Scrivo nel momento in cui in Florida i casi sono tornati a crescere, e di parecchio. Dopo mesi di comportamenti virtuosi e proattivi da parte dei residenti per cercare di prevenire il contagio da questo virus cosi’ aggressivo, dopo mesi in cui ho cercato di dimostrare ai soliti disfattisti che no, la Florida e Miami stavano andando bene nonostante tutto, per la prima volta non mi sento più molto positiva e inizio a temere un’esplosione di casi senza controllo. E tutto questo sconforto alla luce di quanto vissuto dieci giorni fa, durante il nostro primo viaggetto post quarantena.
Dopo l’emozionante lancio dello Space X del 30 maggio, laPicci ha espresso il suo desiderio di andare a visitare la Nasa. Abbiamo pensato di organizzare un fine settimana lungo a Orlando per rilassarci un po’ dopo un lungo periodo di inattività forzata, e siamo partiti pieni di entusiasmo.
Primo viaggio dopo il lockdown
L’arrivo in albergo e’ stato assolutamente positivo. Il check in era organizzato alla perfezione, con un nastro a formare la fila, e per fortuna solo una persona davanti a noi. Tutti indossavano la mascherina, e il bellman ci ha portato i bagagli in camera, piccolo lusso di cui mai abbiamo approfittato. Visto che il tempo ancora reggeva, siamo letteralmente corsi all’aquapark, motivo principale per cui avevamo scelto questo resort. Poca gente, relax totale per un’ora, siamo stati meravigliosamente bene.

Per la cena siamo scesi al ristorante. Anche qui tutto il personale con la mascherina, la prima sera i menu erano dei fogli di carta usa e getta, certo avevano limitato il menu a 3/4 portate per categoria ma ci siamo sentiti protetti. Ma non sapevamo ancora che le cose sarebbero totalmente cambiate il giorno dopo.
La visita a Mount Dora
Avevo scelto questo albergo un po’ periferico perché avevo bisogno di un appartamento, ma con gli agi di un hotel tra cui appunto ristorante, bar, due piscine, una jacuzzi e un aquapark. Ditemi quello che volete ma airbnb carica lo stesso importo per un terzo delle comodità! Avevamo due stanze e due bagni quindi, con cucina e salotto. Per la colazione abbiamo scelto di fare come a casa quindi, ci eravamo perfino portati la moka, poi abbiamo guardato il meteo – che a giugno in Florida, lo sapete se mi seguite, e’ sempre molto instabile, e abbiamo deciso di andare a visitare Mount Dora, a circa 45 minuti da Orlando.

La cittadina e’ veramente graziosa, tranquilla, con molti turisti nonostante tutto. Abbiamo passato tre ore davvero piacevoli, ve ne racconterò in dettaglio in un altro post, in un luogo dove il social distancing era fattibilissimo e le mascherine non le abbiamo praticamente mai indossate perché eravamo sempre soli.
Poi siamo rientrati in albergo.
In 24 ore aveva cambiato faccia. Tante, tantissime persone in più, con ovviamente il picco al sabato. Abbiamo scoperto che Universal Studios riapriva il 5 giugno, e ovviamente i milioni di Floridiani reclusi da mesi come noi avevano solo voglia di relax e normalità, e hanno approfittato della prima occasione utile.
Ora, durante questi lunghi mesi di lockdown, Miami e Fort Lauderdale hanno avuto il più alto numero di casi registrati in Florida. Miami è uscita dalla fase 1 con circa 700 morti e 8000 contagi (oggi sono 22 mila con 800 morti), ed è andata veramente di lusso. Ma altrove i positivi sono stati veramente pochi. In alcune contee ci sono stati 5, 10 casi. Voi capite che a parte il South Florida, che infatti ha riaperto alla fase 2 per ultimo, in nessun’altra località della Florida le persone hanno avuto idea di cosa il coronavirus fosse, e hanno solo vissuto la pesantezza delle restrizioni.
La leggerezza degli ospiti
La maggioranza degli ospiti dell’albergo non aveva la maschera e non rispettava alcuna distanza. Abbiamo visto un gruppo di 15 prendere l’ascensore tutti insieme, e non abbiamo mai visto nessuno pulire le pulsantiere. La meravigliosa abitudine americana di mantenere le porte aperte a chi segue, anche in questo caso la promiscuità era assicurata. Non abbiamo mai visto pulire porte e maniglie, ma magari non è capitato. Il tranquillo aquapark è stato preso d’assalto e solo alcuni ospiti si preoccupavano del mantenere le distanze. La sala giochi aveva orari ridotti, ma per dire joysticks e pulsanti erano condivisi da tutti e nessuno, apparentemente, puliva.
Siamo noi che facciamo la differenza, e la gente siamo noi. Se non indossiamo la mascherina, se non ci preoccupiamo di mantenere le distanze, se non stiamo attenti a quello che tocchiamo e a dove dopo appoggiamo le mani.
Alla luce di tutto questo, e a maggior ragione dopo le riflessioni che avevo fatto nell’ultimo post, probabilmente considererò solo un camper, piccolo albergo o airbnb per le vacanze. Il resort può aspettare tempi migliori.
La visita al Kennedy Space Center
D’altra parte mi sono chiesta, può essere una questione socioculturale? Al NASA center siamo entrati con la mascherina e l’abbiamo indossata per tutto il tragitto. L’ingresso era contingentato, per cui non più di un tot di persone era ammesso. Per di più pioveva a dirotto e probabilmente la capienza era ancora inferiore. Distributori di gel igienizzante ad ogni angolo, usato dalle persone che usavano le aree comuni con pulsanti e display. Distanza, distanza, distanza. Addetti in ogni padiglione a sorvegliare le aree. Insomma, un’esperienza assolutamente positiva.

Tra l’altro, se volete farci un salto, è vero che in questo momento molte esposizioni sono chiuse, tutte quelle in cui ci si troverebbe a brevissima distanza gli uni dagli altri così come i bus che portano alle varie rampe, ma il costo dell’ingresso in questo momento è la meta’ del normale e vi viene dato un biglietto omaggio per tornare nel 2021. Pensateci. Qui trovate il mio post sul Kennedy Space Center.
Quindi alla luce della nostra esperienza posso immaginare perché i casi siano così violentemente in salita. Aprire tutto ed avere ignari turisti che vengono da piccole cittadine a zero casi che si muovono senza precauzioni. Ragazzi che, giustamente, hanno voglia di riprendersi la loro spensieratezza e condividono spazi personali e oggetti. Persone che magari non hanno mai creduto alla diffusione del virus, e sono tanti che seminano dubbi, e non usano alcuna accortezza. Che poi si dice che pure per la spagnola, la seconda ondata fu molto peggio della prima. Quindi ecco, per quello che ci riguarda, credo che cercheremo di stare in piccole strutture senza condividere aree comuni.
Sulla strada del ritorno, tornati in South Florida, ci siamo fermati alla bellissima Red Reef Beach di Boca Raton, e qui ecco, lo vedete, per assurdo alcuni avevano la mascherina in spiaggia.

Non rinunciamo a viaggiare, ma facciamolo con accortezza.
Spero di aver potuto contribuire ad aumentare il livello di consapevolezza su questo nuovo problema. E voi avete fatto qualche viaggio, breve o lungo, appena terminata la quarantena? Avete esperienze e consigli da condividere?
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Ciao, sono Betty da Bergamo, abitiamo nella ormai famosa Valle Seriana (quella dell’ospedale di Alzano,su cui indaga adesso la magistratura) e anche qui in Italia ti posso dire che la consapevolezza non è uguale per tutti.
Qui da noi l’attenzione è massima, direi anche la paranoia, tutti ma proprio tutti con la mascherina, parecchi con i guanti, distanziamento sociale rigoroso (non credete alle immagini della movida, qui i carabinieri passano PIU’ VOLTE nella stessa serata a controllare i bar e pub) parchi giochi e oratori ancora chiusi,case di riposo ancora interdette ai parenti ; basta però spostarsi sulla riviera romagnola e tutto diventa più soft : baci e abbracci, distanziamento scarso, passeggiata con struscio…un altro modo quindi, molto più tranquillo ed evidentemente meno impaurito dal clima apocalittico che si era creato qui.
E la situazione ci condiziona anche mentalmente: sapessi come sono stanca di sentirmi sempre sul chi va là, sempre in allarme, sempre a controllare la mia posizione rispetto agli altri, le mie mani cosa toccano, gli ambienti come sono…per forza poi ci viene la sindrome della capanna, l’unico posto dove puoi stare tranquillo è casa
Ciao
Betty
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