Piccolo compendio di psicologia

Qualche tempo fa, assalita da un dubbio, feci una domanda, che è rimasta senza risposta fino ad oggi: ho finalmente avuto l’illuminazione, come non averci pensato prima?! Ok, farò ancora coming out, ché se si parla in prima persona si rende meglio l’idea.

Sono una rompipalle. Un’attaccabrighe, sì, e una rompipalle, di quelle che se non si vuoe proprio insultare si dice ha un carattere forte, ma la verità è quella succitata.

Come tutte le donne rompipalle, ci tengo ad affermare il mio punto di vista, la mia visione dei fatti, il mio sguardo sul mondo. Poi sono una persona aperta al dialogo e al confronto, figuriamoci; e mi riesce anche abbastanza facile dire “ho sbagliato”, oppure “avevi ragione tu”, però di fondo sono una rompina. E come tutte le rompine sono sempre (stata) in cerca di un limite, cioè di quello che noi donne sintetizziamo in Vorrei un uomo che mi tenga testa. Ora l’ho trovato, ma nel passato non è stato così. E faccio un discorso che so che varrà per tante, tante, tante altre donne.

Parlo dei fondamentali, perché i dimenticabili lo dice la parola stessa.

Slashbro era un disastro. Incapace di opporre anche solo un dubbio, figuriamoci un veto. E nella faccenda dell’accappatoio fece tutto da solo: venendo da una madre castrante e ossessiva anticipò la mia possibile reazione (possibile secondo lui, è per questo che si chiama proiezione. Trovò la soluzione più adattiva per lui, ma creando un corto circuito tra di noi, uno dei soliti, per cui la mia stima verso di lui crollava e lui mi vedeva sempre più giudicante, rinforzando in lui l’idea che dovesse trovare alibi e strategie per darsi uno spessore ai miei e ai suoi occhi.

La buonanima era più maturo da questo punto di vista, ma anche lui aveva l’angoscia da prigionia, un nuovo codice diagnostico da me testè coniato da inviare al più presto agli autori del prossimo DSM-V.

Come nel caso dell’angoscia da separazione, dove il soggetto anticipa dentro di sè le possibili conseguenze derivanti dall’allontanamento e quindi dalla definitiva perdita del proprio punto di riferimento (genitori, fidanzato, coperta di linus, fate voi) e genera una risposta ansiosa (pianto, attacco di panico, mal di pancia…), nel caso dell’angoscia da prigionia accade esattamente il contrario: il soggetto -maschile – anticipa dentro di sè tutti i sicuri, inevitabili, drammatici e claustrofobici scenari derivanti dall’unione con una donna, certamente ossessionante e persecutoria, e reagisce sviluppando una risposta di evasione, che lo porterà il più lontano possibile, emotivamente e/o fisicamente. Molti sviluppano il meccanismo di difesa Non mi inc freghi, che consiste nel vivere in modo paranoico qualsiasi avvicinamento.

Non mi ricordo nemmeno più se e dove ne ho parlato, ma repetita iuvant: un giorno la buonanima mi annunciò che aveva una festa. Dovete sapere che le feste aziendali della società della buonanima erano tutte inaccessibili alle mogli; salvo poi scoprire che erano inaccessibili solo alle mogli che si chiamavano ero Lucy van Pelt sposate con la buonanima. Io non ero così stupida, e sò psicologa eh!, e capii subito che in realtà il suo bisogno era quello di avere uno spazio tutto per se’, perciò pur seccata mi bevvi sempre le sue cazz giustificazioni. Un giorno, dicevo, mi annunciò che la sera successiva sarebbe andato ad una festa a casa di una collega, la signorina Silvani del loro ufficio, la tipica gattamorta (che infatti ha fatto carriera) e che qualsiasi ragionier Calboni avrebbe voluto impalmare. Ovviamente io non avevo l’autorizzazione ad andare. Quella volta però un po’ mi incazzai, e mò va bene le cene e le feste aziendali, ma a casa della signorina Silvani che pure ben conoscevo avrebbe potuto portarmi, no?

Non potevo andare perché non c’erano abbastanza sedie. Angoscia da prigionia+Non mi freghi, cod. 2001-2007/pacellalanimatua.
Lo giuro, mi ha risposto questo, a trentadue anni.

Tornando all’illuminazione da cui è scaturito questo lungo post, Emy scrive:

Me lo spiegate? Mi spiegate perché esistono ‘ragazze’ (e sono gentile) che rimbambiscono a tal punto gli Uomini? Uomini che si fanno trattare a sto modo.
Tipo che io adesso non sono neppure libera di scrivere a un mio amico ‘we come stai?’ perché ci sto provando. Dice lei.
”No, ma sai..stiamo insieme da pochissimo, è gelosa delle mie amiche. Se devi dirmi qualcosa, scrivimi in privato”.

Ho commentato:

“scrivimi in privato” è proprio triste però… Poi non vi lamentate, uomini, che le donne diventano rompipalle e possessive e vi tocca tradirle per evadere dal carcere. Vi ci siete messi voi, nel carcere, e avete dato la chiave ad un altro.
Scusate il plurale majestatis.

Ecco, la verità è questa. Gli uomini hanno l’angoscia da prigionia.


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0 commenti

  1. perdonami ma io la vedo diversamente e ti invito a riflettere un momento…premesso che è un discorso che si potrebbe benissimo ribaltare ma in questo caso stiamo parlando di un uomo.Un uomo incontra una donna e si innamora; si dedica a lei e molte volte la donna… siamo sinceri, lo comanda quasi a bacchetta perchè altrimenti sono solo “mazzate”… riflettiamo un attimo; una volta erano i maschi a “maltrattare” le donne facendole penare… ora sono le donne, siamo onesti.

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  2. Ciao Riccardo. Vedi, io credo che uomini e donne a volte non sappiano comunicare. Se io tendo a comandare a bacchetta il mio uomo, e dall'altra parte lui mi lascia fare, io mi convinco che il mio atteggiamento abbia ragione d'essere proprio perchè lui mi lascia fare. Esempio bieco: se tu vuoi comprare una camicia blu e la tua fidanzata insiste a dirti che è meglio rosa, tu non sei convinto ma alla fine per farla contenta la prendi rosa, e te la metti pure, la colpa è tua. Cioè, sua perchè è una rompipalle, ma anche tua che non hai saputo dirle: ma io la voglio blu.Riccardo, fidati: noi donne cerchiamo chi è capace di dirci di no. Il famoso “stronzo” significa “uno con le palle”, e l'uomo con le palle non dice sempre sì. Anche se è innamorato perso.Ti consiglio il blog di Giulia Blasi su GQ http://meparlaredonna.gqitalia.it/

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  3. Ciao Lucy!concordo che uomini e donne il più delle volte non sanno comunicare ma… non voglio certo portarti via il lavoro ma se tutte le donne fossero come dici tu ci sarebbero molte separazioni in meno…Prova oggi come oggi a dire di “no” ad una donna e subito questa ti saluta dicendo che tu non sei nessuno per porle dei limiti… i problemi sono alla base.

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  4. convivenza da tre anni… prime difficoltà economiche… dopo che l'avevo lasciata libera di fare, di decidere, di gestire il suo stipendio confidando nella sua maturità…”non mi sembra il caso che questo mese escano 2.500 euro per dei tappeti cinesi”…”ecco, tu mi tarpi le ali, io lavoro e spendo”…per fartela breve. E' tutto un problema che parte dalla base, dalla serietà delle persone, dei sentimenti, della… coerenza.

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  5. Allora, una mia amica si è improvvisamente trovata il marito mani bucate. Ha comprato iphone, ipad, acquario, tastiera elettronica e non so che altro. Poi si è scoperto che ad esempio non aveva pagatole rate del condominio.Rispetto dell'altro. Ecco la parola magica :/

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  6. Esatto! direi che questa è “un'altra parola magica”…l'essere coscienti che quando si decide anzi, SI SCEGLIE di affrontare una vita a due è come se insieme si vara una barca verso “l'America”, barca che sta ad ognuno di noi curare, pulire, magari “ampliarla” (e farla diventare un transatlantico, perchè no?) consci che se questa barca affonda… si va a fondo in due!Questo non vuol dire che ci si rovina la vita ad essere in coppia; come in qualsiasi cosa esiste una bilancia con il piatto positivo e quello negativo: è che come dicevo in un altro post si perdono di vista le cose positive che non sono poche… il problema è che più delle volte le persone non sanno cosa vogliano realmente e al minimo disaccordo tendono a buttare a mare tutto.Poi per fortuna esistono coppie che, pare, funzionino e allora recuperi speranza.

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  7. La vedo come te, anche sull'esperienza di amici e conoscenti: si butta via tutto alla prima difficoltà. Ho una coppia di amici invece che l'anno scorso era sull'orlo della separazione; per una serie di cose non hanno avviato le pratiche, e ora sono lì, dicono che si sopportano a vicenda, a volte sono arrabbiati l'uno con l'altra, ma dal di fuori danno l'impressione che hanno tenuto dritta la barra e usciranno dalla tempesta.

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  8. Bene, sono davvero contento per i tuoi amici; probabilmente dopo aver avuto la tentazione di buttare tutto a mare deve essere scattata in loro la presa di coscienza che forse era una scelta dettata più dal momento, dallo “scazzo”… Probabilmente ora dicono di sopportarsi forse più per scaramanzia o per nascondersi ai commenti degli altri, poco importa; l'importante che ritrovino in loro quello che li ha fatti scegliere di vivere uno accanto all'altro fino alla fine del viaggio :)è una cosa bellissima se non è dettata dai problemi economici della separazione.

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