Esprimere opinioni

E’ stato bello lo scambio che c’e’ stato nell’ultimo post. Inevitabilmente la politica divide, e in particolare queste ultime elezioni portavano con se’ un carico di aspettative talmente grande che sarebbe stato impossibile non schierarsi da qualche parte.
Quello che mi ha colpito e’ che a parte qualche eccezione, nessuno dei miei abituali commentatori ha scritto, mentre al contrario tanti anonimi hanno esordito con Sono un tuo lettore da tempo ma non ho mai commentato
Curioso, no?

Mi viene anche in mente che sui blog e’ molto raro che si sviluppino discussioni. Lo fanno solo poche persone, la maggior parte concorda con quanto scritto nei post. Immagino che i discordi si limitino a non commentare. E mi chiedo, e’ una caratteristica di noi italiani o accade su tutti i blog?

Al college ci insegnano come scrivere. Writing non e’ come la nostra materia Italiano, e’ molto di piu’ (ma non ha la letteratura, quella e’ un’altra materia). Ai vari livelli del mio corso (EAP, English for Academic Purposes) insegnano a scrivere correttamente dapprima delle frasi, poi dei paragrafi, e all’ultimo livello, quello che sto frequentando, dei saggi. Non credo che la mia sia un’eccezione, ma in Italia nessuno mi ha mai insegnato a scrivere. Nemmeno all’Universita’, per la tesi (una parte dei punti che ho preso alla laurea e’ stata per la accurata bibliografia, ma questo perche’ sono una pignola) ne’ per quelle tre pubblicazioni che ho all’attivo: mi sono sempre arrangiata da sola. Qui invece le regole sono strette. Qualsiasi studente deve imparare a scrivere in APA Style. Nella stesura delle proprie idee, il paragrafo deve avere una main idea attraverso la quale si dipana il discorso, e generalmente tre supporting ideas, con uno o due esempi a sostegno dell’idea principale; la conclusione, infine, deve ribadire l’idea espressa in apertura. Un saggio e’ simile, solo piu’ corposo: deve avere un’introduzione con certe caratteristiche, un corpo di 3/4 paragrafi, e una conclusione. Ci insegnano a scrivere saggi narrativi, argomentativi (a favore di qualcosa o comparando due o piu’ cose), persuasivi. Inoltre, nella classe di Speech dovremo sostenere un vero e proprio dibattito. In questo caso si andra’ piu’ a braccio, seguendo un canovaccio di un breve elenco per punti; dovremo alternarci con il nostro interlocutore, che potra’ avversare i nostri punti di vista, e poi rispondere nuovamente.

Trovo davvero interessante che queste siano capacita’ da insegnare. Veicolare le proprie posizioni o le proprie emozioni non e’ facile. Molti di noi imparano a farlo solo con il tempo, e al costo di tante incomprensioni, arrabbiature e frustrazioni, perche’ soprattutto da giovani e’ difficile saper modulare correttamente quello che si prova e si pensa. Parafrasando Moretti, chi pensa bene, parla e scrive bene.

Non sara’ allora un caso se i dibattiti politici in Italia sono urlati e qui pacati. E quando si assiste al duello finale tra i due candidati che aspirano alla presidenza, magari ci si rivendica le rispettive mancanze – mai alzando la voce -, magari si cerca di smascherare le finte promesse dell’avversario, ma al termine ci si stringe sempre correttamente la mano. E anche una volta che il Presidente e’ stato eletto, il perdente fa pubblicamente i migliori auguri al vincitore, cosi’ come gli elettori della parte opposta, seppur delusi o arrabbiati, accettano quello che e’ anche il loro Presidente.

Per un popolo infiammabile come il nostro, non sarebbe sbagliato insegnare ad argomentare le proprie idee. Personalmente amo confrontarmi ed amo ascoltare posizioni differenti dalla mia, percio’ non ho mai problemi quando qualcuno contrasta le mie opinioni, anche se magari mi fa venire i bruciori di stomaco. Ma credo fermamente che punti di vista differenti arricchiscono sempre. E poi come si dice, solo gli stupidi non cambiano mai idea.


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79 commenti

  1. Sì, molto utili. Anche al liceo in fondo non si insegna a scrivere, si tratta come dote innata (almeno io ho questo ricordo). Il confronto, rispettoso, arricchisce sempre concordo (è scritto persino nella presentazione del mio blog 😉 ) e sul fair play sfondi una porta aperta: ho congelato un post su questo argomento scommettendo sull'ottimismo. Non è andata bene…

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  2. anche qua insegnano in quella maniera comunque, almeno con me è stato così, ma visto che la materia non distingue con la letteratura i docenti credo che fanno come preferiscono

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  3. Forse poichè noi italiani siamo più portati allo “scontro” verbale e caciarone, il blog non si presta molto alla discussione, perchè è molto più difficile scrivere che urlare nelle orecchie del contendente. E ci sente poco incisivi nel non poter inondare di onde sonore e saliva il contendente! Al contrario io intervengo molto poco sui temi più importanti perchè in genere mi sembra di avere delle opinioni poco definite o stupide…ma questo è un problema mio che non va discusso nei blog altrui! 😀

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  4. ci facevo caso l'altro giorno, nelle conferenze stampa post elezioni regionali sia Storace che Zingaretti hanno esordito ringraziando il proprio avversario, e il vinto (tiè!) ha augurato buon lavoro al vincitore. Sono partiti degli applausi in sala che manco se avessero vinto Sanremo…

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  5. Vero, nessuno ci insegna quest'arte dello scrivere perchè da noi si pensa effettivamente che sia innata – come dice già qualcuno poco prima di me – e quindi si è semplicemente fortunati se la si possiede.Eppure posso garantirti che da qualche parte succede , perlomeno in forma embrionale – e mi riferisco alla scuola primaria – dove insegniamo come costruire il pensiero , come organizzarlo e proporlo agli altri nelle varie forme e nei vari stili. Poi chissà perchè , superato lo sbarramento della primaria ,al massimo qlc eccezione nella secondaria di I grado, questa linea di condotta crolla, a svantaggio dei futuri cittadini .Rimane comunque valida la caratteristica di “volersi” esprimere in modo corretto ed educato , a distinguerci gli uni dagli altri e questa non è cosa da poco….Non ho letto l'ultimo post, nè riesco a farlo ora per mancanza di tempo, ma prometto prossimamente di tornare qui….as soon as possible .Buona giornata ^______^

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  6. Sì, forse il blog non aiuta al confronto argomentato, lo spazio è comunque limitato e non ha la velocità di una chat. Però secondo me accade di non commentare perchè senti di non poter aggiungere niente a quanto è già stato scritto, non per disaccordo.Poi scrivere è davvero qualcosa che qui non ci hanno mai insegnato, o ti viene per indole o ti rassegni alla mediocrità. E comunque anche se scrivere sta tra le tue corse, avere criteri standard a cui attingere sarebbe davvero utile. Anche la mia tesi ha preso punti per il semplice fatto di essere scritta in un italiano piacevole e scorrevole, nonostante fosse di diritto internazionale! Sarebbe molto importante imparare le regole base della scrittura fin dalla scuola primaria, perchè qualsiasi idea tu voglia esprimere, la forma sarà il veicolo che ti permetterà di farla giungere correttamente a destinazione. Oltre all'universalità della lingua, questo credo sia il motivo della maggior facilità di pubblicazione delle ricerche scientifiche di stampo anglosassone. Non basta fare una solida scoperta, occorre spiegarla e renderla fruibile.Vale per la scienza e vale ancora di più per le emozioni, come dici tu. Certo non è facile ribaltare abitudini radicate, buttar fuori pensieri senza filtri è ciò che spesso annulla i benefici del confronto.

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  7. … poi quanto di appiccicano l'etichetta di quella che sa scrivere, dio bono ne son ben felice, ti tocca scrivere per ogni cosa, dalla comunicazione ai condomini per la raccolta differenziata, alle lettere in ufficio, ai volantini del laboratorio fotografico. C'è un problema di fondo a non saper scrivere, la comunicazione non è efficace, non raggiunge l'obiettivo e dà il via a fraintendimenti che spesso scadono nella rissa verbale. Ne ho avuto le prove recentemente anche se, a voler guardare, se uno sa scrivere e l'altro non vuole capire, è comunque una battaglia persa. A scuola in Italia ti buttano lì di fare un tema senza averti mai detto da che parte cominciare, tutto è demandato a eventuli capacità intuitive (talento) dello studente.baci sandra frollini

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  8. Io se resto un po' indietro nel giro dei blog e trovo già tanti commenti in un post mi astengo, perché trovo già detto ciò che avrei detto io…Confermo ciò che dice little-prince: nella primaria qualcosa del genere viene fatto, o almeno la maestra di mio figlio lavora molto sulla costruzione dei testi (già dall'anno scorso in 1a).Io ho studiato questo genere di cose all'università, c'era un esame apposito sulla corretta costruzione dei testi e del discorso, ma …trattandosi di scienze della comunicazione era il minimo, credo!L'etichetta di quella brava a scrivere, disegnare e che ha fantasia ce l'ho pure io da sempre ed è vero che ti mettono sempre in mezzo! 🙂

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  9. Finalmente trovo un attimino per parlare :)Io ho studiato lingue e ho sempre trovato incongruente che nei corsi di inglese e francese ci insegnassero a scrivere mentre in italiano no, è davvero triste che si pretenda che il saper scrivere sia innato, non lo è, si può imparare, si imparano delle regole per pianificare i propri discorsi ed esprimere le proprie opinioni in maniera chiara e argomentata. A parte ciò quello che più ha colpito me è quello che ha colpito te: i commenti anonimi. Siamo arrivati al punto che esprimere opinioni diverse da quelle degli altri è una cosa di cui ci si deve vergognare e allora è più facile scriverla in forma anonima così non si può essere riconosciuti?Questa campagna elettorale ha lasciato pochissimi indifferenti, tutti si sono animati e infervorati, tutti contro tutti, i più incazzosi (se mi passi il termine) erano gli elettori di sinistra o pd, erano davvero inferociti e lo sono ancora, qualcuno solo per essere stata obiettiva, poco prima del voto, per poco non mi magna tutta intera, altri che ovviamente basavano i loro ragionamenti su quello che vedevano a video dei comizi di grillo invece che leggere il programma e fare un attimo di riflessione sullo stesso bollavano come pessima idea il votarlo solo perché urla durante i comizi 😦 non si legge, siamo ignoranti, ci si basa sulle emozioni per decidere tutto, se questo puoi farlo per un sacco di cose non puoi farlo a mio parere per le elezioni, ma ovviamente questa è la mia opinione 😉 non riesco a scrivere come vorrei perché sono di fretta, tornerò ancora 🙂

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  10. E' molto interessante quello che dici sulla scrittura e sul diverso metodo di insegnamento che, nei termini da te descritti, manca totalmente nel nostro paese. Credo che non abbia niente a che fare con la scrittura creativa o con le regole basiche grammaticali o di sintassi ma faccia riferimento proprio all'arte dell'argomentare e del saperlo scrivere.Non è facile essere sinceri quando si scrive,stabilire una connessione tra la parte profonda di sè stessi, la parte razionale e trasmettere con onestà le emozioni, traducendole in parole.Come dice Marzia “l'indole” o il talento è una cosa, rendere questa capacità una vera abilità, è impegno, studio, sacrificio e dedizione. E' il cruccio costante dello scrittore. Come selezionare le idee, lasciarle andare quando è il momento, tenerle nel cassetto per un pò, lavorarci, cambiarle, recuperarle, selezionarle, esercitarcisi su.E la pratica è sicuramete una buona alleata. Il mio pregio che è poi anche il mio peggior difetto è scrivere di impulso. Aiuta il confronto, aiuta il punto di vista esterno, l'oggettività di chi non è coinvolto.Equilibrio come in tutte le cose.ma non è la parte più difficile della vita, ricercarlo?Raffaella

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  11. Anch'io ho notato quello che dici tu e cioè che di solito i commenti sono per condividere l'opinione altrimenti ci si astiene.E' vero che in molti blog super-popolari noti che se qualcuno dissente viene letteralmente sbranato dai supporters e quindi ovviamente passa la voglia.Ho anche visto casi in cui il bloggher demolisce ogni commento non osannante e quindi credo che sia proprio insito nel blogging che molti si aspettino solo consenso.A me piacciono i commenti che dissentono (se non sono attacchi gratuiti, nel qual caso è legittimo difendersi) perché ampliano la discussione e la fanno crescere.A volte, come dice Marzia, è difficile argomentare via blog, ad esempio personalmente ho poco tempo e non mi va di buttare lì un commento e poi magari tornare a leggere tra 3 giorni ed essermi persa tutta la discussione.E' uno dei limiti del virtuale.

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  12. La cosa più brutta che hanno riportato queste elezioni sono i soliti volti (che i grillini in tv non ci vanno) che si litigano i minuti di parola. Sono d'accordo servirebbe la scuola. Di civiltà, nello specifico.

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  13. Anonima presente.O meglio “priva di link” presente.Sono intervenuta per la prima volta nel post precedente pur leggendo questo blog da un paio di settimane e cerdo sia giusto che dica la mia anche adesso.Vediamo, direi che in questo tuo intervento vengono sollevate varie e diverse questioni.Intanto, perchè la gente legge e non scrive commenti?Questo francamente, non essendo “la gente” non lo so, so perchè fino all'altro giorno non l'ho fatto io e non è perchè dissentissi.Francamente mi sembra sterile e pure noioso, scrivere cose tipo “che bello!” o “complimenti” ad una perfetta estranea, capisco che lo facciano lettori affezionati o persone con cui si è sviluppata una sorta di amicizia seppure virtuale, ma come detto non è il mio caso.Per di più poi, quello che mi ha incuriosito del blog è il racconto di un tipo di vita altro rispetto a quello italiano, non tanto sui grandi temi, ma nel quotidiano. Il mio interesse però non è dettato da rabbia o sdegno verso il mio paese o verso gli USA è appunto solo questo: curiosità.Più o meno siamo coetanee, abbiamo entrambe figli piccoli da crescere, leggere è piacevole e, come dire? mi può bastare.Certo, a volte non sono d'accordo con te, a volte mi sembri poco obiettiva (del resto, chi lo è?), a volte mi sembra tu faccia paragoni gratuiti o senta il bisogno di rafforzarti nella tua scelta, altre volte penso che comunque tu hai lasciato una città in cui la vita è abissalmente diversa dalla mia e quindi parli di ciò che conosci tu e non io. In ogni caso non scriverei mai a qualcuno per dirgli che non sono d'accordo sulle sue scelte o sulle sue opinioni o sul suo modo di vedere il mondo.Scrivo se posso arricchire una conversazione o capire meglio qualcosa che mi interessa. L'altra questione, quella sulla scrittura o più in generale sulla capacità di esprimersi padroneggiando le regole retoriche (questo è ciò che ti insegnano) è forse più interessante, ma non vorrei abusare del tuo spazioSilvia

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  14. Anche a me è stato insegnato come scrivere un essay all'università ma attenzione, quello è il modo anglosassone non universale. Anzi, in aula discutevamo sulle differenze con il modo di scrivere italiano e sul fatto che alcune regole britanniche da noi sarebbero addirittura sbagliate (ad esempio la virgola prima di “and”)Comunque anche a me non risulta che in Italia insegnino come scrivere un saggio, una tesi, ecc. Invece sarebbe molto utile, soprattutto per sfoltire un po' la schiera degli italiani che scrivono sbrodolamenti ampollosi insopportabili da leggere!Per quanto riguarda i commenti ai post, anche io sono una di quelle che in genere tace se non è d'accordo, soprattutto se si parla di politica, argomento molto delicato (però in questo caso non ho avuto tempo di leggere il tuo post precedente)

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  15. Sono giorni che discuto su facebook della situazione politica dopo il post che ho scritto di getto l'altro giorno, allibita per quanto successo in Italia. Solo due lettori sconosciuti hanno commentato sul blog. Gli altri invece hanno preferito imbastire una discussione su facebook sicchè è diventato un vero e proprio dibattito pubblico. Ben venga comunque ma come una vera italiana, anch'io mi sono infervorata, cercando però di mantenere la lucidità per rispondere per punti, per ribattere secondo una logica. Invidio molto la possibilità che hai di imparare a scrivere nello stile americano: io fortunatamente ho avuto e ho una grande maestra che mi segue sin dalla laurea ma posso apprendere la sua tecnica solo dalle correzioni e dai suggerimenti. Nessuno mi ha mai insegnato effettivamente come scrivere e penso che gli americani vadano bene dritti al punto, evitando i fronzoli e badando ai concetti. Mi piace! Ancora di più mi piace quando l'espressione di forma e contenuto vanno di pari passo, dialogando in modo equilibrato e sempre chiaro.

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  16. Io non taccio quasi mai quando non sono d'accordo (taccio solo quando rimugino e non sono pronta per esprimere un'opinione).Per questo fatto mia madre mi chiama da sempre Puffo Quattrocchi.:/Per la scrittura non saprei…ai miei tempi avevamo qualche prof brava che ci insegnava a confrontarci con diversi tipi di testo (riassunto, saggio ecc) ma onestamente non credo con convinzione che si possa insegnare a scrivere. Si può incanalare un talento, incitare a sforzarsi, forse, ma per il resto bisogna leggere e praticare…e ciò vale più di mille lezioni, secondo me (un po' come per tutto).

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  17. Ma intendi a Camerino o alle superiori?In Italia non possono fare come vogliono, i programmi sono decisi dal Ministero. Pero' e' positivo sentire che da qualche parte, sia pure per l'iniziativa di un singolo prof., si impari a dare un corpo al testo!

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  18. Giusto. Pero' e' gia' qualcosa e col tempo si puo' imparare a mediare.Bello quello che dici sulla ricerca scientifica. Sicuramente c'e' del vero, magari Baby e Ilaria potranno confermare.

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  19. Pero' fa un po' parte del gioco. Intendo dire, un blogger piu' o meno scrive di getto. Piu' o meno. E' proprio grazie ai commenti e ai diversi punti di vista che puo' arricchire la propria visuale, con consigli differenti o idee aggiuntive. L'oggettivita' di chi non e' direttamente coinvolto, come tu dici.

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  20. Silvia perdonami, ma nei miei post tu leggi rabbia o sdegno verso l'Italia? Anche ieri hai scritto che sono fuggita, insomma, non e' proprio quello che provo ne' quello che e' accaduto. E mi piacerebbe che mi venissero fatti notare i paragoni gratuiti o altre cose che magari infastidiscono chi legge, anche solo per capire un po' meglio, non trovi?E comunque non abusi, scrivi pure!

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  21. In Italia ti hanno insegnato a scrivere un essay in inglese, intendi? O un abstract? Ma magari accadesse ovunque, la ricerca si basa sulla comunicabilita' dei risultati, e se anche e' differente rispetto ai parametri italiani e' pro' un canale universale di dialogo!Diverso sarebbe insegnare a scrivere in italiano, come un tema, rispettando delle regole formali come l'introduzione, il corpo e la conclusione. Ecco, la conclusione e' spesso carente.

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  22. Cito Silvia: anonima presente anche io! (non prendo mai sufficiente coraggio per commentare e poi da una parte mi piace leggere anche senza dover per forza dire la mia. Inoltre non avendo un blog mi sembra un po' sempre di essere in debito, è una cosa difficile sa spiegare ma tu avendo un blog ti esponi, ti fai conoscere, io dietro il mio Anonimo ho la vita più facile e quindi mi sento un po' come se non riuscissi a ricambiare, perciò evito di commentare).Ti leggo da quando ho scoperto la tua conchiglia sulla spiaggia di Nina e ne approfitto per farti i complimenti per la bellissima Perla Picci: mi piace pensare che non sia un caso che sia nata on Thanksgiving… Ho vissuto un anno negli Stati Uniti quando avevo 17 anni e mi ricorderò sempre una frase del papà della famiglia che mi ha ospitato, detta in occasione dell'attacco americano all'Iraq (era il 2003): “although we don't support war, we support our troops: those are our sons”. Mi colpì molto questa pacatezza. Questo esprimere un parere contrario sì, ma senza essere aggressivi o offensivi. Mi ha anche colpito Romney quando ha dichiarato la vittoria di Obama, al nome del nuovo Presidente fischi, e lui li ha ripresi tutti “è il nostro Presidente, portiamo rispetto”.E' molto interessante la tua riflessione sulla scrittura, anche se credo che il clima politico italiano sia anche frutto di una certa mentalità che deriva dalla Storia Italiana: per anni siamo stati una terra divisa tra Regni e Principati vari, diciamo che si sente molto il campanilismo, forse per questo che si tende ad urlare la propria opinione. E a pensare sempre che l'altro ci voglia “fottere”, ma io sono più furbo perciò ti fotto io. (pardon per il francesismo)Io al liceo ho avuto la fortuna di avere una Prof che mi ha insegnato a scrivere un saggio breve… Sarà per questo che un paio di venerdì fa, quando con amiche discutevo di politica, mentre loro sbraitavano e si mangiavano vive, io ho ascoltato e poi detto la mia cercando di far capire il mio punto di vista?! Non so darmi una risposta, però oggi mi sono fatta coraggio e ho voluto scriverti, perchè la tua riflessione mi ha proprio fatto venire in mente quel venerdì sera…Magari continuerò a seguirti in silenzio, però i miei migliori auguri per una vita felice con My, Picci e magari un altro bimbo te li voglio fare.Giulia

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  23. A volte semplicemente si tace solo perchè già altri hanno espresso la tua stessa idea, cos'altro potresti scrivere. Però quando non si è d'accordo su un argomento, no, quello lo esprimo. Quanto alla scuola italiana,bhè….lasciamo stare penso che manchiamo molto in questo…ultimamente poi in tante altre cose ancora! 😦 Vedi i risultati politici

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  24. Scusa Marzia, non ho capito cosa intendi con “questo credo sia il motivo della maggior facilità di pubblicazione delle ricerche scientifiche di stampo anglosassone”. Parli delle pubblicazioni scientifiche in inglese?

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  25. Hai ragione, la nostra infiammabilita' deriva dalla storia. Ed e' la stessa considerazione che ho sentito ieri in classe dalla mia prof. a proposito dell'Europa. Grazie Giulia, spero che tornerai a commentare.E grazie per gli auguri, che ricambio. O dovrei dire in bocca al lupo, forse?

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  26. Credo che dica quello che poi ho scritto piu' sotto anche io: se insegnassero a scrivere correttamente un abstract secondo parametri internazionali condivisi, la ricerca italiana potrebbe avere una spinta in piu' (ovviamente al netto di finanziamenti e credibilita' nazionale). Non sono stata una dottoranda ma ripeto, per le mie pubblicazioni ho dovuto fare tutto da sola, compreso abstract in inglese.

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  27. Concordo in parte…un mio studente mi ha appena consegnato il suo progetto di ricerca e mi ha lasciato senza parole per come era ben scritto e argomentato, evidentemente a lui sì che hanno insegnato come buttare giù un lavoro. Il fattore lingua però non è da sottovalutare, se anche noi potessimo scrivere nella nostra d sicuro produrremmo pubblicazioni più chiare, fermo restando il bisogno di essere istruiti su questo fin dalle scuole meedie!

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  28. Giusto! Io poi non ho competenze scientifiche (sono un commerciale) ma lavoro in una multinazionale che vende per conto degli editori e che è un colosso nel settore banche dati accademiche e bio-mediche. Per questo vedo i numeri della fetta dedicata alla ricerca italiana e mi capita di parlare con medici o ricercatori o editori locali che si ritrovano a fare i conti con standard spesso resi più rigidi per chi non è madrelingua. Ovvio che lo strapotere anglosassone in taluni campi dell'aggregazione delle risorse non rende la faccenda incasellabile solo nel “non sappiamo scrivere”, ma continuo a pensare che una precoce abitudine all'esposizione strutturata (e alla sintesi) aiuterebbe.

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