Epic fail

Classe di speech. La prof, una delle donne piu’ belle che abbia mai visto, ci invita a presentarci di fronte alla classe, in piedi, dicendo nome cognome e qualcosa di noi. Panico.
Ora che sono al regular college, condivido le lezioni con americani; noi immigrati siamo la minoranza. Sentirli parlare e’ una sfida quotidiana, dopo un anno e mezzo di inglese ispanico.
Si presentano due, americani, poi altri due. Tedeschi. In us da un anno. Vintini, come direbbe Camilleri, con un accento americano spettacolare. Decido che mi presentero’ dopo di loro e cerchero’ di strappare una risata.
“Hi everyone, my name is Lucy, sono italiana e state imparando la piu’ grande differenza tra italiani e altre persone dal nord Europa, dove tutti parlano bene inglese”.
Hehe.
Semi gelo.
Cazzo.
Resto spiazzata.
Percio’ – continuo – siccome mi sento spaventata e intimorita dal vostro livello di inglese, spero mi aiuterete a migliorare.
Alzano la mano in due e parlano contemporaneamente, di una sento solo la prof obiettare che non e’ appropriata (??), la ragazza riformula e mi chiede di raccontare qualcosa di me, dico che a quarant’anni ho cambiato vita e ho avuto una figlia. Non sembra soddisfatta, mi guarda come a volere sapere di piu’, e chiede Quale pensi sia la tua dote migliore. No ma sei caruccia. Le dico che do’ sempre il massimo, e che questo cambiamento e’ stato il mio piu’ grande risultato. In realta’  avrei voluto dire challenge, ma dalla mia bocca e’ uscito performance. Cosa vera peraltro, ma non volevo sembrare presuntuosa, e lei infatti ha fatto una faccia come a dire Te la tiri. Eh cicci, ma te che ne sai, ciai vent’anni e sei nata qua, aspettane altri venti e ne riparliamo.
Insomma. Sono tornata a casa con un senso di frustrazione enorme. Per non sapermi ancora esprimere, per non aver saputo gestire l’emozione, per essermi sentita incapace. Ci ho pensato un giorno intero, la sensazione di inettitudine era fortissima, poi mi sono detta Ao’, mo’ basta.
Lo sapevo che questa classe sarebbe stata dura, l’avevo rimandata appositamente. E ora siamo alla resa dei conti. Vabbe’, fate il tifo per me.
La cosa piu’ interessante e’ che in questa classe, oltre ai due tedeschi e me, c’e’ una tedesco-italiana e un bulgaro. E giustamente al suo turno un ragazzo venezuelano ha detto, E io che pensavo alla mia diversita’, quando in due ore posso tornare a casa mentre qui c’e’ gente che viene dalla parte opposta del mondo.
Yep.


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83 commenti

  1. Tu per me sei davvero in gamba, e non te lo dico a mo' di pacca sulla spalla per tirarti su. Lo penso davvero. E se qualcuno in classe non ha capito la difficoltà nell'esprimerti (l'emozione in questi casi non aiuta per niente) e ha pensato male, insomma, 'ZZI SUOI!

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  2. La ragazza strappa il premio simpatia al carissimo Diva..pero' due cose- viva il venezuelano,almeno hai una persona con cui prendere un caffe' senza stare sulle spine- ao' siamo tutti con te, se non era x colombo che faceva la sua performance sti americani non sapevano manco cos'era la lingua inglese

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  3. Mi ha fatto ridere il tuo “Ao', mo' basta” =) Dico che sei stata pure rapida a concederti un po' di compassione per te in 24 ore! 😉 Parla bene comunque il venezuelano: c'è chi viene dall'altra parte del mondo e a 40 anni riesce a mettere in discussione se stessa ogni giorno per costruire una donna migliore, diglielo alla pischella la prossima volta! Be strong, Lucy, and be proud of you! Io faccio il tifo

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  4. Sei stata grande, invece.Io, quando sono negli Usa, mi impappino anche a chiedere le più banali informazioni. Mi odio…Tutto colpa della mamma, che dalle medie mi ha iscritto alle classi di francese, che a Turin, tra l'altro, erano (allora) la maggioranza.Sono bravo, però, nell'inflessione della pronuncia. Un po' come il “gramloi” di dario fo.Talmente bravo ad imitarla che una volta alla reception di un motel a San Diego, la giovane al bancone, probabilmente non capendo una cippa di quello che avevo detto, ma “sentendo” la cadenza, l'accento, mi chiese se venivamo da New York.Mi sono gonfiato come un pavone, e ho fatto la ruota…:-)(Ma sono quasi certo che lei non aveva capito nemmeno una parola di quello che avevo detto…):-(d.

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  5. Io andrei dalla pischella a sventolare il mio chilometrico curriculum davanti al suo nasino. Poi le chiederei se pensa di riuscire a fare altrettanto entro i 40 anni. Perchè so' rosicona e molto proud di ciò che ho combinato. No????

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  6. Mi sono trovata in situazioni simili, più di una volta. Quando accade e sento crescere in me un senso di frustrazione, mi ricordo le parole che una volta mi disse mia madre:”Ci sono persone che, alla tua età, non hanno fatto nemmeno la metà delle cose che hai fatto tu!!” Io lo dico a te, cara Lucy. Ci sono donne, che non sanno e probabilmente, non sapranno mai, mettersi in gioco come hai fatto tu.E sono certa arrivi anche il momento della tua rivincita, in classe 😉

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  7. ma perchè all'estero è quasi del tutto sconosciuta l'ironia? la tua battuta era bellissima. Io penso a te tutti i giorni: vai all'università, ti sei rienventata una vita, non ti lamenti mai di fare sempre tutto da sola..bimba, casa, università…Conoscendoti so già che qs episodio dopo averti abbattuto per 24 h ti avrà dato nuove motivazioni. Comunque concordo con Valentina…tieniti stretto il venezuelano.

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  8. A 40 stai in classe invece di fare la calza, già per questo hai vinto.Se solo penso a quello che fai io mi sento stanca. A 30.BaciMariantoniettaPs, perdona la 20enne, non sa quello che dice. Sappiamo bene che sarebbe meglio se non dicesse, ma sai come sono le 20enni… 😉

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  9. Ciao! Io son italiana e vivo in Belgio. Al lavoro parlo in inglese e più volte mi è capitato di sentirmi veramente frustrata a parlarlo con dei madrelingua. Poi li ho sentiti parlare o meglio provare a parlare in italiano o in qualsiasi altra lingua diversa dall'inglese… Beh… io avrò un marcato accento italiano e non lo nego però anche loro non son certo da meno. Questo per dire che i madrelingua inglese son solo stati veramente ma veramente fortunati e dovrebbero solo baciarsi i gomiti per non essere obbligati a fare figure pietose (che poi siam tutti bravi a giudicare gli altri!!!) nel cercare di esprimersi!!!! Tina

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  10. Anch'io penso che la tua battuta fosse bellissima! Che abbiano un diverso senso dell'umorismo?? A parte questo a mio parere anche questa sarà una sfida che affronterai al meglio come tutte le altre, sei grande!!!! Un abbraccio forte!!

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  11. Non penso che negli USA abbiano anche una sola lontana idea delle varie differenze nell'Europa, probabile non hanno capito proprio.Senno' lucy puo' anche essere che si sono trovati spiazzati loro non vedendo nessuna differenza tra italia e nord europa 😛

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  12. Aò mo basta te lo dico anch'io! Potresti/potevi dire “sono italiana ma di solito lì le fanno più basse” o qualcosa sulla tua altezza poco italiaca e sfoderare la mamma finnica e spiazzarli magari di più per il tuo essere molto multi etnica, oppure dire “I am a very famous blogger” bacioni Sandra frollini

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  13. Sai che dice mia mamma (santa donna che mi da sempre consigli buoni)? “”L'inglese non e' la tua prima lingua, se gli anglofoni vengono in Italia e dicono “io volere mangiare panino”, tu puoi fare altrettanto.”” Da allora me ne sono sempre fregata degli errori (e Dio sa quanti ne faccio nei video! Oddio, lo so pure io, dato che mi risento 😉 )!!!! Un bacio e continua cosi'!!!!!!!!!!

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  14. Comunque, non me ne vogliano gli americani, il loro senso dell'ironia e' pari a zero…o a voler essere piu' diplomatica il loro senso dell'umorismo e' completamente diverso dal nostro e molte volte ho cercato di rompere il ghiaccio con battute che hanno solo aumentato il gelo….e altre hanno riso per ore di cose che per me non facevano neppure ridere!!

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  15. Ma ti ha sgamato, perche' a NY e' pieno di italiani, Dario!! :DDScherzo fino ad un certo punto. Pensa che la tedesca-italiana ha ottima proprieta' di linguaggio e vocabolario, ma il mio orecchio sente la cadenza italiana che pronuncia tutte le lettere.

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  16. In anni di couchsurfing e ospitando wwoofers ho beccato solo un nordamericano (come amava definirsi, perché “americano” non vuol dire niente essendoci due Americhe) simpatico e umile. Tipo che si sforzava tanto di parlare spagnolo, di non parlare lui troppo veloce, sapendo perfettamente di essere in vantaggio per il solo fatto di essere nato in Virginia e non a Canicattì, Milano, Bruxelles, Valencia…e poi è una questione di karma, lui può tornare a casa mia quando vuole, gli altri invece….. ciccia! Applausi anche al venezolano, la comunità qua a Valencia è una delle più simpatiche!

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  17. io ti ammiro tanto… in quelle situazioni li' io vado in tilt gia' se devo parlare in italiano, figuriamoci in inglese… altro che performance al posto di challenge, non mi sarebbe venuto in mente nulla proprio :-/

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  18. Ma c'è da chiederlo di fare il tifo per te? Tu rimani un mito sempre! Io ti ammiro troppissimo, perché non ti lamenti mai e affronti tutto nel modo giusto. Oggi quando ho detto alla tipa dell'asilo che mi sono sposata in una settimana e venuta qui con preavviso di un mese mi ha stretto la mano e mi ha detto “ci vuole coraggio” e io fino a oggi non me ne ero resa conto e mi sono sentita felice perché lei anche essendo americana ha capito quello che può voler dire iniziare una nuova vita da capo, lontani da casa, senza amici e magari senza parlare bene la lingua. Forza Lucy tanto sei la mejo della classe non ho proprio dubbi!

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  19. Devi essere fierissima invece perché ti stai mettendo in gioco davvero nella tua nuova vita e ci vuole tanto coraggio. Purtroppo anche a me capita spesso di abbattermi quando sono in una conversazione in inglese che richiederebbe un livello superiore del mio. Però deve esserci di stimolo per migliorare e non per abbatterci. Anche perché imparare una lingua a 40 anni ( io già 41 a dire il vero ) non è proprio una passeggiata!

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  20. Sei troppo severa con te stessa. Fregatene. Non entrare nelle dinamiche dei “vintini”, anche se sbagli una parola questi hanno tutto da imparare da te! Secondo me quando ti conosceranno meglio, ti tempesteranno di domande e diventerai molto popolare….

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  21. Se non capiscono l'ironia, tutto sommato è un loro problema!io a scene del genere sono abituata, potrei raccontarti di quando ad una summer school non mi veniva in mente il termine per dire mucca (chiedo venia, ma era colazione e non avevo ancora preso il caffè!) e così per spiegare ho messo le dita vicino alle tempie per mimare delle corna e ho esclamato “muuuuuuuu”. Oh, hanno capito però! poi uno di loro mi ha detto “ma scusa era facile, tutti conoscono i cowboy!” sempre simpatici eh! :Dtu non demordere, hai un nutritissimo fan club 😉

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  22. Mi sono da poco trasferita in Germania e ieri ho iniziato un corso di tedesco con persone che sanno la lingua decisamente piu di me..so cosa si prova!! Senso di inadeguatezza, paura di sbagliare, sentirsi tutti gli occhi addosso.. Mi auguro che la tua compagna di corso prima o poi capisca cosa vuol dire trovarsi dall'altra parte!! Forza che ce la facciamo!! Maty

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