Chi bello vuole apparire… moda Miami

Apparire bello in America significa stravolgere i concetti appresi in quarant’anni. Che ogni paese abbia i suoi riferimenti culturali e’ risaputo. E che questa pazza citta’ sia il crocevia del mondo anglosassone e latino, pure. Beh, ok, di anglosassone gran poco.

Le taglie, gia’ detto. Rispetto all’Italia qui mi sento finalmente magra, anche se la mia 10 12 14 (grazie, gravidanza) sia ben lontana dalla 0 che anche esiste. Per inciso, ho provato a fare shopping negli ultimi giorni, visto che mi entrano solo due paia di jeans. Niente, ‘na tragedia. Un po’ perche’ non e’ che voglio spendere cifre, spero che questa sia una taglia temporanea, ma essendo inverno anche qui, seppure inverno miamense, non posso mettere vestitini o gonnelloni. Cerca, cerca, cerca, mi sta tutto di melma e non ho trovato altro che un paio di pantaloni tipo capri. Premaman. Effanculo. E questo perche’ io odio i pantaloni neri, se no haivoglia.

Mi sorprende quando guardo la tv. E’ difficile vedere ballerine negli show americani, ma quando accade noto sempre che sono molto piu’ muscolose e sportive di quelle che abbiamo in Italia, e soprattutto non necessariamente sono bonazze. Viceversa, sui canali latini tipo Telemundo o simili, le ballerine ci sono, sempre. Gnude, sempre. In primissimo piano, sempre. Ma i fisici sono completamente diversi. Tozze, cosciotti e culotto, che quando le prime volte le vedevo pensavo Ma quanto sono grasse?! Perche’ vuoi o non vuoi, se anche hai avuto la fortuna nella vita di non essere mai stata preoccupata per il peso o la forma fisica, certi condizionamenti culturali ti entrano nella testa. Poi dici povere adolescenti. Eh, infatti. E siccome alla fine questa e’ una societa’ postvittoriana, in tv o sui giornali e’ difficile vedere riferimenti apertamente sessuali.

Per esempio c’e’ la pubblicita’ di un materasso con una ragazza sdraiata sopra. Lei e’ magra magra e vestita con una sottoveste di seta. Ma e’ piatta. Completamente. E mi viene da pensare a beato chi soo’ fa, er sofa’. E invece le uniche pubblicita’ che ammiccano alla bellezza e alla magrezza sono due, Special K e una bibita che nemmeno mi ricordo. O almeno non me ne vengono in mente altre. Perfino la testimonial di Weight Watchers, Jennifer Hudson, non e’ poi magra come noi intendiamo. Mi direte che certo, per invogliare un obeso americano a dimagrire gli devi proporre un obiettivo raggiungibile, non Angelina Jolie. Pero’ e’ indubbio che il concetto di donna formosa cambia completamente se coniugato in termini sudamericani, neri, cinesi o europei. Ovviamente, se si passa ai canali messicani e colombiani, la musica cambia ed e’ la stessa che in Italia, e ogni pubblicita’ trasuda sesso.
Tranne che per le pubblicita’ di assorbenti: qui non ne ho mai viste.

Apparire bello in America e’ ben diverso che in Europa. In classe sono l’unica a truccarsi. L’unica. Forse fa eccezione una ragazza colombiana che ci tiene molto ad essere in ordine, ha sempre borse firmate, e’ sempre vestita con cura e leggermente truccata, ed e’ molto molto carina. Le altre niente, tutte cosi’ come escono dal letto. Qualcuna osa un tacco 14 con plateau o gli shorts, molto trendy, ma trucco mai. Eppure se guardi mani e piedi di tutte sono sempre, sempre, sempre curatissimi. La piega no, e’ difficile che la veda, ma c’e’ pure da dire che qua grazie ai parrucchieri non noteresti la differenza. E a proposito di trucco, comprarli e’ un incubo. Abituata bene in Italia, qui non trovo niente. Usavo sempre un matitone grosso color prugna, niente, in un anno e piu’ non ho trovo assolutamente niente che si avvicinasse, si trova solo nero e marrone, e la maggior parte delle matite mi si sciolgono sulle palpebre.

Sto preparando uno speech per mercoledi’, e dovro’ parlare (a braccio, lasciam perdere) del mio abbigliamento preferito, i jeans. Ne comprerei a pacchi, sempre. Parlavo con alcune compagne l’altro giorno e dico No, ma mica prendo il primo che capita; devono vestirmi bene ma soprattutto essere lunghi. Loro mi guardavano come fossi un alieno. Lunghi, come? Eh, lunghi a coprire mezza scarpa. E magari queste pensavano Che strane abitudini hanno in Italia. La maggior parte di loro diceva che no, per loro l’importante e’ essere comode. Per noi italiani comodo e’ sciatto. Non esiste che vai a comprare il pane struccata. O in tuta. O col mollettone.
O almeno, a Roma e’ cosi’.
Anche se io in tuta magari ci andavo, ma l’idea e’ che ci stai dentro figo come quei ballerini agili e sinuosi, non come quando fai i mestieri in casa.

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La prof ascoltava divertita e confermava dicendo che un suo collega italiano veste estate e inverno con un abito tre pezzi e si fa vanto dell’essere sempre elegante. Niente, lo stile ce l’abbiamo nel dna.

Poi chiedo conferma di come si scriva tacchi, e penso a quante parole abbiamo noi per indicare le scarpe: stiletto, plateau, zeppa, decollete, infradito, cuissard, spuntate (o open toe)… Niente, per loro esistevano solo heels e sandals. Arrivavano al massimo a quattro con flip flop e open toes (ma chiaro che questo dipende dal fatto che sono in una classe dove siamo tutti stranieri e nessun madrelingua). D’altronde siamo famosi nel mondo per la moda, ma ovviamente dipende da dove vivi, perche’ Manhattan e’ come Milano (o il contrario?) e in alcune province esisti solo se porti abiti firmati, indipendentemente da quanto siano adeguati alla persona o all’occasione.

E invece poi la medicina estetica va alla stragrande e a prezzi abbastanza stracciati, perche’ apparire bello in America a Miami signifca avere un latoB considerevole. In generale le sudamericane comunicano moltissimo la sensualita’ con il corpo. Una mia ex compagna di classe, carina, minutina, arrivo’ un giorno con il seno di due taglie piu’ grande. A vent’anni scarsi.

E gli uomini? Che se in Italia biasimavo sti ragazzini (e mica solo) col mezzo culo fuori dai pantaloni, qui la divisa di ordinanza di solito e’ quella da basket (canottierona largona o pantaloncione largone. Lo dissi mesi fa, guai a lei se laPicci me se presentera’ a casa col suo date buzzurro pieno di tatuaggi e co la cavezza ar collo). E il cappellino con la visiera appena appoggiato sulla testa, ma quello lo vedevo pure a scuola, era il must have dei truzzi, mi dissero. Ma il sandalo da piscina, quello col fascione, per intenderci, col calzino di spugna? Pure quando piove. Pure quando fa freddo. Pure addosso a certe ragazze. No, ve prego.

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Adidas trend 2017

Sti calzini sono per le 4 2 stagioni di Miami.

Pero’ la mia amica giapponese no, lei e’ veramente sempre curata ordinata pettinata molto ben vestita e leggermente truccata. E mi chiedo se i suoi siano abiti comprati qui o giapponesi, perche’ a volte mi rendo conto che quello che ho portato dall’Italia, che li mi sembrava appropriato e sufficientemente neutro per poter frequentare le lezioni, qui mi e’ diventato weird.

Weird e’ stata la prima parola nuova che ho imparato appena arrivata. Cosi’ strano da non poterlo indossare senza sentirmi tutti gli occhi addosso. E l’altro giorno ci e’ capitata in mano una foto di quando My frequentava il college qui, si e’ rivisto e ha commentato Qui ero ancora Europeo, vero?

Che poi ogni medaglia ha il suo rovescio. Perche’ si’, qui vedrai gente col pigiama, o con le pantofole (giuro) a lezione, cose dell’altro mondo, ma sono anche molto piu’ rilassati di noi e si prendono meno sul serio. Chissa’ se mi americanizzero’.

Edit: Abbastanza.


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58 commenti

  1. in Italia comunque c'è una vasta scelta dalla tuta al super tirato. A Milano poi le donne sono quasi sempre davvero messe giù come se andassero a una festa. Personalmente mi trucco sempre per andare in ufficio, ma spesso non mi trucco nel weekend. Una sorta di feel free non so come dire. Cerco e credo di essere sempre in ordine, anche quando sono vestita sportiva, il mio marchio di fabbrica universalmente riconosciuto è l'abbinamento nei colori, matita occhio KIKO abbinata ai vestiti e a collane bracciali. ehehe pensa che figata! baci sandra

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  2. Ma secondo te devo preoccuparmi che vengo considerata weird ovunque vada? Anche in Italia… Magari a Miami avei più fortuna, ma da quello che racconti sul trucco mi sa di no…p.s. non trovare make up mi manderebbe in crisi mistica!

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  3. anche la mia è stata weird!!!!! Per non parlare di “You're welcome” che ovviamente adesso so che vuol dire prego ma lì per lì, appena arrivata in una nuova famiglia che mi avrebbe ospitata per un anno, mi sembrava più una gentilezza a cui rispondevo Thank you e loro you're welcome, all'infinito!!!!!

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  4. Io un minimo di trucco sempre, almeno il correttore! Ma comunque è vero che all'estero non si fanno tutti i nostri problemi. Io la gente più malvestista l'ho vista a Parigi. Mentre in America ho visto le persone più grasse che ricordi. Comunque anche in Italia ormai ci stiamo rovinando. Basta guardare i compagni di liceo di mia figlia!

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  5. buha me è rimasto impresso un complimento che mi fecero qualche anno fa ma è ancora attuale”sembri una scappata di casa coi vestiti del fratello più grande”e mi sa che non voleva essere un complimento..sò un caso a parte, non so che taglia porto – vado a occhio basta che sia largo “almeno così” mi sta, non misuro niente, non mi trucco, dal parrucchiere keccevadoaffà? le mie cose sono nero o grigio o viola scuro o al massimo oso il bordeaux.anfibi d'inverno e scarpe con l'occhio d'estate.e non so camminare sui tacchi.mi sa che è meglio che mi trasferisco, va..:o)Adelia

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  6. uh quanta carne al fuoco in questo post!Mi ritrovo sul trucco, infatti io in UK ho smesso di avere la para se devo uscire non truccata (che e' un modo carino di dire che ormai sono sciatta e non mi trucco quasi piu' oddiooooo)Pero' mi chiedo se forse dipenda, come ovunque, dall'ambiente che si frequenta. Il mio era prevalentemente accademico, come il tuo.Pero' notavo che in palestra c'era gente truccata e tanta cura al modello di tuta, scarpe ecc ecc. Credo che Marica potrebbe confermare su sta cosa.Pure io se Picca mi porta a casa un truzzo la diseredo!! Ma come si dice truzzo in USA? In UK c'era chav, ma credo sia specifico alla cultura inglese…

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  7. Ahahaha, anche per me la prima parola è stata “weird” (io dicevo sempre “strange” ma qui sei weird se dici strange 🙂 ), seguita da “I'm starving” (c'ho 'na fame che levati)…Condivido del tutto le tue impressioni sull'abbigliamento americano, io che in Italia ero bollata come “tamarra” dalle amiche stilose, qui sono sempre fin troppo sobria ed elegante…e continuo ad andare avanti con i vestiti portati dall'Italia perchè faccio una gran fatica a trovare qualcosa di mettibile…però spezzo un'arancia (!) a loro favore, posso andare a fare la spesa in ciabatte o a fare aperitivo con la tuta senza che nessuno mi guardi male ed è una libertà bellissima, che nella mia fighetta cittadina italica me la sognavo!!

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  8. in italia a me sembra UN GRAN BENE che ci si curi, trucchi, parrucchi e si scelga l'abbigliamento adeguato alle occasioni. Difatti -gli interessati non si offendano please- gli immigrati li riconosci anche da quello. Tranne la domenica, in cui l'Italiano esce in tuta, e al carrefour sembra di stare in ritiro a Coverciano. Io struccata e senza profumo (NSIAMAI) non vado nemmeno a buttare la spazzatura! Ma sò patologica, lo so 😀

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  9. No con mi sentirei a mio agio 😛 io non mi trucco mai, mi truccavo pochissimo prima dei bimbi e ora niente, nada de nada, per quel che riguarda l'uscire in ciabatte o pantofole da casa la prima volta che venni qui e sono solo 200km in Sardegna vidi cose che non avevo mai visto tipo la vecchina che va a far la spesa con le pantofole o altro e credo che l'atteggiamento faccia la differenza

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  10. Anche io mi sono trovata a dover fare i conti con i canoni estetici sudamericani!!C'è un'attenzione nella cura del corpo quasi ossessiva. Le donne brasiliane hanno mani e piedi sempre curati, capelli sani e lunghi, trucco impeccabile, così come gli abiti.Gambe muscolose, seni prosperosi e glutei perfetti.Spesso la perfezione dei loro corpi è semplicemente “natura”… altrettanto spesso dietro ci sono tantissima palestra, pasticche e bisturi. Per fortuna è un popolo molto vario, si vede di tutto e io sarò sempre evidentemente una gringa!! E la cosa non mi dispiace affatto. Sui tatuaggi invece mi sa che non potrò dire niente ai miei figli!! 🙂

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  11. Prima le cose importanti: ” Manhattan e' come Milano (o il contrario?) ” la prima ovviamente 😉 😉 😉 A NY adorano la moda italiana, a Milano ci sono quartieri dove la gente sfila anzichè camminare, signore e signori d'età elegantissimi, ma pure una discreta quota di truzzi e gente normalissima che non si veste particolarmente bene e il milanese doc vorrebbe vivere a Manhattan e fare il magnifico. Sul resto io mi sento ormai strana ovunque 😉 Ultimamente mi ci diverto. Invece anche io quando sono in USA ho un guardaroba USA, con le flip flop di ordinanza, un set di jeans (però a vita bassa 🙂 ). Il primo anno ho portato un paio di sandali eleganti col tacco e una gonna nera elegante in voile: MAI messi. MAI. Dopo ho viaggiato leggera. In USA mi sono comprata una minigonna di jeans (dopo esser dimagrita dopo la gravidanza, camminando camminando camminando con mia figlia in passeggino o in fascia) che in Italia forse mai avrei comprato. Sì, confermo in USA ti senti sempre più magra 😉 eh eh… I sandali con le calze in spugna però non si possono vedere, ho minacciato mio marito che lo pianto se li mette! (lui si americanizza alla velocità della luce, ma i peggiori restano i tedeschi ;))H&M? Io presi così molto carine, molto low cost, pre e post parto 😉 e una camicia premaman l'ho portata finchè ho allattato! 😀

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  12. come mio solito in questi giorni di funesta corsa- rientro a casa e mi inietto tra i commenti solo perchè ho letto che si parla di trucco/ciccia/bellezzafaidate..cose così..vorrei solo verbalizzare quanto accadutomi oggi mi metto dopo 7 giorni il correttore quello morbido (prima volta comprato in vita mia- la signorina mi dice “provalo” e io vedendo un pennello me lo provo sulla bocca.chiusaparentesi)vado dal medico a ritirare impegnative-dal medico tutti mi guardanoesco da medico-entro in macchina-guardo lo specchietto-lo specchietto guarda me e DRAMMAmi s'era ingrinzito il correttore avevo il deserto del Sahara proprio lì, a due passi da me proprio sulle borse da cammello DRAMMAè così che inizia quello strano sentimento nuevo quando ti senti un pò gnocca un pò il set di uno dei tanti film di Indiana Jones. mannaggialarughetta (giuro che ripasso aleggere tuttoperbene!)

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  13. a me essere weird qui non dispiace. Sarà che l'unica cosa di cui vado fiera dell'essere italiana è il cibo e il gusto nel vestirsi. Però ecco la libertà di poter scegliere di essere ben sistemata o di stare in tuta quella è invidiabile. Avere gusto non significa essere schiavi dell'abbigliamento e sapere che se un giorno sei col mollettone o con la tuta nessuno se ne cura, è una cosa che mi piace moltissimo.

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  14. L'altro giorno passeggiando con Fagi ho incrociato una giapponese in pigiama! Mica un pigiama discreto èh, un due pezzi rosa shoking con orsacchiotti. Ho strabuzzato gli occhi, poi ho scoperto che in Giappone è normale uscire in pigiama O_o.Per quanto riguarda il peso lassamo perde che qua è una tragedia. Ma lo sai che sono ingrassata più con l'allattamento che in gravidanza? Voglio morì!!

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  15. Ogni tanto penso che fregarsene dell'etichetta sia un lusso, ogni tanto vorrei ancora risalire sui miei tacchi, mentre ci penso mi concedo un dignitoso ordine, ma la cosa a cui non rinuncio mai è la riga nera sugli occhi.Invidio chi si sa truccare bene, ma una cosa che odio è il trucco al mare, ma come si fa????

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  16. Il gusto americano io lo vivo più che altro in trasferta, quando vengono i miei cugini americani (NJ) che sono tutti un Woooooow, look at that, sooooo stylish (e stiamo parlando di una festa patronale in un paesino sperduto nel sud italia)

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  17. Ciao Lucy! Ma come non trovi i trucchi decenti a Miami? Vai in qualsiasi centro commerciale….(!)dadeland mall (era vicino a me a Coral gable) aventura(a nooord) o qualsiasi altro li so per certo che è pieno di profumerie con le cose come da noi! Eli

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  18. Hai ragione… ma sono sempre coi razzi, come dice la mia amica, e a Dadeland per ora mi sovviene solo Macy's e li di certo non vado a comprare. Per il resto anche CVS o Wallgreens, che di solito hanno pareti stracolme di trucchi, non hanno mai quello che cerco.

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  19. io invece… il contrario di te :-)a parte un due o tre anni quando facevo il liceo, non mi sono mai truccata.ho sempre preso in giro chi si trucca per andare a fare la spesa/buttare la spazzatura {scusate}e qui che le donne girano quasi sempre senza trucco mi sento molto piu' a mio agio.la liberta' di poter girare come meglio si sta senza sentirsi giudicati e' qualcosa a cui sara' difficile rinunciare (un giorno…)quando torno in italia e vedo tutte queste donne truccate, con gli stivali con il tacco, con le borse ecc… mi sento un piccolo alieno 🙂

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  20. Sai, io mi truccavo sempre soprattutto al paesello… quando era inevitabile che incontrassi le mamme dei miei studenti. Piccole insicurezze per non sentirsi poi dire Oh ma guarda la psicologa com'e' sciatta! 😀

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  21. comunque è vero, per quanto io non sia una persona che si trucca (perchè lo faccio il weekend se vado da qualche parte ) tendenzialmente ci tengo a vestirmi bene 🙂 e sarebbe più bello vivere in armonia con se stessi e poter indossare davvero la tuta per un aperitivo!

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  22. […] Delle due paia di stivali che avevo portato, indosso solo quelli alla caviglia, li altri al polpaccio li avro’ messi due volte in quattro anni, qui pero’ vanno molto di moda. Le ragazze mettono Ugg e shorts, ma se vorrete essere davvero trendy vi basteranno delle ciabatte da piscina con le calze di spugna, per quattro stagioni. D’altronde avevo gia’ scritto di come sia facile apparire eleganti qui. […]

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