Due cuori in viaggio: vacanze in Italia

Il viaggio

Al contrario della volta precedente, e’ stato un viaggio estremamente dinamico trascorso senza malanni in mezzo agli amici. Gli undici giorni sono stati cosi’ suddivisi:

  • 25 dic: arrivo a Torino
  • 26 dic: Limone Piemonte
  • 27-30 dic: Roma
  • 31 dic – 1 gen: Prunetto (CN)
  • 2-3 gen: Torino
  • 4 gen: ritorno a Miami

Le scoperte

Neve!! Neve!! LaPicci ha visto e giocato con la neve per la prima volta nella sua vita, ed era fuori di se’ dalla gioia. Per la prima ora dopo l’atterraggio non ha ripetuto altro, solo Neve!! E cosa c’e’ di piu’ entusiasmante quando sei sulla neve per la prima volta, stai bevendo una vera cioccolata calda seduta ad un tavolino all’aperto e iniziano a scendere fiocchi bianchi dal cielo?

Ha assaggiato tutto e le e’ piaciuto tutto. Ha scoperto gusti nuovi, ha mangiato fiduciosa e mi piace pensare che sia accaduto qualcosa di simile a quello che  racconta sempre il mio amico americano, quando dice che da ragazzino ha scoperto per la prima volta il gusto del cibo durante un viaggio in Spagna, con un esplosione di sapori nella sua bocca.

Io ho invece scoperto una deliziosa cittadina, Limone Piemonte, caratteristica ed organizzata. Ho ammirato con occhi nuovi la bellezza dell’Italia, dove un qualsiasi castello medievale e’ affascinante e unico. Ho rimesso ai piedi i pattini da ghiaccio per ricordarmi dopo appena un giro perche’ odiavo il freddo, gli scarponi e lo sci. Ma e’ stato divertente.

Il freddo

Mia figlia non ha fatto un lamento, io ho avuto la conferma che non potrei vivere in nessun altro posto che in Florida.

Le emozioni

Roma e’ stata l’emozione piu’ grande. Ho riabbracciato amici che non vedevo da 6 anni o piu’. Ho rivisto due persone dopo rispettivamente 25 e 32 anni ed e’ stato come se ci fossimo appena salutate. Ho ripercorso strade dove ho camminato per 30 anni consecutivi.

Ho rivisto la mia scuola, la mia chiesa, il mio quartiere. Ho fatto conoscere a mia figlia le mie amiche, io ho visto per la prima volta i loro figli: siamo quasi tutte diventate mamme negli ultimi 7 anni. Ho rimpianto di non aver potuto incontrare tantissime altre persone, ma davvero non ne ho avuto il tempo. Ho rimpianto non aver camminato ai Fori, Pantheon, Fontana di Trevi. Per mesi ho immaginato come sarebbe stato bello tornare da turista nella mia citta’ e poi banalmente non ho avuto il tempo di farlo.

Luci ed ombre di Roma

Quelle poche ore che ho girato sono bastate a riempirmi gli occhi di bellezza. Roma e’ un museo a cielo aperto che stupisce ad ogni angolo. Mi sono sorpresa nello scoprire che no, non serve piu’ chiedere al controllore: il treno metropolitano riporta tempi di percorrenza e prossime coincidenze. Ho ascoltato stupita il marito della mia amica chiedersi perche’ il Presepe avesse quei personaggi cosi’ cupi, io non mi ero posta il problema, ed un attimo dopo si materializza una vecchina che ci spiega tutto. Ho adorato questa cosa che con una app ti prendi un Cinquino parcheggiato da qualche parte e te ne vai in giro – ovviamente c’e’ anche qui, non il Cinquino, ma ho la macchina e che me ne faccio?

Mi sono chiesta perche’ lasciar aprire negozi cosi’ esteticamente brutti e scadenti ad un passo da certe meraviglie, domanda che mi faccio da almeno quindici anni. Mi sono chiesta perche’ mantenere inalterati certi negozi vecchi e cadenti senza il minimo recupero: storico non deve significare trascurato. Mi sono stupita di quanti barboni ci fossero, e di quanta sporcizia, e di quanto caos. Mi sono piacevolmente stupita nel ritrovare la stazione Termini militarizzata, come negli anni 90, e come in quegli anni con accesso esclusivo a chi viaggia: l’ultima volta che ci ero stata avrei voluto dare fuoco al quartiere. Ho apprezzato tantissimo la scomparsa degli zingari e delle bancarelle, magari presto si eliminera’ il puzzo di urina.

Ho amato tornare nel “mio” centro commerciale. Ho adorato passeggiare al Maxxi e scoprire il Guido Reni district. Roma ha due dimensioni di cui Roma Nord e Roma Sud sono solo un’espressione, che solo chi vive a Roma comprende.

Mi sono lasciata coccolare e viziare, ho mangiato tutto riscoprendo gusti dimenticati (la vera bufala!!), in altri casi sono rimasta delusa perche’ il ricordo del gusto nella mia testa era totalmente amplificato e scollegato dalla realta’. Ma gli amici, il loro affetto, la loro voglia di rivedermi anche solo per 10 minuti hanno fatto la differenza enorme, e questo lo porto via con me.

Torino e il tempo recente

Torino non e’ la mia citta’, la conosco pochissimo ma ne apprezzo la signorilita’. Torino mi riconosce ed e’ benevola, il clima mi aiuta sempre. Ho passeggiato per le sue vie con una amica che e’ venuta a trovarmi da lontano, scoprendo scorci meravigliosi in paesaggi che gia’ amavo mentre chiacchieravamo fitto.

Ho ritrovato con grandissimo piacere un’amica che ha sottratto tempo alla sua famiglia per passare a salutarmi, non e’ meraviglioso avere una grande affinita’ con persone che si conoscono da poco tempo? Noi donne abbiamo questo dono di saper intrecciare relazioni che poi vanno oltre o anche no, scavano nel profondo o restano solo in superficie, ma e’ nel momento presente che misurano la loro forza, ed e’ una energia potente.

A Torino abbiamo passato tanto tempo con amici nuovi e di differenti culture come ci accade spessissimo a Miami. E a queste persone sono estremamente grata per l’essere vicini a mia sorella.

Torino mi ha costretta a fare delle scelte, rinunciare a vedere qualcuno per poter passare un giorno in piu’ con la mia famiglia. I nipoti sono grandi, laPrinci ha ormai quell’eta’ in cui inizi a chiederti chi sia quella preadolescente che siede davanti a te e che ti sfugge. Mia mamma invecchia, si e’ incurvata, e’ diventata piccola e sembra cosi’ indifesa. Vivere lontani significa accettare le scelte altrui, accettare che un genitore non decidera’ mai di venire a trovarti, accettare che fa delle cose strambe, accettare che e’ inutile stare a discutere, per pochi giorni che ritorni non cambi dinamiche cristallizzate, e lo dico con serenita’. Accetto tutto quello che arriva, non mi aspetto nulla perche’ ho gia’ avuto tantissimo e perche’ la mia e’ una vita piena.

Tornerei piu’ spesso se potessi, ma non tornerei indietro. Se solo il viaggio fosse piu’ breve, e invece anche quello sottolinea la distanza geografica, culturale, emotiva. Volare per 13 ore chiusi in un limbo con due ali serve a distaccarsi da tutte quelle emozioni che per giorni ti hanno avvolta e a prepararsi al ritorno alla vita quotidiana. Ciao amici, veniteci a trovare.


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19 commenti

  1. Hai espresso benissimo tutto quello che si prova quando si torna in patria e si vive lontano. Sembra un’altra dimensione vero? Eppure un po’ ci appartiene. Chissà com’è per le nostre figlie… Dici che la sentono un po’ loro?

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  2. Sono contenta per voi, prendere distanza fa vedere le cose con occhi nuovi, pensa che persino brevi periodi all’estero hanno questo effetto prezioso.
    “Noi donne abbiamo questo dono di saper intrecciare relazioni che poi vanno oltre o anche no, scavano nel profondo o restano solo in superficie, ma e’ nel momento presente che misurano la loro forza, ed e’ una energia potente.”
    Verissimo.
    Per anni, razionalmente, non riuscivo a farmene una ragione, lo sentivo una sorta di tradimento rispetto al concetto di amicizia, solida, cresciuta col tempo, che avevo, poi ho capito che andava vissuto il momento, e che certe relazioni, specie tra compagni di viaggio, vanno vissuto così: intensamente e per puro piacere di condividere un’esperienza, un momento di vita, un viaggio…

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  3. La cosa che mi impressiona e quanto abbiamo in comune senza mai esserci incrociati (e non sai quanto mi spiace non aver potuto raggiungerti a Roma…).
    Torino, la città dove sono nato e cresciuto.
    Fino ai 29 anni, quando sono fuggito da Torino in cerca di fortuna…
    Limone Piemonte, dove andavo da bambino e da ragazzino, nelle uscite con gli scout…
    Roma, dove a 29 anni mi sono rifugiato per respirare meglio, per cercare di realizzare i miei sogni che a Torino sembravano (erano!) impossibili da raggiungere.
    Roma che è (sarebbe) bellissima. Roma bellissima e maledetta, sporca all’inverosimile come mai è stata (cioè, molto più di quanto già lo sia mai stata), caotica, dove nessuno segue le regole, dove si trasgredisce (alle regole) per sopravvivere, dove si riesce ad andare in centro una volta al mese (se va bene), giusto per vedere turisti sorridenti che (almeno lì) sorridono beati di cotanta meraviglia. Prima di scappare.
    Roma, da dove la gente fugge.
    Mi manca l’ultimo (forse preferirei dire “il nuovo”, il prossimo) capitolo della mia vita, che aspetto impaziente.
    Quando inizierò davvero ad amare, l’Italia.
    Perché – come mi è venuto in mente una volta che vagavo senza meta in auto fra paesini del New Jersey mentre osservavo sorridendo con stupore decine di case con il tricolore esposto – “forse davvero c’è solo un modo per amare l’Italia: starne lontani”…

    Bentornata a casa.
    (Ma “la casa” qual è?”)

    d.

    P.S.: Alla domanda finale ha risposto già nel 1967 Italo Calvino, che a Torino visse: “Il luogo ideale, per me, è quello in cui è più naturale vivere da straniero”.

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  4. Anche a me è dispiaciuto non riuscire a incontrarti, ancora una volta l’occasione è mancata. Ma sono contentissimo di sapere che l’hai vissuta così bene, che continui ad amare così tanto i posti e le persone che hai rivisto. Peccato, sempre, che anche questa volta il marito non sia riuscito ad esserci (o almeno mi è sembrato di capire così).
    P.S: com’è che ci sono persone che non vedi da 25 e 32 anni, se ne hai appena 22?

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