Diva: lavorare in gruppo always sucks

Ieri c’e’ stata una presentazione di gruppo per il corso di Hospitality. Ci era stata assegnata una compagnia di crociera, arrivate alla fine se siete curiosi, della quale avremmo dovuto preparare un powerpoint Prezi (mooooolto piu’ figo di ppt!!). Anche questa volta ho avuto la conferma che lavorare in gruppo always sucks.

Il mio gruppo era composto dai ritardatari. Nel senso che il giorno che sono stati fatti i gruppi, io e altri 3 siamo arrivati tardi, che e’ la nostra costante. Io arrivo regolarmente con 5/10 minuti di ritardo, piu’ o meno come E.; un altro ragazzo, S., varca la soglia tra le 9.20 e le 9.30, mentre C. anche alle 9.40, con la lezione che termina alle 9.50. Un bel gruppo di passivo aggressivi, insomma. Alla lezione successiva, la prof ha aggiunto al nostro gruppetto di personcine serie uno che era assente la volta prima. Un ragazzo gay la cui presentazione di se’ il primo giorno di lezione fu “My name is G. but you can call me Diva“.

La mia esperienza precedente era stata indimenticabile, se qualcuno ricordera’ l’armata Brancaleone dello scorso semestre. Mai come quella, ma ecco siamo li’.

L’assegnazione del lavoro di gruppo

Con Diva nel gruppo, siamo a cavallo. Dividiamo le domande della ricerca, due per ciascuno. In realta’ C. sparisce per qualche lezione, chiediamo alla prof che ci dice che forse si e’ ritirata dal corso. S. mi chiede come me la cavo col powerpoint, perche’ lui trent’anni e Sai, non e’ che lo so usare bene. Ma ceeeeerto. Per fortuna Diva si offre volontario di mandargli le nostre, io con la bimba non so bene come gestire il tempo sapendo che, di sicuro, ci saranno dei ritardatari.

Diva ci da’ una scadenza a fine ottobre. Vuole la nostra parte organizzata su word, poi lui la portera’ su Prezi.

A fine ottobre saro’ l’unica a mandargli il file con la mia parte. C. continua a non dare notizie di se’, S. e E. si sono dimenticati. Poi un giorno improvvisamente C. mi manda un messaggino dicendo che e’ stata male e che il giorno dopo sarebbe tornata a lezione. Si presenta con un copia incolla dal sito ufficiale della compagnia di crociera, tre pagine spillate con informazioni varie e mal organizzate di cui da’ una copia a ciascuno di noialtri. Restiamo un po’ basiti. Le diciamo che dobbiamo ri-dividere il lavoro e cosi’ lei ed E. si spartiscono un argomento.

Ai primi di novembre Diva, giustamente, comincia a fremere. Impone agli altri due (C. e’ sparita again) di inviargli il materiale e ci da’ appuntamento per il martedi’ successivo per incontrarci e provare la presentazione. Poi il venerdi’ precedente l’appuntamento mi fa: Mi devi rimandare il file perche’ me l’hai mandato in word. E io, Ma sei stato tu a dire che la volevi cosi’. Si’ ma me la devi rimandare, mandami un messaggio quando lo fai.

Ora.

Il giorno in cui gli avevo mandato la mia parte, la sua mail mi risultava incorretta (avevo sbagliato con lo spelling, era un indirizzo lungo du’ chilometri). Gli mando un messaggio, nessuna risposta. Gli scrivo allora che il materiale glielo mandavo sulla mail del college, e che mi facesse sapere se era tutto a posto. Nessuna risposta. E cosi’, alla richiesta di mandargli di nuovo il file ho definitivamente capito chi avevo davanti: Diva ha semplicemente bisogno di sentirsi on stage e di dare ordini.

Non gli mando niente, e lui il lunedi’ non mi chiede nulla.

La prova di gruppo

Martedi’ siamo tutti puntuali, tranne C., alla quale avevo mandato un messaggio con giorno e ora dell’appuntamento senza ricevere risposta. Non ricevere risposta e’ abbastanza normale qui, ma all’epoca non e’ che lo sapessi bene.

Raggiungiamo Diva che lavora part time in un dipartimento del college. Fa il suo ingresso trionfale nell’aula alle sue spalle, recita la parte del prof, ci fa sedere ai primi banchi e avvia il pc e il monitor. Parte la presentazione, bellissimo sfondo, ma non c’e’ niente di quello che noi gli abbiamo mandato.

Non ci sono le immagini che io avevo scelto per la mia parte.

Non c’e’ una mia parte, se l’e’ presa lui.

La musica di sottofondo, ci dice, sara’ un po’ altina perche’ cosi’ ci costringera’ a parlare ad alta voce.

Lavorare in gruppo always sucks

Ci girano le palle a elica a tutti e tre. Non ci ha minimamente cagato, ha lavorato da solo e si sta prendendo la parte piu’ consistente della presentazione. In merito a questo punto decido di non sollevare troppa polemica, in fin dei conti si e’ sbattuto a fare sta presentazione, ma soprattutto, devo ammetterlo, la sua ricerca e’ stata piu’ approfondita di quella che avevo fatto io. Percio’ gli dico, blandendolo come ho imparato qui, “Oh, e’ bellissima, ti sei impegnato tanto!, ma forse potremmo inserire delle immagini delle cabine, che sono meravigliose!” “Oh, sei stato davvero bravo, ma forse questa musica e’ un po’ troppo popolare per il marchio che dobbiamo presentare“.

Diva annuisce, poi fa a S., Dai vieni qui e presenta che tu sei il primo. Lui resta un po’ di sale, al che intervengo (ho scritto scema in fronte io) e gli dico, “Diva, noi e’ la prima volta che vediamo sta cosa. Non sappiamo l’ordine delle slide, non sappiamo cosa hai scritto. In piu’, il mio inglese e’ pessimo e oggi io non sono in grado di presentare cosi’ a braccio. Devo esercitarmi“. “Ok“, ammette tra i denti.

Ci dice che ci saremmo riincontrati il giovedi’, ed io No, guarda, io ho la mia bimba, non posso venire. Gli altri due, muti. Mandano avanti la rompicoglioni, ma andando via si lamenteranno  per essere stati completamente estromessi dal lavoro. Pero’ so’ stati muti.

Diva ci dice che sistemera’ queste cose e che ci mandera’ la presentazione nel fine settimana.

Non riceveremo nulla.

Il giorno della presentazione di gruppo

Ieri c’e’ stata la presentazione alla classe. Avvia il video e parte Bob Marley. La prof gli chiede di abbassare il volume. Non ha cambiato nulla. Non ha aggiunto le foto. Non ha sistemato le slide. Io, E. e S. abbiamo detto due cose in croce cercando di intuire cosa venisse dopo. Lui ha parlato mezz’ora. Ed e’ stato bravo, eh, e’ istrionico ed e’ stato bravissimo a catturare l’attenzione del pubblico. Solo che anche la sua parte era carente di alcune informazioni. Tipo, le destinazioni. Che per una nave da crociera e’ un dettaglio, no?

Insomma, il super passivo aggressivo Diva mi ha dato l’ennesima conferma che lavorare in gruppo always always always sucks. Senza contare che mentre eravamo li’ in piedi a presentare entra C. Che si ferma li’ accanto a noi per un po’, poi deve essersi detta “Nessuno me se sta a fila’, non so de che parla’, me siedo“.

La compagnia di crociera di cui abbiamo parlato e’ Silver Sea. Categoria lusso ed extra lusso.

Italiana.

Ne sapevate qualcosa?


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43 commenti

  1. Potrei averlo scritto io questo post, leggendoti mi sono intravista. Mi stia confermando che qui la gente non risponde mai ad email / telefono / sms, poi quando ti vede fan finta di niente baci e abbracci come se niente fosse e tu puoi dire quello che vuoi che tanto fan quel cazzo che vogliono loro ugualemente… Dato che praticamente siamo in america latina deduco che deve essere una cosa culturale il fatto di non rispondere.. però che nervoso!!PS. Settimana prossima ho preso appuntamento per parucchiere: http://www.contestarockhair.comLo conosci? E' un marchio italiano, ha saloni per roma e firenze, 65d taglio+asciugatura.. Speriamo bene..Silvia T.

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  2. pensa che io invece sempre amato fare squadra. Se potevo facevo gruppo, dallo studio, ai lavori in ufficio e ora addirittura blog. Però ci sceglievamo, tranne in ufficio chiaramente ma lì compentenze aiutavano, e sicuramente ci vuole fortuna…Avevo fatto pure un corso. Ci sono portata….peccato finire con persone così. Esco fuori tema, non avevo capito il tuo futuro progetto lavorativo. Mi piace…brava!!!

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  3. L'unico modo che ho trovato per sopavvivere ai lavori di gruppo è di fare io il leader e praticamente prendermi anche il lavoro degli altri. Un po' l'atteggiamento di Diva, però con più attenzione alle proposte degli altri, e rendendo tutti partecipi. Anche se alla fine il merito ce lo dividiamo, almeno sono sicura che le cose vengano fatte secondo i miei standard!

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  4. E' lo stesso di cui parlava Mammadeinchina, visto che e' anche a Shangai! Non creod che arrivero' a Miami Beach per un taglio, ma se mi fai sapere come ti trovi magari inizio a farci un pensierino!p.s. Diva e' nero.

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  5. Pensa che quando io, piu' di dieci anni fa, parlavo di unire le competenze di piu' amiche psicologhe per lavorare insieme (tipo studio associato) venivo sempre frenata. Ognuno coltiva il suo orticello, alla fine.

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  6. purtroppo non mi stupisco…la gente è limitata! la tua era una grande idea…l'hanno capito pure gli avvocati. Non si può più essere generalisti o tuttologi è bene specializzarsi se davvero vuoi offrire un buon servizio, quindi creare studi associati è una gran cosa….

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  7. Sai che io all'uni ero famosa per essere un'asociale, o facevo le cose insieme a due amici collaudati che avevano lo stesso approccio ai lavori che avevo io o non ci provavo nemmeno a fare cose di gruppo (anche se da noi l'ultimo anno era richiesto di fare progetti necessariamente in gruppo, ma era un gruppo “scelto” da chi ne faceva parte!)?Ora, a lavorare, al contrario, i miei supervisori sostengono che uno dei miei punti di forza è proprio quello di “fare gruppo” e, ancora con colleghi attentamente selezionati, riusciamo davvero a lavorare bene! Ed è un enorme vantaggio.Apina sloggata

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  8. Io quando non mi piacciono lo correggo e “gentilmente” glielo faccio notare. E mi tengo sempre larga con le scadenze per riuscire, eventualmente, a fare il lavoro di chi non ha consegnato. Però è davvero un lavoraccio, e spesso passi per presuntuosa. Il problema è che io lavori di gruppo di questo tipo li faccio al lavoro, e non posso rischiare che vadano male, perchè non rischiamo un brutto voto, ma che i sistemi progettati non funzionino!

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  9. Ora non ritrovo il post, credevo di averlo gia' scritto. Sono arrivata alle 9.05 ed inizialmente ero in un gruppo con altre tre ragazze. Ho provato a presentarmi e una ha continuato a scrivere al cel, le altre due hanno risposto a mezza bocca. Ho preso io l'iniziativa, ho preso un foglio e ho scritto la mia mail e il mio telefono per poter comunicare tra noi. Lo hanno fatto di controvoglia. Giuro che quando sono arrivati gli altri due ritardatari e la prof ha creato un nuovo gruppo ho tirato un sospiro di sollievo!

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