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Midterm election day – il mio primo voto in America

Domani 6 novembre 2018 e’ Election Day e votiamo per il Midterm, ovvero il voto di meta’ mandato presidenziale. In realta’ si vota per un sacco di altre cose, ma l’aspetto piu’ importante sara’ proprio il midterm. Il voto in America e’ completamente diverso da quello in Italia, e in questo articolo vi spiego come si svolge, proprio partendo da queste Midterm elections.

Non sara’ un voto per confermare o meno l’attuale Presidente degli Stati Uniti, ma per ridefinire la composizione del Congresso. Qui infatti il mandato del Presidente dura 4 anni, quello dei Senatori 6 (ma le cose sono distribuite in modo tale che ogni 2 anni cambia solo un terzo dei senatori), e quello dei parlamentari (House of Representatives) dura 2.

Pochi mesi fa sono diventata cittadina americana e quindi per la prima volta sono stata chiamata al voto. Queste elezioni di midterm sono importantissime dal momento che anche questa presidenza e’ estremamente polarizzata, con i sostenitori repubblicani che hanno finalmente visto un miglioramento dell’economia, e i detrattori democratici che non tollerano il razzismo ed il clima di odio che si e’ creato nel paese. Inoltre si votano alcuni referendum, e ogni cittadino e’ chiamato ad esprimersi su ulteriori aspetti della vita civile a seconda di dove vive. Noi ad esempio tra le altre cose abbiamo votato per il nostro sindaco (non parlo di Miami: ogni quartiere e’ una citta’ a se’ con un sindaco, una giunta, una polizia).

Come ogni cosa qui, anche il voto e’ organizzato al dettaglio. In questo post vi raccontero’ in che modo votare negli Stati Uniti e’ totalmente diverso rispetto all’Italia.

via Miami Dade College

Il sistema di voto in America

Innanzitutto il voto e’ un diritto che spetta ai cittadini americani che abbiano almeno 18 anni, che pero’ devono registrarsi per esercitarlo. Non e’ automatico. Come accennato, qui si puo’ votare nel giorno previsto, in anticipo per posta, oppure tramite early voting. Siccome non tutti domani saranno liberi di prendersi qualche ora – nel peggiore dei casi – per andare a fare il loro dovere di cittadini, l’early voting e’ reso possibile nei giorni precedenti al voto, dipende dallo Stato: noi a Miami potevamo votare tra lunedì 22 ottobre e domenica 4 novembre in specifiche biblioteche pubbliche, a FIU e al Miami Dade College.

Io ho votato lo scorso venerdì.

Come in Italia, il primo step e’ presentarsi al seggio elettorale. E le similitudini con l’Italia finiscono qui.

Per votare basta portare con se’ il documento di identita’ (che di solito e’ la patente), la tessera elettorale puo’ non essere necessaria. Si consegna la patente all’incaricato di seggio il quale la inserisce in una macchina che stampa un lungo scontrino con i dati dell’elettore: nome, data di nascita e indirizzo. Dopo che l’elettore ha confermato l’esattezza dei dati, lo scontrino viene attaccato su una cartellina che conterra’ le schede personalizzate in base all’indirizzo di residenza. Se infatti la mia city vota per il suo sindaco, la mia scheda sara’ diversa da quella di chi vive in un’altra city seppur nella stessa Contea.

Si passa quindi (almeno nel mio caso) ad una seconda fila per ritirare le schede. In cima alla scheda non c’e’ alcun dato personale, ma un numero progressivo casuale che e’ lo stesso indicato sullo scontrino. All’elettore e’ chiesto di verificare la corrispondenza tra i due numeri.

voto in America, Miami

Le schede vengono stampate al momento davanti agli occhi dell’elettore, che quindi viene invitato a votare in uno degli scranni aperti, come nella foto sopra.

Al seggio non ci sono rappresentanti di partito ne’ controllori parziali: chiunque lavori ai seggi e’ un semplice impiegato. Per lavorare al seggio ci si puo’ registrare nei mesi precedenti al voto: puo’ quindi essere un lavoro temporaneo per studenti o disoccupati. Non si viene chiamati dal comune.

Fuori al seggio, in mezzo alla strada, ci sono i militanti di partito che distribuiscono volantini e danno informazioni, ma a terra e’ tracciata una linea e ci sono cartelli che indicano che queste persone non possono andare oltre. Infatti, e’ vietato fare campagna elettorale negli immediati pressi dell’entrata.

voto in America, Tampa
via Tampa Bay Times

Una volta al proprio scranno si vota riempiendo gli spazi nel pallino, nessuna crocetta. Ad un certo punto mentre ero li’ mi sono resa conto che avevo sovrapposto le schede!! Ma nessuna paura, qui non esiste la carta copiativa. La carta e’ carta e l’inchiostro e’ inchiostro.

Votare richiede parecchi minuti, proprio perche’ si e’ chiamati a rispondere a tanti quesiti. Io avevo 4 schede da riempire fronte e retro, e ogni domanda era compilata in inglese, spagnolo, e creolo. Finito di votare si mettono le schede nella cartellina e si passa quindi ad un’altra fila che e’ quella dello spoglio: al proprio turno, con l’aiuto di un incaricato, lo scontrino viene scannerizzato da una macchina a lettura ottica e poi una ad una l’elettore inserisce le schede votate mentre l’incaricato e’ voltato dall’altra parte.

In questo modo il voto viene gia’ elaborato elettronicamente e i risultati sono disponibili un secondo dopo la fine delle elezioni, anche se a causa dei vari fusi i risultati non vengono resi pubblici fino a che hanno votato pure le Hawaii.

Ricordatevi che le foto ai seggi sono illegali in Florida, ecco perche’ vedete solo immagini prese dalla stampa.

voto in America - foto vietate

Altre curiosità sul voto in America:

  • Ieri, domenica, si e’ registrato il grosso dell’early voting, tanto che in alcuni seggi qui a Miami erano finite le schede da stampare.
  • Quando ci si registra per votare, si puo’ indicare il partito che si sostiene, oppure “no party affiliation”. Non fa una grande differenza se non alle primarie di partito, in quel caso solo i sostenitori possono partecipare.
  • Al contrario che in Italia, il colore rosso appartiene ai repubblicani e il blu ai democratici. A questo punto la questione sul colore del passaporto si fa interessante 😀 just kidding
  • Originariamente i democratici erano quelli conservatori, e i repubblicani quelli liberali. Poi la faccenda si e’ invertita.
  • Votare non e’ facile per niente: un po’ perche’ si e’ in un paese nuovo, un po’ perche’ si e’ chiamati ad esprimersi su tanti aspetti diversi. Il mio consiglio e’ di farsi spedire il sample ballot a casa e prendere informazioni in rete e sui giornali.
  • Qui la politica e’ importante ma non invade la vita quotidiana. Parlare di politica sul posto di lavoro, ad esempio, non e’ considerato appropriato. Moltissimi, almeno qui a Miami, non fanno mistero delle loro preferenze ma semplicemente si cerca di non iniziare discussioni che possano portare a risentimenti o diatribe.

Scopri di più da Lucy in Florida

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5 commenti

    • Ciao Daniele. Riceviamo la scheda elettorale per corrispondenza dal Ministero degli Interni e la spediamo in busta chiusa al Consolato di appartenenza. Dentro la busta con la scheda c’è un’altra busta con un tagliandino con nome e numero dell’elettore con la circoscrizione elettorale. Il tagliandino resta come prova che si è votato, e la scheda elettorale va in italia via aerea credo 🙂 grazie per la domanda!

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