close up photo of man cooking meat

Barbeque a Miami

Siamo stati invitati ad un barbeque a Miami. Oddio, bisogna dire che era uno strano barbeque, ma non ce n’era dubbio visto che siamo a Miami. Il padrone di casa e’ un bostoniano sposato con una peruviana, e hanno due bimbe meravigliose. La grande compiva tre anni ed ecco l’occasione per l’invito.
Ma perche’ alle 15?

Alle 15 non e’ pranzo e non e’ cena e io alle 11 ho fame, cosi’ arrivo li’ che ho gia’ mangiato e praticamente sono ancora sazia. E questa e’ solo la prima cosa che avrei imparato, per il futuro: i barbeque a Miami sono tutti nel primissimo pomeriggio, e vanno avanti per ore. Il grill e’ ovviamente solo una scusa per bere fiumi di birra.

C’e’ un sacco di gente e ci sono dei bimbi, quasi tutti figli di immigrati e tutti parlanti inglese, a differenza dei genitori. Questo mi e’ piaciuto tanto. E mi e’ piaciuto rendermi conto che mi e’ facile comunicare con i bimbi, di solito si utilizzano frasi piu’ brevi che in una conversazione con gli adulti, e insomma dai, alla fine me la sono cavata un po’ con chiunque, perfino con la nonna che parlava solo peruviano. A parlare faccio schifo come sempre insomma. Pero’ capisco molto piu’ di prima, entrambe le lingue.

Alle 16 vengono serviti gli hamburgers.

La festa pero’ e’ tutta in casa nonostante l’appartamento disponga di un giardino con vista lago, ma l’umidita’ e’ feroce e nessuno si azzarda a stare fuori. Il mio vestitino prendisole e’ praticamente inutile se non come asciugamano: per uno strano fenomeno fisico inizio a sudare copiosamente e bevo acqua, e piu’ bevo e piu’ sudo, insomma, dopo un po’ sarebbero da strizzare anche le mutande, e menomale che me ne sono stata buonina sul divano con la piccola di casa.

Avendo gia’ pranzato (noi donne incinte abbiamo questa strana abitudine) non ho affatto fame, ma pare brutto stare li a guardare, no? E cosi’ anziche’ mangiare il superpanino pieno di cose come fanno tutti mi accontento di un hamburger al piatto con contorno di pomodori.

Cioe’, credevo fossero pomodori.

Io: “Jake (che sarebbe lo chef, il capo di mio marito, il padrone di casa), devo farti i complimenti!! Questa insalata e’ deliziosa, non ho mai mangiato una cosa piu’ buona!”

Jake: “L’ha fatta mia madre.”

Erano pomodori e anguria. Non potete capire che bonta’, la rifaro’ sicuramente!

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la ricetta su myrecipes.com

Ogni occasione di incontro che si rispetti, qui in America, e’ caratterizzata dal melting pot. Ieri c’erano

due italiani (heh?)
una spagnola dagli occhi bellissimi residente a NY col compagno americano
i loro due amici niuiorchini e una bimba bionda s p e t t a c o l a r e
una cinese con visto lavorativo – in scadenza, dovra’ tornare in patria
un afroamericano con moglie e figlio supersagoma
duecentottanta peruviani
un cubano (uno!!! incredibile)

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E cosi’ a questo curioso barbeque, a Miami, dove abbiamo imparato tante cose nuove, siamo stati davvero bene. Unica nota stonata l’allergia al pelo di gatto che dopo qualche ora inizia a colpirmi a qualunque latitudine, e cosi’ ci siamo defilati. Ma la giornata e’ stata divertente, si imparano tante cose osservando una festa. Gli usi e i costumi di un popolo – che poi qui a Miami non e’ mai uno – sono caratteristici. E unici.

Cosi’ come il papa’ della festeggiata che ha continuato imperterrito a parlare con noi mentre il canetto spaventato gli saltava addosso inseguito da tre bambine urlanti e felici. Non ha fatto una piega una. Abbiamo da imparare.

Ah, se siete capitati su questo post cercando Cosa portare ad un barbeque a Miami, niente paura, con la birra andate sempre sul sicuro.


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27 commenti

  1. ehilà che figata di festa, a parte il sudare. Senti ma quanto hai scritto in mia assenza?? tantissimo, meno male che ci sei tu, tutta la blogsfera latita. love ilaria frollini

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  2. Mi era capitato di leggere un libro la cui trama si svolgeva praticamente durante un bbq, anche lì si cominciava verso le 3 o le 4 del pomeriggio, e in effetti mi chiedevo che razza di rario fosse per mettersi a mangiare della carne!Bella questa festa multietnica comunque, ne hai reso proprio bene l'idea.

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