Con l’arrivo delle feste urge sfatare qualche mito, povero amore mio, ma ne va della mia reputazione. Chiunque mi conosca mi ritiene superfortunata perche’ ho sposato uno chef. Eccome, e lo sarei stata anche se chef non fosse stato. Ma ecco, per molti amici il valore aggiunto e’ dato dalla sua professione, che come tutte ha dei lati negativi di cui vorrei mettervi a conoscenza.
Ho scritto questo post molti anni fa. Lo Chef e’ prima diventato Sous Chef , poi Executive Sous Chef, e poi Executive Chef, il che significa che nel tempo e’ passato da ruoli piu’ fattuali a quelli piu’ manageriali. Nel dettaglio, si occupa di acquisti e organizzazione della intera cucina, anche se continua spesso a spignattare.
Lo Chef lavora nel ristorante di un albergo, e oltre a supervisionare la linea, cioe’ i cuochi che cucinano alla carta per il ristorante, si occupa soprattutto di banchetti.
Banchetti significa tanta gente, come nei matrimoni e nei meeting aziendali.
Le dosi e gli avanzi
Lo Chef ha ormai un occhio totalmente sballato. Quando e’ a casa e vuole fare una pasta per noi tre butta non meno di 1kg di rigatoni. E una volta sottolineata l’enormita’ della mole gia’ in ebollizione, risponde sicuro che sapra’ trasformare con sapienza quegli avanzi, come quando l’altro giorno ha cambiato un avanzo di risotto alla crema di spinaci (fatto da me eh) in una zuppa mista. Buonissima.
In alternativa quando avrete una fame boia che mangereste pure il tavolo, diventa un ricercato line chef e mettera’ un disco di polenta con appoggiate sopra due strisce di carne in bilico e tre asparagi a lato.
Piccoli.

Quando lo conobbi ingrassai quattro chili. Perche’ gia’ allora le sue tecniche erano quelle del ristorante e mi conquisto’ anche tra soffritti elaborati, roux, burri e salse. Un giorno dal niente tiro’ fuori un petto di tacchino alle pere. Credo di non aver mai mangiato cosa piu’ buona.
D’altra parte lui ricorda ancora i felafel che gli cucinai la prima sera che lo invitai a cena, solo che la differenza tra me e lui e’ che io seguo pedissequamente la ricetta e le cose non mi vengono due volte uguali, lui crea sul momento ed e’ sempre tutto strepitoso. E no, non rivela i suoi segreti perche’, semplicemente, improvvisa.
L’assenza
Uno chef non ha famiglia. Lo chef e’ sposato con il suo lavoro, anche se il ristorante non e’ il suo. Lo chef non conosce festivita’, perche’ sono quelli in cui lavora di piu’. Lo chef lavora soprattutto alla sera, quando la gente esce.
La famiglia dello chef fa tutto senza di lui, e non si lamenta nemmeno (quasi) piu’. Il mio segreto? Vivere a Miami e conoscere, per puro caso, altre poracce come la sottoscritta.
La stanchezza
Quando alla sera torna a casa puzzolente intriso di odori, potete immaginare, lo Chef e’ stanco morto. Passare dieci, dodici, quattordici, sedici ore in piedi a cucinare – o comunque tra frigoriferi, supervisioni, schede di lavoro e soluzione di problemi, anche di relazione nel gruppo – e’ devastante per chiunque, e questo e’ il motivo per cui dico sempre che no, non potrei mai fare il suo lavoro. E lo ammiro.

Ma ecco questo significa che lo Chef quando non c’e’, non c’e’. Quando c’e’, dorme.
Chissa’ che cose buone che ti cucina
Ecco, questo e’ il vero tasto dolente di tutta la faccenda. No, sono cornuta e mazziata. Esattamente come quella storia per cui il pasticciere non mangia dolci, quando lo Chef torna a casa dopo giornate cosi’ pesanti ha lo schifo di qualsiasi cibo cucinato. Gli metti davanti una pasta in bianco e gli viene il riflesso del vomito, percio’ magari si fa latte e biscotti, meglio se semplici gallette.
A casa, ragazzi, cucino io.
O lei.

Per lui ho comprato il gelato alla vaniglia.
Gli amici e l’ansia da prestazione
Il banquet chef per le feste prepara cose pazzesche. Da un suo menu di Capodanno:
Mini Baked Brie en Croute
Hearty winter Greens Salad with Zinfandel Pears
Maine Lobster Bisque
Charcuterie
Prosciutto Wrapped Chicken
Seared Chilean Sea Bass
New York Sirloin
Sticky Toffee Pudding
Hot Chocolate Cake
Trifle
Ovviamente quando racconta di aver preparato sta roba tutti fanno Ooooooh!, e giustamente. Solo che poi con gli amici si creano quelle cose tipo Mi piacerebbe invitarvi a cena ma io sono una cuoca modesta, chissa’ lo Chef che pensera’ di me.
Ma che deve pensare, lui si siede e magna.
Questa e’ come quella che vi ho gia’ raccontato che tutti pensate che io vi legga nella capoccia. Tranquilli, chiunque di noi si rilassa nel suo tempo libero. Pure lo Chef.
E non e’ che lui sia infallibile, o che a me piaccia tutto quello che cucina. Una delle peggiori grezze che ho fatto da quando vivo qui e’ stata a casa del suo capo, ovviamente chef anche lui ma di piu’, invitati per un pranzo di compleanno. Sara’ che ero incinta oh, sara’ che ero ancora una pivellina, mi ero innamorata di una freschissima insalata di pomodori e anguria di cui gli ho decantato le lodi per il giusto equilibrio di dolcezza e sapidita’.
L’aveva fatta sua madre.
L’occhio clinico
Che in effetti c’e’ una cosa che lo Chef osserva criticamente. Lo Chef passa in rassegna il modo in cui tagliate la frutta, la verdura, e i formaggi. Esattamente come io riconosco uno psicotico in 5 minuti, lui sa dirti che taglio hai fatto e con che lama. Quando faccio la ratatouille mi racconta la rava e la fava della tecnica francese della corte degli imperatori e dove sbaglio.
Io taglio a casaccio, come tutti, lui ovviamente no.
Ma grazie a lui ho scoperto che non esistono persone che non sanno tagliare: esistono solo pessimi coltelli.
L’occhio esperto
Avete mai provato a fare la spesa con uno Chef? Dura ore. Sempre in cerca di nuovi prodotti e nuove idee, si visitano nuovi posti e si provano nuovi sapori. Che poi a me piace un sacco, figuriamoci, sono una golosa. E per fortuna lui non e’ nemmeno uno di quelli che solo cose super ricercate, noi fondamentalmente amiamo i sapori semplici. Ma ecco, per me ‘na pannocchia e’ ‘na pannocchia, e invece, come ha raccontato la mia amica Leti, suo marito, stessa professione del mio, guarda la confezione sotto cellophane e sa dirti che la pannocchia non e’ buona, o di varieta’ scadente. Il granturco!!
Il frigo in ordine alfabetico
Un giorno un’amica e’ venuta a casa e ha visto il cassetto pieno di bustine dell’ikea, quelle per surgelare, ed e’ scoppiata a ridere vedendone di ogni dimensione. Ha ovviamente pensato che la pazza con la nevrosi ossessivo compulsiva fossi io.
(Mi continua a colpire sempre la cosa che le persone pensano di me che io sia una ossessivo-compulsiva che conta le mattonelle quando cammina e non pesta le righe. In alternativa pensano che mi faccia le canne e sia unacommunistacosi’.)
Dicevamo.
Quando lo Chef va a fare la spesa sistema il frigorifero in ordine alfabetico. E’ una metafora eh. Ma non e’ che mette la spesa, che ne so, suddivisa per generi. Ha un ordine tutto suo che se gli sposto una salsa e la metto al ripiano di sotto mi dice che non trova piu’ niente.
Siccome di recente non ha piu’ tempo manco per respirare, la spesa la faccio e la metto a posto io, e lui si lamenta che non trova mai nulla e che io butto dentro le cose a caso e chiudo lo sportello della dispensa per evitare che esploda.
Non ci e’ andato troppo lontano.
Sanitation
Mangi un poco di yogurt e lasci il barattolo fuori un’ora? Si butta. Il pollo cotto e’ rimasto fuori dal frigo? Si butta. Sanitation signori, qui c’e’ una paurissima della contaminazione e della salmonella!! Che poi io sono proprio una disgraziata, se la pentola con la zuppa resta fuori tutta la notte la rimetto in frigo e nego fino alla morte.
Ultima fissa dello Chef sono le formiche. Che poi fossimo invasi! Ce ne sono alcune, e qui sono piiiiiiiiiiiiccole. Allora ha comprato tutta una serie di contenitori per la pasta e teniamo tutto ben separato. Anzi che gli ho proibito di mettere lo zucchero in frigo come fa sua madre.
Pero’ nella dispensa ho otto tipi diversi di frutta secca candita che lui deve usare (da mesi) per qualche esperimento culinario, e alla fine lo so io che passeranno la mia sanitation (aka il secchio).
Questo post e’ per dimostrare tutta la mia invidia per il fatto che oggi tre chiamate su skype e tre volte la stessa domanda, non Cosa mangiate tu e laPicci stasera? ma Cosa ti cucina lo Chef di buono stasera? Un caxxo, e lavora pure. Eccovi serviti.

Buone feste a tutti amici!
P.S.: non ho idea chi sia sto gnocco nella foto. Viene da Pexels.
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Post splendido, come sempre del resto!
Ne approffitto per fare a te, Picci e My i nostri migliori per l’anno nuovo: che vi porti tutto cio
che piudesiderate!Un abbraccio da Reno!!!!!
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Un abbraccio anche a voi e ottimo anno!!
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Che bel post! Per me è uguale. Anche mio marito quando rientra dal locale in cui lavora e’ stanco morto da ore passate a cucinare per altri, in cucine intrise di profumi di ogni genere e mentre lui si “doccia” io da brava moglie metto su il caffè e tiro fuori i biscotti, perché, come My, non mangia dopo aver preparato e cucinato ogni ben di Dio ….la mia e’ la dura vita di chi va nel panico se ha due persone a pranzo mentre il mio lui ti organizza un pasto completo da tremila stelle con due cipolle, una carota, un pezzo di formaggio e tre olive! Il bello è che quando mi viene particolarmente bene un qualunque piatto nessuno ci crede…..pensano che l’autore sia mio marito e aivoglia a di il contrario…..insomma non è che ci faccia una gran bella figura al suo fianco! Io, come te, non saprei mai fare un lavoro del genere, troppa pressione, troppo stress e solo sentire i racconti delle sue giornate mi danno l’ansia, figurati lavorare in un ambiente simile! Comunque, io mi sento fortunata, e non solo perché lavora in cucina….
Un grande abbraccio e vi auguro un anno tanto, tanto, tanto, ma proprio tanto felice.
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Un abbraccio grande a voi, buon anno nuovo!
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buon anno cara! un bacione a tutti e tre
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Buon anno a te Peggy 🙂
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Buon anno cara, a tutti e tre :-*
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Buon anno a voi, grazie!
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Buon anno cara 🙂 eheh capisco il rigetto di My, pure a me farebbe lo stesso effetto
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😀 buon anno a voi!
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Tocca sempre a me fare la voce fuori dal coro? 😛
Io mi ero fatto delle strane idee, cioè:
1. Che sei superfortunata ad aver sposato un uomo che vi ama alla follia tutte e due (e bastano poche frasi lette qua e là per capirlo)
2. Che sono supercuriosissimo di conoscerlo, deve essere una persona sfottente e irriverente, che ti fa morire dal ridere ogni volta che apre bocca.
3. Vi ho pensato in questi giorni. Ho pensato “che peccato che queste giornate non possano passarle insieme, ma ci sono altre giornate, normali per gli altri, che diventano speciali per voi, come succede spesso a chi lavora quando gli altri festeggiano.”
4. Che a casa toccherà più o meno sempre a te cucinare perché all’ora di pranzo / cena, lui cucina per gli altri.
Ci ho azzeccato?
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Quattro su quattro 😀 bravissimo!
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Io appartengo al gruppo di quelli che avrei timore ad invitare uno chef !!! Mia madre vivrebbe di latte e biscotti … Forse chi Sa cucinare bene ha Qs prb?? Che invidia il dono della improvvisazione !! Un abbraccio
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Buon anno Mimma, organizziamo un incontro tra la tua chef e il mio chef!
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Eh eh, è come quando dico che lavoro al cinema, “che fortuna, ti vedi tutti i film gratis!”, ma quando mai?
Tuo marito fa un lavoro durissimo, per un sacco di ore al giorno. Quando torna a casa è già tanto se ha fame… Però dai, quando è libero ti cucina di sicuro qualcosa di fantastico, ammettilo!
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Ehm. Di solito mangiamo fuori, pero’ si’, a volte cucina cose fantastiche 😀
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ah ha, la foto della gallina in forno 🙂 spero che anche i miei bambini prendono l’amore per la cucina! Buon anno nuovo
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Aaaah finalmente qualcuno che apprezza la foto! 😀 Buon anno a te!
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Auguri a voi!
io cmq mi imbarazzo a cucinare per persone che lo fanno per professione…. e però so bene che hai ragione quando fai l’esempio degli psicologi. Magari la prossima volta cucino….nonostante tutto! 😀
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Ma si, e allora uno che fa, non deve frequentare parrucchieri, dietologi, arredatori, come avevo scritto in quel post?
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cioè fammi capire, la picci ha messo il paperotto in forno con l’idea di cucinarlo??? adoro!
buon anno da un’altra expat!
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Ehm 😀
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Buon anno a te!
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