ii zzeppi

Così è chiamata in romano la data dell’undici novembre. Sei zzeppi quest’anno!

La giornata è iniziata con la visita del tecnico della caldaia per il bollino blu, quaaaaanto sò corretta. Abbiamo pure un po’ parlato del mio prossimo trasloco, che ad un certo punto mi fa “Eh beh certo che vai dai lui, che mi sa che tra un po’ figli…” …NIENTE, voleva concludere, alludendo alla mia augusta aetate. Un signore.

Poi mi arriva la telefonata della vicepreside, le dico “Forse è meglio se ci vediamo per parlare”. Le è preso un colpo quando le ho detto che avrei rinunciato al lavoro, “e noi come facciamo senza di te, e io ho messo la segreteria a ferro e fuoco per averti, e ci mancherai tanto…” Le ho raccontato l’ultimo mese di sorprese ed incastri, dallo spettro della povertà alla svolta del trasferimento, e mi sono pure commossa quando le ho detto che mi sarebbero mancati un sacco. Lei è stata davvero tanto affettuosa, e ha insistito perché mi occupassi almeno dell’orientamento scolastico delle terze (deve aver notato i buchi sotto alle scarpe, ecco) prima della partenza.

Poi sono passata all’ufficio dove ieri il tipo mi ha detto di aver fatto il documento che manca per il rogito, non sono venuta a capo di niente ma la signora architetta era molto simpatica.

Poi sono corsa a Via di Salone alla sede SDA. Succede che anche l’America non è poi così efficiente, e che le quattro persone che in questo mese hanno preso visione dei miei documenti non si sono rese conto che l’elenco degli esami di laurea non è in originale, e che ovviamente è nelle mie mani e non di quelle di promesso, e devo consegnarlo entro il 15 novembre pena l’esclusione dall’inizio corso di gennaio. Così stamattina di buon ora ho prima chiamato Fed Ex per prenotare una spedizione, poi ho mandato una email di protesta (anche se I am very disappointed è stato il massimo che potessi fare) e poi mi sono messa in macchina, e alle 11:11 dell’11.11.11 (oh la dovevo scrivere, va bene?) partivo da paesello in direzione Tiburtina.

Eseguo Fed Ex, e ho pensato che mi sarebbe piaciuto fare quel lavoro di reception. Poi passo da Ikea, visto che ero di strada – si fa per ridere – e vado a vedere quale cuscino potrà comprarmi promesso per il nostro nuovo letto Nyvoll, solo che son tutti molli e quelli memory foam non mi piacciono e allora insisto che porterò i miei, tra l’altro ho quello fantastico con l’amplificatore per l’mp3 e non me lo leva nessuno.

Nel frattempo duecento telefonate: al papà di Narcisa per avere notizie, a Billy Elliott per rassicurarlo sulla nostra collega, al vecchio notaio, a calzino rigato, a Tony Brando per gli auguri (“Buon compleanno! -gli dico- ti ho fatto un regalo!” “Davvero? E quando me lo porti?” “Adesso!” “Ma adesso non ci sono!” “Te lo sto portando a voce! Ti regalo la scuola di paesello, da quest’anno lavori anche lì!” Tony Brando mi deve la sua gratitudine a vita), al vecchio proprietario, a mia sorella, all’amica del mare che è un mito e mi si prende mezza casa, e camminando camminando trovo anche uno splendido stendipasta di silicone con impresse le conversioni tra grammi, tazze e once e tra celsius e fahrenheit. Mio! E poi chiamo anche il signor Speedy Moving, voglio un altro preventivo per il trasloco. E poi la telefonata più bella: alla mia amica belga, mamma adottiva, che ha “una polpettina che cresce nella pancia”. Che tutti i lettori incrocino le dita per lei!!

Ora basta, l’iperattività sfianca davvero.


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0 commenti

  1. Lucy io sono una merdaccia di commentatrice, e il tuo è uno di quei blog (anzi, tutti e due) che vorrei leggere da cima in fondo, ma porca paletta, sono sempre così di corsa…Però oggi si vede che questo tuo post mi ha chiamato (poteri insondabili della mente!!), ed eccomi qua, dopo settimane che non venivo a leggerti.Devi sapere che io sono una fan delle storie d'amore belle, di quelle a distanza, del trasferirsi negli USA, dei Peanuts, e da piccola avrei voluto fare la psicologa quindi prima o poi verrò a leggermi tutti i pezzi che mi mancano della tua storia e diventerò una fan più seria.Nel frattempo ti mando un bacione virtuale!

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  2. […] E così oggi sono passata a scuola. Nella mia giornata da pallina da ping pong sono passata a scuola a prendere accordi per iniziare l’orientamento scolastico delle terze, ché siamo già in ritardissimo sulla tabella di marcia. Ci sono delle prof con cui in questi sei anni ho costruito un bel rapporto, più confidenziale, che in queste settimane mi hanno sostenuta nella decisione di lasciare il lavoro. Poi ovviamente ci sono quelle con cui la mancanza di feeling è più o meno reciproca, ma va da sè, siamo persone, è umano. Appena mi vedono entrare mi dicono che mi trovano dimagrita, “Ma taaaanto!!” (??? e che ero??) e che ho il viso sereno. Questo lo riconosco, sono serena. Parlo con le amiche e sorrido, sono entusiasta, non uso più quei meccanismi di difesa che mi facevano dire “Sì le cose vanno bene MA…”. No. Dico che sono felice. Perchè sono felice! Poi certo, non so ancora se il college accetterà la richiesta di ammissione. In tre settimane ho ricevuto email da tre interlocutori diversi che mi hanno chiesto cose differenti, come se non parlassero tra di loro o non avessero un fascicolo unico. E poi il mio promesso in questi giorni ha trovato allo sportello un’impiegata davvero odiosa, sempre la stessa. Oggi ad esempio gli ha contestato la firma dell’impiegato de La Sapienza, ha detto che era solo una sigla e avrebbe potuto metterla chiunque: e certo, e io a casa mi fabbrico la carta filigranata e ho un timbro che imprime la carta. Staremo a vedere se partirò effettivamente a Natale o se mi spupazzerò i nipoti per tre mesi. […]

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