Resistenza allo stress

La mia relatrice era una psicoterapeuta nevrotica. Da persona organizzata quale sono avevo iniziato per tempo a portarle materiale da correggere, per scoprire ben presto che alle versioni successive lei correggeva le sue stesse correzioni.
Il giorno prima della discussione della tesi, sbrocca. Mi dice che non va bene nulla, che l’introduzione è completamente sbagliata e da rifare, mi cancella un intera sezione (che io lascerò, guarda un po’, ci avevo lavorato mesi!). Poi tra uno sbraito e l’altro mi dice che il giorno prima della sua discussione perse la sua intera tesi dattiloscritta, e ovviamente a quei tempi non c’erano ancora nemmeno i floppy disks, e dovette riscrivere tutto la sera prima. Tutta la tesi.
Capii che le sue folli richieste dell’ultimo minuto erano il suo personalissimo modo di rivivere il trauma e di agire su di esso, e infatti avrebbe fatto qualcosa di simile con tutte le altre tesiste a venire.

uno-su-tre-resistenza-allo-stress

In questa ultima settimana ho dovuto organizzare un seminario di studio. Il capo mi ha detto quello che voleva, la direttrice delle operazioni mi ha aiutata con tutti i dettagli spiegandomi come fare e a chi rivolgermi. L’imprevisto dell’ultimo momento è sempre dietro l’angolo, e ieri una stampante si e’ bloccata, e le altre due erano lentissime. Ho stampato così tanto materiale da aver esaurito i toner.
In quel frangente il mio capo era tranquillissimo, ed anche io. Ho capito che lui è un buon padre che dà fiducia, non mi è stato addosso per niente, mi chiedeva solo se fosse tutto pronto – essendo la mia prima volta, col rischio che oggi ci troviamo, che so, senza il pranzo. Ma soprattutto ieri mi sono resa conto che la maternità mi ha cambiata: prima, lavorare sotto stress era il mio limite. Ieri non ho mai perso la fiducia né il sorriso.

La deprivazione del sonno attraverso cui tutte noi passiamo ci forgia.


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15 commenti

  1. lavorare con una persona equilibrata che da` fiducia, ma soprattutto che fa richieste logiche e non cambia direzione come una banderuola al minimo vento, e` la cosa migliore che ti poteva capitare.Chi vive per fare provare agli altri le pene che ha provato lui/lei e` un/una poveretto/a…. purtroppo molti sono cosi` e hanno potere, la tua relatrice ne e` la dimostrazione. Certo che correggersi le proprie correzioni pensando che fossi tu che avevi scritto il passaggio..quella e` la prima che sento…. in bocca al lupo, T!!!

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  2. Eh,già, dopo non aver dormito anni ed essere sopravvissute al suicidio o all’infanticidio tutto il resto sono bazzecole
    E poi si domandano cosa scateni il baby blues….

    ciao Betty

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