo tempo fuori casa, ma fondamentalmente deve anche raggiungere un altro tipo di conquista: l’identita’ di genere, intesa come consapevolezza di se’ nel proprio corpo sessuato e degli stereotipi di ruolo. Per riuscirci deve identificarsi con il padre o con la madre (poi dopo prendera’ in prestito altri modelli, ma questa e’ un’altra storia).
La mamma e’ quella che protegge. Il papa’ quello che spinge alla conquista del mondo. Sempre in soldoni.

L’adolescente maschio si sgancera’ dalla protezione della famiglia facendo un percorso lineare: ciao mamma non sopporto piu’ che mi sbaciucchi le guance e mi chiami cicciottino voglio diventare uomo chi c’e’ qua che mi si offre? uh papi lui si’ che e’ un uomo! Voglio essere come lui! (Fermo restando che due anni dopo ciao papa’ ciao mamma meglio il coach di basket, ma questa e’ un’altra storia).

E la femmina? Dovra’ fare ciao mamma non voglio piu’ i bacini blablabla, ma per sua immensa sfiga e’ lei il referente femminile piu’ facilmente reperibile in casa. Percio’ il suo distacco emotivo sara’ doppio e contorto, ciao mamma ma anche vieni qua mamma, che devo diventare donna e qualcosa dovrai pur insegnarmi (fermo restando che due anni dopo ciao mamma ciao papa’ meglio la prof di arte, ma questa e’ un’altra storia).

Ora e’ un po’ piu’ chiaro perche’ noi donne siamo cosi’ indipendenti gia’ dall’adolescenza?

Noi dobbiamo tagliare i ponti con le nostre madri se vogliamo crescere. I maschi non ne sono “costretti”. Noi dopo esserci affrancate, dimostrando la nostra autonomia collaborando in casa, prendendoci cura dei fratelli, reclamando contemporaneamente i nostri spazi, per tutta la vita continueremo a malsopportare una madre premurosa o una suocera che non ha avuto figlie femmine e che percio’ si relaziona a noi in modo troppo protettivo.
Ovviamente questa e’ la linea teorica, poi ci sono milioni di sfumature.

da qui

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33 commenti

  1. interessante….Allora sono fortunata che mia suocera ha avuto anche una figlia (ma è un maschiaccio!) e mia madre un fratello su cui concentrarsi 😉 ma io sono come un gatto comunque (“io sto nel mio territorio, tu nel tuo perfavore!”)Ma poi pubblicherai anche dei post su “perchè un papà è geloso della figlia appena mette piede sulla terra?” 🙂

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  2. Eh eh avevo letto quello di Fioly e mi aveva ispirato tante riflessioni, moh arrivi tu e me ne ispiri ancora di più :)Io come Ci sono un gatto, anzi sono una mamma gatta, non mi spaventa che mi portino via il mio “piccolino” a meno che non sia mia suocera che tenta di farlo ma questa è un'altra storia :Pessere mamma di un maschio è diverso dall'essere mamma di una femmina e io vedo entrambi i casi anche se per ora mi sento mamma e basta 😀 ci ragiono su da un pò di tempo e le differenze ci sono, ma non da parte mia, bensì da parte loro, Caia è decisamente più autonoma, non so se sia perchè è femmina, perchè è seconda o perchè lo sia di carattere, fatto sta che Deddè lo devo spronare a staccarsi dalle gonnelle molto più di lei, non so se sbaglio ma lo spingo ad essere autonomo a fare da solo senza mamma.Avevi scritto un post sulle competenze acquisite dai bambini e le età ma ora non riesco a trovare il link, comunque a volte sono le mamme di maschi che non spingono i maschi a staccarsi perchè sembrano più fragili, o che la pensano come Fioly (il mio ometto è mio e nessuno me lo tocca) ecco io decisamente non sono così ma la maggioranza mi sembra così 😛

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  3. Mia suocera ha 3 figli maschi (di cui uno mio marito) mia mamma ha 3 figlie femmine (di cui una io)… ma posso dire che almeno per quanto riguarda mio marito il complesso di edipo non c'è stato o se c'è stato è stato largamente superato…tanto adesso per mia suocera non esisto io e non esiste il figlio ma solo la nipotina 0_o

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  4. Non ho elementi per dire se sia diverso il tipo di approccio educativo che la madre di una figlia femmina mette in atto rispetto a quello di un figlio maschio. Sono madre di un bambino. Ho sempre pensato che avrei partorito una femmina, visto anche il mio rapporto strettissimo e ambivalente con mia madre. Ed il legame che giorno dopo giorno si sta creando con mio figlio, mi sorprende inaspettatamnete. Vivo tutti gli elementi dell'innamoramento, insieme al bisogno di protezione all'ennesima potenza. Ma non so dirti se sarei stata innamorata allo stesso modo, se fosse stata femmina. So che sarà difficile quando lo sconfinato amore che sento per lui si farà limite, quando la distanza generazionale si farà solco, quando arriverà una donna per cui perderà la testa. Spero solo di essere brava e che lui recepisca questo amore in modo elastico. Come un cordone ombelicale che si allunga oltremisura, senza che diventi gabbia, senza che sia un ostacolo alla sua indipendenza ma una radice cui aggrapparsi quando vuole. Forse farei lo stesso con una femmina. Solo il tempo ci dirà quanto riuscirò a renderlo libero e indipendente, ma vicino.Grazie per la riflessione.Raffaella

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  5. wow interessantissime queste riflessioni. la sola parte che non mi piace è quella in cui i miei figli non vorranno più farsi sbaciucchiare tutti (ma ci credi che il più grande, 2 anni, è già arrivato a questa fase? sarà che lui è precoce oppure io ho esagerato??). comunque ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto/piacerebbe avere una femmina ma anche io penso che il rapporto madre/figlia nell'adolescenza sia -in genere- un pelino più difficile. ma è anche vero che passa e che poi si crea quell'intimità che non sempre è facile raggiungere tra “sessi diversi”. che dire… facciamoci un in bocca al lupo!(e grazie per avermi citata… onoratissima!)

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  6. Adesso è tutto più chiaro ;D!Primo figlio maschio: costretto a crescere velocemente perché sarebbe rimasto figlio unico solo per 16 mesi.Seconda figlia femmina: a nove mesi correva dietro al fratello (senza via di scampo per il fratello!)Terza figlia femmina: ha deciso che era meglio cominciare a camminare tardi e stare appicciccata alla tetta della mamma fino a 13 mesi.Insomma un'accozzaglia di tipi strani i miei figli, autonomi e fragili (autonomi perché l'unione dei tre insieme fa la loro forza e fragili perché i genitori sono sempre divisi per tre).Ancora non mi sento suocera nè con il maschio nè con le femmine, ma conoscendomi, se mi metto di impegno, non tarderò ;D!

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  7. Eccomi qua! Futura suocera, madre di figlio maschio.Non so come vivrò il momento in cui lui non vorrà più baci (ha iniziato ora che ha 5 anni!), ma sto già lavorando per spingerlo a volare da solo. Lavorando su me stessa, ovvio! Ti chiedo solo di ricordarmi queste parole quando mi sentirai parlare male delle sue fidanzate!!!!(Ne parlai anche io nel blog, ma non voglio farmi pubblicità e quindi… te lo vai a cercà o me lo chiedi privatamente!!! 😉 )

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  8. Da futura suocera con figlio maschio so che sarà tutta colpa mia… è vero che i maschi faticano a staccarsi dalla mamma (molti non ci riescono mai) e che noi mamme di maschi possiamo fare tanti danni (più per le future nuore, che per noi.Tanti fattori intervengono, ad esempio io mi cruccio sempre di dover fare da padre ed anche da madre e di dovermi modulare a seconda delle circostanze. Insomma, devo dare l'esempio, ma non è che PdC si può identificare con me, no? Insomma, il cerchio non si quadra così facilmente…

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  9. Grazie a te per lo spunto ;)Comunque per quello che mi riguarda, in adolescenza me la sono vista peggio con mio padre che non con mia madre. Ho dato filo da torcere ad entrambi, ma con mio padre e' stata una lotta fino ai 20. Abbondanti.

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  10. Certo che no, ma nel tuo caso vale il commento che ho scritto per Raffaella: sono sicura che sarai una suocera in gambissima, per la mamma – e il papa' – che sei gia' ora. PdC avra' bisogno di un referente maschile, non ci piove, ma tu sei il suo solidissimo punto fermo e un grande esempio. E poi gia' e' ometto, lui, che ti protegge 🙂

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  11. Io mi sono dovuta staccare da 3 madri: quella effettiva e due sorelle di diversi anni più grandi di me… quindi ora mi spiego il perché io ho più palle di loro!!!Comunque GRAZIE!

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  12. […] Quello che dovrei riuscire a spiegarvi senza diventare noiosa e’ come il complesso edipico agisce in modo diverso sui maschi e sulle femmine, ed e’ quello il motivo per cui i piccoli principi sono tutti maschi. Ma dovro’ farci un post a parte. […]

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