Le tre scimmiette

A proposito della sedicenne uccisa dal coetaneo. E di quell’altra uccisa ad Anguillara la notte di Halloween che ancora non si sa cosa sia successo. Mi ripugnano talmente tanto che non li linko nemmeno.
Mamma Pinguino chiede:

Siamo noi genitori che dobbiamo insegnare ai ragazzi il rispetto, in particolare per la vita, propria e altrui. Cosa diamine spinge un adolescente a compiere un tale gesto? Se ha dei problemi psichici, possibile che nessuno se ne sia accorto prima! Insomma… Che diamine succede intorno ai nostri figli? Vorrei capire perché mio figlio vorrebbe delle spiegazioni e io non so dargliene.

Qualche anno fa, a scuola. Due episodi tra tanti.

Nel primo, ragazzina trasferita da altro istituto perche’, dice la scheda, vittima di bullismo al femminile. Decido di chiamarla per un colloquio per conoscerla meglio. Si presenta ostentando ingenuita’, mi racconta di essere stata vittima di angherie e pettegolezzi riguardanti certe sue simpatie per i maschi. Dopo qualche mese i professori mi segnalano dei comportamenti piuttosto disinibiti della ragazza. La richiamo al colloquio e mi racconta, oltre a vari amorazzi di adolescenti, di essere stata contattata in chat da un ragazzo che poi si e’ scoperto essere un uomo che la costringe a guardarlo mentre si masturba. Lei sostiene di essere attratta e spaventata da questo abuso, e che nonostante vorrebbe smettere continua a collegarsi per guardare. Il tono del suo racconto mi fa sospettare che abbia difficolta’ a distinguere la realta’ dalla fantasia, visto che descrive il tutto in termini onirici, ma d’altronde questo e’ uno degli indicatori di un abuso, ma anche dell’adolescenza, insomma, nel dubbio, la convinco a farmi portavoce con sua madre della questione; a patto pero’, mi chiede, che lei non sia presente perche’ accede al pc di nascosto e ha paura di essere sgridata.
La madre minimizza tutto quasi non lasciandomi il tempo di concludere. Sembrava quasi infastidita, come se per l’ennesima volta la stessero convocando su qualcosa che sua figlia combinava da anni, come se ancora una volta un rompipalle di psicologo le faceva delle domande. Non e’ vero che va in chat, non e’ vero che frequenta altri maschi, sta sempre chiusa in casa ed e’ tanto una brava ragazza. Ha rifiutato qualsiasi tipo di consulenza preventiva per la figlia (al Gemelli esiste un servizio di aiuto per internet dipendenti e sex addicted) ed al termine era molto seccata per l’intrusione. Quando un educatore, a qualsiasi livello, si trova davanti un muro del genere, a meno che non ci siano estremi per poter contattare con piu’ certezza i servizi sociali, si e’ costretti a dover far si’ che ognuno decida per la sua vita. Sperando che tutto vada bene. Ma non sempre e’ cosi’. Mi sono accontentata di continuare a monitorare la situazione ogni tanto, ma la ragazzina era davvero istrionica, impossibile andare piu’ a fondo.

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Secondo episodio. Una ragazzina allo sportello d’ascolto mi racconta tra mille risolini di avere un fidanzatino poco piu’ grande che le si accolla, come diciamo a Roma, cioe’ le sta sempre appiccicato e non le lascia un attimo di respiro. Vuole stare con lei sempre, in qualsiasi momento della giornata, la segue e se la trova al parco con altri amici le fa una scenata, va sotto casa sua e urla dalla strada, prende a calci il portone finche’ non le aprono, sale su in casa e si piazza li’ come fosse uno di famiglia. Lei e’ confusa, un po’ lusingata da queste attenzioni, ma di sicuro comincia a sentire il peso di questo amore cosi’ esclusivo. Dentro di me sento un campanello di allarme, e’ una ragazzina immatura e un po’ passiva nonostante abbia gia’ 14 anni, l’esatto opposto di quella di cui sopra che invece alla stessa eta’ sembrava fin troppo sveglia. Per di piu’ questo fidanzatino cosi’ devoto e’ l’ex fidanzato di una compagna di classe, invece piu’ furbetta, che lo aveva lasciato proprio perche’ non ne poteva piu’. Anzi, a dirla tutta non le era sembrato vero che potesse ammollarlo ad un’altra. Con tatto le chiedo se le va che sua mamma venga a fare due chiacchiere insieme a me e lei, tanto piu’ che la famiglia sa tutto, sono fidanzati in casa.
La signora e’ modesta, un po’ sottotono come la figlia. Espongo anche a lei le mie perplessita’, ma stavolta vado un po’ piu’ diretta, e faccio presente che a me questo ragazzino sembra un po’ troppo possessivo ed aggressivo. Mi risponde che in effetti anche lei aveva avuto dei dubbi, soprattutto per l’arroganza con cui lui arrivava a conquistare degli spazi che non gli spettavano, e per il fatto che un paio di volte aveva strattonato sua figlia per un braccio. E lei che ha fatto?, chiedo. Niente, mi risponde, non sapevo cosa dirgli, pensavo ci rimanesse male. Non ha difeso sua figlia? E non ha nemmeno parlato con i genitori di questo ragazzo? No, e che gli andavo a dire?

Non avete idea quanti di voi genitori preferiscono non sapere o minimizzare, piuttosto che affrontare. Mi e’ successo decine di volte, col ragazzino che fumava marijuana, con quello che si lavava compulsivamente le mani ormai completamente spaccate, con quello che picchiava i compagni, con quello che a undici anni prendeva il biberon o con quello della stessa eta’ a cui i genitori facevano il bide’, con quello che non andava piu’ a scuola, con quella che, da consulenza richiesta, ha un profilo allarmante al MMPI_A, ma anche con quella che a quattordici anni esce con ragazzi di 24, con quelle che vanno in discoteca di nascosto, con quello che a tredici anni dorme in mezzo nel lettone… Una psicopatologia non emerge mica a trent’anni, ci sono dei segni precursori ignorati nel tempo che ovviamente vanno peggiorando. Possiamo dare la colpa alla legge Basaglia, allo Stato assente, ma non ci si ricorda mai che spessissimo sono le stesse famiglie a non voler intervenire. Per vergogna, per impotenza, per ignoranza. Ma noi psicologi siamo tanto rompibballe, e serviamo solo per avere la certificazione per il sostegno scolastico, per evitare la bocciatura alla fine dell’anno, o per ottenere una perizia contro l’ex coniuge. A volte noi psicologi siamo un po’ troppo allarmisti, e’ vero, ma forse e’ meglio un controllo in piu’ che uno in meno.
Ecco, Mom, la risposta alla tua domanda.

p.s. Una rilfessione di Ale [Tredici] nei commenti mi permette di aggiungere un’ulteriore punto. Il disagio psichico nasce spesso all’interno di un sistema familiare disfunzionale. La persona che sviluppa un sintomo, psicologico ma spesso anche fisico, e’ espressione dell’intero malfunzionamento della famiglia. Ecco perche’ molti fanno finta di niente, perche’ riconoscere e lavorare su quel sintomo significherebbe dover mettere le mani su tutta la struttura familiare. E non tutti amano essere messi in discussione.


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0 commenti

  1. Interessantissimo questo post…Intanto ti dico che secondo me la legge Basaglia non è stata affatto un male, specie pensado a come erano i manicomi una volta. Il peccato è che ci sia limitati alla legge mentre si dovevano organizzare anche strutture, un cuscinetto insomma per queste persone che prima erano rinchiuse come carcerati (peggio direi) e per le loro famiglie. Si è passati da un estremo all'altro, anche se devo dire che qui a Trieste abbiamo un ottimo esempio di come trattare con questi pazienti.Per quanto riguarda questi genitori, è vero che ce ne sono sempre di più che non vogliono affrontare la realtà e causano davvero un sacco di danni. Non è facile affrontare una malattia, accettare il fatto che il proprio figlio ha una psicopatologia ed è più facile assecondare la persona piuttosto che cercare di contenerne i comportamenti sbagliati. Guarda, sto vivendo una situazione simile, solo che non ci sono figli di mezzo (beh, non ne ho). Il problema è che ho a che fare con persone di 60 anni e loro non le cambi di mentalità.Un abbraccio Lucy

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  2. sono sconvolta dalle notizie e ora anche dai tuoi racconti. sicuramente come dici tu è colpa della vergogna, dell'ignoranza. ma noi cosa possiamo fare? come società intendo. Non è possibile assistere inermi a questo continuo crescere della violenza…Quando ho saputo di aspettare una bambina ho detto a mio marito che ci spetta un compito difficile, insegnarle ad avere rispetto di se stessa e del suo corpo. E se fosse stato un maschio lo stesso avremmo avuto un compito importante, insegnare un sano rapporto con l'altro sesso, fatto sempre di rispetto. Forse dovremmo ricominciare da qui? Ma mi sembra sempre troppo poco di fronte a tutto questo…

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  3. Il disagio psichico è un grandissimo tabù: (parlo per esperienza personale) certe persone neanche davanti a gesti eclatanti riescono a superarlo.Lucy grazie davvero per questi post, riesci a spiegare molto bene questi temi!!

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  4. Sai che anch'io mi facevo la stessa identica domanda di Mamma Pinguino? Credo che abbiamo delle grandi responsabilità verso i nostri figli, che ce le dobbiamo prendere sempre, soprattutto in casi come questi, sarà che ho avuto sempre una mamma molto presente, molto attenta a tutti noi (eravamo in 4) e quindi non penso a niente di diverso da quel tipo di attenzioni, se mi accorgo o mi facessero accorgere di qualcosa che non va andrei a fondo, e cercherei di fare qualcosa. Capisco che sia molto facile fregarsene e guardare dall'altra parte o pensare che non sia un problema nostro. Credo che in questi ultimi decenni la figura del genitore abbia subito dei grossi scossoni, dal punto di vista sociale, modelli educativi e quant'altro, vedo sempre molta più gente che ha persino paura a sgridare i propri figli quando fanno qualcosa di sbagliato perchè i nuovi modelli educativi sembrano non prevederlo, e parlare e spiegare costa troppa fatica, meglio fargli fare ciò che vuole perchè altrimenti si incorre nelle ire del bambino o peggio nel biasimo della società, d'altra parte un amico che insegna nelle scuole superiori mi diceva che in certi casi sono i genitori a istigare involontariamente/volontariamente a certi tipi di violenza (lui mi parlava di ragazzini che giocano a calcio “invitati” a essere aggressivi verso i compagni). Certe volte la vedo dura!

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  5. io vedo tanta gente di 30/40 anni non “risolta”, persone che spesso vengono bollate con un riduttivo “strano” e magari potrebbero fare grossi danni, ma comunque nel quotidiano hanno un approccio con gli altri non adeguato. La collega che vuole a tutti i costi essere al centro dell'attenzione ed entra in ufficio mezza in lacrime e se qualcuno le chiede qualcosa risponde: “ho problemi grossi” con tutto un sottobosco di “tu non puoi capire”. L'altra che sviene di continuo e picchia pure la testa sulla scrivania, e pare morta e quando le dico “scusa approfondisci, vai da un neurologo” s'incazza nonostante sia stata io con lei al pronto soccorso, e quando la madre è arrivata ha saputo solo dire: “c'è in giro l'influenza”. Forse un occhio + lungo in passato avrebbe evitato un'età adulta tanto complicata e lesiva. Baci sandra frollini

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  6. Sono rimasta anch'io sconvolta dall'ennesimo femminicidio, questa volta anche di più se possibile, vista la giovane età dei protagonisti. Ho una figlia di 17 anni e cerco di esserle vicina il più possibile e di avere sempre un dialogo sincero con lei. Penso davvero che ci siano colpe da parte dei genitori. Troppi abituano i figli a non ricevere mai un NO come risposta, per esempio. Troppi non rispettano il giudizio/consiglio di professori o psicologi scolastici difendendo a spada tratta i propri perfetti eredi. Io spero di far bene con mia figlia, ma chissà…

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  7. Questo post è molto interessante. Io non mi intendo di psicologia né tantomeno di psichiatria, però spesso sento classificare le persone autrici di questi comportamenti come “pazzi” o “psicopatici”, come se la pazzia o il problema psicologico non potesse essere prevenuto. Dallo Stato, dalla Scuola, e magari prima anche dalla famiglia…

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  8. Bravissima! hai tanto ragione. E' inevitabile di fronte a qs storie chiedersi: ma i genitori dove stavano??? Comunque grazie per qs bella “lavata” di testa. Non credo di essere un tipo che rimanda, sottovaluto o minemizza.Però meglio darsi una scrollata…

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  9. Cara Lucy, avrei fatto meglio a non leggere questo post:o(Ho una figlia 17enne caratterialmente tranquilla, che viene usata dagli insegnanti, sin dai tempi delle elementari, per fare da cuscinetto ai bambini|ragazzi “vivaci” (il termine esatto è meglio che lo dica tu).Quest' anno ha dovuto sopportare una compagna egocentrica, esibizionista che pretende di stare sempre al centro dell' attenzione e che le si è attaccata, rubandole energie e tranquillità. Dopo essere riuscita a staccarla per qualche mese, su invito dei professori ha dovuto farla sedere nuovamente accanto a lei.Ora, con tutta l' umana comprensione che si può avere per questa ragazza, io mi rifiuto di far rivestire a mia figlia il ruolo di “calmante naturale”, visto che anche lei ,alla sua età, ha i suoi alti e bassi. Non so se esagero, ma son davvero stanca.

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  10. Che rabbia! Mi fanno tanta rabbia i genitori italiani della specie 'Mio figlio? Lei si sbaglia, mio figlio non fa certe cose!', e quanti ne incontro….E che fatica crescere un figlio in questo contesto!!!

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  11. Minnesota Multiphasic Personality Inventory. Il test diventato famoso per Ti piacciono i fiori / Vorresti fare il fioraio e millantato dai diciottenni italiani alla tre giorni del militare come screening della pazzia.C'e' una versione per adulti e una per adolescenti e serve a diagnosticare EVENTUALI disturbi di personalita'. Non che se dici che ti piacciono i fiori devi fare per forza il fioraio se no sei pazzo. Ignorantia.

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  12. Credere sempre, profondamente nella prevenzione, a qualsiasi livello.Poi in particolare ci aspetteremmo che finalmente lo Stato prenda dei provvedimenti contro questi omicidi, perche' l'escalation e' vertiginosa. Pene esemplari e certe. Questo ci vorrebbe. Ognuno deve fare il proprio lavoro, e bene. Bacio Frida, accarezza Anna per me.

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  13. Più leggo i nuovi dettagli che si aggiungono alla vicenda della ragazzina di Corigliano, più mi viene da piangere. E leggendo il tuo post non riesco a credere che così tante famiglie preferiscano un atteggiamento passivo , da struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia, anziché affrontare i problemi.

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  14. Giusto. Ma d'altronde il disagio psichico nasce e si sviluppa all'interno di un contesto familiare e spesso e' solo il sintomo di qualcosa che non funziona. Forse dovrei aggiungere questo punto al post. Grazie per avermi fatto fare un'ulteriore riflessione, Ale.

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  15. Buongiorno Lucy, ti leggo spesso, commento poco, ma oggi è un giorno malinconico che impone dei ragionamenti. E grazie a te che hai scritto questo post, mi dai l'opportunità di commentare. Al di là del fatto che ognuno di noi rimane sconvolto di fronte a queste notizie, mi chiedo cosa non facciamo. E' sempre facile guardare e non intervenire, e considerare a posteriori. Tutti bravi a scandalizzarci a fatto accaduto, ma perché non ci sconvolgiamo prima. Frequentemente dopo certi fatti sentiamo affermare ” era uno normale”. Ma cosa significa normale??In questo caso dicono che aveva già mostrato segni di aggressività, ora!!!!! E prima che era normale?? Certo è, e concordo in pieno con te, segnali ci sono e come se ci sono, tutto sta' a non ignorali e a fregarsene.Purtroppo familiari attenti al benessere psichico ce ne sono pochi, ciò che conta è quello economico, e di facciata, meglio ignorare. Forse alcuni non se ne accorgono proprio quali problemi si possono nascondere dietro i propri figli. Non li conoscono. La mia convinzione è che tutto parte dall'ambito familiare, e poi ci si rispecchia nella società. Basta dare la colpa sempre all'altro e fare come lo struzzo. Impariamo a prevenire invece di curare. Come andiamo dal dentista o dall'ortopedico, iniziamo ad andare anche dallo psicologo o psichiatra. Non abbiamo paura di riconoscere segnali di allarme e dichiararli. Grazie di nuovo per introdurre temi sempre molto interessanti. Ciao K.B.

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  16. Immagino che viviate in un piccolo centro dove gli stessi studenti stanno insieme dalla materna alle superiori. E questo e' quasi mai un bene, a mio parere, ma tant'e'.Tua figlia pero' e' grande, Carla. Possibile che in tutti questi anni non abbia trovato una soluzione a questa difficolta'? Se lo e' anche per lei, intendo. Altrimenti significa che tu vedi questo problema piu' grande di quanto non lo sia.Un abbraccio!

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  17. Non sai quanto mi trovi d'accordo!! Soprattutto perche' quando si ha un dubbio, su un sintomo fisico o un disagio emotivo, piu' tempo si aspetta piu' la preoccupazione si amplifica. Purtroppo la figura dello psicologo non gode di molta popolarita', e in buona parte e' proprio colpa di noi psicologi. Grazie a te.

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  18. Eh immaginavo di fare questo effetto…..purtroppo i commenti sono appunto “commenti”. No, mia figlia studia in città, e questa compagna è con lei solo da quest' anno.Ci sarebbe altro da dire, ma mi son resa conto che non è la sede giusta. Grazie comunque della risposta.

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  19. Ogni volta che leggo questi tuoi post penso che la presenza dello psicologo nelle scuole sia veramente importante e mi auguro, anche se temo non sia così, che insegnanti e genitori vi facciano riferimento per gestire situazioni che loro non sono in grado di gestire per incolpevole mancanza di competenze. Sul discorso del rispetto, credo che possa essere insegnato ai nostri figli principalmente con l'esempio…il problema è che spesso è proprio questo che manca…P.s: da quando sei in vacanza scrivi tantissimo, è un vero piacere leggerti così spesso!

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  20. Sai Lucy, come già scritto in altri tuoi post, sono di carattere abbastanza riservata, e non mi piace esprimermi troppo con persone che non conosco personalmente. Ma nel tuo blog, mi trovo a mio agio. Non sono né psicologa, ne una politica, l'ultimo mio intervento risale alle ultime elezioni politiche. Insomma quando ci sono argomenti che mi scaldano l'animo, e questo è uno di quelli. Penso che in generale, siamo rimasti un po' troppo indietro rispetto a certi argomenti e a come affrontarli. Dire che si va dallo psicologo è un male, sei uno squilibrato, dire che vai dal chirurgo estetico sei un figo!!!!Non penso che sia colpa di voi psicologi, ma della pochezza che spazia. Continuerò a seguirti, sei forte. Un abbraccio a tutti voi dalla nostra cara amata ITALY.

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  21. Mi domando spesso come l'ottusita' di certe madri e padri non sia la rovina di alcuni ragazzi. Mettere la testa sotto terra, chiudere gli occhi per non affrontare, far finta che tutto vada bene, mentre distruggi vite che altrimenti potevano essere salvate.Quante storie così…tristezza e rabbia.Raffaella

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  22. ….i figli, molto spesso sono lo specchio dei genitori. Uno specchio che non viene mai pulito e i ragazzi ci si riflettono nonostante, a volte, risulti essere sporco. Ma c'è anche da dire che molto spesso, questi genitori non ci sono, e se ci sono sono sempre, e per vari motivi, troppo accomodanti. Io da ragazzina, se sbagliavo venivo punita, e se mancavo di rispetto a qualcuno, grande o piccolo, erano guai ed essendo la più grande dovevo essere di esempio (solo positivo) per mio fratello più piccolo. Rispetto prima di tutto per se stessi e poi per gli altri. Con me ha funzionato. Ho sperimentato, osato, e anche sbagliato. Ma sempre nel limite che mi era stato insegnato.La violenza, il disprezzo, la maleducazione, presente nei nostri ragazzi gli viene da noi famiglie non proprio (a volte) sane. Io, dalla mia ho preso tanti pregi, ma anche moltissimi difetti e fobie, ma devo dire che gli insegnamenti positivi sono stati di gran lunga maggiori di quelli negativi.Adesso, dei ragazzi ho solo paura. Perchè possono essere cattivi più dei grandi.

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  23. Sai che io mi ero stupita quando la maestra di Ale ci aveva fatto i complimenti per il nostro percorso di ricerca delle difficoltà del bambino, dicendo che purtroppo lei non riusciva a comunicare con molti genitori per problemi decisamente più lievi. Ma perchè ancora tanta paura a mettersi in discussione? Perchè tanta indifferenza verso i demoni dei nostri figli? La teoria “tanto poi cresce e passa” non può essere ancora così diffusa, non riesco a crederlo. Eppure tutto ciò che hai scritto (e i commenti) insieme alla cronaca parlano chiaro.E' faticoso cercare di carpire piccoli segnali da un figlio poco loquace, per me lo è già adesso, ma diamine, non si può mollare. Voglio credere che mio figlio non vorrà tenermi fuori dai grandi problemi qualora si presentassero (perchè la mia porta della comunicazione resta sempre aperta) e che comunque non potrà evitare la mia presenza e il mio coinvolgimento (perchè ci sono mari che un ragazzo non deve attraversare da solo).La tua immagine delle scimmiette è davvero perfetta!

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  24. Cara Lucy, purtroppo ho un'amica che alla soglia dei 30 anni pare un caso irrecuperabile. Ci sono tutte le variabili che hai nominato tu: disagio, disturbi, famiglia disastrata, incapacità di mettersi in discussione. E tanto altro ancora.Mia madre, essendo amica della madre, ha provato a dire la sua con tutto il garbo e insieme le hanno parlato, ma la mia amica dopo due giorni s'è addirittura abbuffata di psicofarmaci (è in cura da anni per una forma di depressione con attacchi di panico che ora sembrano sporadici però, ma ormai non si capisce più dov'è il confine tra malattia ed abitudine), è finita all'ospedale e per fortuna se l'è cavata con una lavanda gastrica, ma che paura.Tornata dall'ospedale con tutti i buoni propositi del mondo, ben presto s'è capito che la sua era stata l'ennesima forma di ricatto per tenere sotto scacco tutti (e chi le si avvicina più per dirle qualcosa? Si teme il peggio).Non va dalla psicologa con regolarità, spesso salta anche le cure.In famiglia han fatto parecchi passi indietro, ed ora ancora di più.Mi chiedo cosa ne sarà di lei. E mi dispiace un casino, sento di non poter far molto.La sorella per trovare una sorta di equilibrio personale s'è dovuta allontanare dalla famiglia e da quei meccanismi malati; ci torna pochissimo al paese, infatti.Ma io dico: all'ospedale non potevano affidarla ai servizi sociali?O lasciano passare?Cosa ne pensi?

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  25. Il mestiere di genitore non è affatto facile. Ma non amo sentire quelli che dicono: oggi è più difficile, una volta era più semplice. Mi pare un modo di dire per togliersi di dosso le responsabilità e delegare “altri”.Il nostro è un mestiere tanto difficile quanto bello e ricco di soddisfazioni…se abbiamo gli occhi e il cuore per vederle! A volte l'ideale, A MIO PARERE, è ricordarci come eravamo noi alla loro età per capire meglio come comportarci con loro.Io ne sto traendo ENORMI soddisfazioni!

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  26. Mi rendo conto. Mi piacerebbe poter dire che c'e' una soluzione e che tutto si conclude nella educazione e nella famiglia di provenienza, ma cosi' non e'. Conta anche il contesto di cui si fa parte, i programmi che si guardano, gli sport che si praticano. Insomma, e' un duro lavoro quotidiano.

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  27. Bella la metafora dello specchio.Conta tutto, Mary. Conta la societa' in cui questi ragazzini stanno crescendo, l'educazione che i loro genitori gli danno, e il futuro che pensano di avere davanti a se'.

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  28. Il mio p.s. e' esattamente quello di cui tu parli. Spessissimo andare a vivere fuori dalle famiglie multiproblematiche significa permettere ad una persona di poter farcela da sola. Una donna di trent'anni con depressione e attacchi di panico potrebbe tranquillamente vivere da sola, se non ci sono altre problematiche. Lavora? Ha delle amicizie? Un fidanzato? Oppure e' (trattata come) una bambina piccola bisognosa di cure che non sa badare a se stessa? La disfunzionalita' familiare lavora esattamente cosi', ogni componente risponde esattamente a quel tipo di dinamica perversa che viene proposta da ciascuno, facendo sempre la cosa sbagliata. Immagino che tua madre si sia sentita in colpa.In quanto ai servizi sociali, un po' per quanto ti ho appena scritto, un po' perche' si tratta di una trentenne, non credo interverrebbero. Non c'e' una malattia mentale che rende inabili, non c'e' un pericolo di vita, sono tutti autosufficienti.

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  29. Questo e' vero, e hai perfettamente ragione. Ma la societa' e' cambiata, e per quanto tu possa immedesimarti in certe dinamiche che si ripetono simili in tutte le generazioni, inevitabilmente resterai senza risposte per altre questioni. Gli adolescenti non finiscono di assorbire informazioni quando escono di casa per andare a scuola o al calcio, per dire. Anzi. E' proprio per questo che l'adolescenza e' difficile, perche' entrambi, figli e genitori, restano senza quei punti di riferimento che invece credevano di avere.

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  30. concordo con Serena. Ho avuto brevi esperienze come docente…ed è un mondo difficile. Avevo la sensazione di poter sbagliare ad ogni passo!e lo stesso al primo anno di università (con le dovute proporzioni).Ce ne vorrebbero di più…io poi da sempre istituirei uno sportello d'ascolto negli istituti di ricerca, dato che per esperienza posso affermare che chi fa ricerca ha spesso molte questioni irrisolte dovute, secondo me, all'assenza di responsabilità.

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  31. Ahahahahah il test dei tre giorni! Si lo fece mio marito che rispose che gli piacevano i fiori ma non voleva fare il fioraio.. Risultato lo mandarono dallo psicologo! Noi ci ridiamo ancora ora a distanza di 15 anni! Dovrei iniziare a preoccuparmi? Noi lo sai LUCY per il bene di ciccio siamo andati tutti e tre dallo psicoterapeuta. Poi va bhe e emerso che era meglio mandare le maestre ma questa eun altra storia…

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  32. Ma non si va a colloquio dallo psic per due risposte come quelle!! Quel test ha tipo 300 domande, chiedi al marito quanto ci ha messo a compilarlo… e come ogni test standardizzato ha un sistema di controllo, la scala L, per verificare se si e' mentito nelle risposte. Insomma, magari esce fuori un profilo con la scala dell'ansia alta pero' la gente resta convinta di andare dallo psicologo perche' ha detto che non vuole fare il fioraio.

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  33. Questo è un commento che penso da stamattina.Da ragazzina un amico di famiglia mi ha molestata in maniera molto pesante. Io sono corsa a dirlo ai miei, anzi nello specifico al marito di mia madre, mio secondo padre, perchè mia madre non sapevo come prenderla, ne temevo la reazione, ma non nei confronti miei, nei confronti del tizio! Risultato, il mio patrigno ne ha parlato a mia madre, che ha risposto: “ha 13 anni, mente perchè vuole attenzione”. Il tizio, vedendo che nulla cambiava, ha continuato felicemente a venire a casa nostra, ed a mettermi le mani addosso, ed io ho taciuto perchè l'umiliazione del non essere creduta era superiore a quella di uomo che si cala le braghe per obbligarti a toccargli il cazzo, scusa il francesismo. Questo è durato 3 anni.Finchè un giorno sono tornata a casa da una passeggiata ed ho trovato il tizio che prendeva il caffè coi miei, seduto sul divano.Accanto a lui, mia sorella. Otto anni.Ho sbroccato. Letteralmente. Sono saltata addosso a mia sorella e l'ho catapultata fuori dalla stanza al grido di tu-a-quello-lì-devi-stare-lontana.I miei, visto che ero mediamente una ragazzina quietissima in casa, si sono resi conto di avere toppato. Alleluia.Siccome li conosco e so che sono due che per noi figlie ucciderebbero, devo pensare che veramente scatta qualcosa tipo “non è possibile – non a me – non può essere vero” nella testa dei genitori.E' anche vero che io sono figlia di un'educazione “inappuntabile” (lo so, lo so che non si direbbe mai :-D) di cui però oggi vedo i limiti, come la lentezza di reazione di fronte ad uno che ti palpa in metropolitana perchè urlare non sta bene, e se hai frainteso, eccetera eccetera, e sicuramente i miei genitori sono dall'educazione ricevuta ancora più “limitati” di me.Certo, oggi se avessi una figlia probabilmente sarei piuttosto prevenuta nei confronti degli adulti che la avvicinano.

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