Una mamma controcorrente

Sapete ormai che quella della differenza tra i bambini americani e italiani e’ un argomento che mi preme particolarmente. Ne ho parlato qui e qui, dopo che Jeremy aveva cosi’ colpito la mia attenzione, ma attribuire la causa alla crisi dell’identita’ maschile, come ho proposto, non ha convinto nemmeno me, visto che ci sto ancora a pensa’.
Ieri per caso ho letto un commento decisamente fuori dagli schemi. In tanti anni, tra il lavoro e le amicizie, non avevo mai sentito nessuna mamma italiana dire nulla del genere e a trecentosessanta gradi, percio’ ho intuito di avere davanti una mamma controcorrente. Ho contattato Irina e le ho chiesto di spiegarmi un po’ meglio l’educazione che lei ha deciso di dare ai suoi figli, e credo di aver imparato qualcosa. Lascio la parola a lei.

ciao! mi chiamo Irina, ho 46 anni e due gemelli di tre anni. Sia io che mio marito lavoriamo come o.s.s. (operatore socio-sanitario) in una cooperativa che si occupa di disabili psichici, entrambi turnisti. Dall’alto della mia anzianità lavorativa presso questo ente ho uno stipendio netto in busta di ben 1050 euro (ancora cara grazia che c’è). Vista la mia non più giovanissima età ho genitori piuttosto anziani, entrambi ultra settantacinquenni. Mia madre è ipovedente in conseguenza ad una grave emorragia cerebrale che oltre alla vista le ha portato via anche parecchia lucidità, mio padre non ha motilità fine alla mano destra. i suoceri decisamente meno anziani sono comunque di non molto aiuto avendo diversi impegni, scarsa salute e poco feeling con la sottoscritta.

Questa piccola premessa per spiegare i perchè nella nostra atipica gestione famigliare.
Sono rientrata al lavoro appena finita la maternità obbligatoria (e le ferie maturate e non godute durante la gravidanza) perchè col 30% del mio stipendio non ci avremmo pagato nemmeno il latte e i pannolini, per cui a 5 mesi scarsi di vita dei gemelli ho ripreso il lavoro.
Lavoro che mi porta ad uscire di casa alle 630 del mattino… il che vuol dire che in pratica a nemmeno 5 mesi di vita alle 530 del mattino svegliavo i gemelli per poterli preparare prima di uscire e andare al lavoro…ancora non lo sanno, ma vivono con il fuso orario di qualche paese esotico. Ad un anno, finito il periodo di allattamento, sono rientrata al lavoro ad orario pieno per cui i bambini hanno iniziato ad andare al nido (esperienza assolutamente fantastica) vivendo sempre un pò sfasati.
La nostra giornata tipo è:
530 in piedi, 615 arrivano i nonni che alle 830 li portano alla materna (prima al nido) alle 16 i nonni o il papà li vanno a riprendere…un giro al parco e alle 1730 tutti a casa,gioco, doccia, cena, film e nanna alle 2030 al massimo (ma più o meno fino ai due anni crollavano prima delle 19).
In mezzo a questi orari da caserma riusciamo a farci stare di tutto un pò.. il lavoro, le pulizie di casa, la spesa, il cucinare, i giochi, le coccole e pure un pò di sano spazio per noi stessi… ma in questa vita un pò sfasata, con mille cose da fare ho capito che ci sono delle caratteristiche assolutamente necessarie alla quotidianità: educazione, autonomia, rispetto per il prossimo.
Dette così sembrano ovvietà, ma nella mia vita ho conosciuto professionisti affermati che la domenica mattina partivano con la borsa della roba sporca e la portavano da mammà a farsela lavare e stirare, uomini di 40 anni che delegano alla moglie la gestione della loro borsa da calcio, compreso il mio amato marito a cui ho dovuto spiegare che i tempi in cui i vestiti sporchi abbandonati sul pavimento della camera da letto ricomparivano per magia lavati e stirati nei cassetti erano DEFINITIVAMENTE FINITI… ma anche donne mediamente intelligenti che si dichiarano incapaci di pagare un bollo auto, montare una mensola o dormire una notte in casa da sole. Tutto questo per me è assolutamente inaccettabile.
Sto cercando di crescere i gemelli nel modo più consapevole e autonomo possibile. Essendo ancora piccoli certo non è che si possa pretendere chissà cosa… ma intanto io getto “le basi”.
Ho modificato casa in modo che i loro giochi siano a portata di mano (per poi scoprire essere un metodo montessoriano di arredare) in modo che qualsiasi cosa vogliano se la possono prendere, ma anche rimettere a posto. Sono abituati a riporre il gioco che li ha stufati prima di prendere un altro. E’ iniziato come un gioco “vediamo chi ne mette via di più o chi fa prima”, certo io sono lì e li aiuto anche ma ormai è (quasi) automatico riporre i lego prima di tirar fuori le macchinine o rimettere i puzzle nella scatola sulla mensola prima di andare a dar mangiare alle bambole. E lo fanno da sempre, da quando sono stati i grado di prenderseli dalle ceste. Se sei capace a prenderli sei capace anche a metterli a posto. Poi ovvio a mettere i libri sulla libreria, i giochi ben divisi per tipo (una vaschetta di macchinine, una di pentolini etc) sarà dai due anni e mezzo. Se lo fanno volentieri o meno dipende dai giorni… come tutti a volte lo fanno senza nemmeno bisogno di dirlo, a volte sbuffando, a volte glielo devo ripetere due tre volte, ma lo fanno sempre.
Da circa un anno, appena rientrati da “scuola” ci si bacia, ci si abbraccia, ci si stropiccia un pò… poi si spogliano (Chiara ormai da sola, Nic ancora con un aiutino) e mettono i vestiti in lavatrice (in casa mia non esiste “stai attento a non sporcarti…” si gioca e si vive e la sera si lava tutto)
Per le scarpe ho preso a ciascuno un piccolo comodino in cui le ripongono la sera.
Quando lo usavano si toglievano il pannolino e lo buttavano nel secchio dell’immondizia.
La doccia (altro rito di tutte le sere…che pure l’igiene ha la sua bella importanza) è un altro momento di gioco e di crescita. Usiamo litri di bagnoschiuma e non vi dico l’ammontare delle bollette dell’acqua…..ma si impara lo schema corporeo e si impara a lavarsi da soli. Ovviamente c’è sempre qualcuno in super visione (io o mio marito) ma si lavano da soli e si sciacquano a vicenda.
L’inverno scorso, quando pioveva o era troppo freddo per stare in giro e dopo il nido rientravano subito a casa arrivavano prima di me, per cui quando rientravano si giocava a stendere…io mettevo sullo stendi biancheria e loro mettevano calzini e mutande sui caloriferi. Basta farlo per gioco “di chi è questo? di Nicolò! e dov’è l’altro calzino uguale a questo? eccolo!!!!!!!!!”
Da quest’estate aiutano anche ad apparecchiare, complici le vacanze e la fortuna di mangiare in giardino. Io in cucina a spignattare, la nonna “sbrinciolina” in giardino e loro a far da spola con la tovaglia, le posate, tovaglioli, pane, bicchieri di plastica, l’acqua… insomma con tutto quello che non poteva essere pericoloso. Si inizia per gioco e si finisce per diventare una consuetudine….
Oltre a tutto questo ci sono poi le cose “spicciole”.
Mai gettare cose a terra, ma solo nel bidone della spazzatura, compreso la differenziata. Ormai conoscono i colori per cui… bottiglietta d’acqua? GIALLO!!!!!!!!!! Carta del gelato? BIANCO!!!!!!! Lattina vuota? BLU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
SALUTARE SEMPRE…un ciao non si nega a nessuno.
CHIEDERE PER FAVORE E RINGRAZIARE SEMPRE….la buona educazione è sempre un bel modo per iniziare.
Non dico sia facile, soprattutto quando di 4 nonni non ce n’è uno che ti dia una mano… ma io e mio marito ce la stiamo mettendo tutta e devo dire che i risultati iniziano ad arrivare.
La casa è quasi sempre vagamente in ordine, non devono urlare a squarciagola ogni volta che cercano qualcosa perchè sanno dove trovarla.
Non saprei dire se siano più ubbidienti degli altri… certo andando in giro ho il riscontro che sono educati e adeguati alle situazioni forse un pò più della media (nel senso che al parco si corre, salta, urla… al bar si sta seduti o si va via). Di belinate ne fanno tante, ripeto nmila volte al giorno le stesse cose ma dai e dai… un pò evidentemente restano!!!! Mio padre ha sentito dire alle ausiliarie della materna  che sono gli unici bambini di tutto l’asilo che le salutano prima di andar via, e per me sono grandissime soddisfazioni.

A mio parere Irina e’ una mamma autorevole, determinata e coerente, anche se il termine che ho in mente e’ consistent, nel senso di orientata al risultato senza deragliamenti. Crescere due gemelli immagino sia davvero dura e se non si vuole soccombere e’ necessario trovare una soluzione creativa, ma sono convinta che lei stia crescendo due figli con la testa sulle spalle. Soprattutto Nic, se posso permettermi. E voi, mamme di maschietti, cosa fate per farvi aiutare e per insegnare la collaborazione?
Qui negli Stati Uniti si usa molto il sistema di ricompensa per i comportamenti virtuosi, a casa come a scuola. Guardando questa immagine mi viene in mente che Pulire il poggiapiedi del seggiolone, beh, lo potra’ fare anche Franci a brevissimo. Grazie Irina, massima stima per te. Mi sei stata davvero utile.

preschool kids chore chart
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0 commenti

  1. mi rivedo parecchio nell'allenare all indipendenza la prole che fa Irina (anche io tutti giochi a portata di mano, e gioco del rimettere a posto, uscita dal letto con le sbarre presto sale e scende dal letto da se, in ingresso hanno il gancio per la giacca e la loro scarpiera, appena si entra si leva tutto e mette a posto tutto, vestiti sporchi nei panni sporchi , bagno con ettolitri di acqua e bagnschiuma…certo all inizio io supervisionavo tutto o ripetevo ottanta volte: appena si entra si levano le scarpe, ma ora tanti concetti sono entrati, ora si sta prenendo bene a cucinare e apparecchiare…mi auguro che l anno prossimo riesca a perpararsi la colazione da sola al mattino (che nn vuol dire che non la faremo insieme, ma cosi io mi posso fare il caffe per me e non berlo freddo sempre 45 minuti dopo quando torno dall asilo e a vestirsi interamente da se, per ora riesce benissimo solo a svestirsi 😀

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  2. grande Irina! I partner dei tuoi figli e tutta la società te ne sarà grata;)p.s. per l'organizzazione della casa sta prendendo piede il metodo FLY LADY, lo conosci Tì?

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  3. idem sul ringraziare, chiedere per favore e salutare. all'alba dei tre anni, lo fa spontaneamente, penso che sia in gran parte dovuto al fatto che vede sempre noi farlo. L'altro giorno al ristorante la cameriera ha portato un gelato e lei molto precisamente ha detto (in polacco): Grazie molte del gelato, signora!Il Senator ci e' rimasto secco, io ho gioito del mio momento di gloria giornaliero 😀

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  4. non do premi o stelline ma ultimamente quando cucina o apparecchia o mette in ordine ho inziato a dirle brava, sei stata molto brava a cucinare- apparecchiare etc con applauso a vicenda collettivo, tipo alla fine delle lezioni di aeorobica 😀 .sembra le basti.

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  5. Mi ritrovo molto nelle parole e nel “metodo” di Irina. Io ho solo un maschietto quasi4enne che fa tutte queste cose, per esempio alla sera taglia le verdure, mi aiuta ad apparecchiare e dopo cena mette i suoi piatti nella lavastoviglie, ecc…Per questo sono stata soprannominata “mamma tedesca”, però alla fine non mi da più fastidio perché il mio ometto è molto autonomo e tutti si complimentano perché è molto educato.Vorrei aggiungere che conta anche l'esempio: il Capitano dopo una giornata di lavoro non si tira indietro. Ieri sera mentre leggevo Vanity sul divano lui ha cucinato, preparato, sparecchiato e pulito (non male per uno che prima di sposarsi non si rifaceva neanche il letto ;-)Tutto è naturale per noi, ed è normale anche per D.Mi verrebbe da scrivere un commento fiume, ma sono stata sintetica e spero si sia capito lo stesso.

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  6. (ultima cosa se no divento pallosa) Ho insegnato a D il rispetto per i lavori di casa. Gli ho spiegato che i lavori di casa sono importanti perché tengono la casa pulita e in ordine, e che quindi che io sia in ufficio a lavorare o in casa a tirare l'aspirapolvere sto comunque lavorando anche per lui.

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  7. Che bello leggere queste esperienze e quelle delle commentatrici! Danno speranza a chi, come me, di figli non ne ha ed è un po' spaventata dal difficile menage a tre… o quattro!

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  8. Spero di essere in grado di insegnare a Valentino queste cose. Al momento è molto refrattario, mi devo impegnare di più. (Il mio primo pensiero è stato: me tapina sono una merda e mio figlio diventerà un inetto!)(Tiziana complimenti per aver colto questo aspetto della vita di Irina, che acuta osservatrice! E meno male visto il lavoro che fai)E comunque penso che il sistema dei premi sia un obrobrio. Le cose vanno fatte per un buon motivo, non per il premio!

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  9. {rtf1ansiansicpg1252{fonttblf0fnilfcharset0 ArialMT;}{colortbl;red255green255blue255;red34green34blue34;red255green255blue255;}deftab720pardpardeftab720partightenfactor0f0fs26 cf2 cb3 expnd0expndtw0kerning0outl0strokewidth0 strokec2 Io lavoro tantissimo sulla loro autonomia e indipendenza, soprattutto su quella di Dedd'e8 che 'e8 tendenzialmente pi'f9 pigro e con una madre un po' pi'f9 “italian style” a quest'ora non saprebbe nemmeno vestirsi, dato che la sua spinta verso l'autonomia 'e8 pari a zero o quasi, ma avere Caia con una grossa spinta autonoma mi aiuta tantissimo. Fin da subito ho organizzato la casa child friendly per tutto, perch'e9 loro fossero autonomi e potessero fare le cose da soli, che se ci penso mia madre spesso mi dice “tu sei sfaticata” per il fatto che pretendo che mettano a posto, si lavino da soli, abbiano i loro piatti e la loro acqua a portata di manine, credo che sia importante per loro e anche egoisticamente per me, ho un marito che mi aiuta in questo senso essendo stato cresciuto da una mamma che ha educato i suoi figli a fare tutto (come se fossero donne, fanno i lavori di casa, mio marito sa pure cucire e fare l'uncinetto!). Anche i miei ringraziano e salutano sempre, credo che sia davvero importante insegnarlielo fin da piccoli e soprattutto insegnargli il rispetto delle cose comuni, che so stare in piedi sulle panchine del parco 'e8 una cosa che non tollero. Si vestono e svestono da soli, i loro vestiti se li scelgono loro al mattino e tutto 'e8 a loro portata in una cassettiera, idem per le scarpe o in cucina. Per lavarsi si lavano pure da soli che ormai quando vanno in bagno si fanno il bid'e8 e si asciugano pure 😉 ci devi lavorare di pi'f9, soprattutto se hai uno come Dedd'e8 che 'e8 un po' pigro e tendente al lasciar fare agli altri, lo chiamo il piccolo lord certe volte, per'f2 lodarli e dirgli bravi per le loro conquiste sempre, con Caia il battimano felice tipo Vale. Ora ho adottato D a poco la tecnica del barattolo delle ricompense e devo dire che funziona soprattutto quando voglio che mettano a posto i loro giochi e la loro stanza ;)La cosa che più mi stupisce e vedere gli altri che si stupiscono che i miei figli chiedano per favore e rispondano grazie, ma che c'è da stupirsi per la buona educazione?

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  10. Idem con Irina. Non avendo nonni a cui chiedere aiuto bisogna arrangiarsi. Io ho orari migliori, ehhehe, ma meno tempo “libero” senza bimbo, perché dai 3 anni iniziano la scuola (in Spagna) e quindi lui é occupato dalle 9 alle 14, per il resto ci son io. In casa? Idem, giochi, riordino, lui che ha voglia di aiutare nelle faccende, saluta, e via dicendo, dipende poi solo dalla giornata che ha perché come tutti la luna storta capita! Pensavo fosse difficile, ma la veritá é che spesso é piú semplice crescerli senza nonni intorno. Spieghiamo!!! La comoditá di poterli affidare a qualcuno di conosciuto senza pagarlo é bella, ma spesso i nonni non aiutano come dovrebbero, dettano le loro leggi e gli danno le loro abitudini che non van d'accordo con quelle che hai scelto, e vai di litigate! Il bimbo si abitua a te, poi ai nonni, fa come con i nonni, insomma, io non avevo controllo sulla sua dieta (cosa importante visti certi suoi problemi) e gli orari (anche li, la siesta pomeridiana di 3 ore a me non andava bene visto che la sera lavoravo da casa sul pc e non potevo permettermi che lui si addormentasse alle 23 invece che alle 21, visto che alle 7 di mattina eravamo in piedi). Ora almeno ho migliorato molti aspetti che prima sfuggivano al mio controllo, lui é piú rilassato, e mi dispiace solo che non veda i nonni per divertirsi con loro. Le uscite? ehhh, quelle di coppia aspettano!

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  11. Io credo che l'autorevolezza vada di pari passo con la coerenza, mi spiego meglio: se tu chiedi qualcosa non lo ottieni e poi non dai niente per farti valere allora i tuoi figli non ti rispettano, se dici che una cosa non si fa non puoi fargli passare “indenne” il fatto che la facciano, se chiedo che una cosa venga fatta ma ottengo che mi ignorino o peggio facciano il contrario e non faccio niente per farmi rispettare è ovvio che il messaggio che passa è mamma può dire quello che le pare perché tanto io faccio quello che mi pare. Non so se mi sono spiegata ma i miei sanno che se dico una cosa la devono fare perché altrimenti gli verranno sottratte delle ricompense 😉 oppure avranno una punizione per quello.

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  12. peraltro colgo l occasione per ringraziare tutte le irine del mondo madri di figli maschi perche' grazie ad una di loro, mia suocera, io e mia cognata non dobbiamo MAI stirare nessuna camicia da uomo e possiamo fregarcene di stirare tutto il resto perche' essi accettano di buon grado la vita generalmente stropicciata, provvedendo a stirare cio' che desiderano indossare senza grinze

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  13. Io ringrazio mia suocera tutti i giorni 😉 le camicie ma anche i bagni lavati e l'aspirapolvere son tutte sue 🙂 ma vogliamo parlare di chi (donna) ti dice “uh tuo marito ti aiuta in casa???ahahahahha” o (uomo) “tuo marito si prende un pò troppo il ruolo femminile”, da queste parti li trovi col lanternino gli uomini così 😉

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  14. Anche io cerco di allevare i miei figli valorizzando molto la ricerca dell'indipendenza. Trovo aberrante che ci siano uomini che si pregiano di non saper cucinare manco un piatto di pasta in bianco (e mogli che ti dicono eeeeeeeee devo correre che sennò Giangregorrio mio non cena…)Da noi non esistono cose da maschio o da femmina (anzi dirò che la Leli, essendo stata figlia unica a lungo ha fatto molte cose in ritardo rispetto agli altri due.Pure io non ho aiuti da parte dei nonni, però abbiamo sempre un'au pair e ritengo sia parte integrante del processo educativo insegnare i bimbastri ad essere collaborativi e rispettosi (non sopporterei di vederli trattare le ragazze come delle cameriere)

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  15. concordo! l'esempio prima di tutto. mai far mancare un grazie, un prego, un per favore….e i lavori divisi a metà…vedere che anche papà cucina, lava i piatti, stira…..fa sembrare tutto normale (non sapranno mai che ci ho messo ANNI di lavoro ai fianchi)

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  16. sul discorso nonni mi trovi assolutamente d'accordo. i bambini li adorano, soprattutto i miei che nonostante tutto li fanno giocare tanto…ma…i vizi! io li riprendo per qualcosa, o insisto perchè facciano qualcosa e mio padre dietro che “li difende”…sempre a sospirare e a dire “poverini”…per tacere di mio suocero che quando ha visto riordinare nik se n'è uscito con “ma lo fa anche lui?????”….eh no….lo faccio crescere come te che a 60 anni non sai ancora in che cassetto sono le tue mutande…..mah

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  17. hai nominato una delle frasi che odio di più….”tuo marito TI aiuta in casa”….ma perchè? è casa mia? o forse è nostra, ci viviamo noi…..e quindi DEVI fare la tua parte?

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  18. Arrivo tardi, ma come sempre questi post sull'educazione dei bambini mi interessano da educatrice, anche se non sono genitore. Devo dire che nell'educazione di Irina io vedo molti capisaldi di quella che è stata l'educazione che mi ha dato la mia mamma. Sicuramente la mia non era una famiglia tradizionale: non perché mia madre fosse separata (per quanto all'epoca fosse meno diffuso), ma perché la mia famiglia ha delle percentuali anglosassoni, e dunque la mia educazione ha avuto impronte non tradizionalmente italiane.In particolare, come racconta Irina, ricordo che anche per me i giochi erano a portata di mano, e li dovevo mettere via (anche per me eccezione i libri, nel senso che erano così tanti che qualcuno era in alto per forza). Ricordo di avere sempre messo in lavatrice le cose da lavare (se era la lavatrice giusta, oppure nella cesta, se in quel momento in lavatrice non c'erano le cose che si accompagnavano a quelle sporche che mi toglievo. Idem per grazie/prego, saluti e arrivederci e per il buttare i rifiuti (non differenziati, però, allora non usava). Beh, so che questo mi ha permesso di arrivare a vivere da sola a 19 anni senza che fosse un trauma – con i miei compagni che mi consideravano una privilegiata perché non ero 'costretta' a chiamare a casa ogni sera, a 19 anni!, per dire come stavo/che facevo/con chi ero. In compenso, pensa un po', i miei genitori li chiamavo con gusto ogni volta che mi andava!

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  19. E' stato molto simile anche per me. In assoluto credo che la straordinarieta' dell'educazione di Irina verso i suoi figli stia nel fatto di aver cominciato molto molto presto, e di coinvolgere il figlio maschio. Un po' come Ciccio di PdC, che a dodici anni fa tutto da se'.

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  20. Che bello questo contributo di Irina!Mi ci riconosco molto perché rivedo in lei la stessa serena quotidiana convinzione nel portare avanti il progetto educativo con costanza.Credo che alla base di tutto ci sia un approccio consapevole alla maternità ed anche il fatto di sapere che si stanno costruendo persone per consegnarle al futuro.Più che difficile, è impegnativo crescere i figli così, ma poi i risultati arrivano e sono il frutto del non mollare mai, giorno per giorno.A pretendere (entro opportuni limiti) dai figli si costruisce in loro la convinzione che ce la possono fare. Vedo molti genitori che non chiedono nulla ai figli, seminando così la sensazione che non li credono capaci di far nulla.Poi non starò a dire che Ciccio abbia il sacro fuoco della massaia e che gli piaccia fare la lavatrice e che il suo primo pensiero al mattino sia stendere i panni.Ma sa fare tutto autonomamente da tempo in casa e mi sembra che sia un vantaggio soprattutto per lui.Certo ora che è adolescente c'è la ribellione, c'è il bisogno di affermarsi, c'è la sacrosanta necessità di emanciparsi da me per diventare grande.Ma io non metto da parte i principi, magari cambiano le modalità di applicazione, ma non devio da quello che gli ho insegnato. E vedo che alla fine, pur con le sue scontrosità, quello che deve fare fa.Vabbè ti ho scritto un post per commento, quando bastava dire consistent 😀

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  21. LoviuSenti, mi hai fatto venire in mente una mia amica. Quarantadue anni, all'epoca, e non sapeva mettere a bollire l'acqua per la pasta. Perche'? Perche' la madre le ha ripetuto per tutta la vita di uscire dalla cucina, e che lei era una inetta.

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  22. Infatti, per esempio ho frequentato per un po' un uomo che di ogni attività domestica diceva “ma io non so come si fa”. Questo a 45 anni.Nessuno sa come si fa, prima che gli venga insegnato, ma così si instilla la convinzione che siccome non lo so fare, nemmeno serve che lo impari.Ad esempio oggi siamo tornati tardi tra una cosa e l'altra e mentre stendevo la lavatrice Ciccio ha rifatto i letti, senza che glielo chiedessi. E' quello a cui si tende, che imparino che le cose si fanno perché servono, non perché qualcuno lo dice.Così non si ritrovano come i nostri due amici che se nessuno gli fa da mangiare a 40 anni muoiono di fame.

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  23. Brava Irina :-)mi sembra un modello molto “americano”, anche se confesso non so esattamente come sia quello italiano :-Din questo periodo sto facendo un po' di letture di pedagogia (americana) e sono in sintonia con il modello irina :-)grazie a questo post ho visto dove devo migliorare 🙂

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  24. ah non mi racconti che ciò che faccio da mesi…rendere indipendentevpiccina,casa nostra è abbastanza ordinata…l'immondizia va buttata,che sia buccia di banana,caramelle e pampers piccina la butta lei…se gli cade del succo,anche se non punisce precisa,gli do una salvietta e l'abituo che ciò che cade sporca,ha capito che la roba in disordine è caos…tanto che quando vengono alcune amichette a far bomba la cui mamma non insegna che caos…lei dice mamma non caos hanno fatto…ordina lego ,si lava denti viso seduta su una sedia da grande,anche se i denti,si lava solo davanti,aiuta a volte a mettere panni nella asciugatrice …e gli faccio asciugare le scodelle di plastica dalla lavastoviglie …ed ha 21 mesi:-)e l'abitudine…:-)

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  25. Chapeau per Irina, grandissima organizzazione e ottima educazione, c'è sempre da imparare.Noi siamo molto aiutati dai nonni, che però per nostra fortuna rispettano le regole di mamma e papà, forse perché quando ero piccola io hanno patito le ingerenze dei miei nonni (loro genitori) chissà… Comunque anche noi cerchiamo di insegnare rispetto e regole di convivenza: Piccolo Uomo mi aiuta ad apparecchiare, lavare verdure, cucinare o altri piccoli compiti, aiuta il papà nei lavoretti di manutenziond ovviamente a modo suo. la cosa bella è che solitamente è lui a chiederti: posso aiutarti? credo lo gratifichi. Sul vestirsi da soli al mattino abbiamo tutto da imparare invece, ma li temo sia la mia fretta una cattiva consigliera.E pure io son stata etichettata come mamma tedesca/esigente, ma il bello è che per uno che ti dice che esageri trovi subito un altro che ti dice che sei troppo tenera.Grazie lucy, al solito da te c'è vero scambio!!

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  26. Sono molto d'accordo con te. Aggiungerei anche l'eccezionalità anacronistica della scelta (in senso positivo, ovviamente). Credo cioè che ciò che era normale per una generazione e mezzo fa sia diventato prima fuori moda, e poi straordinario per i figli dei figli dei Baby Boomers. E' possibile che ora ci sia una inversione di tendenza? Speriamo sicuramente che il modello di Irina faccia 'scuola'!

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  27. Brava, hai detto una cosa importante. Un sacco di mamme dicono quello che dicono poi anche dei mariti, Eh ma lo fa male e poi devo ripassare. Ma il concetto e' proprio quello per lei di rendersi utile, e per te di insegnare la collaborazione. Grazie 🙂

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