Avevo sedici anni e zero voglia di studiare. Gia’ detto, che facevo sempre sega a andavo al Malpighi’s Beach. Tiro a campare per quattro anni, sempre rimandata (no, in quarto no) e finalmente arriva l’anno della maturita’. Avevo preso la patente l’agosto precedente, come anche qualche altro compagno diciottenne nato in primavera come me, e siccome le care vecchie abitudini non si perdono, se faccio sega stavolta si va alla beach vera, a Fregene. Tanto le giustificazioni ormai me le firmo da sola.
Si ha diciottanni, la patente, il libretto delle giustificazioni, il diritto di voto, ma a volte la testa resta quella di un’imbecille dodicenne.
Abbiamo un’infiltrazione nella nostra classe e ci spostano in quella che abbiamo subito ribattezzato aula a banana, grazie alla sua forma curva. Un giorno, complice l’assenza di un professore, ci muniamo di uniposca e iniziamo a imbrattare disegnare l’aula. Io mi applico al mio banco, altri compagni direttamente ai muri.
Disegno questo
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| da qui |
enorme, per tutta la lunghezza del banco. Che poi era il mio soprannome.
Il bidello non la prende tanto bene, e con lui poi i professori. Morale: ci intimano di cancellare tutto, pena una sospensione. E si’ che ero gia’ stata sospesa con obbligo di frequenza, in quarto, non mi ricordo perche’, con altri compagni, tanto che ci tolsero le gite (avrei scoperto da grande che e’ il modo che le scuole usano per far quadrare i bilanci). Cosi’ dopo qualche giorno, una volta rientrati nella nostra classe, ci mettono in mano uno straccio e l’alcool. Qualche compagno dall’animo sindacalista troppo raffinato si rifiuta di sporcarsi le mani, io e pochi altri ci assumiamo le nostre responsabilita’ e felici di saltare l’ennesima lezione andiamo a strofinare via bene i muri.
Il mio banco resiste, pero’.
Me lo ero trasportato fiera dall’aula a banana alla mia classe. Dove, pure essendo al primo banco, nessun professore aveva obiettato nulla. Forse perche’ la mia Smemo colorata e alta cinque dita impediva la visuale. Vi state chiedendo perche’ fossi al primo banco?
Il primo giorno di scuola del terzo anno ci trasferirono in centrale. Siccome avevo estrema voglia di iniziare l’anno, aspettai il suono della seconda campanella delle 8.30 per fare il mio ingresso trionfale in classe. Grandissimo errore. Trovai tutti i banchi occupati e, unico libero, il primo della fila centrale, il piu’ sfigato. Sedetti li’ con la mia amica Lisa, ma il giorno dopo, volpi, spostammo il nostro banco dietro l’ultimo, sempre in fila centrale. Il terzo giorno i compagni con facce truci ci fecero ritrovare il banco davanti e ciao, e’ giusto, li’ restammo rassegnate per tre anni.
Dicevo.
Non sono mai stata una di quelle che fingeva di essere afona per non essere interrogata. O che le era morto il nonno. O che, per di piu’, si faceva furba e faceva domande fingendo di mostrarsi interessata. Io vegetavo al primo banco, scrivendo sulla Smemo – che poi leggevano tutti, poi dici com’e’ che scrivi gli affari tuoi sul blog?, ecco qua – sognando Alessandro e poi Giuseppe e Maurizio e Andrea e altri mille che cambiavano ogni due giorni, studiando il minimo indispensabile.
Poi un giorno ci cambiarono i banchi con altri nuovi.
E la mia giraffina giacque per mesi dietro il Malpighi’s Beach, al confine col Ceccherelli, insieme ad altri banchi e calcinacci che dovevano essere smaltiti ma rimasero li’ abbandonati.
Non ci fu mai nessuno che mi fece riflettere sul fatto che avevo danneggiato un bene comune, cosa che invece avrei cercato sempre di fare da adulta quando, lavorando a scuola, mi trovavo a che fare con altri vandali imbrattatori. Nessun adulto che mi fece riflettere sul fatto che le tasse che ai miei genitori venivano detratte in busta paga contribuivano al decoro scolastico. Cosi’ come pure agli autobus e agli ospedali e ai giardini pubblici. E che se non ci avessi dato di olio di gomito l’amministrazione scolastica avrebbe dovuto scegliere tra riparare l’infiltrazione della nostra classe o riverniciare una scritta cretina dal muro. Coccio non vuole cedere i doppioni di Beruattu e Cuccureddu.
Devo avere ancora la foto da qualche parte.
Quando un adolescente si rende conto che il mondo non finisce dietro la sua schiena, e che le sue azioni hanno un’effetto sugli altri e sulla collettivita’, si cresce. Sempre.
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oddio io ti facevo secchiona…te pensa!Perfettamente d'accordo, se non si spiega il perché certe azioni non vadano compiute, non si ottiene nulla
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🙂 bel post
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Gia'.
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🙂 grazie!
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È proprio vero se un adulto non te lo fa notare quando sei adolescente non ci pensi mica, e a volte anche se te lo fanno notare lo fai lo stesso, un po' per andar contro gli insegnamenti dei tuoi un po' per sfidare l'autorità, credo. Mai imbrattato muri o altro, avevo troppa paura della punizione ed ero troppo secchia
però certe cose le impari fin da piccolo, c'è Deddè che mi chiede se può fare o non fare una certa azione quando siamo fuori, tipo buttare le cartacce per terra o altro anche lui è molto rispettoso 🙂
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Io mi sto avvantaggiando, e con il seienne ho già cominciato. Prima o poi capirà.Di scuola, invece, non ne voglio proprio parlare. Forse qualcosa di irrisolto… Che mme dice, dottore'?Pattibum
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però credo che quando sei adolescente te ne frega ben poco delle spiegazioni degli adulti. tutti abbiamo fatto delle cavolate da adolescenti(e per fortuna), l'importante è che siano state non troppo grandi e senza gravi conseguenze…
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Un post meraviglioso e molto vero…
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Io ci pensavo anche da adolescente, alle conseguenze intendo. Ero una rompipalle atroce, con me stessa e con gli altri, ho sempre avuto il pallino della “paladina della giustizia” (l'esposizione ripetuta agli episodi, almeno quelli non censurati, di sailor moon…produce questi effetti!). Certo, non giravo col taccuino per segnarmi le infrazioni altrui e le ingiustizie da sanare, ma se vedevo qualcosa che non andava ero la prima a farlo notare al diretto interessato! Oggi sono anche peggiorata…del tipo che lascio bigliettini intimidatori a chi parcheggia senza curarsi delle strisce o dei divieti, oppure costringo ragazzini maleducati a cedere il proprio posto ad un anziano sull'autobus, insomma cerco di fare leva sulle coscienze altrui perché…perché penso che se lo faccio solo io e me ne frego del resto non ha senso, ma se convinco anche gli altri pian piano qualche miglioramento si vedrà!Ho visto mamme che pur di non urtare la sensibilità del proprio pargolo hanno ignorato insulti alle maestre, distruzione di zaini altrui, frantumazioni volontarie di occhiali altrui… giustificandosi con un semplice “sono bambini, quando saranno più grandi capiranno che non si fa” …campa cavallo, che l'erba cresce!:)
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Si, da bambini si e' piu' sensibili, di solito. Anche io era una ecologista certificata.Poi sono arrivate le superiori.
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Ah boh!
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Hmmm no, di solito una lavata di testa fatta bene, funziona. Prima o poi parlero' di facebook.
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Fabri, grazie!
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Grande Cri!!
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“a vent'anni si è incendiari, a quaranta si diventa pompieri” (cit.)
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Mi hai fatto tornare in mente le guerre all'ultimo sangue per accaparrarsi il banco migliore il primo giorno di scuola…certo che da adolescenti si hanno delle priorità proprio strambe, speriamo di ricordarle quando saranno adolescenti le nostre figlie!
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Stupendo post:-)
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Anch'io credo nell'utilità dello spiegare le conseguenze di certe azioni, penso che sia molto più utile del “non si deve fare e basta”. Con mia nipote provo continuamente a farlo, anche se penso però che un po' di sovversività alla regole sia comunque parte dell'adolescenza e non sempre una spiegazione può essere sufficiente.
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wow….non ti avrei mai immaginata cosi a scuola! ahahahahcomunque, bellissimo questo posto. vorrei stamparlo e distruibuirlo ai vandali che vengono in corriera con me (l'altro giorno sono entrati al liceo a Gorizia e hanno rotto vetri, calcinacci, rubato i registri etc)
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Pensavo anch'io che fossi secchiona! Che storia… No, io ero di quelle bravine, ordinate, mai un'assenza. Che cretina! Potevo divertirmi di più, me ne rammarico sempre. E mia figlia è uguale a me. Adesso è a Londra per 5 giorni e continua a scrivermi di prendere nota dei compiti e di quello che si sta perdendo a scuola. E' DNA.
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Sai che l'aula a banana non me la ricordo? Stava in una torretta?Ricordo l'ebbrezza del poter firmare le giustificazioni col mio nome, dopo le faticacce per falsificare la firma lunghissima di mia madre XD. Però non imbrattavo né mi facevo rimandare, e invece che al Beach andavo chessò a villa Pamphili…A volte ci passo, davanti al Malpighi. Mi piacerebbe potermi fermare una volta, e farmici un giro se me lo permettono!
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Qui vedo è pensiero comune immaginarti secchiona!!! Infatti mentre leggevo il post dicevo “no ma non ci posso credere, Lucy sta davvero raccontando questa cosa?!”.In ogni caso io ero una rompicoglioni e lo sono ancora, perciò appena vedevo i miei compagni scrivere sui banchi mi mettevo in modalità bacchettona. Sarà che mia nonna è stata maestra e mi ha sempre fatto una testa così sul rispetto dei banchi, le sedie, i libri presi in prestito.Bellissimo post cmq, dovrebbero stamparlo e metterlo in tutte le aule di Italia.Giulia ps: in USA mi ricordo durante l'exchange year che i libri erano presi in prestito. Ognuno aveva la sua scheda personale e al momento di restituirli venivano ricontrollari: se erano rovinati dovevi comprarli a prezzo pieno così tu ti tenevi una cosa rovinata e la scuola aveva i soldi per ricomprare il libro nuovo. Potrebbe essere un'idea da esportare visto che qui in Italia i libri per il liceo costano tantissimo!!
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bellissimo post Tizi, e quanto è vero!ps sono scioccata, ti facevo la secchiona della classe!
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Ma te guarda!! Ho dato per scontato che tu fossi una ragazzina a modo, di quelle che prendono sempre volti alti e scopro che sei stata una discola. La vita cambia e cambiano le persone, i ragazzi maturano e sembra che tu sia diventata una donnina a modo. Però dai, in quelle cose lì ritrovi anche ricordi piacevoli. Io invece ero sempre a studiare, a ripetere questo si fa quello non si fa, frutto di un'educazione forte che a distanza di tempo, ormai genitore non reputo tale. Ma cmq, ritronerei indietro per vivermi la mia adolescenza con più serenità
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Sono commossa!!!! Questo post è bellissimo. .. lo farò leggere s mia figlia. .. e anche io ti facevo secchiona! Complimenti
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Che ricordi mi hai fatto tornare alla mente..pensa che io ho ancora le mie Smemo che non facevo altro che scrivere, colorare e attaccarci cose di ogni genere!!!Ancora adesso devo sempre avere un'agenda in cui scrivere, sempre, ma sono meno costante. Che monella eri!!! Io ero dalle suore per cui ogni cosa veniva punita con sospensioni e chiamate si genitori..per cui bisognava essere composti..Baci Fra
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Mia cara, finalmente qualcuno da ragione alla pedante che e in me.Non e mai troppo presto per spiegare ad un ragazzo ed anche se sembra che sul momento non serva, poi e come una semina, si raccoglie al momento giusto.La societa la facciamo noi, non e un ente astratto su cui non abbiamo responsabilita. La fanno i nostri figli, che educhiamo noi.Poi, ahem, qualche scheletro nell'armadio ce l'abbiamo tutti dall'adolescente.Ma si impara anche dagli sbagli, no????
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L'adolescente, era l'adolescenza…..
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Io ho scritto una volta sola sul bordo di una fontana (bellissima, tra l'altro, come ho potuto?) con l'Uni Posca. Me ne sono vergognata subito, e quando ci sono tornata e ho visto che l'avevano ripulita ho tirato un sospiro di sollievo. Nessuno mi ha sgridata, ma sapevo di aver fatto qualcosa di estremamente sbagliato. Da giovani si fanno un sacco di stupidaggini, e sono proprio quelle che rimpiangiamo e ci fanno sentire “vecchi”. Eppure il muro del locale dove lavoro è perennemente pasticciato, e ti assicuro che i simpatici amici del pennarello sono tutti intorno alla trentina. Irrecuperabili (e pure stupidi).
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Ricordo un enorme complesso sportivo del mio paese costruito interamente coi soldi della 219 (terremoto Irpinia '80), completo di camere accessoriate, pc, campi da tennis, cucine e tanto altro, totalmente distrutto dalle incursioni di vandali adolescenti che praticavano buchi nei muri e andavano a saccheggiarlo.Rimetterlo a posto è costato quasi quanto costruirlo.Avevo anch'io quindici anni, ma vedere i risultati di quelle scorribande per me era una tortura, non fonte di divertimento.A volte la noia e la mancanza di interessi porta a cercare la distrazione in azioni sconsiderate.
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Eh gia'.
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Vedi, intanto mi tengo in allenamento 😀
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:*
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La spiegazione viene accettata se comunicata a livello adulto e fa leva sulla consapevolezza.
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Nooo questi sono vandali veri!
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Hahaha si, credo di si 😀
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Non saprei nemmeno piu' dirti a che piano fosse…
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🙂 mica male l'idea!
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Nemmeno un po'!! :DD
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Beh, la mia parte di ribelle l'ho fatta.
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Oh ma grazie!! ♡
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Mi hanno sospesa due anni consecutivi… vedi te…
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Si impara e soprattutto si puo' mostrare la strada.
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Trentina???
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Oh si e' vero… ma anche la certezza dell'impunita'.
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Ah cosa mi hai ricordato! Abbiamo ben due cose in comune: il primo banco al liceo (anche se noi potevamo spostarci ogni lezione, ma io alla fine stavo li) e l'imbrattamento di banchi. Più alle medie che alle superiori, perchè, all'artistico, avevo già abbastanza tempo per disegnare sui fogli :)Seguo il tuo discorso sull'aver danneggiato i beni comuni, ma, il mio animo artistico crede ancora che, se fatti molto bene, rendono il banco un pezzo unico e decorato. I miei bidelli mi facevano sempre i complimenti, anche se si lamentavano che la mia graffite non si puliva con facilità
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Lucy, dimmi la verità… stai cercando di farmi sbroccare di prima mattina, vero?Perchè già sai cosa penso del concetto “Bene Pubblico” e dell'imbecillità di tutti coloro che lo confondono col concetto di Gratis, dalla sanità alle esenzioni alla scuola in avanti.E sono stanca, ma veramente stanca, degli adulti (genitori o meno) che ragionano dicendo “non mi importa che Tonino abbia sporcato il banco, quel banco con tutte le tasse che pago è mio di diritto”. Sì, infatti Tonino a casa non disegna sul tavolo della cucina, perchè tu, idiota cornutazzo, gli tireresti un ceffone.La battaglia per l'educazione civica in questo paese – che io adoro, sia chiaro, non sono una disfattista anti-italiana e lo sai – è la più negletta di tutte, ed invece sarebbe di importanza primaria.Mia madre mi ha sempre insegnato: delle tue cose devi avere cura, ma di quelle degli altri di più perchè non sono tue e ne rispondi ad un'altra persona.E' un concetto semplice, anche per un bambino piccolo. Perchè a noi sfugge sempre?
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scusate scendevo i commenti per appostare il mio ma ho letto bene?? Parlerai di facebook??Mi avvisi prima così mi preparo la serata, faccio uscire il charlie e mi preparo un calice di rosso? Che bello! Lo spevo che finito Greys anatomy avrei trovato un motivo altrove :)Comunque volevo scrivere che sarebbe bello vedere il disegno imputato, mi fa simpatia!
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non avevo mai letto questo post. aldila' di tutto, mi fa ridere che tutti ti fanno secchiona mentre facevi il minimo indispensabile, mentre io al contrario ero immediatamente classificata lavativa mentre invece studiavo assai.pero ogni anni mi presentavo a scuola all'alba x essere la prima a entrare dalla porta e fiondarmi a prendere il banco in ultima fila d'angolo contro il muro per poter leggere e escrivere in santa pace bigliettini tutte le cinque ore, mentre poi a casa studiavo le lezioni
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anche io disegnavo la giraffa ovunque! Era la mia firma…
brava, bel post
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