L’Italia e’ ricca – a proposito di visti Usa

L’Italia fa parte del G8, le nazioni piu’ industrializzate del pianeta (con Francia, Germania, Inghilterra, Giappone, Usa, Canada, e Russia). L’Italia e’ piccola rispetto ad alcuni di questi giganti, eppure resta stabilmente nell’elenco.

Gli Italiani che vogliono venire in Usa per turismo non hanno bisogno di visto, se non l’Esta (Visa Waiver Program) che si compila online e vale 3 mesi. Per moltissimi paesi, ad esempio tutti quelli del Sudamerica tranne il Cile, per venire in Usa anche solo una settimana serve l’equivalente del nostro visto B2, quello per turismo/affari che vale sei mesi, estendibile ad un anno ma una volta erogato dura dieci anni.

Qual e’ il motivo di questa differenza? Immagino che l’Italia sia uno di quei paesi la cui immigrazione clandestina non e’ alta. Similmente, alla Visa Lottery ci sono dei paesi che non sono piu’ ammessi a partecipare perche’ nei 5 anni precedenti piu’ di 50mila persone sono emigrate negli Stati Uniti, e l’Italia non e’ tra questi. C’e’ pero’ l’Inghilterra, quindi se avete cittadinanza inglese non passate per quella strada.

In Usa non c’e’ posto per gli Italiani “di buona volonta’ disposti a fare un lavoro qualsiasi”, perche’ di gente con la stessa caparbieta’ ce n’è a pacchi, soprattutto entrata clandestinamente o successivamente regolarizzata, e proveniente dai paesi piu’ poveri. E quando dico poveri intendo posti dove non ci sono elettricita’, strade, acqua corrente, fogne, eccetera.

Gli Italiani invece entrano qui come cervelli in fuga, come si ama dire, ed imprenditori. I cervelli in fuga sono ricercatori e studenti con alti profili, quindi PhD e Post Doc. Significa che sono persone che in Italia hanno studiato a lungo e che hanno conseguito laurea o (meglio) master di specializzazione. Le universita’ italiane preparano molto bene nella teoria e molti studenti capaci sono accettati nelle universita’ americane. C’e’ da dire pero’ che spessissimo, dipende dalle istituzioni, i visti J1 di scambio culturale sono senza retribuzione, per cui si chiede all’applicante la prova di fondi per il sostentamento per tutta la durata della permanenza (fino a due anni). Stessa richiesta e’ fatta per il visto F, studentesco, lo stesso con cui sono entrata io in Usa e diretto a tutti coloro che vogliono frequentare un corso di studi in Usa. Il visto M e’ invece per i corsi non professionali e ha durata inferiore (il mio visto venne erogato per 5 anni, per dire).

Per gli imprenditori il visto E da’ delle chance di successiva regolarizzazione ma ci sono criteri estremamente precisi per poter fare successiva richiesta, e di solito per l’investimento iniziale si viaggia sopra i 100mila $. Cristiana Jones e’ una mia amica franchise broker esperta in E2, se volete informazioni contattatela.

source: millionaire
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Gli unici visti lavorativi concessi sono H, L, O, P, Q, R. Sono comunque visti non immigranti ma danno buone prospettive per il futuro (bisogna sapersela giocare, pero’) e sono gli unici che diano opportunita’ di retribuzione. Bisogna pero’ avere delle ottime capacita’ verificabili perche’ si rientri tra i beneficiari, per dire i parrucchieri o gli chef che non siano talentuosi come Aldo Coppola o Massimo Bottura non lo sono.

Non dimenticate, tra l’altro, che un datore di lavoro potra’ anche decidere di sponsorizzare il vostro ingresso in Usa pagando i 5000$ di tassa, ma comunque l’ultima parola spetta sempre all’Uscis. E ricordate anche che fare le cose in regola paga sempre negli Stati Uniti: non e’ infrequente infatti che un visto F o J1, non immigranti, si trasformino in una assunzione lavorativa. Dipende dalle capacita’ e dalla motivazione.

L’Italia e’ ricca nonostante la crisi economica e la disoccupazione alle stelle.

L’Italia e’ ricca dagli anni ’60, quando il boom economico ci ha portati a competere con i grandi del pianeta. L’Italia e’ ricca in cultura del passato ma anche in arti visive, moda e design. E questo perche’ nonostante i secoli di dominazioni straniere (spagnoli, tedeschi, olandesi, e francesi, conoscete la storia d’Italia?) abbiamo accolto la diversita’ ed avuto la possibilita’ di crescere culturalmente. E ancora abbiamo questo lusso.

L’Italia e’ ricca perche’ puo’ permettersi di mandare i propri figli all’Universita’. A Miami ci sono persone analfabete. L’Italia e’ in crisi ma il Sud lo e’ da sempre, e nei miei viaggi in Sicilia ricordo queste case in eterna costruzione che ogni anno andavano avanti un pezzetto, quando gli emigranti tornavano in vacanza dalla Germania. E a proposito di questo, la Germania e’ tuttora il luogo con la piu’ bassa disoccupazione in Europa e non serve visto di ingresso: non fossilizzatevi sull’America, che entrare qui e’ difficile. Osate altrove, fatevi forti, e poi se volete tentate la carta americana.

Ad urne chiuse, e da cittadina all’estero, voglio dirvi di non lasciarvi contagiare da chi vede solo il bicchiere mezzo vuoto. Berlusconi e’ stato un pessimo capitolo della nostra storia contemporanea ma su due cose aveva ragione: la cupa tendenza tafazziana della sinistra che non riesce a guardare avanti, e l’instabilita’ dello Stato quando i governi cambiano ogni due anni. Non e’ possibile dire solo e sempre no, non e’ piu’ possibile ostacolare qualsiasi tentativo di cambiamento solo perche’ non si e’ mai fatto in quel modo. E lo dico a ragion veduta, perche’ quando vivevo li’ ero anche io tra i fieri oppositori alla qualsiasi.

Qui dicono che quando una cosa accade a New York, dopo poco arriva a Miami e San Francisco. Roma e’ il paradigma dell’Italia. Guardate cosa sta succedendo li’.


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